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Il primo lungometraggio di Stanlio e Ollio è un curioso ibrido per molti motivi. Innanzitutto è in pratica diviso in due, la prima parte ambientata nell'esercito e durante la prima guerra mondiale, la seconda alcuni anni dopo, quando i due devono ritrovare e consegnare ai nonni la figlia di un commilitone morto (Don Dillaway). Poi perchè questa seconda parte finisce per mescolare al complessivo tessuto comico una cera dose di melodramma che sfocia in qualche punta di sadismo nella figura dello zio Jack (Richard Cramer) che ha con se la piccola (Jackie Lyn Dufton) - alcune scene sono addirittura state tagliate per eccesso di crudezza. A parte le deviazioni inconsuete, in ogni caso, ci si diverte parecchio: la parte del leone, in materia, la fa di sicuro la vita militare, ma anche il segmento conclusivo non si fa mancare qualche spassosa trovata, come quando Stanlio cerca di nascondersi infilandosi in un secchio. Con le stellette, e prima di diventare eroi per caso, la rovinosa coppia riesce a tirare matti un po' tutti, a partire dal generale - la vecchia conoscenza Finlayson - per proseguire con il sergente istruttore e finire al vendicativo cuoco, interpretato dal regista George Marshall. Ritornati civili e con un'occupazione regolare che nei film seguenti non ritroveranno più,Stanlio e Ollio si troveranno a vestire gli inadeguati panni di baby-sitter e quelli, pericolosi per l'inclumità loro e altrui di improvvisati detective: tra mille equivoci, che mandano a monte anche un matrimonio fra rampolli di famiglie bene, riescono a venirne a capo solo grazie all'aiuto del caso. Il risultato è poco più di un'ora di simpatico divertimento, non scatenato come nei migliori lavori della coppia, ma che comunque assicura un buon numero di belle risate.
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