La forza del singolo |
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Un film di John G. Avildsen.
Con Morgan Freeman, Armin Mueller-Stahl, Stephen Dorff, John Gielgud
Titolo originale The Power of One.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 94 min.
- USA 1992.
MYMONETRO
La forza del singolo
valutazione media:
3,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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decisamente si!di tinaFeedback: 0 |
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martedì 26 marzo 2002 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
LA FORZA DEL SINGOLO (J.AVILDSEN) Un inno alla necessità del libero giudizio. Un inno alla cultura che rende liberi. Questa è la storia di P.K., un bambino la cui vita si intreccia con quelle dell’apartheid dell’Africa degli anni ’30. Alla morte dei genitori viene mandato al college dove, per il solo fatto di essere inglese, subisce prepotenze ed umiliazioni: le stesse che lo renderanno attento ai soprusi e compartecipe del dolore delle tribù africane colonizzate dai tedeschi e da questi rese schiave . All’inizio della seconda guerra mondiale col suo amico ed insegnante, Doc, trascorre alcuni anni in prigione dove non trascura gli studi e si dedica al pugilato, ma soprattutto rafforza le sue convinzione antirazziali istaurando un rapporto di profonda amicizia con Geel Piet, il suo allenatore di boxe(Morgan Freeman). Questo film è il racconto di una sensibilità violata, di una intelligenza vivace, della lotta continua contro la violenza perpetrata. Non c’è bisogno di effetti speciali là dove l’espressività è resa dai numerosi dialoghi, dalla voce del narratore interno che fa da collante ad una narrazione concitata che si serve dei flashback per cogliere l’essenziale . I soli effetti di colore si riconducono ai momenti di svolta della vita di PK; all’intimità dei primi piani nei momenti di solitudine o di innamoramento si contrappongono le inquadrature corali, di estrema vitalità e bellezza quella del coro delle tribù in carcere. All’abbandono da parte di Doc segue l’amore contrastato per Maria, l’impegno nella difesa del diritto alla cultura delle tribù ed un finale a sorpresa che possiamo definire un tocco d’autore. È un film di grandi sentimenti, dalle virtù catartiche, sicuramente da non perdere, ma che in alcuni momenti potrebbe anche lasciare il retrogusto del già visto.
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