cinemax
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domenica 15 dicembre 2024
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poesia pura
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"Il posto delle fragole" è un capolavoro assoluto; forse uno dei film più belli di sempre. Victor Sjostrom offre un'interpretazione di una solidità e di una bravura straordinarie. Qui, come anche in "Umberto D", i protagonisti sono anziani, ma mentre la solitudine del secondo è problematizzata dalla povertà che lo farà riflettere sulla possibilità di un eventuale suicidio, la vecchiaia del primo, contraddistinta sì da un senso di solitudine, è incentrata sui ricordi del passato. Attraverso sogni-incubo, rivive con un senso di angoscia il suo passato che gli fa prendere atto dell'egoismo e dell' aridità della sua vita precedente.
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"Il posto delle fragole" è un capolavoro assoluto; forse uno dei film più belli di sempre. Victor Sjostrom offre un'interpretazione di una solidità e di una bravura straordinarie. Qui, come anche in "Umberto D", i protagonisti sono anziani, ma mentre la solitudine del secondo è problematizzata dalla povertà che lo farà riflettere sulla possibilità di un eventuale suicidio, la vecchiaia del primo, contraddistinta sì da un senso di solitudine, è incentrata sui ricordi del passato. Attraverso sogni-incubo, rivive con un senso di angoscia il suo passato che gli fa prendere atto dell'egoismo e dell' aridità della sua vita precedente. Questa catarsi purificatrice si verificherà quando si sta recando com la nuora a Stoccolma per ricevere un premio per la sua attività lavorativa. Avrà così modo, anche attraverso il sogno della sua morte, di riflettere sul senso della vita, proprio adesso che gliene rimane poca, e di riconciliarsi con se stesso e con gli altri. È poesia pura. Ogni scena del film è così significativa da rimanere impressa nell'immaginario collettivo in modo indelebile.
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john doe
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giovedì 4 marzo 2021
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il posto della vita
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“Il Posto delle Fragole” è un film del 1957 diretto dal “Maestro” Ingmar Bergman. Il film si apre con il protagonista che sta scrivendo una lettera nella quale riflette sulla propria vita. La vicenda tratta la storia del rinomato medico Isak Borg, il quale viaggia da Stoccolma a Lund per ritirare un premio (il giubileo, ovvero i cinquant’anni di carriera) in compagnia della nuora Marianne (la moglie del figlio Evald) incinta del nipote. I due lungo la strada incontreranno una serie di autostoppisti ed il viaggio si trasformerà in un periodo durante il quale riflettere sull’esistenza e sul senso delle proprie vite. Il film è incentrato sulla figura del vecchio medico, il quale sente vicina a lui la morte e questo lo induce a riflettere sul proprio passato, sull’amore inespresso verso Sara e su una vita che sarebbe potuta essere migliore.
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“Il Posto delle Fragole” è un film del 1957 diretto dal “Maestro” Ingmar Bergman. Il film si apre con il protagonista che sta scrivendo una lettera nella quale riflette sulla propria vita. La vicenda tratta la storia del rinomato medico Isak Borg, il quale viaggia da Stoccolma a Lund per ritirare un premio (il giubileo, ovvero i cinquant’anni di carriera) in compagnia della nuora Marianne (la moglie del figlio Evald) incinta del nipote. I due lungo la strada incontreranno una serie di autostoppisti ed il viaggio si trasformerà in un periodo durante il quale riflettere sull’esistenza e sul senso delle proprie vite. Il film è incentrato sulla figura del vecchio medico, il quale sente vicina a lui la morte e questo lo induce a riflettere sul proprio passato, sull’amore inespresso verso Sara e su una vita che sarebbe potuta essere migliore. Il regista svedese riesce a mettere in scena una pellicola toccante dove il giovane incontra il vecchio e dove la morte e la vita si animano reciprocamente. Un film che si muove tra mondo reale e mondo surreale, ricorrente il tema del sogno e della visione, che assume significati simbolici. Emblematico il sogno iniziale con la visone di un uomo senza volto, senza identità e della bara che presagisce l’imminente morte di Isak. Alle scene del presente, con le riflessioni sulla vita e sulla religione dei giovani in viaggio per l’Italia e con il matrimonio in crisi dei due adulti, si mescolano le scene del passato del protagonista, filtrate da un alone quasi mistico ed onirico. I flashback non sono unicamente esplicativi, ma evocativi e ci guidano nella comprensione