L'anno scorso a Marienbad |
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Un film di Alain Resnais.
Con Giorgio Albertazzi, Delphine Seyrig, Sacha Pitoëff, Françoise Spira, Pierre Bardaid.
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Titolo originale L'année dernière à Marienbad.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 93 min.
- Francia 1961.
MYMONETRO
L'anno scorso a Marienbad
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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ambiziosodi darioFeedback: 18746 | altri commenti e recensioni di dario |
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giovedì 5 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Resnais si ama o si detesta. Questo film è la massima testimonianza della sua superbia involontaria, causa dei due estremi. Non è possibile fare un film assoluto in modo sperimentale, a meno che si decida di non prendersi sul serio: Ionesco, ad esempio (il suo teatro è veramente sublime per straniamento consapevole, per nulla ricercato). Resnais non è Ionesco: è un dilettante allo sbaraglio nella ricerca di certi misteri della natura umana: perchè l'incomunicabilità fra gli esseri umani e sostanzialmente fra l'uomo e il mondo? Tema affascinante, per trattare il quale occorre una sensibilità particolare. Resnais non possiede questa sensibilità, ma ha in abbondanza un velleitarismo raffinato (ma non tanto) con il il quale pretende, con naturalezza, di avere ragione di ciò che sta trattando. Come sta trattando ciò che sta trattando? Lo rivela bene in questo film, che sta sugli scudi di una critica pigra perchè noioso: Resnais tratta la cosa con freddezza e distacco, elevando la trascuratezza a forma d'arte. Ma senza un progetto codificato, in un modo o nell'altro (non per niente si è qui parlato della lunarità di Ionesco), l'impresa crolla miseramente, affonda inesorabilmente. Il cinema di Resnais è proprio modesto, è a favore di un nulla pretenzioso.Il regista è in qualche modo innocente, ma questo non lo salva dal fallimento, anche perchè sotto sotto egli si crede una sorta di profeta nichilista, ma lo è solo per la giacca e la cravatta. Film senza ritmo, senza capo nè coda, alla fine irritante. Spiace per gli attori, con l'oracolo in bocca e fermi come statue a declamare chissà che. L'incomunicabilità è a monte, già decisa, non è valle. impresa inutile, fondamentalmente presuntuosa, facilmente e felicemente dimenticabile.
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