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dandy
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giovedì 1 maggio 2014
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rivalutazione rispetto al precedente commento.
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Al suo unico film di guerra,Peckinpah sceglie come sempre un soggetto scomodo e rischioso:rappresentare le peripezie nei campi di battaglia attraverso gli occhi di soldati tedeschi,capaci di essere coraggiosi e integerrimi.Le polemiche all'epoca non mancarono,ma il regista non viene meno ai propri ideali:Steiner detesta la divisa e tutti gli ufficiali(compresi quelli che lo appoggiano e stimano),cerca invano di salvare un soldato-bambino russo e non esita a mettersi in prima linea nei momenti cruciali;d'altro canto il miserabile Stransky afferma di detestare Hitler,si dichiara di pura razza prussiana ed è disposto in nome di una causa ormai perduta e di un effimero riconoscimento(la croce di ferro del titolo) a sacrificare i suoi uomini migliori.
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Al suo unico film di guerra,Peckinpah sceglie come sempre un soggetto scomodo e rischioso:rappresentare le peripezie nei campi di battaglia attraverso gli occhi di soldati tedeschi,capaci di essere coraggiosi e integerrimi.Le polemiche all'epoca non mancarono,ma il regista non viene meno ai propri ideali:Steiner detesta la divisa e tutti gli ufficiali(compresi quelli che lo appoggiano e stimano),cerca invano di salvare un soldato-bambino russo e non esita a mettersi in prima linea nei momenti cruciali;d'altro canto il miserabile Stransky afferma di detestare Hitler,si dichiara di pura razza prussiana ed è disposto in nome di una causa ormai perduta e di un effimero riconoscimento(la croce di ferro del titolo) a sacrificare i suoi uomini migliori.Sorprendenti i disinvolti riferimenti alle pulsioni omosessuali covate tra soldati che sognano una società senza donne(descritte in questo caso con più rispetto,ma sempre alla stregua di una momentanea consolazione fisica)e si baciano in bocca per calmare i propri isterismi.Le scene d'azione giocate sul contrasto tra ralenti e brusche accelerazioni non sono sempre entusiasmanti,causa le immancabili traversie produttive e in fase di montaggio cui furono oggetto tutti i film di Peckinpah dal '70 in su,e il finale brusco e irrisolto dovuto all'esaurimento dei soldi è fastidioso.Resta uno dei migliori esempi di cinema bellico "serio",più ambiguo e meno picaresco rispetto a prodotti come "Quella sporca dozzina".Da antologia la delirante sequenza del ricovero di Steiner,più lunga di 8 minuti nell'edizione uscita in DVD(dove viene espicato il breve rapporto tra il protagonista e l'infermiera).
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andrea b
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domenica 2 gennaio 2011
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la guerra secondo peckinpah
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Il plotone del sergente Steiner viene abbandonato durante la ritirata dell' esercito tedesco per colpa di un comandante prussiano che desidera ad ogni costa la tanto ambita croce di ferro,un' importante riconoscimento militare.Peckinpah si dimostra capace anche di raccontare la guerra in modo non convenzionale vista dal punto di un nemico che sa di essere dalla parte dei "cattivi" in una guerra che non avrà eroi.Il sergente Steiner interpretato ottimamente da Coburn è estremamente convincente e riesce a dare quel tocco di western a questa intelligente pellicola sulla guerra che di guerra ne parla ben poco.Vuole infatti scavare sulla personalità dei vari soldati tedeschi che non sono macchine da guerra come ci hanno sempre mostrato,ma uomini che sanno di dover affrontare una battaglia che non solo non è necessaria ma del tutto ingiusta.
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Il plotone del sergente Steiner viene abbandonato durante la ritirata dell' esercito tedesco per colpa di un comandante prussiano che desidera ad ogni costa la tanto ambita croce di ferro,un' importante riconoscimento militare.Peckinpah si dimostra capace anche di raccontare la guerra in modo non convenzionale vista dal punto di un nemico che sa di essere dalla parte dei "cattivi" in una guerra che non avrà eroi.Il sergente Steiner interpretato ottimamente da Coburn è estremamente convincente e riesce a dare quel tocco di western a questa intelligente pellicola sulla guerra che di guerra ne parla ben poco.Vuole infatti scavare sulla personalità dei vari soldati tedeschi che non sono macchine da guerra come ci hanno sempre mostrato,ma uomini che sanno di dover affrontare una battaglia che non solo non è necessaria ma del tutto ingiusta.Ci viene descritto il lato umano di coloro che alla fine sono solo soldati che sperano di non morire.La colonna sonora è ottima e corona in modo sublime una vicenda difficile.Nel finale c' è il tocco del regista che non poteva non mancare.
