nicolò
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martedì 1 maggio 2007
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la coppia hitchcock/hedren al suo ultimo film
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Tratto dal romanzo di Winston Graham, "Marnie" è forse uno dei film più maltrattati dalla critica di Hitchcock. All'uscita fece non poco scalpore, questa bella storia imperniata su una ladra cleptomane frigida e bugiarda (Tippi Hedren) che è costretta a sposare un ricco imprenditore (Sean Connery) che, dopo aver scoperto il suo trauma che nei confronti del sesso, decide di improvvisarsi psicanalista - e questa è la parte meno credibile del film - per salvarla. Tutto viene alla luce, la sua paura per il colore rosso, i lampi, una notte in casa della madre, in cui Marnie, in uno stato di orrende reminescenze, ricorda cosa le accadde da bambina. Scioccante, ma al tempo stesso bellissima questa storia d'amore che parla anche di psicanalisi, come "Io ti salverò", un altro capolavoro che Hitchcock aveva firmato negli anni '40.
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Tratto dal romanzo di Winston Graham, "Marnie" è forse uno dei film più maltrattati dalla critica di Hitchcock. All'uscita fece non poco scalpore, questa bella storia imperniata su una ladra cleptomane frigida e bugiarda (Tippi Hedren) che è costretta a sposare un ricco imprenditore (Sean Connery) che, dopo aver scoperto il suo trauma che nei confronti del sesso, decide di improvvisarsi psicanalista - e questa è la parte meno credibile del film - per salvarla. Tutto viene alla luce, la sua paura per il colore rosso, i lampi, una notte in casa della madre, in cui Marnie, in uno stato di orrende reminescenze, ricorda cosa le accadde da bambina. Scioccante, ma al tempo stesso bellissima questa storia d'amore che parla anche di psicanalisi, come "Io ti salverò", un altro capolavoro che Hitchcock aveva firmato negli anni '40. Sceneggiato da Jay Presson Allen, il film procede a colpi di suspense e lascia lo spettatore incerto fino alla fine.
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ralphscott
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martedì 25 gennaio 2011
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grandi emozioni
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Ho appena avuto la fortuna di veder la copia restaurata e proiettata in una sala perfetta per l'evento,il "Corallo" di Genova. Un film che strega,consegnando agli spettatori una coppia di protagonisti da brivido. La povera Marnie é seduzione pura,ed il rapporto col suo salvatore,giocato quasi solo su sguardi e parole,un amore caparbio,anche se univoco. Quattro o cinque stelle,ma cinema per sognare. Nelle mani di un regista diverso,la storia sarebbe stata facilmente poco plausibile,ma ad Hitch si crede volentieri
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shiningeyes
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martedì 7 gennaio 2014
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l'ultimo capolavoro di hitchcock
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Non pago del successo di critica e pubblico avuto da una lunga sequenza di capolavori, Alfred Hitchcock azzarda a voler fare un thriller psicologico con “Marnie”, che non fa altro che ampliare il tema introspettivo già accennato nei suoi film precedenti prendendo, stavolta, in pieno petto la materia psichiatrica. Vedendo il film possiamo accorgerci che i cambiamenti sono lievi: ci sono sempre le immancabili scene di suspence fatte a regola d’arte, ci sono sempre i personaggi passionali e travolgenti, ma c’è l’aggiunta, la trattazione dei disturbi comportamentali e delle psicosi riscontrabili nella protagonista Marnie; e sono temi abbastanza scomodi per l’anno di uscita del film (frigidità, violenza carnale, pedofilia).
