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E' una storia sull'impossibilità di una comunicazione che non sia patologica.
Il povero, ingenuo impiegato pieno di slanci ma anche di autoinganni si dedicherà a una stupenda Carol Andre credendo autisticamente di dare un senso alla propria vita. Ossia di tramutare i suoi monologhi in un dialogo che lo confermi , lo incrementi e in cui trovare uno specchio più saldo e alto. Il prezzo che pagherà sarà così salato da sfuggirgli, dopo le crudeli prove a cui verrà sottoposto. Brusati capovolge il clima fiabesco di Bruges per offrirci una storia di autodistruzione totale. Nessuna indulgenza ma solo una fotografia sulla crudeltà dei sentimenti. Bellissima la colonna sonora. Sottile la regia che passo dopo passo fa intravedere in un crescendo cosa si nasconde dietro la patina di una presunta purezza giovanile. Avanguardistico. Malinconico e stupendo alla maniera di Brusati cha mai ci racconta favole.
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
