matilde perriera
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giovedì 5 maggio 2011
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in quella caverna scura di giuseppe madronte
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IN QUELLA CAVERNA SCURA
di Giuseppe Madronte, Liceo classico "Ruggero Settimo" di Caltanissetta, III D
”O capitano, mio Capitano”, ecco gli incliti versi di Walt Whitman, da cui trae ispirazione Weir. Il professor Jhon Keating diviene figura di spicco, modello ideale. La poesia, sembra dirci, “non e’ indispensabile, nè di grande utilità per l’uomo, ma, se usata con senso, può rivelarsi una fonte di ricchezza inestimabile per l’animo” (Parini). Per Keating è una molla capace di cambiare il mondo, è l’essenza stessa dell’uomo, pone interrogativi esistenziali attuali, insegna a cogliere ”L’attimo fuggente”.
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IN QUELLA CAVERNA SCURA
di Giuseppe Madronte, Liceo classico "Ruggero Settimo" di Caltanissetta, III D
”O capitano, mio Capitano”, ecco gli incliti versi di Walt Whitman, da cui trae ispirazione Weir. Il professor Jhon Keating diviene figura di spicco, modello ideale. La poesia, sembra dirci, “non e’ indispensabile, nè di grande utilità per l’uomo, ma, se usata con senso, può rivelarsi una fonte di ricchezza inestimabile per l’animo” (Parini). Per Keating è una molla capace di cambiare il mondo, è l’essenza stessa dell’uomo, pone interrogativi esistenziali attuali, insegna a cogliere ”L’attimo fuggente”. E’ significativo che, per gli studenti della Welton Accademy, il processo di sviluppo e di liberazione da certi stereotipi venga affidato proprio a questo genere letterario, tradizionalmente relegato tra i noiosi obblighi scolastici. Un componimento poetico non è la semplice trascrizione di uno spontaneismo dettato dall’emozione, bensì la rilettura soggettiva dell’artista; è ormai anacronistica, pertanto, la pretesa di propinare versi stantii da imparare passivamente a memoria o da interpretare “sulla linea delle ascisse e delle ordinate”. Il film esprime in modo efficace obiettivi fondamentali per la crescita umana e sociale. Bisogna rituffarsi nel mondo incontaminato dell’ispirazione immediata, soltanto attraverso questo canale i giovani impareranno a coniugare la voce della propria anima con le innovazioni tecnologiche, da cui sono costantemente abbagliati nell’era della multimedialità. Uscire dall’anonimato, essere sé stessi, emozionarsi di fronte all’amore di Catullo per Lesbia, a quello di Orazio per Leucònoe, a quello impetuoso e passionale di “Romeo e Giulietta”, oppure al dramma di ”Antonio e Cleopatra”, travolti dal desiderio carnale del quale sono stati vittime. Scoprire un “nuovo” Catullo, un “nuovo” Orazio, un “nuovo” Shakespeare, insomma, e, con loro, proseguire il glorioso cammino che trasforma il sentimento in arte. Quanti adolescenti, però, in questa società dissacrante di ogni valore, avranno il coraggio di rivelare ai loro coetanei questa predilezione culturale? Troveranno dei cultori disposti a rigenerare la ”Setta dei Poeti Estinti”? Come darle linfa vitale? Sogni, eppure, prima sui banchi dell’accademia e poi “In quella Caverna” illuminata da fioche luci, la poesia assume un ruolo imprescindibile … E’ realtà solo nel film? Domande senza risposta, eppure essa è la voce delle sensazioni più nascoste, “una bacchetta magica che fa svanire gli ostacoli” (Marcel Achard) … la poesia è tutto questo e molto di più.
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sancrispino
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mercoledì 2 febbraio 2011
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grande williams
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Non c'è che dire, nonostante la sua "venerabile" età, il film riesce ancora a suscitare molte emozioni: gioia, tristezza, rabbia in un mix che coinvolge lo spettatore e non lo molla mai. Merito anche di uno straordinario Robin Williams
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ntn93
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venerdì 28 gennaio 2011
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bello, capolavoro
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capace di dare emozioni rivisitando uno dei più interessanti autori latini.complimenti.
