Diretto a quattro mani dal duo Bergonzelli-Cerchio ma accreditato nei titoli e sui manifesti soltanto a Fernando Cerchio il film porta sullo schermo l'omonimo romanzo che, insieme con "Il diluvio" e "Il signor Wolodyjowski", compone la famosa trilogia di romanzi con i quali lo scrittore Henryk Sienkiewicz, autore di "Quo vadis?" e Premio Nobel per la Letteratura, rievoca l'intera storia polacca del XVII secolo. Alle prese con le vicende della rivolta dei cosacchi sollevati da Bogdan Chmielecki e della guerra condotta contro di loro dal re Giovanni Casimiro i due registi italiani se la cavano discretamente grazie a un corposo lavoro di sceneggiatura cui partecipa anche Ugo Liberatore.
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Diretto a quattro mani dal duo Bergonzelli-Cerchio ma accreditato nei titoli e sui manifesti soltanto a Fernando Cerchio il film porta sullo schermo l'omonimo romanzo che, insieme con "Il diluvio" e "Il signor Wolodyjowski", compone la famosa trilogia di romanzi con i quali lo scrittore Henryk Sienkiewicz, autore di "Quo vadis?" e Premio Nobel per la Letteratura, rievoca l'intera storia polacca del XVII secolo. Alle prese con le vicende della rivolta dei cosacchi sollevati da Bogdan Chmielecki e della guerra condotta contro di loro dal re Giovanni Casimiro i due registi italiani se la cavano discretamente grazie a un corposo lavoro di sceneggiatura cui partecipa anche Ugo Liberatore. Visto oggi il film denuncia un po' la mancanza di ritmo nelle fasi di costruzione della storia anche se le grandi scene di battaglia, in particolare quella finale, sono ancora all'altezza delle aspettative. Tra le curiosità vanno ascritte le presenze nel cast di una Milena Vukotic alle prime armi, di un Gordon Mitchell un po' impacciato a vestire la divisa di ufficiale e non i succinti gonnellini da "forzuto" dei peplum e di quel Pierre Brice destinato a diventare popolarissimo in Germania nella parte del capo apache Winnetou.
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