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Non pago del successo di critica e pubblico avuto da una lunga sequenza di capolavori, Alfred Hitchcock azzarda a voler fare un thriller psicologico con “Marnie”, che non fa altro che ampliare il tema introspettivo già accennato nei suoi film precedenti prendendo, stavolta, in pieno petto la materia psichiatrica. Vedendo il film possiamo accorgerci che i cambiamenti sono lievi: ci sono sempre le immancabili scene di suspence fatte a regola d’arte, ci sono sempre i personaggi passionali e travolgenti, ma c’è l’aggiunta, la trattazione dei disturbi comportamentali e delle psicosi riscontrabili nella protagonista Marnie; e sono temi abbastanza scomodi per l’anno di uscita del film (frigidità, violenza carnale, pedofilia). La storia è tratta dal romanzo di Winston Graham, che racconta di Marnie, una bellissima donna con gravi disturbi psicologici che campa rubando casseforti di aziende dove si fa assumere sotto falso nome. L’incontro con il facoltoso Mark Rutland, il cui è molto innamorato di lei, le farà prendere coscienza dei suoi problemi psichici, i quali peggioreranno con il forzato matrimonio con esso, che dal canto suo fa tutto per aiutarla. Lo spessore emotivo di questo film, oltre essere dato dalla solita precisa regia di Hitchcock – che sa come mettere tensione nei momenti più drammatici – è dato dalla forza interpretativa di Tippi Hedren, la quale riesce a migliorare in maniera esponenziale le sue capacità recitative, già comunque dimostrate nel precedente film “Gli Uccelli”; la Hedren riesce a rendere reale la pazzia di Marnie tramite un bel gioco di espressività drammatiche che solo le grandi attrici riescono a fare. Non scordiamoci comunque che è spalleggiata da un validissimo Sean Connery, che riesce a dimostrare il suo valore al di fuori del personaggio 007, ricalcando ottimamente il ruolo del volto maschile ironico e giocoso che sa cambiare prospettiva di fronte ai drammi come i feticci di Hitchcock, Stewart – Grant. Per la delicatezza e paura degli argomenti trattati, “Marnie” è stato abbastanza maltrattato, ma i posteri hanno riconosciuto la grandezza e meticolosità di questo film, giudicandolo oggi come l’ultimo capolavoro di Hitchcock, merito soprattutto della lucidità in cui sono affrontati i disturbi mentali.
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samanta
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domenica 3 maggio 2020
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la verità nascosta
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Hitchcock è stato uno dei più grandi registi della storia del cinema, ho visto molti suoi film, il giudizio (salvo un caso o due) non è mai stato inferiore a 4 stelle, molti dei suoi film sono da considerarsi capolavori assoluti.
La protagonista del film è Tippi Hedren fino a 32 anni non aveva mai recitato ma faceva la modella e Hitch la pensò adatta per il film Gli uccelli il fatto che non sapesse recitare fu un handicap e il regista di persona doveva insegnarle, scena per scena, come muoversi o parlare, il tipo le piaceva perchè come disse in seguito era distinta e nascondeva la sua sensualità "come Grace Kelly, Claudette Colbert, Irene Dunne .
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Hitchcock è stato uno dei più grandi registi della storia del cinema, ho visto molti suoi film, il giudizio (salvo un caso o due) non è mai stato inferiore a 4 stelle, molti dei suoi film sono da considerarsi capolavori assoluti.
La protagonista del film è Tippi Hedren fino a 32 anni non aveva mai recitato ma faceva la modella e Hitch la pensò adatta per il film Gli uccelli il fatto che non sapesse recitare fu un handicap e il regista di persona doveva insegnarle, scena per scena, come muoversi o parlare, il tipo le piaceva perchè come disse in seguito era distinta e nascondeva la sua sensualità "come Grace Kelly, Claudette Colbert, Irene Dunne ..." (io aggiungo come Vera Miles e Ingrid Bergman. L'attrice 54 anni dopo ha raccontato un mucchio di fandonie su presunte molestie da parte del regista, è stata smentita non solo dalla truccatrice de Gli Uccelli e di Marnie Virginia Dray, ma anche da attrici come Kim Novak (La donna che visse 2 volte) che pure non andava d'accordo con Hitch (contestava battute e vestiti) o Thelma Ritter (La finestra sul cortile). Anche Grace Kelly che era l'idolo di Hitch (dopo il suo rifiuto per ragioni di Stato a interpretare Marnie fu scelta di nuovo la Hedren) raccontò che durante le riprese de Il delitto perfetto al regista scappò una parolaccia, si rivolse all'attrice e chiese scusa e questa spiritosamente gli rispose "Stia tranquillo, a scuola a 13 anni ho sentito di peggio".