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francis metal
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domenica 9 gennaio 2011
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stereotipato, forzato e sopravvalutato
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Il vero carpe diem diceva tutt'altra cosa! Cosa c'entra col film, con le poesie, col finale! Sarò cretino io, ma è uno dei peggiori film che abbia mai visto e nelle scuole ci hanno rotto le scatole a farcelo vedere ogni anno!
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(di critichetti)
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dimebag 93
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venerdì 7 gennaio 2011
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marvelman
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sabato 25 dicembre 2010
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commento
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Prima di tutto vorrei informare tutti che il marvelman che ha lasciato i commenti precedenti non sono io. Io non sono nè un fanatico di cinepanettoni nè un incompetente di cinema e non mi sognerei mai di demolire un film come questo. Detto questo il mio giudizio è di tre stelle perchè il film prima di tutto non è un capolavoro, è a tratti noioso e nel complesso un pò retorico. Il grande capolavoro è indiscutibilmente la scena finale, un salto di qualità rispetto al resto del film che può essere visto come il culmine della pellicola, il climax di una serie devastante di eventi. La scena è troppo bella per essere in linea con il resto, c'è un cambiamento troppo repentino, un'ascesa veloce di pathos magistralmente diretta e interpretata.
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Prima di tutto vorrei informare tutti che il marvelman che ha lasciato i commenti precedenti non sono io. Io non sono nè un fanatico di cinepanettoni nè un incompetente di cinema e non mi sognerei mai di demolire un film come questo. Detto questo il mio giudizio è di tre stelle perchè il film prima di tutto non è un capolavoro, è a tratti noioso e nel complesso un pò retorico. Il grande capolavoro è indiscutibilmente la scena finale, un salto di qualità rispetto al resto del film che può essere visto come il culmine della pellicola, il climax di una serie devastante di eventi. La scena è troppo bella per essere in linea con il resto, c'è un cambiamento troppo repentino, un'ascesa veloce di pathos magistralmente diretta e interpretata. Il cuore si riempie di emozione con gli ultimi emozionanti minuti, in confronto la morte di Neill è una scena comica e priva di empatia. L'ottima interpretazione di Williams probabilmente non è valorizzata dal doppiaggio italiano. Alla fine rimane un buon film che è ricco di sostanza ma povero nell'estetica e nella tecnica e il cinema deve essere anche questo. Forse è troppo classico per andarmi a genio ma l'importante è che abbia raggiunto il suo scopo, e cioè di emozionare.
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[+] ottimo
(di paolomiki)
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sognatrice
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lunedì 11 ottobre 2010
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un film che ti arricchisce!
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Qualche volta il cinema riesce ad insegnare molto e permette di comprendere qualcosa sul senso della vita. Con la sua forza un film è capace di riuscire a coinvolgere persino l’anima dello spettatore andando ben oltre la solita funzione ludica e di distrazione. Tra tutti i film che riescono in questo intento sicuramente non si può dimenticare il capolavoro del regista tedesco Peter Weir, L’attimo fuggente. Sebbene il titolo italiano sia in realtà fuorviante rispetto all’originale “Deaths poets Society”, proprio la traduzione del titolo riesce in qualche modo a cogliere l’essenza del film. Nella storia troviamo infatti un ipotesi del senso della vita, ossia di quale sia per meglio dire l’essenza della nostra esistenza e da cosa dipende.
