henry
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sabato 1 settembre 2007
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il film più abile di fulci
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A tutt'oggi, "Non si sevizia un paperino" rimane senza dubbio il lavoro più abile di Fulci. Un film che, attraverso un ritmo indiavolato, mescola sapientemente e in modo del tutto innovativo giallo, noir, horror e poliziesco in una cornice che più spaventosamente realistica non si può. Un film con un esordio sfortunato (Fulci ebbe problemi persino con il titolo del film) e con conseguenze ancora peggiori (fu censurato e attaccato duramente dai cattolici), ma che col passare del tempo è diventato un cult-movie stimato e ricercato (finalmente circola liberamente in dvd senza tagli o rimaneggiamenti). Fulci dimostra di avere mestiere nel creare la suspense e nell'esibire senza problemi la violenza: incredibilmente reale e sadica l'esecuzione della Bolkan sotto le note di "Quei giorni insieme a te" di Ornella Vanoni.
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A tutt'oggi, "Non si sevizia un paperino" rimane senza dubbio il lavoro più abile di Fulci. Un film che, attraverso un ritmo indiavolato, mescola sapientemente e in modo del tutto innovativo giallo, noir, horror e poliziesco in una cornice che più spaventosamente realistica non si può. Un film con un esordio sfortunato (Fulci ebbe problemi persino con il titolo del film) e con conseguenze ancora peggiori (fu censurato e attaccato duramente dai cattolici), ma che col passare del tempo è diventato un cult-movie stimato e ricercato (finalmente circola liberamente in dvd senza tagli o rimaneggiamenti). Fulci dimostra di avere mestiere nel creare la suspense e nell'esibire senza problemi la violenza: incredibilmente reale e sadica l'esecuzione della Bolkan sotto le note di "Quei giorni insieme a te" di Ornella Vanoni. Bellissima infine la ricostruzione di un ambiente in cui dominano solo ignoranza e superstizione: il paesino del sud è il teatro ideale per una messinscena veritiera e un'atmosfera morbosa e malsana. Bravi gli interpreti. Da non perdere.
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fla
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lunedì 7 maggio 2007
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come seviziare un ottimo film
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Questo film di Lucio Fulci è una pietra miliare del cinema italiano. Ma poichè questa pellicola mostra molte scene "crude" viene praticamente sempre ignorato da tutti i critici più in vista che nel nominare i capolavori del cinema italiano si dimenticano puntualmente i generi diversi dalla commedia, dal drammatico e gli altri che fanno girare più quattrini. Non si sevizia un paperino è un film estremamente interessante, fatto con buon mestiere e coerente con periodo storico dell'Italia. Ma come sempre in Italia il peggior scempio a questa produzione come d'altra parte a moltissime di questo genere è stata la censura. Solo a distanza di trent'anni si è potuto riproporre la pellicola per come era stata girata.
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Questo film di Lucio Fulci è una pietra miliare del cinema italiano. Ma poichè questa pellicola mostra molte scene "crude" viene praticamente sempre ignorato da tutti i critici più in vista che nel nominare i capolavori del cinema italiano si dimenticano puntualmente i generi diversi dalla commedia, dal drammatico e gli altri che fanno girare più quattrini. Non si sevizia un paperino è un film estremamente interessante, fatto con buon mestiere e coerente con periodo storico dell'Italia. Ma come sempre in Italia il peggior scempio a questa produzione come d'altra parte a moltissime di questo genere è stata la censura. Solo a distanza di trent'anni si è potuto riproporre la pellicola per come era stata girata. Questa è una violenza ben peggiore di quella rappresentata dal film che nonostante le critiche rimane punto di riferimento per il film di genere mondiale.
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giorgio berlusconi
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mercoledì 19 luglio 2006
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uno dei migliori prodotti italiani
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Un film per anni ingiustamente svalutato e poco considerato, all’uscita addirittura duramente contestato dai soliti cattolici fanatici, per le tendenze velatamente pedofile e omosessuali del colpevole. Il vespaio di polemiche suscitato portò ad inevitabili tagli censori, soprattutto in tre sequenze: quella in cui Barbara Bouchet, completamente nuda, cerca di provocare un bambino; la scena del massacro della Bolkan ad opera di alcuni paesani inferociti (tra cui compare lo stesso Fulci) ed, infine, proprio nelle sequenze finali in cui si assiste alla cruenta morte dell'assassino. Per la “morbosa” - così fu definita - scena della Bouchet nuda di fronte al bambino Fulci si servì di una controfigura: un nano che prese parte a tutte le sequenze in cui l’attrice compariva senza veli.