di un personaggio segnato dal proprio passato e dalle proprie scelte. Non a caso il protagonista vive anche in prima persona (il Borg del presente) i sogni e le visoni che intercorrono durante la pellicola. Una vita dedicata al lavoro ed alla carriera professionale per la quale trascurò gli affetti. Anche il sogno in auto prima dell’epilogo è emblematico per comprendere il personaggio ed è in questo che vediamo un esame orale nel quale si trova impreparato e per il quale gli viene dato dell’incompetente. E’ possibile un cambiamento radicale nell’animo di un uomo che abbia dedicato una vita all’insegna di se stesso? Secondo Bergman non è mai troppo tardi per cambiare ed il vecchio Isak dimostrerà durante il film un’inaspettata sensibilità e manifesterà proprio nella vecchiaia l’esigenza di cambiare in ricordo del “posto delle fragole”, ovvero del luogo dell’amore e della gioventù. La giovinezza perduta appartiene ormai al passato e rappresenta per il protagonista motivo di rammarico e rimpianto. Solo con la vecchiaia ci sarà una sorta di cambiamento e la necessita di reindirizzare le vite dei suoi cari verso una felicità nuova ed una vita migliore. Uno dei grandi pregi dell’opera è la sceneggiatura e la scrittura dei dialoghi tra i personaggi che ci guidano in questa imprescindibile riflessione contemporanea. Il film ha un ritmo perfetto e riesce a coinvolgerci sapientemente in un road movie che si tramuta in una riflessione sulla vita e sulla morte. Ritorna dunque il tema della morte e della necessità di fare i conti con se stessi e con il proprio passato come ne “Il Settimo Sigillo”. Un film che riesce con luci calibrate tra scuri e bianchi soffusi a trasportarci in una realtà tra sogno ed illusione ed a farci riflettere sulle reali priorità della vita. Il finale diventa dunque catartico in quanto coincide con una sorta di cambiamento nell’animo del protagonista e con il momento in cui, una volta tornato a casa, si riappacifica con se stesso e con il proprio passato.
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john doe
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giovedì 4 marzo 2021
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bergman tra presente e passato
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“Il Posto delle Fragole” è un film del 1957 diretto dal “Maestro” Ingmar Bergman. Il film si apre con il protagonista che sta scrivendo una lettera nella quale riflette sulla propria vita. La vicenda tratta la storia del rinomato medico Isak Borg, il quale viaggia da Stoccolma a Lund per ritirare un premio (il giubileo, ovvero i cinquant’anni di carriera) in compagnia della nuora Marianne (la moglie del figlio Evald) incinta del nipote. I due lungo la strada incontreranno una serie di autostoppisti ed il viaggio si trasformerà in un periodo durante il quale riflettere sull’esistenza e sul senso delle proprie vite. Il film è incentrato sulla figura del vecchio medico, il quale sente vicina a lui la morte e questo lo induce a riflettere sul proprio passato, sull’amore inespresso verso Sara e su una vita che sarebbe potuta essere migliore.
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“Il Posto delle Fragole” è un film del 1957 diretto dal “Maestro” Ingmar Bergman. Il film si apre con il protagonista che sta scrivendo una lettera nella quale riflette sulla propria vita. La vicenda tratta la storia del rinomato medico Isak Borg, il quale viaggia da Stoccolma a Lund per ritirare un premio (il giubileo, ovvero i cinquant’anni di carriera) in compagnia della nuora Marianne (la moglie del figlio Evald) incinta del nipote. I due lungo la strada incontreranno una serie di autostoppisti ed il viaggio si trasformerà in un periodo durante il quale riflettere sull’esistenza e sul senso delle proprie vite. Il film è incentrato sulla figura del vecchio medico, il quale sente vicina a lui la morte e questo lo induce a riflettere sul proprio passato, sull’amore inespresso verso Sara e su una vita che sarebbe potuta essere migliore. Il regista svedese riesce a mettere in scena una pellicola toccante dove il giovane incontra il vecchio e dove la morte e la vita si animano reciprocamente. Un film che si muove tra mondo reale e mondo surreale, ricorrente il tema del sogno e della visione, che assume significati simbolici. Emblematico il sogno iniziale con la visone di un uomo senza volto, senza identità e della bara che presagisce l’imminente morte di Isak. Alle scene del presente, con le riflessioni sulla vita e sulla religione dei giovani in viaggio per l’Italia e con il matrimonio in crisi dei due adulti, si mescolano le scene del passato del protagonista, filtrate da un alone quasi mistico ed onirico. I flashback non sono unicamente esplicativi, ma evocativi e ci