Giarabub |
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Un film di Goffredo Alessandrini.
Con Doris Duranti, Mario Ferrari, Carlo Ninchi, Carlo Duse, Piero Pastore.
continua»
Guerra,
b/n
durata 114 min.
- Italia 1942.
MYMONETRO
Giarabub
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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PROPAGANDISTICO MA INTERESSANTEdi il caimanoFeedback: 0 |
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domenica 10 febbraio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film è un tipico prodotto di propaganda bellica girato nel 1942, nel pieno infuriare della seconda guerra mondiale. Ambientato in un fortino occupato da italiani in Nord Africa, racconta la storia, o meglio le storie degli italiani che stoicamente resistono all'avanzare delle truppe nemiche (inglesi ed australiane). La trama generale (la mancanza di approvvigionamenti al campo in seguito all'intercettazione da parte nemica di un'autocolonna che avrebbe dovuto foraggiare di viveri e medicinali il campo) si infittisce di piccole storie: il Maggiore Castagna (Carlo Ninchi) è uomo di principi che addirittura rifiuta l'offerta di resa da parte del nemico, pur non avendo alcuna possibilità di vittoria, il Comandante Della Grande (Mario Ferrari) piange per il figlio eroicamente caduto in battaglia, il dottore, diventato ufficiale dell'esercito non perde la propria voglia di aiutare gli altri, la prostituta del luogo (Doris Duranti), si converte.... Retorica a piene mani (e questa non è una novità), ma anche un accenno di ironia (nel personagio del maresciallo, credo interpretato da Carlo Romano), anche se lo sforzo di Alessandrini è tutto teso a dimostrare il valore ed il coraggio dei soldati italiani, disposti a tutto, anche alla morte per amor di patria e fedeltà verso il loro Comandante Castagna, un uomo duro, ma giusto e di grandissimo carisma. Alcune cose sono molto discutibili. Ad esempio tutti gli attori autoctoni sono nella migliore delle ipotesi sprovveduti, nella peggiore imbecilli, e gli italiani, portatori di "democrazia e civiltà" si dimostrano, nonostante tutto sempre buoni e magnanimi (magari solo un pò burberi, vedi il dottore che salva la "negretta"). Non si capisce perchè ridurre a lumicino la presenza di una fulgida Doris Duranti, una prostituta senza lavoro, che fa un totale di 4 apparizioni, cambiando 3 volte abito; il primo è un vestito a pois, il secondo a righe ondulate (tipo tigrato) il terzo addirittura un monacale soprabito biano (a simboleggiare il cambiamento) quando aiuta il dottore impegnato in un'operazione. E' un peccato perchè la sua presenza poteva dare molto di più in glamour e verita alla storia (che gli italiani non se la bombassero non ci crederebbe nessuno). C'è anche un giovanissimo ed irriconoscibile Alberto Sordi in una velocissima sequenza.
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