In questo film Hitch come spesso gli accadeva cambia del tutto, la trama racconta il dramma psicologico di Marnie (Tippi Hedren) una donna distinta che non ha superato i traumi dell'infanzia e diventa cleptomane terrorizzata dai temporali e dai colori bianco e rosso abbinati. Si cerca impieghi in diverse città e dopo avere preso confidenza con l'ufficio scappa dopo aver svaligiato la cassaforte. La salverà l'amore del padrone dell'ultima ditta in cui progetta ed attua il colpo: Mark (Sean Connery) vedovo da poco che la sposa e malgrado sia frigida la guarirà portandola a confronto con la madre da lei amata ma respinta e finalmente ricorderà che la madre faceva la prostituta e quando un cliente aveva cercato avance con lei bambina aveva aiutato la madre ad ucciderlo, poi tutto l'evento era stato cancellato dalla memoria.
Il film è ben congegnato: la scena in cui Marnie ruba nella cassaforte della ditta di Mark è da manuale, una scena assoluta di suspence: una doppia inquadratura della stanza in cui Marnie trafuga i soldi, e nell'altra il corridoio parallelo alla stanza in cui avanza lentamente la donna delle pulizie. Altra scena ottima (ripresa da Notorious) è il party a casa di Mark con Marnie che scende lo scalone lentamente e si trova faccia a faccia con un imprenditore che aveva derubato e che la cognata di Mark (Diane Baker attrice USA che lavorò per molti anni: Diario di Anna Frank, Viaggio al centro della terra, Intrigo a Stoccolma)) gelosa e che sapeva la verità origliando lo aveva invitato a sua insaputa. Anche la scena finale con il confronto con la madre (Louise Latham) è altamente drammatica e diretta con grande maestria.
La carenza sta un pò nella recitazione non tanto dei comprimari tutti bravi, ma anche di Sean Connery che sembra quasi non convinto della parte e di Tippi Hedren che evidentemente ripeteva automaticamente i movimenti che le imponeva il regista. Però l'dea originale, l'ambientazione, la cura dei colori, i dialoghi, i momenti di suspence meritano 5 stelle.
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elgatoloco
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venerdì 13 novembre 2015
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thank you, uncle alfred
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Quello di"uncle Alfred"è cinema tout court, "assoluto", slegato cioè da pistoie modaiole, da condizionamenti di vario tipo.Anche se"Marnie"allo stesso autore non è parso il suo capolavoro, è tuttavia eccezionale: ogni sequenza, ogni inquadratura va studiata, va esaminata con attenzione, sempre in relazione a tutta l'opera, dove il climax(crescendo)della suspense culmina nella rivelazione finale, che contribuisce a"guarire"(penso a"l'anima che guarisce", ossia al romanzo-saggio di Stephan Zweig su Freud e ne muto l'espressione, da non freudiano, preciso). A differenza degli altri film "psicoanalitici"di Freud, ossia"Spellbound"("Io ti salverò"), dell'immediato Secondo Dopoguerra e "Psycho"(1960)qui non ci sono psichiatri e psicoanalisti o"manicomi"(per quanto l'enigma totale del finale di"Psycho"sia geniale proprio nel lasciare in sospeso il"destino personologico"di Norman Bates.
