turkish
|
domenica 31 agosto 2014
|
film confusionario e melenso
|
|
|
|
é emblematico come l'autore del romanzo (Giorgio Bassani) abbia tolto la firma alla sceneggiatura di questo film,il quale non riesce mai a coinvolgere lo spettatore:sia dal punto di vista dell'aspetto storiografico; (il periodo fascista) è trattato in maniera sbrigativa e con troppi tagli,sia da quello della trama sentimentale che coinvolge i due protagonisti (dominique Sanda e Lino Capolicchio),sviluppata in maniera melensa e soporifera.
|
|
[+] lascia un commento a turkish »
[ - ] lascia un commento a turkish »
|
|
d'accordo? |
|
giorgio76
|
lunedì 24 marzo 2014
|
il giardino della memoria*
|
|
|
|
*Seguito, aggiornato, della mia recensione scritta nel 2008 ("Un doppione della Bohème").
C’è un parco immenso. Pare che la Storia resti fuori da questo parco, gli umani, la contemporaneità. Un piccolo microcosmo, dove misteriosamente età moderna ed età rinascimentale convivono, come dissimulati, eppure veri, in una arcana ed ineffabile armonia. Non siamo a Gardaland (dove tutto è finto e cartapesta); ma non siamo nemmeno in uno dei fastosi, ma consueti giardini patrizi, come ne puoi trovare, splendidi e rigogliosi, in una Villa “palladiana” come Villa Contarini o La Malcontenta.
[+]
*Seguito, aggiornato, della mia recensione scritta nel 2008 ("Un doppione della Bohème").
C’è un parco immenso. Pare che la Storia resti fuori da questo parco, gli umani, la contemporaneità. Un piccolo microcosmo, dove misteriosamente età moderna ed età rinascimentale convivono, come dissimulati, eppure veri, in una arcana ed ineffabile armonia. Non siamo a Gardaland (dove tutto è finto e cartapesta); ma non siamo nemmeno in uno dei fastosi, ma consueti giardini patrizi, come ne puoi trovare, splendidi e rigogliosi, in una Villa “palladiana” come Villa Contarini o La Malcontenta. Perché il parco, o meglio, il giardino non è invenzione di un architetto qualunque, ma di un architetto della scrittura. Prodigio della scrittura, trovarsi a Ferrara, nella più celebre e celebrata Via Ercole I d’Este, negli “anni tragici” delle “leggi razziali” 1938-39, a giocare a tennis, e trovarsi dentro ad un “fermo-immagine” della storia, fermi al tempo delle glorie estensi: la Ex-Delizia del Barchetto del Duca, gli alberi piantati ancora dai Duchi e l’antico Canale Panfilio, col quale potevi prendere la barca e giungere dal Centro, dal Castello di San Michele, fino in Po (come gli Estensi, e fino all’inizio del XX Secolo).
Una sospensione della Storia. Un mondo prezioso e ad tempo fragile come il vetro di Murano, spazzato via un giorno da un convoglio di tedeschi e fascisti, con inesorabile violenza. Con “il giardino”, viene spazzato il luogo della silenziosa “protesta” della aristocratica famiglia Finzi-Contini di Ferrara. Una strana protesta, invero, contro il fascismo prima, le leggi razziali, il nazifascismo, poi: quasi il fascismo, le “leggi razziali” fossero sì cose terribili, ma in fondo principalmente … una sguaiataggine della storia. Una delle tante sguaiataggini da parvenus, come gli aristocratici ne vedono tante, e che i nobili combattono con la sufficiente superiorità del loro stile, della loro “classe”. I Finzi-Contini pagheranno il fio di questa loro Hùbris (Superbia tragica) di fronteggiare il fascismo prima e il nazismo poi, come fossero solo … una “caduta di stile”. La pagheranno cara, con la deportazione.
E’ un film modesto, tra i più modesti che Vittorio De Sica abbia realizzato, nonostante l’ottimo viatico del romanzo di Giorgio Bassani, nonostante i premi e i riconoscimenti (Orso d’Oro di Berlino nel 1971, Premio Oscar nel 1972). Ma de Il Giardino dei Finzi-Contini (1970), libera riduzione, troppo libera, del romanzo dell’Autore ferrarese, resta la grande sequenza finale della deportazione (unica scena da antologia, in un film, che colleziona, agli occhi dello spettatore di oggi, melensaggini, punte di goffaggine recitativa e approssimazioni storiche).
Resta il grand’angolo di Dominique Sanda-Micol, in lacrime, che, sulle note della straziante musica di Manuel De Sica, vede scivolare via il giardino, il “suo” giardino, inquadrato dallo spicchio del vetro anteriore dell’auto di uno degli aguzzini. E resta la tragica dignità di questa famiglia colta, aristocratica, di gran classe, costretta ad ammassarsi in una scuola, in una massa anonima di deportandi, e che all’ultimo viene separata: oscura beffa del destino, che divide la famiglia nel momento più tragico, senza nemmeno il conforto della reciproca compagnia, senza nemmeno poter piangere assieme. Non grandi parole, non grandi pianti, ma solo discreto, eppure straziante, gioco di sguardi, affidato ad uno stile recitativo, sommesso, discreto, quasi muto.