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dandy
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venerdì 19 marzo 2010
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non del tutto convincente
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Primo e unico film bellico del regista.La maestria si riconosce nelle scene di morte rallentate e nella delirante sequenza dell'ospedale,nonchè nel pessimismo di fondo.Ma ciò che lascia perplessi è la fascinazione con cui è descritta la guerra,e la vendetta non consumata nel finale non va proprio giù.E non mancano inoltre,sprazzi di grezzura nelle immagini indegne di chi le ha girate.
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matteo rugolotto
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martedì 21 luglio 2009
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oltre la guerra,, tra mito e realtà
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Un ottimo film bellico, caratterizzato da una ricostruzione storica accuratissima (raramente apprezzabile nel genere), una profonda caratterizzazione dei personaggi principali e secondari, nonchè dalla capacità di rendere ragione di realtà spesso volutamente ignorate (siamo negli anni '70). Se è vero che nelle guerre non esiste la parte giusta e sbagliata, in quanto è sempre l' "uomo" a perdere, il film non dimentica comunque di sottolineare un giudizio negativo sulla Germania ("molti di noi tedeschi meritano di morire", dice il comandante nella parte finale del film).
Tuttavia, definirlo solo un film bellico appare alquanto limitativo. Infatti, la ben riuscita impostazione storica, non può certo nascondere la capacità del regista di andare oltre l'evento della ritirata tedesca dal Kuban.
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Un ottimo film bellico, caratterizzato da una ricostruzione storica accuratissima (raramente apprezzabile nel genere), una profonda caratterizzazione dei personaggi principali e secondari, nonchè dalla capacità di rendere ragione di realtà spesso volutamente ignorate (siamo negli anni '70). Se è vero che nelle guerre non esiste la parte giusta e sbagliata, in quanto è sempre l' "uomo" a perdere, il film non dimentica comunque di sottolineare un giudizio negativo sulla Germania ("molti di noi tedeschi meritano di morire", dice il comandante nella parte finale del film).
Tuttavia, definirlo solo un film bellico appare alquanto limitativo. Infatti, la ben riuscita impostazione storica, non può certo nascondere la capacità del regista di andare oltre l'evento della ritirata tedesca dal Kuban. Di fatto, quello che si realizza è un film sulle "guerre dell'uomo", quelle che si combattono ogni giorno: le guerre ideologiche, la sopraffazione tra i sessi (drammatico l'episodio dell'uccisione apparentemente gratuita del giovane soldato tedesco da parte di una soldatessa russa), le guerre di casta, la guerra dell'invidia e dell'egoismo che pone il bene dell'individuo al di sopra di tutto. E che spesso non si combattono solo con le armi.
Ne deriva un affresco dell'animo umano piuttosto scoraggiante, e molto attuale, dove anche i pochi veri eroi che si battono contro ogni tipo di sopraffazione, lo fanno con la consapevolezza dei perdenti; e in ciò sanno assumere ancora una umanità ed una dignità più vere, e al tempo stesso lontane anche da quelle divinità che sempre acconpagnavano gli eroi antichi....
Forse non ha avuto la considerazione che avrebbe meritato.
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anonimo
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mercoledì 22 ottobre 2008
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da vedere assolutamente!
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ottimo film,il buono e il cattivo non si può ricercare nè nei vincitori nè nei vinti.deve far riflettere sul senso di ogni guerra...
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jonny.goo
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mercoledì 27 agosto 2008
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voto 4. ottimo
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se il Morandini supera le 3 stelle merita sempre...
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jonny.goo
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mercoledì 27 agosto 2008
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giusto!! da vedere!
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Ne a favore ne contro, questo è un film che non cade nelle solite semplificazioni della realtà. Non fa di tutti i nazisti di erba un fascio, scusate il gioco di parole. Potrebbe essere quasi offensivo per molte persone, ma Peckinpah lancia una non facile sfida, dando hai sui protagonisti tedeschi ( eccezionale James Coburn) qualità riservate fino ad allora ai militiri d'oltre oceano, come: coraggio, pietà, umiltà, fratellanza, intrapendenza, eroismo. Peckinpah ricorda al pubblico che nella guerra non esiste il buono e il cattivo, ma solo chi muore e chi sopravvive,fisicamente....ed è uno schifo!
Cosigliatissimo
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tabula rasa elettrificata
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martedì 29 luglio 2008
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sorsi d'arte fresca ...
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Avevo bisogno di rivedermi un'opera come questa ; scarna ed essenziale , cruda ma leale .
Non mi ricordavo bene le scene della rottura del fronte dei carri sovietici , come ricorda "anonimo" qualche messaggio in basso , ed è stato un piacere "riscoprirle" .
A mio parere si tratta , assieme a "nulla di nuovo sul fronte occidentale" , della più bella pellicola sulle 2 guerre mondiali .
James Coburn unito ad altri caratteristi poco noti ( almeno a me ) formano un cast tagliato su misura , da un gran sarto .
Ciao a tutti
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lefevre
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martedì 27 maggio 2008
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capolavori sottovalutati
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Che non ci sia ancora la versione in dvd è veramente un crimine!
[+] in germania c'è
(di mitzi)
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