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domenica 10 gennaio 2016
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lui e lei, lontani da londra...
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I coniugi Joyce arrivano in Italia da Londra a bordo della loro lussuosa cabriolet. Sono sposati da otto anni: belli ed eleganti, raffinati, ricchi ovviamente, amanti del lusso e del buon vivere. Hanno ereditato una grossa villa a Napoli. Devono vederla e valutare un'eventuale vendita. Il viaggio fatto in auto e non in aereo forse non è stata una buona idea. Guidano tutti e due ma lui si dimostra piuttosto indifferente al paesaggio e non vede l'ora di arrivare in albergo. Critica anche il modo piuttosto disinvolto con cui guidano gli italiani. Arrivati a destinazione, dopo un paio di incontri molto formali per la visita alla villa, decidono di trascorrere i giorni seguenti in modo autonomo. Lui ha alcuni amici a Capri e tra questi c'è Maria, una giovane splendida signora che si sta ristabilendo da una frattura alla gamba.
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I coniugi Joyce arrivano in Italia da Londra a bordo della loro lussuosa cabriolet. Sono sposati da otto anni: belli ed eleganti, raffinati, ricchi ovviamente, amanti del lusso e del buon vivere. Hanno ereditato una grossa villa a Napoli. Devono vederla e valutare un'eventuale vendita. Il viaggio fatto in auto e non in aereo forse non è stata una buona idea. Guidano tutti e due ma lui si dimostra piuttosto indifferente al paesaggio e non vede l'ora di arrivare in albergo. Critica anche il modo piuttosto disinvolto con cui guidano gli italiani. Arrivati a destinazione, dopo un paio di incontri molto formali per la visita alla villa, decidono di trascorrere i giorni seguenti in modo autonomo. Lui ha alcuni amici a Capri e tra questi c'è Maria, una giovane splendida signora che si sta ristabilendo da una frattura alla gamba. Anche lei passa un periodo travagliato con il marito e questo forse li avvicina. La signora Joyce invece ama il sole e approfitta del soggiorno per godersi qualche bella giornata ma si annoia, capisce che il rapporto con il marito si è incrinato e non sa quale soluzione ci possa essere. Ci pensa quando guida per Napoli, ci pensa quando si abbronza sulla sdraio, ci pensa a letto e sul divano. Un giorno lui va a Capri dai soliti amici e tenta di corteggiare Maria, ma viene disilluso perchè lei ammette di avere avuto un brutto momento ma ora è felice perchè si sono chiariti e non vede l'ora che suo marito torni. Joyce comunque non è molto fortunato: gli amici alle undici di sera vanno a letto e, tornato in città, ha ancora voglia di passare una serata movimentata. Fuori dall'albergo c'è una giovane prostituta, molto elegante. Dopo un primo tentennamento la fa salire in macchina e cominciano a parlare: lei è di una tristezza mortale, gli racconta di una sua amica appena deceduta e di un suo proposito di suicidio. Lui non regge e rientra in albergo. Trova sua moglie sul divano, stava giocando a carte da sola. Tra i due un dialogo molto formale privo di interesse reciproco, poi lui va a letto e le chiede di lasciarlo dormire a lungo il giorno dopo, lei invece dorme sul divano. L'indomani sono ancora separati. La signora Joyce accetta di essere accompagnata a visitare alcuni luoghi caratteristici di Napoli ma ne esce rattristata. Si ritrovano nel pomeriggio, vanno a vedere i calchi di Pompei su pressante invito di un parente ma lei va in crisi, si mette a piangere e rientrano in città. Lui le rinfaccia di scegliere mete poco attraenti e senza mezzi termini le propone di divorziare: anzi vuole tornare da solo a Londra in aereo per parlare subito con gli avvocati. In seguito si trovano intrappolati con l'auto nel mezzo di una processione. Ormai ne hanno parlato e preso una decisione, divorzieranno perchè non ci sono più interessi comuni a si annoiano a vivere insieme. Scendono dalla macchina e vengono travolti dalla folla ma si ritrovano subito. In quel momento succede qualcosa: si sentono persi, si abbracciano e fanno la pace. Un finale forse un pò affrettato, troppo scontato e con una presunzione da parte di lui inaccettabile, quando le dice - "Ti dico che ti amo solo se tu prometti di non approfittarne..." - Poteva essere più gentiluomo ma, in fin dei conti, alla signora Joyce va bene così... Questo lungometraggio ora può sembrare molto datato, soprattutto nei dialoghi, ma è un film dove scorre ancora forte il "neorealismo" e ne riflette pregi e difetti. L'eleganza formale dell'opera comunque non si discute. - di "Joss" -
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minnie
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lunedì 4 gennaio 2016
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"non sparire!"
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Rivedere “Viaggio in Italia” riconcilia con il cinema: la magia di coniugare documentario a narrazione riesce, secondo me, solo a due registi: Roberto Rossellini e Michelangelo Antonioni. In bianco e nero, peraltro: una fotografia sontuosa, un panorama stupendo, un salto nel passato che fa capire anche come gli italiani si siano messi d’impegno a inquinare il loro splendido territorio, le città in particolare. Siamo nel 1954, 62 anni fa e questo era veramente il paese del sole, come ricorda la canzone cantata in sottofondo mentre i due prendono il sole sulla terrazza sulle tripoline di tela e tutto intorno tace, “dormono proprio come se fosse notte”. Quando le auto in circolazione erano poche, quando la splendida visuale partenopea non era inficiata dalla terra dei fuochi, quando quella vera capitale europea con vestigia imperiali, destava meraviglia in due coniugi inglesi stupiti che lo zio Mike, per vendere una cui villa ereditata sono giunti a Napoli, “avesse tanto buon gusto”.
