weach
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domenica 3 ottobre 2010
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nel lager di una struttura ecclesiastica
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Un film complesso dove la regia utilizza in maniera pervadente un intreccio allegorico e simbolico da decifrare; due piani di comunicazione ,uno apparente ,uno implicito.
Nello sviluppo di tutto si inserisce anche la vita vissuta di Bellocchio che ha avuto una esperienza
in collegio presso i Salesiani che ha inciso profondamente sui suoi convincimenti di sicura laicità.
Nel contesto di un giudizio profondamente negativo verso la struttura ecclesiastica si inseriscono altri temi quali il conflitto palese fra classi sociali e quello fra ideologie politiche.
Il cinema paradossale , in certi momenti ha delle similitudini con paradosso felliniano ; del resto l’influsso “del grande maestro” non poteva non toccare anche il nostro Bellocchio.
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Un film complesso dove la regia utilizza in maniera pervadente un intreccio allegorico e simbolico da decifrare; due piani di comunicazione ,uno apparente ,uno implicito.
Nello sviluppo di tutto si inserisce anche la vita vissuta di Bellocchio che ha avuto una esperienza
in collegio presso i Salesiani che ha inciso profondamente sui suoi convincimenti di sicura laicità.
Nel contesto di un giudizio profondamente negativo verso la struttura ecclesiastica si inseriscono altri temi quali il conflitto palese fra classi sociali e quello fra ideologie politiche.
Il cinema paradossale , in certi momenti ha delle similitudini con paradosso felliniano ; del resto l’influsso “del grande maestro” non poteva non toccare anche il nostro Bellocchio.
Un collegio lager dove si intersecano follie insieme a sogni di redenzione contro una realtà di un mondo religioso che appare solo come struttura di potere coercitiva e vuota di valori mistici ed ideali.
Il film ha una sua estetica trasognata ed una eccellente scenografia ; nel conteso brilla la recitazione Di Renato Scarpa nei panni del vice rettore Corazza e quella di Yvers Beneyton nei panni di Angelo Transeunti rampollo inquieto di un imprenditore.
Convincente , ancora attuale .
Weach illuminati
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anonimo
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venerdì 23 maggio 2008
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lou castel è salvatore per bellocchio
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Il meridionale Salvatore (Lou Castel) fa il bidello in un collegio gestito dai preti del vice rettore Corazza (Renato Scarpa), futuro fuorilegge. Sia Salvatore che i suoi compagni servi subiscono il paternalismo dei preti e l'odio dei convittori (tra i quali spicca il nazista Angelo Transeunti, che diventerà il padrone di un'azienda, e il riflessivo Franco, che diventerà un intellettuale di sinistra), finchè Salvatore non organizzerà uno sciopero, e poi una rivolta dei proletari: il tutto risulterà inefficace (soprattutto a causa della mancanza di appoggio da parte dei giovani convittori), ma Salvatore diventerà sindacalista CGIL. L'opera terza di Bellocchio vanta un protagonista (totale) d'eccezione (il Salvatore di Castel) che mette in ombra gli altri personaggi, tutti secondari.
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