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eugen
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venerdì 7 ottobre 2022
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nella serie"airport"non e'' il peggiore
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In genere nella serie"Airport"il meccanismo e'(quasi sempre,non semproe)lo stesso.: pericolo massimo di caduta catastrofica dell0aereo, disastro causato da fatti esogeni o endogeni , panico dei passeggeri etc. Qu, in questo"Airport 77(dello stesso anno, 1977, regia di Jerry Jameosn, sceneggitura di H.a.L. Craig e Arthur Hailey)i le cause sono palesemente esogene(terroristi, con una complicita'nell'equipaggio), ma a questo si aggiungono altri fattori negativi, anche in sede di recupero del disastro, nonche'iprudenza dei piloti(endono, dunque, questo fattore scatenante) e disastri vari, attinenti al malfunzionamento di quegli arnesi che dovrebbero servire a salvae i passeggeri.
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In genere nella serie"Airport"il meccanismo e'(quasi sempre,non semproe)lo stesso.: pericolo massimo di caduta catastrofica dell0aereo, disastro causato da fatti esogeni o endogeni , panico dei passeggeri etc. Qu, in questo"Airport 77(dello stesso anno, 1977, regia di Jerry Jameosn, sceneggitura di H.a.L. Craig e Arthur Hailey)i le cause sono palesemente esogene(terroristi, con una complicita'nell'equipaggio), ma a questo si aggiungono altri fattori negativi, anche in sede di recupero del disastro, nonche'iprudenza dei piloti(endono, dunque, questo fattore scatenante) e disastri vari, attinenti al malfunzionamento di quegli arnesi che dovrebbero servire a salvae i passeggeri. Anche qui, come negli altri film di disastri aerei(catastrofico.velivolare, potremmo dire o qualcosa di simile)le perdire umane sono poche... altrimenti che cosa avrebbero avuto da dire le compagnie aeree?Forse la serie e'finita, anche se non e'detta l'ultima parola, anche perche'nel cinema, come in letteratura e nelle arti in genere, un repechage magari critico non e'mai da escludere, con qualunque scusa esso si presenti. Complessivamente la regia e'ben calibrata, riuscendo a risollevare una storia che avrebbe potuto indurre confusione, vista appunto la confluenza di troppo fattori ed elementi , di per se'atti al caos indotto nello spettatore... Ma soprattutto la presenza di ottimi attori. Jack Lemmon come comandante, che peraltro non ha mai avuto biosgno di dimostrare di essere un grande attore anche drammatico, dato che lo e'sempre stato. George Kennedy, Chiristopher Lee(ca va sans dire), Lee Grant, Joseph Cotten, James Stewart, Brenda Vaccaro, l'indimetnicabile Oliva de Havilland. anche a ripercorrere un ulteiore"Sunset Boulevard"... El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 25 ottobre 2017
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molto peggio di"airport '75"
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Jerry Jameson riscalda una minestra già riscaldata(è infatti il terzo, questo"AIrport '77", sempre tratto dai polpettoni di Arthur Hailey), inserendo stavolta i banditi(non terroristi, ma proprio banditi, interessati evidentemente solo ai moneys, al riscatto), ma il tutto si dilunga in interminabili sequenze, che qualcuno riterrà spettacolari, ma che in fin dei conti sono ripetiitive(tutti i tentativi di salvare le persone dopo il disastro, meglio la caduta in mare violenta dell'aereo in questione), con tutta l'acqua che entra sommergendo e...). Nulla di che, per quanto riguarda chi scrive: non si sfrutta affatto il luogo(famoso triangolo dlele Bermude, su cui sono nari, invero, tanti film anche noiosissimi e inutili, con spiegazioni inesistenti, affidate a Charles Berlitz e seguaci.
