Un film affascinante, ma di non facile comprensione.
In un futuro non troppo lontano, una esigua comunità di immortali vive ritirata nel Vortex, un'area impenetrabile, isolata dal resto del mondo. Dal Vortex gli immortali comandano orde di Sterminatori, fanatici guerrieri il cui scopo è schiavizzare e trucidare i mortali, ridotti alla barbarie e all'ignoranza. Il mondo è infatti ripiombato in un'era buia di saccheggi e violenza, alimentati dal Dio Zardoz, che parla attraerso un mascherone volante e che incita i suoi adepti all'uso del fucile. Ma il capo di essi, Zed (Connery) un giorno scopre la storia del mondo passato e decide di vederci chiaro: per questo entra di nascosto nel mascherone di Zardoz e si fa portare nel Vortex. Lì gli immortali, che vivono una vita scialba, decadente e priva di emozioni, vengono attratti da Zed, mortale dotato di capacità a loro ormai sconosciute. Zed è in grado di provare sentimenti, di amare, mentre gli immortali coltivano solo l'odio verso gli "esterni" che schiavizzano e da cui ricevono il nutrimento. Ma la sua venuta risveglia gli istinti primordiali assopiti: la sessualità, l'aggressività entrano inesorabilmente in quella comunità ormai da troppo tempo apatica e immobile, ieratica. Zed riuscirà infine a far innamorare di sè una delle immortali che più lo avversava, riportandola alla natura mentre i suoi guerrieri entrano nel vortex e lo devastano. Zed e la donna rientrano a far parte del ciclo anturale, dando alla luce un figlio e appendendo al chiodo, definitivamente, la pistola.
Questo il sunto della trama, che prevede momenti fantascientifico-filosofici (come il tema della vecchiaia e delle morte, rappresentato dagli immortali "vecchi", esclusi dal resto del vortex, o il Cristallo) di non immediata comprensione. Dal punto di vista tecnico, il film è pregevole: dall'uso della musica (forse il miglior adattamento di sempre della settima sinfonia di Beethoven), alle inquadrature evocative di Zardoz, alla scoperta del libro-chiave su cui si basa il film (che forse Bonifazi avrebbe fatto meglio a non rivelare), alle scene forti del massacro nel Vortex. In sostanza, un film da vedere e rivedere, capace sempre di regalare nuove suggestioni. Non fatevi scoraggiare dalla prima impressione: qui c'è il milgior Borman, quasi ai livelli di Excalibur.
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