parsifal
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lunedì 7 maggio 2018
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erotismo a venezia
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Era il 1983 e l'rriverente e poliedrico Tinto decise di trasporre il romanzo di Tanizaki in versione cinematografica, ambientandolo a Venezia, sua città adottiva ed a lui molto cara. Scelse come interpreti la Sandrelli, giunonica e sensuale al punto giusto per il ruolo da lei recitato e F. Finlay, attore anglosassone elegante , distinto e di grande talento, doppiato dal grande Paolo Bonacelli. Il professor Nino Rolfe e sua moglie Teresa sono sposati da tempo; la differenza d'età e la routine stanno schiacciando il loro rapporto e lo stanno riducendo ad una farsa borghese, fatta di apparenza e poco più. Il professore, come tutti gli intellettuali, ama la fantasia anche in campo erotico e per far sì che la sua consorte si appassioni a tali fantasie le tende una trappola; lascia di proposito in vista la chiave del suo studio, in cui lei troverà un diario nel quale sono riportate, senza censure di sorta, le fantasie erotiche di suo marito.
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Era il 1983 e l'rriverente e poliedrico Tinto decise di trasporre il romanzo di Tanizaki in versione cinematografica, ambientandolo a Venezia, sua città adottiva ed a lui molto cara. Scelse come interpreti la Sandrelli, giunonica e sensuale al punto giusto per il ruolo da lei recitato e F. Finlay, attore anglosassone elegante , distinto e di grande talento, doppiato dal grande Paolo Bonacelli. Il professor Nino Rolfe e sua moglie Teresa sono sposati da tempo; la differenza d'età e la routine stanno schiacciando il loro rapporto e lo stanno riducendo ad una farsa borghese, fatta di apparenza e poco più. Il professore, come tutti gli intellettuali, ama la fantasia anche in campo erotico e per far sì che la sua consorte si appassioni a tali fantasie le tende una trappola; lascia di proposito in vista la chiave del suo studio, in cui lei troverà un diario nel quale sono riportate, senza censure di sorta, le fantasie erotiche di suo marito. La cosa la attrae e la sconvolge al tempo stesso; ma dal quel momento inizia un tacito gioco tra i due che li porterà a vivere la passione che per troppo tempo era stata dimenticata da entrambi. Entrerà in scena anche Lazlo, il fidanzato della figlia, che da cortese gentiluomo si trasformerà in corteggiatore e poi amante della signora, travolgendola in un turbine di passione senza freni. Il gioco continua sino alle estreme conseguenze; il professore pagherà con il suo stato di salute, già di per sè precario, le sue numerose peripezie nell'Ars Amandi. Atmosfere accattivanti, sensualità all'italiana, complice anche la giunonica prorompente fisicità della protagonista, scatenò un gran numero di polemiche alla sua uscita. Venne sequestrato ed il giudice che se ne occupò emanò un drastico giudizio personale sulla protagonista, le file fuori dai cinema erano in continuo aumento e le associazioni, di vario genere, chiedevano il rogo della pellicola. Benchè non fosse un'opera pienamente riuscita, servì a scuotere le coscienze e ad uscire dalla spirale perbenistica e provinciale in cui il paese è immerso da sempre. Il film in questione fu un vero e proprio spartiacque anche nella carriera del regista, che dal quel momento focalizzò la sua attenzione solo sull'eros.
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ceppi
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martedì 11 marzo 2014
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erotismo campione d'incassi e molte polemiche
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Anni 80. Erano gli anni delle polemiche, delle critiche negative sulla pornografia ed erano sopratutto gli anni dove i film venivano stracensurati e riempiti di polemiche quando mostravano al pubblico il tabù,l'erotismo,l'incesto, l'amore (forte), l'omosessualità, la prostituzione e la violenza. La chiave (1983), liberamente isipirato al romanzo di Taniazaki, ebbe ,all'uscita nelle, un enorme successo ed ottene molti incassi e sopratutto polemiche per l'oscenità. Il film lo considerano molto bello e viene anche messo nella categoria dell'erotismo d'autore proprio perchè dopo di esso viene aperto il filone del cinema erotico che parte dall'83 per circa una quindicina d'anni ,estingendosi negli anni 2000.