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Jerry Jameson riscalda una minestra già riscaldata(è infatti il terzo, questo"AIrport '77", sempre tratto dai polpettoni di Arthur Hailey), inserendo stavolta i banditi(non terroristi, ma proprio banditi, interessati evidentemente solo ai moneys, al riscatto), ma il tutto si dilunga in interminabili sequenze, che qualcuno riterrà spettacolari, ma che in fin dei conti sono ripetiitive(tutti i tentativi di salvare le persone dopo il disastro, meglio la caduta in mare violenta dell'aereo in questione), con tutta l'acqua che entra sommergendo e...). Nulla di che, per quanto riguarda chi scrive: non si sfrutta affatto il luogo(famoso triangolo dlele Bermude, su cui sono nari, invero, tanti film anche noiosissimi e inutili, con spiegazioni inesistenti, affidate a Charles Berlitz e seguaci...), ripetizione delle sequenze di salvataggio(anche fallito, in qualche caso), con la solita acqua che allaga tutto l'aereo o almeno si avvicina ad allagarlo tutto, altro ancora, ma... C'è anche azione, le sequenze più spettacolari sono comunque realizzate decorosamente(considerando i trucchi cinematografici a disposzione quarant'anni fa, certo...), il "parterre de rois"attorale( James Stewart che qui però sembra Henry Fonda, Brenda Vaccaro, Jack Lemmon, che dimostra ancora una volta la sua bravura anche a livello drammatico, Joseph Cotten, Christopher Lee che però è assolutamente "fuori parte", Olivia de Havilland; Lee Grant, George Kennedy-che era anche nel fim precedente della stessa serie-Airport- di Smight, altri /e ancora, ma...)serve a poco, in quanto gli/le interpreti recitano senza convinzione, quasi fossero impegnati in qualcosa che non li interessa per nulla-quasi"Non per soldi ma per denaro, per dirla con il grande Woody Allen. UN film sostanziale inutile, che non accresce in alcun modo le nostre conoscenze sui(ora per fortuna meno frequenti, ma sempre possibili)disastri aerei, né molto interessnate su altro ancora...Neppure un doppione, bisogna ammerrerlo, dato che la storia è diversa, ma in defintiva di importante e significativo il film non ci dice proprio nulla. Mero spettacolo, neppure di grande rilievo, come si è detto... El Gato
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spalla
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mercoledì 23 settembre 2009
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catastrofico di discreta fattura
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Terzo capitolo della serie di Airport. Ormai l'unico tema dominante nella trama è la catastrofe. Non c'è più quel gradevole intreccio di storie che aveva caratterizzato il primo film ed un po' anche il secondo, e i personaggi, generalmente, sono ormai poco più che stereotipi. Ad eccezione, per fortuna, dell'ottimo pilota Don Gallagher, interpretato da un bravissimo Jack Lemmon (un peccato che il bravo George Kennedy, che si era distinto in entrambi i film precedenti, qui si veda solo in qualche rara occasione). Tuttavia, nel suo genere, questo film sembra essere abbastanza riuscito. La storia infatti, pur non riservando grandi sorprese, è abbastanza emozionante, forse anche un po' più di quella del secondo episodio.
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Terzo capitolo della serie di Airport. Ormai l'unico tema dominante nella trama è la catastrofe. Non c'è più quel gradevole intreccio di storie che aveva caratterizzato il primo film ed un po' anche il secondo, e i personaggi, generalmente, sono ormai poco più che stereotipi. Ad eccezione, per fortuna, dell'ottimo pilota Don Gallagher, interpretato da un bravissimo Jack Lemmon (un peccato che il bravo George Kennedy, che si era distinto in entrambi i film precedenti, qui si veda solo in qualche rara occasione). Tuttavia, nel suo genere, questo film sembra essere abbastanza riuscito. La storia infatti, pur non riservando grandi sorprese, è abbastanza emozionante, forse anche un po' più di quella del secondo episodio. In più, questo film si avvale di effetti speciali davvero notevoli, almeno per l'epoca. Non si direbbe nemmeno un film di oltre trent'anni fa. Si nota anche un passabile tentativo di non cadere troppo nella ripetitività. Infatti, alla catastrofe è stata aggiunta un po' di azione a mano armata, e la vicenda anzichè in aria si svolge stavolta sott'acqua. I fan del genere catastrofico, penso che possano sicuramente ritenersi più che soddisfatti da questo film. Chi cerca un film un po' più raffinato però (come il capostipite della serie, per intenderci), probabilmente resterà deluso. La terza stella infatti è mezza regalata, ma ci sta per i grandi mezzi che saranno stati sicuramente impiegati per la realizzazione di questo film.