guidano nella comprensione di un personaggio segnato dal proprio passato e dalle proprie scelte. Non a caso il protagonista vive anche in prima persona (il Borg del presente) i sogni e le visoni che intercorrono durante la pellicola. Una vita dedicata al lavoro ed alla carriera professionale per la quale trascurò gli affetti. Anche il sogno in auto prima dell’epilogo è emblematico per comprendere il personaggio ed è in questo che vediamo un esame orale nel quale si trova impreparato e per il quale gli viene dato dell’incompetente. E’ possibile un cambiamento radicale nell’animo di un uomo che abbia dedicato una vita all’insegna di se stesso? Secondo Bergman non è mai troppo tardi per cambiare ed il vecchio Isak dimostrerà durante il film un’inaspettata sensibilità e manifesterà proprio nella vecchiaia l’esigenza di cambiare in ricordo del “posto delle fragole”, ovvero del luogo dell’amore e della gioventù. La giovinezza perduta appartiene ormai al passato e rappresenta per il protagonista motivo di rammarico e rimpianto. Solo con la vecchiaia ci sarà una sorta di cambiamento e la necessita di reindirizzare le vite dei suoi cari verso una felicità nuova ed una vita migliore. Uno dei grandi pregi dell’opera è la sceneggiatura e la scrittura dei dialoghi tra i personaggi che ci guidano in questa imprescindibile riflessione contemporanea. Il film ha un ritmo perfetto e riesce a coinvolgerci sapientemente in un road movie che si tramuta in una riflessione sulla vita e sulla morte. Ritorna dunque il tema della morte e della necessità di fare i conti con se stessi e con il proprio passato come ne “Il Settimo Sigillo”. Un film che riesce con luci calibrate tra scuri e bianchi soffusi a trasportarci in una realtà tra sogno ed illusione ed a farci riflettere sulle reali priorità della vita. Il finale diventa dunque catartico in quanto coincide con una sorta di cambiamento nell’animo del protagonista e con il momento in cui, una volta tornato a casa, si riappacifica con se stesso e con il proprio passato.
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carloalberto
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martedì 8 dicembre 2020
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la trama sottile
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Il carro funebre. L’orologio fermo. La strada bianca. La bara aperta. Il volto. La morte. La governante. I giovani amici. La nuora. Il figlio. I ricordi. Un amore. La madre. Un viaggio in auto. Gli onori alla carriera. La solitudine. La vecchiaia. Il volto. Ancora il volto. Il primo piano. Un sogno. L’incubo.
La trama sottile di irrealtà di cui è intessuto il nostro vivere quotidiano.
Ultronea ogni definizione.
Non classificabile.
Non traducibile, come ogni opera d’arte, in nessun altro linguaggio, men che mai prosastico.
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fabio
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mercoledì 6 marzo 2019
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un viaggio nella memoria alla fine della vita
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Un viaggio di un anziano medico per ricevere una onoreficenza diventa lo spunto per sognare, ricordare e riflettere sulla propria vita.
Il film è una dura condanna dell'egoismo e l'indifferenza che alberga nel cuore degli uomini ma vuole anche intravvedere la speranza nella gioventù.
Ci sono i dubbi spirituali sul dopo vita, che già erano ben più centrali nel settimo sigillo. Attraverso il sogno vengono evocati luoghi e persone che hanno avuto importanza ma con le quali non è più possibile comunicare. L'angoscia del vivere è palpabile ma si alterna a momenti di vera serenità e gioia, ritrovare il posto delle fragole, la propria infanzia.
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onufrio
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giovedì 13 ottobre 2016
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viaggio fra i vivi ricordi del passato
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Burbero (ma non troppo) luminare svedese, l'anziano professore Isak Borg deve recarsi a Stoccolma per ritirare un prestigioso riconiscimento a sancire la sua intera vita dedicata alla professione. Di notte strani incubi lo tormentano, decide di partire in auto verso Stoccolma, con lei verrà la nuora Marianne col quale il rapporto sin qui è sempre stato freddo e distaccato per via del carattere del Professore. Il viaggio diventa una sorta di analisi per il vecchio uomo che ormai giunto agli sgoccioli della propria vita prova a farne un resoconto partendo da dove tutto ebbe inizio, in un luogo dove da bambino trascorreva delle splendide vacanze insieme alla numerosa famiglia in quello che lui chiamava "Il Poste delle Fragole".
