Un giocatore d’azzardo inseguito dai creditori e una donna fredda e sexy, tormentata dal potente marito, vogliono solo andarsene da Superior, una piccola cittadina dell’Arizona. E per farlo sono disposti anche ad uccidere…
Il film di Stone mette a nudo l'impossibilità e la vacuità di ogni progetto e fine umano, tramite un'opera primastica ricca allo stesso tempo di colori frastornanti e di tinte fosche. I Protagonisti del film sono tutti uniti dalla insaziabile voglia di dominare la propria vita e il mondo circostante, ma rimangono sempre derubati dalle loro aspettative a e dai loro sogni dalla sorte. Elemento onnipresente nel film è il deserto, ambientazione resa evocativa dalla fotografia e dal montaggio, e vuole essere la metafora della vittoria della natura su ogni sforzo umano.
Il film ha un sapore agrodolce e grottesco, truculento e ironico e fin dal principio la trama del film è spezzettata periodicamente da flash back e da avvenimenti fuori trama che coinvolgono lo spettatore negli stati d'animo dei protagonisti e fanno fisicamente percepire la tensione da "catastrofe incombente" che aleggia a Superior, piccolo e dimenticato paesino nel deserto dell'Arizona in cui si svolge la vicenda, rendendo tutto il film un'esperienza allucinante. Il tutto accompagnato dalle belle musiche di Ennio Morricone che da alla pellicola un tocco western come solo lui sa fare.
Il film non da tregua, ogni filo narrativo è spezzato al culmine ed ogni personaggio è sempre messo di fronte alla crudezza della sua esistenza. L'attenzione è catturata dalle inquadrature strettissime che riescono a concentrare tutta la forza comunicativa in pochi semplici particolari, che cambiano e dirigono la vita dei personaggi, mettendoli sempre di fronte a baratri inattesi. U Turn è un grande esercizio di stile, riuscito benissimo, ma proprio questo è anche il neo del film, che alla fine tende a stordire più che a catturare lo spettatore.
Da segnalare l'ottima interpretazione di Billy Bob Torton gestore dell'autorimessa dove si reca Sean Penn per un guasto alla macchina che darà inizio all'intera vicenda, e ovviamente quella di Penn, anche se inferiore alle altre. Un film notevole, con un'ottima caratterizzazione di ogni personaggio, con un'altrettanto pregevole uso della "splendida decadenza" alla Pulp Fiction, ma che resta vittima dell'utilizzo sovrabbondante di quella regia funambolica e leziosa che è il vero soggetto del film.
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