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Quello di"uncle Alfred"è cinema tout court, "assoluto", slegato cioè da pistoie modaiole, da condizionamenti di vario tipo.Anche se"Marnie"allo stesso autore non è parso il suo capolavoro, è tuttavia eccezionale: ogni sequenza, ogni inquadratura va studiata, va esaminata con attenzione, sempre in relazione a tutta l'opera, dove il climax(crescendo)della suspense culmina nella rivelazione finale, che contribuisce a"guarire"(penso a"l'anima che guarisce", ossia al romanzo-saggio di Stephan Zweig su Freud e ne muto l'espressione, da non freudiano, preciso). A differenza degli altri film "psicoanalitici"di Freud, ossia"Spellbound"("Io ti salverò"), dell'immediato Secondo Dopoguerra e "Psycho"(1960)qui non ci sono psichiatri e psicoanalisti o"manicomi"(per quanto l'enigma totale del finale di"Psycho"sia geniale proprio nel lasciare in sospeso il"destino personologico"di Norman Bates...), ma invece solo un processo di autoscientizzazione o meglio di autoanalisi(à la Karen Horney, per intenderci)svolta però in modo"traumatico"con l'intervento risolutore del marito(Connery)che smaschera il"rebus"coinvolgendo la madre. Non occorre qui affatto stabilire se le indicazioni "terapeutiche"del film siano concretamente applicabili, appropriate nella pratica clinica, anzi "Hitch" ha sempre guardato con molta sufficienza gli"amici della verosimiglianza"(in Lé cinema selon Hitchcock", intervista a cura di François Truffaut, più volte edita anche in lingua italiana). La"ladra professionista"dai tanti nomi e cognomi Marnie è anche una"cleptomane", volendo, ma tali tassonomie psichiatriche hanno un valore ben limitato e meramente ipotetico, come noto. Tippi Hedren eccelsa, come Sean Connery, che in questo film come in altri dimostra(un anno prima, nel 1963, era già stato James Bond in"Licenza di uccidere")di essere ben altra cosa rispetto al cliché, pur non disprezzabile, dell'agente segreto dell'Intelligence Service creato da Ian Fleming... Da notare anche l'esordio o quasi di Melanie Griffith... El Gato
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daniele fanin
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martedì 26 maggio 2020
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l'inizio della fine
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Ci sono, nelle vite e nell’arte, dei momenti che rappresentano una rottura, un profondo cambiamento ed una rivoluzione copernicana dopo i quali nulla sara’ piu’ come prima; Marnie, il film di Hitchcock uscito nel 1964 dopo due capolavori assoluti come Psyco e Gli Uccelli, segna l’inizio della fine del percorso di crescita artistica di uno dei registi piu’ importanti ed amati del XX secolo.
La storia del cinema e’ piena di film che, sebbene avversati dalla critica o ignorati dal grande pubblico, sono nondimeno belli ed interessanti ma sfortunatamente Marnie non si puo’ annoverare fra questi; le critiche negative e l’insuccesso al botteghino appaiono, anche dopo molti anni, come il naturale ed inevitabile risultato di un film che neppure l’immenso credito artistico del regista puo’ salvare da una pesante insufficienza.
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Ci sono, nelle vite e nell’arte, dei momenti che rappresentano una rottura, un profondo cambiamento ed una rivoluzione copernicana dopo i quali nulla sara’ piu’ come prima; Marnie, il film di Hitchcock uscito nel 1964 dopo due capolavori assoluti come Psyco e Gli Uccelli, segna l’inizio della fine del percorso di crescita artistica di uno dei registi piu’ importanti ed amati del XX secolo.
La storia del cinema e’ piena di film che, sebbene avversati dalla critica o ignorati dal grande pubblico, sono nondimeno belli ed interessanti ma sfortunatamente Marnie non si puo’ annoverare fra questi; le critiche negative e l’insuccesso al botteghino appaiono, anche dopo molti anni, come il naturale ed inevitabile risultato di un film che neppure l’immenso credito artistico del regista puo’ salvare da una pesante insufficienza. Certo, mantenere il livello artistico raggiunto con i due film precedenti era forse impossibile, ma una caduta cosi’ plateale era altrettanto difficile da immaginare!