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Burbero (ma non troppo) luminare svedese, l'anziano professore Isak Borg deve recarsi a Stoccolma per ritirare un prestigioso riconiscimento a sancire la sua intera vita dedicata alla professione. Di notte strani incubi lo tormentano, decide di partire in auto verso Stoccolma, con lei verrà la nuora Marianne col quale il rapporto sin qui è sempre stato freddo e distaccato per via del carattere del Professore. Il viaggio diventa una sorta di analisi per il vecchio uomo che ormai giunto agli sgoccioli della propria vita prova a farne un resoconto partendo da dove tutto ebbe inizio, in un luogo dove da bambino trascorreva delle splendide vacanze insieme alla numerosa famiglia in quello che lui chiamava "Il Poste delle Fragole". L'attore protagonista, Victor Sjostrom, si erge nel suo splendore accompagnato da due importanti presenze femminili come Ingrid Thulin e Bibi Andersson.
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aristoteles
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sabato 19 settembre 2015
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il viaggio di una vita.
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Adoro Bergman,riesce ad esprimere concetti profondissimi con una grande semplicita'.
Un viaggio in macchina e si racconta una vita intera.
Ricordi intramontabili di gioventù, l'amore e gli affetti più cari.
Malinconia e dolcezza si mescolano nei sogni di un uomo anziano ,affiorano vecchi rimorsi ma anche la speranza di riparare e ricominciare attraverso consigli paterni.
Un film positivo che induce lo spettatore a guardarsi dentro,a consigliargli di condurre una vita non egoistica.
Perché effettivamente,alla fine del viaggio,l'unica cosa che conta sono gli affetti e nulla più.
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salvatoregal91
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giovedì 28 maggio 2015
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il capolavoro di bergman
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Il cinema è per me un bisogno , come mangiare , bere o dormire ed è completamente integrato in ogni cellula del mio corpo . Con questo frase , Ingmar Bergman , spiega la sua personalità e la passione senza limiti verso il cinema , che deve molto a lui per aver realizzato uno dei film più belli della storia . Nell'arco di una giornata l'anziano professore Borg, andando a ritirare il riconoscimento per il suo impegno nel campo scientifico, dopo cinquant'anni di attività, all'università di Lund a Stoccolma , farà i conti con la propria esistenza tra presente e passato , sogno e realtà , in compagnia della nuora e di altri personaggi stravaganti .
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Il cinema è per me un bisogno , come mangiare , bere o dormire ed è completamente integrato in ogni cellula del mio corpo . Con questo frase , Ingmar Bergman , spiega la sua personalità e la passione senza limiti verso il cinema , che deve molto a lui per aver realizzato uno dei film più belli della storia . Nell'arco di una giornata l'anziano professore Borg, andando a ritirare il riconoscimento per il suo impegno nel campo scientifico, dopo cinquant'anni di attività, all'università di Lund a Stoccolma , farà i conti con la propria esistenza tra presente e passato , sogno e realtà , in compagnia della nuora e di altri personaggi stravaganti . Varie sono le tematiche trattate tra cui il rapporto genitore e figlio, il fallimento in rapporto alle reali fondamenta della vita , il cambiamento condizionato dal tempo , analizzato con un'estetica straordinaria all'inizio del film con degli orologi senza lancette, durante un suo sogno . L'esistenza di Dio ricercata nelle domande dei giovani in viaggio , in cui si rivede il professore nei ricordi nostalgici , sottolineando l'importanza fondamentale degli affetti ,linfa primaria per arrivare alla felicità . Un film-bilancio , alquanto doloroso per le scelte che ci contraddistinguono nel cammino , lungo o breve , in questa vita impevedibile . Ci troviamo davanti ad un film senza tempo , degno di ogni riconoscimento , perchè mai nessuno come il regista svedese è riuscito a trattare i temi esistenziali con tale semplicità e delicatezza . Un capolavoro, inarrivabile, del secolo scorso.
Salvatore Galizia
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aldo marchioni
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giovedì 16 aprile 2015
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una magnifica sensazione
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Visto di recente in un cineclub.
Non ho molto da aggiungere a quanto scritto da latri, se non che, quando sono uscito, avevo una magnifica sensazione di profondo benessere interiore, sensazione che è durata a lungo.
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mrmassori
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mercoledì 4 febbraio 2015
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capolavoro immortale
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Non solamente un Film, ma un'opera d'arte a 360°. E' un Capolavoro Immortale ed una pietra miliare della storia del Cinema. Senza alcun dubbio è tra i miei 15 film preferiti in assoluto.
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