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Un film per anni ingiustamente svalutato e poco considerato, all’uscita addirittura duramente contestato dai soliti cattolici fanatici, per le tendenze velatamente pedofile e omosessuali del colpevole. Il vespaio di polemiche suscitato portò ad inevitabili tagli censori, soprattutto in tre sequenze: quella in cui Barbara Bouchet, completamente nuda, cerca di provocare un bambino; la scena del massacro della Bolkan ad opera di alcuni paesani inferociti (tra cui compare lo stesso Fulci) ed, infine, proprio nelle sequenze finali in cui si assiste alla cruenta morte dell'assassino. Per la “morbosa” - così fu definita - scena della Bouchet nuda di fronte al bambino Fulci si servì di una controfigura: un nano che prese parte a tutte le sequenze in cui l’attrice compariva senza veli. La controfigura veniva ripresa solo di spalle quindi si staccava sul primo piano del volto del bimbo. Per questa sequenza Fulci fu addirittura incriminato e dovette spiegare dinnanzi al giudice di aver usato questi “espedienti” per evitare che il fanciullo prendesse parte alle scene di nudo. “Non si Sevizia un Paperino” descrive una realtà tipica dell’Italia del Sud, cioè una comunità in cui vigono ancora tradizioni arcaiche come la superstizione e la iettatura e nella quale si respira un’aria mista di sacro e profano. Quello che più affascina è l’inusuale messinscena di immagini di un romanticismo nero e disperato. A tal proposito basti ricordare la sequenza dell’uccisione della Bolkan, massacrata mentre in sottosfondo passa “Quei giorni insieme a te” cantata da Ornella Vanoni. Nel cast da segnalare, oltre alla presenza delle già citate Florinda Bolkan e Barbara Bouchet, quella di un giovanissimo ed irriconoscibile Thomas Milian.
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kowalsky
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sabato 3 giugno 2006
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romanticismo nero alla fulci.
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Un film diretto magistralmente dove il regista si diverte a depistare lo spettatore come i carabinieri nel film, che si ritrovano a fare i conti con la paura. La stessa paura trova fondamento nel sacro e profano, in quelle arcaiche credenze radicate nella cultura degli abitanti di un paesino del Sud. A suo modo tutti i protagonisti ne sono vittime, oltre ai ragazzini assassinati. La megera, ritratta con romanticismo cupo, che dovrebbe essere la fautrice del massacro in realtà è la vittima principale. Fulci,pur basandosi sui pochi elementi che un paesino può dare, riesce a ritrarre un mondo dove non c'è via di scampo o di "redenzione", dove non ci sono certezze. Una realtà tangibile che soffoca (il personaggio della Bouchet che vive esiliata e non riesce a legare con la popolazione).
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Un film diretto magistralmente dove il regista si diverte a depistare lo spettatore come i carabinieri nel film, che si ritrovano a fare i conti con la paura. La stessa paura trova fondamento nel sacro e profano, in quelle arcaiche credenze radicate nella cultura degli abitanti di un paesino del Sud. A suo modo tutti i protagonisti ne sono vittime, oltre ai ragazzini assassinati. La megera, ritratta con romanticismo cupo, che dovrebbe essere la fautrice del massacro in realtà è la vittima principale. Fulci,pur basandosi sui pochi elementi che un paesino può dare, riesce a ritrarre un mondo dove non c'è via di scampo o di "redenzione", dove non ci sono certezze. Una realtà tangibile che soffoca (il personaggio della Bouchet che vive esiliata e non riesce a legare con la popolazione). Infine il film risulta godibillisimo e senza cadute di tono, la suspence è sempre viva fino al finale.