[-]
[+] un film decadente e confuso
(di samanta)
[ - ] un film decadente e confuso
|
|
[+] lascia un commento a giorgio76 »
[ - ] lascia un commento a giorgio76 »
|
|
d'accordo? |
|
ralphscott
|
martedì 6 marzo 2012
|
tematiche forti,film freddo
|
|
|
|
L'attrattiva principale è forse quella di veder una Sanda in fiore. Per il resto il melodramma non coinvolge,sia come tragedia storica sia come vicenda sentimentale e privata. Non si capisce la psicologia della bella Micòl,croce e delizia di un Capolicchio lontano dai demoni di "Metti una sera a cena". Anche le inquadrature non mi convincono:in certi casi sembrano frettolose,poco ispirate. Testi colle orecchie ben in vista,alla Gable
[+] le orecchie di testi
(di mencio)
[ - ] le orecchie di testi
|
|
[+] lascia un commento a ralphscott »
[ - ] lascia un commento a ralphscott »
|
|
d'accordo? |
|
francesca
|
venerdì 11 luglio 2008
|
un peccato davvero
|
|
|
|
Un peccato davvero che De Sica non sia riuscito a sfruttare l'enorme potenzialità del libro di Bassani. A parte la scarsa aderenza al testo (però gli va dato il merito di aver introdotto scene tratte dagli altri romanzi del grande scrittore ferrarese, prova che il regista conosceva l'intera opera), il film si sofferma poco sull'intimità dei personaggi per dare più ampio respiro alle vicende storiche. Bisogna tuttavia ricordare che il libro non è un documento storico ma un ritratto della vita di un gruppo di giovani in un particolare periodo.
Gli attori fanno del loro meglio per interpretare il ruolo, ma si capisce che sono guidati da un regista che vuole dare un'altra impronta alla pellicola, più che quella intimistica.
[+]
Un peccato davvero che De Sica non sia riuscito a sfruttare l'enorme potenzialità del libro di Bassani. A parte la scarsa aderenza al testo (però gli va dato il merito di aver introdotto scene tratte dagli altri romanzi del grande scrittore ferrarese, prova che il regista conosceva l'intera opera), il film si sofferma poco sull'intimità dei personaggi per dare più ampio respiro alle vicende storiche. Bisogna tuttavia ricordare che il libro non è un documento storico ma un ritratto della vita di un gruppo di giovani in un particolare periodo.
Gli attori fanno del loro meglio per interpretare il ruolo, ma si capisce che sono guidati da un regista che vuole dare un'altra impronta alla pellicola, più che quella intimistica.
Insomma, non è il miglior De Sica che conosciamo e l'Oscar è stato assegnato solo in merito al tema delle leggi razziali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesca »
[ - ] lascia un commento a francesca »
|
|
d'accordo? |
|
giorgio
|
lunedì 7 luglio 2008
|
un doppione de "la bohème"
|
|
|
|
De Sica tenta di recuperare lo spirito del romanzo di Bassani nel costruire un apologo, ossia una storia che parla di sentimenti, ma che mira a parlare d'altro, ossia del destino dell'uomo nella storia: lo si capisce da vari intermezzi in cui tenta di inserire la politica: ad esempio, il dialogo tra Giorgio-Padre sulle leggi razziali, la testimonianza del sopravvissuto nel 'lager', la rappresentazione del 'popolino' nel treno verso Parigi.
Ma si tratta di inserzioni didascaliche, illustrative che non restituiscono alla fine la complessa, delicata (e talora tortuosa, un pò auto-referenziale) dialettica di Bassani, la quale, pertanto, riesce brutalmente banalizzata. Alla fine, il film restituisce la parabola eterna della giovinezza, bella e fragile.
[+]
De Sica tenta di recuperare lo spirito del romanzo di Bassani nel costruire un apologo, ossia una storia che parla di sentimenti, ma che mira a parlare d'altro, ossia del destino dell'uomo nella storia: lo si capisce da vari intermezzi in cui tenta di inserire la politica: ad esempio, il dialogo tra Giorgio-Padre sulle leggi razziali, la testimonianza del sopravvissuto nel 'lager', la rappresentazione del 'popolino' nel treno verso Parigi.
Ma si tratta di inserzioni didascaliche, illustrative che non restituiscono alla fine la complessa, delicata (e talora tortuosa, un pò auto-referenziale) dialettica di Bassani, la quale, pertanto, riesce brutalmente banalizzata. Alla fine, il film restituisce la parabola eterna della giovinezza, bella e fragile.
Ma così operando si situa a livello di "bohème".
Forse, però, è questo livello elementare che ha garantito al film il successo anche internazionale che ha conseguito.
Resta, comunque, l'impressione di un lavoro ibrido, in bilico tra impegno e cassetta; troppo in bilico tra la ricerca di un discorso culturale e la ricerca del facile applauso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giorgio »
[ - ] lascia un commento a giorgio »
|
|
d'accordo? |
|
ci capisco qlcs94
|
sabato 12 aprile 2008
|
ke merda
|
|
|
|
[+] tè razun!
(di vinci94)
[ - ] tè razun!
|
|
[+] lascia un commento a ci capisco qlcs94 »
[ - ] lascia un commento a ci capisco qlcs94 »
|
|
d'accordo? |
|
sibylle
|
martedì 27 giugno 2006
|
troppo bello
|
|
|
|
il giardino dei finzi-contini è il mio film preferito, l'ho visto circa 20 volte ed ho solo 18 anni.
gli attiri son tutti molto bravi, specialmente Helmut Berger (Alberto) e Dominique Sanda (Micol).
|
|
[+] lascia un commento a sibylle »
[ - ] lascia un commento a sibylle »
|
|
d'accordo? |
|
cineman
|
domenica 12 dicembre 2004
|
semplice e bello
|
|
|
|
forse la miglior trasposizione da libro a film dei romanzi di Bassani. Bravo De Sica e tutti gli attori dove spicca il non sempre valutato Capolicchio
|
|
[+] lascia un commento a cineman »
[ - ] lascia un commento a cineman »
|
|
d'accordo? |
|
|