Marnie |
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Un film di Alfred Hitchcock.
Con Sean Connery, Diane Baker, Tippi Hedren, Alan Napier, Martin Gabel.
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Titolo originale Marnie.
Giallo,
durata 129 min.
- USA 1964.
MYMONETRO
Marnie
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'ultimo capolavoro di Hitchcockdi ShiningEyesFeedback: 16074 | altri commenti e recensioni di ShiningEyes |
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martedì 7 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non pago del successo di critica e pubblico avuto da una lunga sequenza di capolavori, Alfred Hitchcock azzarda a voler fare un thriller psicologico con “Marnie”, che non fa altro che ampliare il tema introspettivo già accennato nei suoi film precedenti prendendo, stavolta, in pieno petto la materia psichiatrica. Vedendo il film possiamo accorgerci che i cambiamenti sono lievi: ci sono sempre le immancabili scene di suspence fatte a regola d’arte, ci sono sempre i personaggi passionali e travolgenti, ma c’è l’aggiunta, la trattazione dei disturbi comportamentali e delle psicosi riscontrabili nella protagonista Marnie; e sono temi abbastanza scomodi per l’anno di uscita del film (frigidità, violenza carnale, pedofilia). La storia è tratta dal romanzo di Winston Graham, che racconta di Marnie, una bellissima donna con gravi disturbi psicologici che campa rubando casseforti di aziende dove si fa assumere sotto falso nome. L’incontro con il facoltoso Mark Rutland, il cui è molto innamorato di lei, le farà prendere coscienza dei suoi problemi psichici, i quali peggioreranno con il forzato matrimonio con esso, che dal canto suo fa tutto per aiutarla. Lo spessore emotivo di questo film, oltre essere dato dalla solita precisa regia di Hitchcock – che sa come mettere tensione nei momenti più drammatici – è dato dalla forza interpretativa di Tippi Hedren, la quale riesce a migliorare in maniera esponenziale le sue capacità recitative, già comunque dimostrate nel precedente film “Gli Uccelli”; la Hedren riesce a rendere reale la pazzia di Marnie tramite un bel gioco di espressività drammatiche che solo le grandi attrici riescono a fare. Non scordiamoci comunque che è spalleggiata da un validissimo Sean Connery, che riesce a dimostrare il suo valore al di fuori del personaggio 007, ricalcando ottimamente il ruolo del volto maschile ironico e giocoso che sa cambiare prospettiva di fronte ai drammi come i feticci di Hitchcock, Stewart – Grant. Per la delicatezza e paura degli argomenti trattati, “Marnie” è stato abbastanza maltrattato, ma i posteri hanno riconosciuto la grandezza e meticolosità di questo film, giudicandolo oggi come l’ultimo capolavoro di Hitchcock, merito soprattutto della lucidità in cui sono affrontati i disturbi mentali.
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