parsifal
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lunedì 23 maggio 2011
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l’amore ai tempi delle metropoli
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Attraverso questo film romantico Wong Kar Wai racconta la vita dei protagonisti, attraverso il loro rapporto con l’amore. Rapporti segnati dalle peculiarità dei suoi personaggi, che hanno in comune il vivere nella caotica e spersonalizzante Hong Kong.
Il film entra nelle solitudini dei personaggi, monologo orso 2nelle loro case, attraverso un’osservazione attenta dei personaggi nei momenti più intimi e delicati, dove la camera fissa è utilizzata per restituirci lo spessore di ogni personaggio, con i propri silenzi, i propri monologhi e i propri smarrimenti. La scoperta dell’umanità di ognuno, un’umanità tanto dolce e bisognosa d’affetto, quanto frustrata da un mondo che opprime nella sua caoticità, e sembra non lasciar spazio per esprimersi ed esprimere le proprie emozioni, senza soprattutto riuscirle a condividere con l’altro.
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Attraverso questo film romantico Wong Kar Wai racconta la vita dei protagonisti, attraverso il loro rapporto con l’amore. Rapporti segnati dalle peculiarità dei suoi personaggi, che hanno in comune il vivere nella caotica e spersonalizzante Hong Kong.
Il film entra nelle solitudini dei personaggi, monologo orso 2nelle loro case, attraverso un’osservazione attenta dei personaggi nei momenti più intimi e delicati, dove la camera fissa è utilizzata per restituirci lo spessore di ogni personaggio, con i propri silenzi, i propri monologhi e i propri smarrimenti. La scoperta dell’umanità di ognuno, un’umanità tanto dolce e bisognosa d’affetto, quanto frustrata da un mondo che opprime nella sua caoticità, e sembra non lasciar spazio per esprimersi ed esprimere le proprie emozioni, senza soprattutto riuscirle a condividere con l’altro.
Il regista mostra con abilità e saggezza il contrasto tra il mondo interiore solo fuoridei personaggi e quello esterno del quartiere Chungking, con un sapiente uso della videocamera, che resta fissa durante i monologhi e i momenti piu intimi. Mentre per le riprese in esterno, e quelle più dinamiche, sceglie per lo più l’uso della camera a spalla in modo tale da restituire il caos da cui sono circondati i protagonisti; un caos che non lascia spazio nè alle personalità dei singoli, nè alla luce del sole, alla luce degli spazi aperti: anche durante le riprese esterne è difficile cogliere la sensazione di spazio aperto, mentre èlei sempre presente la sensazione claustrofobica, di chiusura, di un cielo che anche se è inquadrato non lascia aria.
Ogni personaggio è presentato con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue manie e ossessioni che aiutano a capire il bisogno di amore di ognuno, espresso in maniera tanto peculiare da riuscire a spiazzare ogni aspettativa.
Inoltre la scelta e la capacità di Wong di accostare la violenza a piccoli dettagli e comportamenti, all’apparenza insignificanti, lasciano scorgere le caratteristiche più umane in ogni persona, fino a trovare nei personaggi più inaspettati, come una killer o un poliziotto, gli aspetti più sensibili e commuoventi, come farà poi anche nel film successivo “Fallen Angels”.
Il film restituisce l’unicità e la profondità di ogni persona, in contrasto con un mondo tanto caotico quanto omologante. E’ nella stile e nella poetica di Wong che tale contraddizione trova un’armonia che va oltre la solitudine del singolo per esprimere la bellezza dell’incontro tra mondi differenti. Tecnicamente il regista trova la realizzazione filmica più significativa, con lo step freming, che consente di isolare un singolo personaggio dalla scena che gli ruota intorno ad una velocità molto più ampia, proprio a sottolinare l’individualità del singolo sperduto nella metropoli. Ma dove l’individuo non rinuncia e non può rinunciare a riempire di significato e d’amore ogni singolo gesto.
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paride86
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martedì 12 ottobre 2010
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carino
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Quello di "Hong Kong Express" è un Kar Wai in potenza, che mostra già le sue doti di regista talentuoso e originale senza però convogliarle in un risultato eccezionale.
Si possono già notare, comunque, tutti i temi e i modi che l'autore svilupperà più avanti nel suo percorso registico.
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fabio
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lunedì 7 agosto 2006
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un capolavoro di film
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Purtroppo non tutti conoscono i film di Wong Kar-wai,solo negli ultimi anni grazie al genere horror,il cinema asiatico è pienamente entrato nelle sale occidenatli.Bhè,io sono un appassionato di cinema orientale(a mio parere supererà quello occidentale nelgi anni a venire),ne ho visto molti,davvero molti,ma questo è uno dei pochi che mi è rimasto veramente impresso.E' un film delicato,profondo,che fa sognare,fa venir voglia di cambiare.Le musiche sono fantastiche,la fotografia è grandiosa..credo che lo si possa definire un vero cult.Sgombriamo la nostra mente dai pregiudizi verso un tipo di cinema poco diffuso e che sembra non appartenerci:se volete (anche solo per curiosità)conoscere meglio il cinema orientale,bhè,credo che questo film sia un ottimo inizio.
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(di aspasia)
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