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Qualche volta il cinema riesce ad insegnare molto e permette di comprendere qualcosa sul senso della vita. Con la sua forza un film è capace di riuscire a coinvolgere persino l’anima dello spettatore andando ben oltre la solita funzione ludica e di distrazione. Tra tutti i film che riescono in questo intento sicuramente non si può dimenticare il capolavoro del regista tedesco Peter Weir, L’attimo fuggente. Sebbene il titolo italiano sia in realtà fuorviante rispetto all’originale “Deaths poets Society”, proprio la traduzione del titolo riesce in qualche modo a cogliere l’essenza del film. Nella storia troviamo infatti un ipotesi del senso della vita, ossia di quale sia per meglio dire l’essenza della nostra esistenza e da cosa dipende. In una scena tra le più famose il professore di letteratura inglese Jhon Keating, interpretato da un meraviglioso Robin Williams, spiega ai ragazzi l’importanza nella vita di saper cogliere il momento giusto e approfittare delle occasioni prima che sia troppo tardi, perché qualunque cosa accada si giunge prima o poi inevitabilmente alla morte. Questo è il solo destino dell’uomo, un destino che on può cambiare e allora la differenza la fa il modo in cui noi siamo riusciti a riempire l’intervallo di tempo che c’è tra la vita e la morte. Il film comunque non si riduce solo a questo concetto, bensì è il punto di partenza che permette al personaggio di coinvolgere i suoi allievi nel mondo dell’arte e mostrare ad essi quanto questa sia necessaria nella vita dell’uomo. L’intreccio non è mai noioso e anzi tutte le dinamiche portano ad una conferma di ciò che il professore dice nel corso delle sue lezioni. Così passiamo dal giovane innamorato che riesce a dichiararsi con la sua bella, al ragazzo amante del teatro che trova la sua strada. L’interpretazione di Robin Williams è coinvolgente ed efficace e quasi sembra di essere presenti in quell’aula ad ascoltare la lezione, totalmente catturati dal carisma dell’attore che riesce a catturare e mantenere fino in fondo l’attenzione degli studenti e del pubblico. Tutto il film è un inno all’anticonformismo ed un’esaltazione dell’individualità, è inevitabile sentirsi arricchiti dopo la visione di un film come questo. Tutta la vicenda è incorniciata in suggestive scenografie accostate da una buona musica strumentale che riesce a descrivere e accompagnare quello che si vede. Si può capire che questo film è buono dal fatto che riesce a tenere incollato lo spettatore al video dall’inizio alla fine, ma non è solo Robin Williams a permettere questo. È infatti accompagnato da un gruppo di giovani attori che per quanto sconosciuti e ancora inesperti riescono ad essere naturali. Forse l’idea di inserire giovani artisti rende ancora più realistica una storia che vuole sostanzialmente gridare contro il conformismo e l’eccessiva chiusura mentale di gran parte del mondo negli anni 50. Un altro film che esprime quest’inno alla libertà e va oltre gli stereotipi e il più recente Mona Lisa smile con Julia Roberts, sebbene l’interpretazione di quest’ultima non sia pari a quella di Williams nelle vesti dell’ormai leggendario professor Keating.
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fabian t.
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giovedì 16 settembre 2010
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un capolavoro
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Davvero un capolavoro, da tutti i punti i vista: sceneggiatura, fotografia, recitazione, regia, emozioni, musiche... Inutile aggiungere altro.
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weach
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mercoledì 15 settembre 2010
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si uomo libero scegli te stesso
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Peter Weir , austriaco di 64 anni è il regista ambientalista , mistico, impegnato , propone con questa opere un ' inno anticonformista, contro l'ipocrisia, per 'individuo libero che deve lottare per i propri sogni,contro le stupidità di regole che ne comprimono la capacità di capire e scegliere e sentire.
Robin Williams è splendido interprete in questo progetto ideale dove il suo particolare modo di essere si esalta.
Lessi una intervista ,anni fa , a Robin Williams sul film da lui interpretato che più o meno diceva così :
" si questo film mi ha coinvolto perché ho sentito qualcosa interpretando il professore Johon Keiting ,ho capito che in qualche modo portavo sulla scena una parte di me e dei mie convincimenti.
