Milano odia: la polizia non può sparare |
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Un film di Umberto Lenzi.
Con Henry Silva, Tomas Milian, Mario Piave, Laura Belli, Nello Pazzafini.
continua»
Poliziesco,
durata 100 min.
- Italia 1974.
MYMONETRO
Milano odia: la polizia non può sparare
valutazione media:
3,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Neri anni d'Italiadi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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venerdì 11 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Forse il più violento poliziesco all'italiana mai girato, considerato uno dei migliori in assoluto dal genere sia dalla critica che dal pubblico. I film violenti si erano affermati in anni in cui il pubblico aveva bisogno di una catarsi rispetto alla violenza e alle insicurezze sociali, attraverso una scarica delle stesse nello spettacolo. Interpretato da attori del calibro di Henry Silva nei panni di un commissario freddo e determinato e Tomas Milian, in quelli di un assassino psicopatico folle, incredibilmente violento, così esasperato nella sua ferocia che solo un attore bravissimo (che aveva lavorato con registi tra i più grandi) come Milian poteva renderlo in maniera convincente e realistica (si aiutò nell'espressività coll'alcool e qualche pillola). Lenzi carica il film sempre più di violenza fino alla catarsi finale dell'eliminazione del mostro “quasi umano” come recita il titolo straniero del film. Molte scene da antologia: il film, particolarmente feroce e teso, rende esattamente il clima di angoscia dell'Italia quegli anni, lacerata dagli scontri di classe e pervasa da un clima di incertezza e disordine. Il film rifletteva la gran parte della pubblica opinione per cui la legge era troppo permissiva e garantista. Servito dalla sceneggiatura tesa di Ernesto Gastaldi e dalla grandissima colonna sonora di Ennio Morricone, ossessiva e angosciante. Milian interpreta in modo affascinante un personaggio repellente, vile quanto spietato. Lenzi sottolinea però che, per quanto aberrante, anche un personaggio simile ha la radice dei suoi crimini (senza giustificarli) e della sua personalità delirante nell'ingiustizia di una società che gli appare misurare tutto solo col denaro. Non a caso quando Milian interpreterà un cattivo meno repellente, una specie di ribelle antiborghese iconoclasta in una dimensione di contestazione globale in ROMA A MANO ARMATA, buona parte del pubblico simpatizzerà con lui.
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