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paolo ciarpaglini
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lunedì 21 aprile 2008
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airport '77
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A bordo del 747 del ricco Philippe Stevens (Stewart), viaggia un carico di eccezionale valore. Dipinti dal valore inestimabile. Un pugno di manigoldi, ha congegnato un piano che 'sulla carta', non fa una piega. Ma l'imprevisto è in agguato, e quando ormai sembra fatta, complice la scarsissima visibilità e la bassa quota a cui stanno volando per non essere intercettati dai radar, l'aereo urta una piattaforma con l'ala destra. Le conseguenze sono disastrose. Il Boeing è ormai ingovernabile, e mentre i passeggeri iniziano a risvegliarsi, dopo essere stati narcotizzati con del gas militare immesso nei condotti di areazione, il pilota (uno dei malviventi), non può che tentare l'ammaraggio. L'impatto, la decelerazione sono violentissime.
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A bordo del 747 del ricco Philippe Stevens (Stewart), viaggia un carico di eccezionale valore. Dipinti dal valore inestimabile. Un pugno di manigoldi, ha congegnato un piano che 'sulla carta', non fa una piega. Ma l'imprevisto è in agguato, e quando ormai sembra fatta, complice la scarsissima visibilità e la bassa quota a cui stanno volando per non essere intercettati dai radar, l'aereo urta una piattaforma con l'ala destra. Le conseguenze sono disastrose. Il Boeing è ormai ingovernabile, e mentre i passeggeri iniziano a risvegliarsi, dopo essere stati narcotizzati con del gas militare immesso nei condotti di areazione, il pilota (uno dei malviventi), non può che tentare l'ammaraggio. L'impatto, la decelerazione sono violentissime. Molti muiono o restano feriti, ma fortunosamente se così possiamo dire, l'aereo non si inabissa, ma si adagia su di una secca a circa 60-70 metri di profondità. Il 'falso' pilota, è l'unico a sopravvivere fra i malviventi, rischia il linciaggio, ma è anche l'unico a sapere dove si trovano. Il 'piano', li ha infatti portati fuori rotta di diverse centinaia di miglia. Le speranze qundi, di essere ritrovati prima che l'ossigeno esaurisca, o la pressione dell'acqua schiaccino l'aereo, sono praticamente nulle. A bordo, devono escogitare qualcosa per mandar fuori dall'aereo, un segnalatore s.o.s. Il capitano Don Gallagher (Lemmon), si offre, anche se l'impresa appare disperata. Ad aiutarlo nel tentativo, Martin Wallace (Lee), esperto sommozzatore che nonostnte gli scongiuri della consorte si offre volontario. Ormai l'infiltrazione d'acqua sta divenendo copiosa, non c'è più tempo. Sono gli attimi più drammatici del film. I due armati di un giubbetto salvagente, e di un piccolo respiratore con un'autonomia di pochi minuti, si lasciano alle spalle la prima paratia stagna. Davanti a loro la porta che li separa dall'esterno. Ghallagher, cerca di aprire la porta automatica facendo contattare i fili scoperti, ma il meccanismo sembra non rispondere. Imprudentemente Wallace, si avvicina alla paratia, che proprio in quel momento praticamente esplode, aprendosi. L'impatto lo uccide sul colpo, e nonostante i ripetuti tentativi di ossigenarlo, Gallagher, è costretto ad abbandonarlo. La visione che si offre ai passeggeri vicino agli oblò, è il corpo del povero Wallace che risale lentamente, chiaramente senza vita verso la superfice. La moglie ha un'attacco, nonostante il rapporto fra i due non fosse dei migliori. Ma Gallagher ce la fa, e giunto in superfice in pochi minuti i soccorsi giungono. Il problema adesso, è come portare fuori i passeggeri. Si decide un tentativo rischioso, ma anche l'unico che offre qualche probabilità. I sommozzatori della marina, passano sotto l'aereo, in punti strategici dove la fusoliera è più robusta, delle possenti manichette, ai cui estremi vengono fissati dei grandi palloni gonfiabili. L'idea, è quella di dare aria lentamente ai palloni, per cercare di riportare in superfice il 747. Inizia l'operazione, i cavi si tendono e gemeno per l'enorme peso, ma l'aereo inizia a sollevarsi, prima di muso, poi completamente. Nonostante il cedimento di qualche cavo, l'impresa riesce, ed i passeggeri vengono salvati uno ad uno. Naturalmente il capitano è l'ultimo a lasciare l'ala dell'aereo, senonchè la donna con cui ha una relazione, viene risucchiata all'interno. L'aereo sta per inabissarsi di nuovo. Lemmon si getta in suo aiuto, e tramite un'uscita secondaria si salvano. Il migliore del filone 'Airport'.
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