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Peter Weir , austriaco di 64 anni è il regista ambientalista , mistico, impegnato , propone con questa opere un ' inno anticonformista, contro l'ipocrisia, per 'individuo libero che deve lottare per i propri sogni,contro le stupidità di regole che ne comprimono la capacità di capire e scegliere e sentire.
Robin Williams è splendido interprete in questo progetto ideale dove il suo particolare modo di essere si esalta.
Lessi una intervista ,anni fa , a Robin Williams sul film da lui interpretato che più o meno diceva così :
" si questo film mi ha coinvolto perché ho sentito qualcosa interpretando il professore Johon Keiting ,ho capito che in qualche modo portavo sulla scena una parte di me e dei mie convincimenti.... forse ho solo sognato di essere così"
A Weir va riconosciuta anche la grande capacità di aver trasformato dei giovani principianti in splendidi attori.
Da vedere, per chi vuole sentire e vivere la vita da uomo libero.
voto 8
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davide di finizio
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venerdì 2 luglio 2010
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la società dei poeti americani
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Tornato come professore di letteratura inglese in quella stessa bigotta Welton Academy dove era stato studente, l'esuberante John Keating (un R. Williams decisamente sopra le righe) porta una ventata di vitalità e di anticonformismo nella rigida struttura della scuola, insegnando ai propri allievi a rendere straordinaria la loro vita. E' così che l'intraprendente Neil Perry scopre la passione per il teatro, che il timido Todd Anderson esterna il suo talento letterario, che il romantico Knox Overstreet insegue il vero amore... che un gruppo di giovani sognatori disseppellisce la mitica Dead Poets society, la Setta dei poeti estinti, vivace circolo ellenico considerato sovversivo dalle leggi di Welton.
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Tornato come professore di letteratura inglese in quella stessa bigotta Welton Academy dove era stato studente, l'esuberante John Keating (un R. Williams decisamente sopra le righe) porta una ventata di vitalità e di anticonformismo nella rigida struttura della scuola, insegnando ai propri allievi a rendere straordinaria la loro vita. E' così che l'intraprendente Neil Perry scopre la passione per il teatro, che il timido Todd Anderson esterna il suo talento letterario, che il romantico Knox Overstreet insegue il vero amore... che un gruppo di giovani sognatori disseppellisce la mitica Dead Poets society, la Setta dei poeti estinti, vivace circolo ellenico considerato sovversivo dalle leggi di Welton. Ma tanta rivoluzione non può essere gradita al perfido preside Nolan, che riuscirà infine a riportare l'ordine nella scuola. Forse. Fresco e spumeggiante, il film è un raro esempio di felice connubio tra una buona sceneggiatura ed un altrettanto pregevole cast di attori tra cui, oltre al tragicomico Williams, che contribuì personalmente a forgiare il suo originale personaggio, spiccano alcuni giovani talenti, come il notevole R. Sean Leonard e il più fortunato E. Hawke. Tuttavia, a fronte dei suoi pregi eccellenti, il movie pecca di alcuni imperdonabili limiti, come la pressochè totale assenza di introspezione, nonostante i ben ritratti profili dei soggetti, e soprattutto l'eccessiva e ruffiana ideologizzazione della cultura americana, che trabocca sino all'esasperazione dalle pur brillanti lezioni del professor Keating, eclissando quasi totalmente la tradizione europea, di cui resta Shakespeare e quell'anonimo carpe diem, notevolmente banalizzato rispetto al significato oraziano. Certo parte del demerito va anche all'edizione italiana che, oltre all'attribuzione di un titolo fuorviante, ha conferito al professor Keating un doppiaggio quasi ridicolo, rispetto alla barbarica voce del titano Williams. Critiche a parte, Dead Poets Society è una perfetta macchina narrativa, intelligente ed emozionante, che trova il suo culmine nella commovente scena conclusiva, che all'esodo di Keating accompagna la vittoriosa ascesa di Todd Anderson. E di Ethan Hawke. Quasi un presagio, di quello che sarebbe poi diventato un attore affermato. Evidentemente, non ha mai scordato le lezioni del suo professore!
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