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giovanni modica
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giovedì 15 settembre 2005
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un capolavoro
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Continuamente sospeso tra sacro e profano, questo provocatorio e dissacrante film ha un impatto emotivo fortissimo sullo spettatore. Parla dei contrasti di un'Italia da troppo poco tempo entrata nel benessere industriale, ma con sacche nascoste di superstizione e di barbarie. E' presente anche il contrasto di civiltà nord-sud inquadrabile nel personaggio della Bouchet, indicata come simbolo di peccato da gente di un paesino del sud che hanno ben poco di umano. Azzeccato il binomio sole accecante-violenza, con un risultato finale dirompente e realistico. Nulla è edulcorato e quel che viene fuori è un'opera d'arte su un momento di transizione della nostra storia in cui civiltà opposte, arcaicità (anche mentale) e sviluppo, convivevano ignorandosi.
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Continuamente sospeso tra sacro e profano, questo provocatorio e dissacrante film ha un impatto emotivo fortissimo sullo spettatore. Parla dei contrasti di un'Italia da troppo poco tempo entrata nel benessere industriale, ma con sacche nascoste di superstizione e di barbarie. E' presente anche il contrasto di civiltà nord-sud inquadrabile nel personaggio della Bouchet, indicata come simbolo di peccato da gente di un paesino del sud che hanno ben poco di umano. Azzeccato il binomio sole accecante-violenza, con un risultato finale dirompente e realistico. Nulla è edulcorato e quel che viene fuori è un'opera d'arte su un momento di transizione della nostra storia in cui civiltà opposte, arcaicità (anche mentale) e sviluppo, convivevano ignorandosi. Narrato con un raffinatissimo congegno giallo-poliziesco,il film è rimasto nei decenni insuperato e insuperabile.
Giovanni Modica
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(di kowalsky)
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salvatore
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mercoledì 10 novembre 2004
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un classico
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Uno dei migliori film di Fulci, uno dei più significativi, una delle chicche che ogni appassionato dovrebbe vedere... interpretato da un ottimo cast (tra cui un thomas milian - "er monnezza" davvero superlativo!)
La storia (l'inizio): in un piccolo paese meriodionale (sembrerebbe siciliano... ?) un assassino spietato uccide tre bambini; la gente, giustamente preoccupata ma ipocrita al contempo, cerca di trovare senza troppo attendere un capro espiatorio contro cui scagliarsi: lo "scemo del villaggio" sembra il candidato più idoneo a "fare l'assassino" e viene immediatamente catturato. Ma la verità ha radici più profonde, legate alla "maciara" (fattucchiera) del paese, e ad una giovane bella donna e.
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Uno dei migliori film di Fulci, uno dei più significativi, una delle chicche che ogni appassionato dovrebbe vedere... interpretato da un ottimo cast (tra cui un thomas milian - "er monnezza" davvero superlativo!)
La storia (l'inizio): in un piccolo paese meriodionale (sembrerebbe siciliano... ?) un assassino spietato uccide tre bambini; la gente, giustamente preoccupata ma ipocrita al contempo, cerca di trovare senza troppo attendere un capro espiatorio contro cui scagliarsi: lo "scemo del villaggio" sembra il candidato più idoneo a "fare l'assassino" e viene immediatamente catturato. Ma la verità ha radici più profonde, legate alla "maciara" (fattucchiera) del paese, e ad una giovane bella donna e... dovrete davvero aspettare gli ultimi 5 minuti di film per sapere di chi si tratta - davvero incredibile.
fulci mostra un pessimismo senza speranza, e forse ha voluto mostrare che i veri mostri sono quelli che crea la nostra grettezza e la nostra superficialità.
Peccato che non sia molto facilmente reperibile a meno di andare in videoteche molto fornite di vecchi titoli o di andare su internet e pagarlo a peso d'oro...
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josh
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mercoledì 4 agosto 2004
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uno dei classici di lucio
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Ecco 1 dei miei film preferiti di 1 dei miei registi preferiti...cosa dire di qst film se non che è uno dei più belli gialli all'italiana che abbia mai visto...attori al massimo la bolkan perfetta nella parte della megera (splendida la scena della sua uccisione!!)magnifici miliam (come sempre del resto!)e la bouchet!!le musiche azzeccate e la storia splendida che gira attorno all'omicidio di alcuni bambini e un fulci in grandissima forma lo rendono 1 vero e proprio gioiello!!!
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alex
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mercoledì 2 gennaio 2002
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un bel giallo all'italiana
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A me è piaciuto molto, buona tensione ed un finale a sorpresissima!!!
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