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Anni 80. Erano gli anni delle polemiche, delle critiche negative sulla pornografia ed erano sopratutto gli anni dove i film venivano stracensurati e riempiti di polemiche quando mostravano al pubblico il tabù,l'erotismo,l'incesto, l'amore (forte), l'omosessualità, la prostituzione e la violenza. La chiave (1983), liberamente isipirato al romanzo di Taniazaki, ebbe ,all'uscita nelle, un enorme successo ed ottene molti incassi e sopratutto polemiche per l'oscenità. Il film lo considerano molto bello e viene anche messo nella categoria dell'erotismo d'autore proprio perchè dopo di esso viene aperto il filone del cinema erotico che parte dall'83 per circa una quindicina d'anni ,estingendosi negli anni 2000. In realtà il filone del cinema erotico non viene aperto da La chiave , perchè nel corso degli anni settanta, anche se non molto conosciuti, molti film sono diventati scandalo proprio perchè essendo del filone erotico mostravano l'incesto,l'erotismo ecc. Un 'esempio è il film Appassionata del 1974 diretto da Calderone e condito con il sessapiglio di Ornella Muti ed Eleonora Giorgi. Un 'altro esempio sono, anche se non italiani ma diventati di culto, Emmanuelle (1973) e il film erotico italo-americano con qualche scena pornografica Emanuelle nera (1975) che debutto la Gemser nel cinema erotico italiano e in quello di D'Amato, tanto che nei seguenti film che la Gemser fece sulle copertine il suo nome fù circondato dalla scritta : "LA VERA EMANUELLE NERA". Conludendo il commento "La chiave" è uno dei film più riusciti del regista Tinto Brass, un film bellissimo,scandaloso,forte,erotico,confessivo e senza alcun pudore. Un film che gli amanti del pornosoft non possono assolutamente perdere. Il film racconta la vita sessuale di una coppia sposata da vent'anni con una figlia,la quale ha un amante. I due coniugi sono la signora Teresa Rolf e Nino Rolf. Lei quando è a letto col marito sente sempre dentro di sè un maledetto pudore di vergona e non permette mai di far svolgere al marito le sue fantasie erotiche. Stufo di tale situazione il marito, professore di arte, decide di confessare le proprie perversioni e i propri pensieri erotici in un diario che vuole a tutti i costi che la moglie lo legga. Infatti una sera l'uomo induce la moglie a sistemare lo studio del marito, con lo scopo di far leggere il diario alla moglie. Mentre pulisce la camera del marito, Teresa trova la chiave di un cassetto e incuriosita lo apre e legge tutte le frasi sconce che il coniuge ha scritto. Imbarazzata pensa che il marito sia un maiale. La sera a cena arrivano la figlia e il fidanzato a casa dei due coniugi. Teresa improvvisamente sviene e perde i sensi. Viene subito soccorsa da Nino,la figlia e Laslo (fidanzato della figlia,Lisa) i quali la sdraiano sul letto e iniettano un medicinale alla donna. Nino osserva con profonda gelosia le attenzioni che Laslo ha verso Teresa, così dopo che tutti se ne sono andati spoglia la moglie e con una grande lampada la osserva nelle parti intime e la posiziona in pose postribolari fino ad avere un rapporto sessuaele con lei. Mentre il marito abusa di lei, Teresa immagina al posto di Nino il fidanzato della figlia,Laslo. Il giorno dopo mentre Teresa và a confessarsi per tentato adulterio, Laslo fà vedere a Nino un modello di una macchina fotografica, con la quale il marito fotograferà la moglie in posizioni erotiche e le fara sviluppare a Laslo. Lisa venuta a sapere di ciò lo racconta alla madre la quale finira con l'avere degli ampessi con Laslo. Finale drammatico. Film bellisimo molto erotico ed arricchito con l'audio in prima persona che racconta le fantasie erotiche e i moenti d'amore. Molto riuscito con ottimi dialoghi. Bravissima la Sandrelli e molto sensuale affaianco all'interpretazione depravata e molto ben riuscita di Frank Finlay. Grande successo di Tinto Brass.VM18
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robert pocket
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domenica 5 agosto 2007
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un plumbeo decadente "tinto" di eros e thanatos
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Come lo fu "Profondo Rosso" per Argento anche "La Chiave" rappresenta per Tinto Brass il suo "punto di non ritorno" cinematografico. Dopo questo film infatti il porcellone Tinto si lancera' anima e corpo (delle fanciulle ignude pero') per diventarnee finalmente cantore e autore di genere. E ci voleva questo enorme inaspettato successo di cassetta per capire che "Salon Kitty" (1975) e "Action" (1980) non sarebbero piu' rimasti abbandonati se stessi. Da un romanzo sporcaccione di Tanizaki (1956) Brass realizza un plumbeo d'autore: decadente, pessimista, inquietante, grottesco, sarcastico, orrorifico dramma tinto di eros e thanatos con la complicita' galeotta delle scenografie barocche di Paolo Biagetti, dei costumi scostumati di Vera Cozzolino e Michaela Gisotti, della fotografia isolana di Silvano Ippoliti e delle musiche tronfie di Ennio Morricone.
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Come lo fu "Profondo Rosso" per Argento anche "La Chiave" rappresenta per Tinto Brass il suo "punto di non ritorno" cinematografico. Dopo questo film infatti il porcellone Tinto si lancera' anima e corpo (delle fanciulle ignude pero') per diventarnee finalmente cantore e autore di genere. E ci voleva questo enorme inaspettato successo di cassetta per capire che "Salon Kitty" (1975) e "Action" (1980) non sarebbero piu' rimasti abbandonati se stessi. Da un romanzo sporcaccione di Tanizaki (1956) Brass realizza un plumbeo d'autore: decadente, pessimista, inquietante, grottesco, sarcastico, orrorifico dramma tinto di eros e thanatos con la complicita' galeotta delle scenografie barocche di Paolo Biagetti, dei costumi scostumati di Vera Cozzolino e Michaela Gisotti, della fotografia isolana di Silvano Ippoliti e delle musiche tronfie di Ennio Morricone. Senza dimenticare l'ingaglioffito sarcasmo di Frank Finlay (doppiato egregiamente da un divertito Paolo Bonacelli) e l'indimenticabile fedifraga di Stefania Sandrelli (ignuda tra le calli) che fa in un'ora e quaranta minuti di film cio' che mai aveva osato fare in vent'anni di onorata carriera: cavalca, ocheggia, ansima, deretaneggia, piscia in calletta e si masturba e, quando ne trova il tempo, "recita" con punte di inquieta sonnolenza. Presentato fuori concorso alla biennale di Venezia e stroncato dai critici di mezzo mondo rilancio' alla grande la carriera della Sandrelli la quale mai si penti', e a ragione visti i risultati, della scelta fatta all'epoca.
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