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Rivedere “Viaggio in Italia” riconcilia con il cinema: la magia di coniugare documentario a narrazione riesce, secondo me, solo a due registi: Roberto Rossellini e Michelangelo Antonioni. In bianco e nero, peraltro: una fotografia sontuosa, un panorama stupendo, un salto nel passato che fa capire anche come gli italiani si siano messi d’impegno a inquinare il loro splendido territorio, le città in particolare. Siamo nel 1954, 62 anni fa e questo era veramente il paese del sole, come ricorda la canzone cantata in sottofondo mentre i due prendono il sole sulla terrazza sulle tripoline di tela e tutto intorno tace, “dormono proprio come se fosse notte”. Quando le auto in circolazione erano poche, quando la splendida visuale partenopea non era inficiata dalla terra dei fuochi, quando quella vera capitale europea con vestigia imperiali, destava meraviglia in due coniugi inglesi stupiti che lo zio Mike, per vendere una cui villa ereditata sono giunti a Napoli, “avesse tanto buon gusto”. E’ che gli arredi, la residenza bellissima in cui arrivano, il Museo nazionale di Napoli, gli alberghi, Capri, le zolfatare, l’antro della Cumana, fanno parte di un tour che viene mostrato da Rossellini con un amore infinito. Vedete mille puntate di pretenziose ricostruzioni storiche su Pompei eseguite da divulgatori televisivi fin troppo celebrati e non capirete mai cosa fu l’invenzione geniale di un archeologo che in questo film viene mostrata a Ingrid-Katherine con poche sequenze: il gesso infiltrato nel terreno ricostruisce come d’incanto i corpi raggiunti dai lapilli infuocati della devastante eruzione del 79 d.C. Oppure visitate sempre con lei il Museo così ricco di statue preziose e ditemi se non avrete subito voglia di andare a vedere di persona. Katherine e Alex, i cui nomi si sapranno solo verso la fine, come se non avessero importanza in quanto qui si narra un episodio paradigmatico, una crisi di coppia come ce ne sono tante, descritta da uno specialista del caso, sono giunti per ragioni pratiche a Napoli, lei elegantissima, di un’eleganza che le fiction odierne hanno perso per strada (tutti i film degli anni Cinquanta sono così straordinariamente eleganti e gli stilisti d’oggi non fanno che rivederli per rinfrescarsi la creatività; Ingrid Bergman poi era una campionessa dell’eleganza, come la Garbo, come Grace Kelly. Le vedete come sono vestite male, e fuori moda, le attrici delle fiction di Raiuno?) e rischiano di perdersi, divisi da interessi diversi - lei in giro per i musei da sola, lui pratico manager piuttosto tentato invece dalla vita notturna e da quei ricevimenti capresi che Totò, in quegli stessi anni, prendeva in giro - finché, essendo lei travolta da una processione, non avviene il ricongiungimento, proprio quando ormai si era deciso per il divorzio. E’ un po’ lo stesso tema di “Europa 51”, dove Ingrid è di fatto, come qui, un’incompresa, con un finale molto più amaro e una tragedia iniziale terribile. “Viaggio in Italia” è, semplicemente, un capolavoro e Ingrid Bergman un’attrice meravigliosa che qui brilla più che mai. Non ha perso un briciolo di attualità, non fosse che nelle scene, purtroppo: farebbe bene rivederlo, questo film, anche agli amministratori. Per il turismo non servono guide, in fondo, ma salvaguardare l’aria, l’ambiente sì. Sono beni preziosi, Rossellini lo sapeva bene e ci impartisce ancora lezioni, da un film che è anche una preziosa testimonianza d’epoca.
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stefanocapasso
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mercoledì 19 settembre 2018
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ritrovare i sentimenti
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Una coppia di inglesi arriva a Napoli per vendere una proprietà. Approdano in un mondo totalmente estraneo e a tratti incomprensibile e si ritrovano anche loro, improvvisamente come estranei l’un l’altro. Col passare dei giorni diminuisce la distanza col paese che li ospita, ma aumenta quella tra loro senza nemmeno discuterne troppo decidono di divorziare. Sembra più un dispetto reciproco che si fanno e alla prima occasione dove sperimenteranno la paura della separazione cambieranno idea.
Rossellini ha definitivamente voltato pagina, abbandonato il neorealismo ora affronta tematiche borghesi mettendo in scena le sue abilità stilistiche e una rinnovata attenzione alle inquietudini dell’essere umano.
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Una coppia di inglesi arriva a Napoli per vendere una proprietà. Approdano in un mondo totalmente estraneo e a tratti incomprensibile e si ritrovano anche loro, improvvisamente come estranei l’un l’altro. Col passare dei giorni diminuisce la distanza col paese che li ospita, ma aumenta quella tra loro senza nemmeno discuterne troppo decidono di divorziare. Sembra più un dispetto reciproco che si fanno e alla prima occasione dove sperimenteranno la paura della separazione cambieranno idea.
Rossellini ha definitivamente voltato pagina, abbandonato il neorealismo ora affronta tematiche borghesi mettendo in scena le sue abilità stilistiche e una rinnovata attenzione alle inquietudini dell’essere umano. A volte è più facile non affrontare i conflitti e rinchiudersi nel proprio orgoglio, non lasciando spazio ai sentimenti. Solo di fronte ad un evento imprevisto le emozioni prendono il sopravvento e consentono di rivalutare con diversa attenzione i propri sentimenti
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