Onegin |
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Un film di Martha Fiennes.
Con Martin Donovan, Liv Tyler, Ralph Fiennes, Lena Headey
Drammatico,
durata 95 min.
- Gran Bretagna 1998.
MYMONETRO
Onegin
valutazione media:
2,45
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Pathos e ironiadi Michele PietragalloFeedback: 0 |
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lunedì 30 gennaio 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Onegin. Splendido poema in versi (o romanzo) scritto dal byroniano poeta russo Puskin all'inizio del diciannovesimo secolo, racconta di un amore contrastato tra Onegin (Ralph Fiennes nel film), cinico annoiato appartenente all'aristocrazia pietroburghese dell'epoca, e Tatjana (Liv Tyler), una vigorosa ragazza della borghesia provinciale dai sentimenti sani ed appassionati. Così il film, diretto nel 1998 da Martha Fiennes, sorella dell’attore principale. Una confezione molto ben curata, a partire dai costumi e dalle ambientazioni (anche se qualcuno ha trovato da ridire sulle pettinature!) ma che ahimè si fa notare solo per questa. Una serie di interminabili piano sequenza e stile abbastanza piatto ne fanno un film a tutti gli effetti lento ed abbastanza manierato, molto simile a tanti adattamenti tratti da molti romanzi dell'ottocento. Ma chi ama il romanzo (o poema in versi) non può nascondere di amare, segretamente forse, anche questo film, perché mette in scena lo stesso tragico amore che ha commosso i lettori dell'ottocento russo; perché non dovrebbe commuovere anche noi? Certo, qui manca del tutto la splendida ironia del narratore che si divertiva a giudicare il “suo” personaggio rivolgendosi al lettore, e, francamente, non sarebbe stato il caso di creare per questo film un narratore intradiegetico che guarda in macchina lasciandosi andare a commenti divertiti sulla cinica indifferenza di Onegin. Né poteva, la regista, farlo fare a Ralph Fiennes che, con la sua recitazione misurata riesce a trasmettere i patemi del protagonista solo con uno sguardo infinitamente malinconico o il gesto solenne con cui si abbottona (molto lentamente!) la camicia prima di andare a trovare la sua amata che lo respingerà per sempre tra le lacrime. Chiaro esempio, per gli studiosi di cinema derivato dalla letteratura, di un caso in cui all’ironia della fonte letteraria originale si sostituisce il pathos del mezzo cinematografico. Bello il campo lungo finale in cui si mostra Onegin andare via, incontro al suo destino solitario.
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