L’idea di fondo poteva anche essere interessante: un giallo in cui non c’e’ un colpevole, dove la progressiva rivelazione delle cause delle patologie della protagonista sono l’unica incognita, neppure troppo difficile da immaginare fra l’altro, avrebbe lasciato campo libero ad una sottile analisi introspettiva e psicologica, elaborando in profondita’ l’interesse del protagonista maschile per l’etologia ed approfondendo il suo ruolo ambivalente di terapeuta, teso drammaticamente a liberare Marnie dalle sue fobie, e di malato, ossessionato dalla ladra seriale e bugiarda compulsiva, che trasferisce sullo schermo la provata ossessione di Hitchcock per Tippi Hedren quale inadeguata sostituta di Grace Kelly. Invece, nulla di tutto questo si trova in Marnie: la recitazione di Tippi Hedren, gia’ mediocre nell’esordio de Gli Uccelli, diventa qui piatta inespressivita’, la rigidita’ di Sean Connery una remota e sbiadita immagine del migliore Cary Grant, le scenografie abbozzate e i dialoghi da Bignami di psicologia impediscono allo spettatore, anche al piu’ distratto o ben disposto, di immedesimarsi con i personaggi o la storia.
In molti hanno provato a rivalutare Marnie nel corso degli anni con letture benevole che giustificavano artisticamente i fondali abbozzati o amplificavano a dismisura l’importanza delle scelte cromatiche situazionali del film; esercizi infruttuosi per lo piu’, che si comprendono per il valore dell’opera pregressa del maestro inglese, ma che non convincono appieno e che non riescono a controbilanciare l’amara consapevolezza che il genio di Hitchcock ha iniziato con Marnie un irreversibile declino, che i successivi quattro ultimi film non interromperanno ma che nulla toglie al ruolo fondamentale del regista inglese nella storia del cinema.
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elgatoloco
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lunedì 31 agosto 2020
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sir alfred ever great
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"Marnie"(ALfred Hitchock, sceneggiatura di Jay Presson Allen, dal romanzo di Winston Graham, 1964)non sarà, forse, il miglior film di Hitchcock, il chef-d'-oeuvre, ma è la riproposizione geniale(tra l'altro operando un vero e proprio"rasoio di Ockham"rispetto al romanzo di Grahan, a tratti prolisso)di alcuni temi cari a Hitch, il cui rapporto con la psicanalisi è sempre stato fecondo da un lato, controverso dall'altro: A)la fobia rispetto al sesso(qui frigidità)e a un aspetto del cosiddetto"reale"(qui il colore rosso); B) l'induzione di tali fobie dall'infanzia o meglio da esperienze traumatiche consumatesi durante l'infanzia-.
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"Marnie"(ALfred Hitchock, sceneggiatura di Jay Presson Allen, dal romanzo di Winston Graham, 1964)non sarà, forse, il miglior film di Hitchcock, il chef-d'-oeuvre, ma è la riproposizione geniale(tra l'altro operando un vero e proprio"rasoio di Ockham"rispetto al romanzo di Grahan, a tratti prolisso)di alcuni temi cari a Hitch, il cui rapporto con la psicanalisi è sempre stato fecondo da un lato, controverso dall'altro: A)la fobia rispetto al sesso(qui frigidità)e a un aspetto del cosiddetto"reale"(qui il colore rosso); B) l'induzione di tali fobie dall'infanzia o meglio da esperienze traumatiche consumatesi durante l'infanzia-.qui lo stile di vita e di lavoro della madre che "danna"la figlia, per reazione. Le sequenze dei temporali e relative all'irruzione del colore rosso(vera e propria"irruzione", non c'è modo migliore per definire la cosa)sono asoslutamente fomidabili e il contrasto in scena tra due interpreti quali Tippi Hedren e Sean Connery, the damned Scottish Man, fin troppo bondiano(l'attore chiese di leggere a priori la sceneggiatura, creando un piccolo"giallo"con sir Alfred, che gli rispose che neppure Cary Grant si permetteva tanto)e dunque preoccupato di non essere ancora un"My name is Bond, James Bond"riesce in pieno, ma anche un giovane Bruce Dern, nella parte del"violentatore"della madre e di Louise Latharn, nel ruolo appunto della madre sono interpreti assolutamente adeguati, confermando il fatto che se sir Alfred, che sugli attori non esprime giudizi lusinghieri, anzi(cfr.Le cinéma selon Hitchock, di Truffaut, la grande intervista.libro), li sceglieva però con assoluta"intelligenza"del rapporto interprete -.ruolo e dell'interazione tra interpreti-personaggi tra loro diversi e/o anche simili--- El Gato
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eugen
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sabato 22 luglio 2023
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non il miglior hitchcok, ma...
