La bicicletta verde |
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Un film di Haifaa Al-Mansour.
Con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd, Sultan Al Assaf
Titolo originale Wadjda.
Drammatico,
durata 100 min.
- Arabia Saudita, Germania 2012.
- Academy Two
uscita giovedì 6 dicembre 2012.
MYMONETRO
La bicicletta verde
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ua bicicletta come emblema di ribellione e libertàdi FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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martedì 11 dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film in cui una bambina di religione musulmana viene descritta come un'adolescente "ribelle" in quanto per la sua allegria, la sua ingenuità, la sua gioia di vivere nonchè spensieratezza proprie, del resto, della sua età, va contro corrente e contro la severissima morale imposta dalla società. Tutte le sue giornate si dividono tra la scuola, i giochi e l' amicizia con un suo coetaneo (alquanto disdicevole per la sua religione) inseguendo il suo più grande desiderio di comprarsi una bicicletta tutta sua nonostante questo oggetto sia considerato deplorevole e non permesso alle le donne dai dettami del Corano. Dietro questo racconto di pura quotidianità vengono descritte e presentate la mentalità e le regole (per noi alquanto assurde) che sono impostie dalla religione musulmana, illustrandoci la difficile condizione di non eguaglianza in cui vivono le donne rispetto agli uomini. Il tanto agognato desiderio della biciletta e la sua realizzazione finale rappresenta un segno di libertà e di ribellione da parte delle nuove generazioni che lottano o cercano di lottare contro delle leggi altamente incomprensibili ed anacronistiche. Nulla di nuovo viene in realtà svelato in questa pellicola di quanto già si sa riguardo la mentalità particolare delle popolazini del Medio Oriente, ma in una forma leggera e serena (come è il carattere della protagonista stessa, peraltro molto brava alla sua prima esperienza artistica) essa viene a costituire un buono spunto per riflettere ulteriormente e profondamente. Non è comunque un caso che questo delicato e sensibile film sia stato girato da una donna che è la prima vera regista femminile dell'Arabia Saudita.
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