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Forse troppo freudiano-psicanalitico,(anche se non risulta che sir Alfred Hitcjcock leggresse Freud giorno e notte), "Marnie"parla della fobia e precisamente della fobia del colore rosso legata (natturalmente, viene da aggiungere),al grave traumat infantile da lei subita, al rapporto parimenti traimatico con la madre, alla"paura di essere toccataa dagli uomni". IN primis, l'uso del colore rosso(in un'eoica, la prima meta'dei Sxties, in cui si realizzavano ancora film in binao e nero, tra l'altro), partcicolamente effiicace, se consideriamo la tecnologia disponibile all'epoca, e'da rivlevare postivamente, in secundis comunque tutto il resto , a iniziare dal tema della ladra (forse in parte cleptomane, come ammette lei stessa), che si immpssessa di oggetti(denati, nella fatispecie), per compensare il vuoto d'amore che ha subito, la rappresentazione(non denuncia, dato che Hitchcock non denuncia mai.
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Forse troppo freudiano-psicanalitico,(anche se non risulta che sir Alfred Hitcjcock leggresse Freud giorno e notte), "Marnie"parla della fobia e precisamente della fobia del colore rosso legata (natturalmente, viene da aggiungere),al grave traumat infantile da lei subita, al rapporto parimenti traimatico con la madre, alla"paura di essere toccataa dagli uomni". IN primis, l'uso del colore rosso(in un'eoica, la prima meta'dei Sxties, in cui si realizzavano ancora film in binao e nero, tra l'altro), partcicolamente effiicace, se consideriamo la tecnologia disponibile all'epoca, e'da rivlevare postivamente, in secundis comunque tutto il resto , a iniziare dal tema della ladra (forse in parte cleptomane, come ammette lei stessa), che si immpssessa di oggetti(denati, nella fatispecie), per compensare il vuoto d'amore che ha subito, la rappresentazione(non denuncia, dato che Hitchcock non denuncia mai...Idella situazione che colpisce in particolare persone e famiglie socialmente disagiate, spingendole alla prostituzione(la madre, appunto, quando la protagonista era una bambina)o al furto compulsivo, quando non esistono(e negli States dove tutto e'"libero", secondo gli apologeti, la persona non ha alcun aiuto dalle struttura pubbliche), "rptezioni"pubbliche di nessun genere. ANcora: ottima sceneggiatura di Jay Preston Hallen dal romanzo di Winston Graham, regia sempre capace di mostrare il"doppio"Iformidabili le sequenze in cui la protagonista sottrare qualcosa dal luogo dove lavora, quando contemporanamente la domestica pulisce il locale e lei.la protagonista-fugge con le scarpe in mano, di cui una poi cade abbastanza rumorsamente). Se volgiamo il tema del furto non e'nuovissimo in Hitchcock, dato che in"To Catch a Tief" la ladra emula di un altro noto"burlador "ha motivazioni toralmente diverse da quelle che troviamo in"Marnie"), ma l'assemblaggio di elementi e'totalmente altro da quello che troviamo, appunto, qui. Devo dire che rivedendo Marnie credo per la quinta, anzi no, sesta volta, avendo studiato Hitchcock per l'esame di storia del cinema, con relativa tesina e non solo, non mi stanco di scorpire sequenze che in altre occasioni non avevo considerato come particolmente degne di nota, e rilevo che, rispetto a"Psycho", a"The birds"ma anche a tanti altri film di sir Alfred, si possono muovere dei rilievi, considerando pero'sempre che anche il livello di"Marnie"e'di molto superiore a quello di tanti altri registi coevi, quindi e'ora di riscoprire il fim contro detrattori vecchi e nuovi. Eugen
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