ashtray_bliss
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domenica 20 dicembre 2015
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una brava pike per una modesta pellicola.
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Che Rosamund Pike fosse un'attrice in gamba, talentuosa e versatile ce ne siamo accorti tutti dopo averla vista nello splendido ma twisted Gone Girl piu' di un anno fa'. In questa pellicola invece la sua presenza e' quasi sprecata, la sua bravura, il suo talento, persino la sua perfidia cinematografica non sono abbastanza per far rialzare il valore, o aggiungere spessore, ad un film piuttosto fiacco e indifferente che si perde nella vastita' di prodotti cinematografici mediocri. Return to Sender parte indubbiamente con le migliori intezioni; quelle di raccontare il dramma dello stupro, una violenza fisica e psicologica tra le piu' brutali, e di come la protagonista, una infermiera qualsiasi di provincia, cerca di medicare le sue ferite, rimettersi in carreggiata e recuperare pezzi di normalita' di una vita ormai segnata e spezzata.
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Che Rosamund Pike fosse un'attrice in gamba, talentuosa e versatile ce ne siamo accorti tutti dopo averla vista nello splendido ma twisted Gone Girl piu' di un anno fa'. In questa pellicola invece la sua presenza e' quasi sprecata, la sua bravura, il suo talento, persino la sua perfidia cinematografica non sono abbastanza per far rialzare il valore, o aggiungere spessore, ad un film piuttosto fiacco e indifferente che si perde nella vastita' di prodotti cinematografici mediocri. Return to Sender parte indubbiamente con le migliori intezioni; quelle di raccontare il dramma dello stupro, una violenza fisica e psicologica tra le piu' brutali, e di come la protagonista, una infermiera qualsiasi di provincia, cerca di medicare le sue ferite, rimettersi in carreggiata e recuperare pezzi di normalita' di una vita ormai segnata e spezzata. Purtroppo pero' il tentativo del film viene vanificato quando sin da subito scade nella prevedibilita' e linearita' quasi spiazzante, facendo progressivamente perdere allo spettatore qualsivoglia motivazione ed interesse a poseguire nella visione. Troppi deja-vu' e troppe semplicita' messe insime. Perche' se da una parte vorrebbe essere un buon drammatico, da un punto in poi la pellicola si rivela essere l'ennesimo revenge movie ove la protagonista progetta silenziosamente il suo piano di vendetta che portera' rigorosamente a termine incarnando la famosa metafora de 'la vendetta e' un piatto da servire freddo'. Traendo dunque in inganno il suo carnefice, fingendosi genuinamente interessata a lui e disposta a perdonarlo la diabolica Pike prepara il terreno per la sua rivincita finale. Nulla di nuovo, nulla di ecclatante ma la cosa piu' basilare di tutti e': nulla di emozionante. Il film parte in maniera lenta, si risolleva un po' nella prima parte e poi si perde lentamente nella banalita' e superficialita'. La regia presta attenzione ai primi piani della Pike ma non risce a entrare nel vivo del dramma, fallisce nel tentativo di suscitare delle emozioni nello spettatore, e non tenta nemmeno di intrigarlo, incuriosirlo, motivarlo a proseguire ed arrivare al finale. Il tutto avviene piuttosto per inerzia e passivita', oltre che per un certo effetto soporifero scaturito dal film stesso.
Nel finale la regia prova a riscattarsi con un colpo di scena e troncando (letteralmente) il finale; una mossa infelice, che lascia ancora piu' perplessi gli spettatori, oltre che amareggiati ed un attimo infastiditi da tale fretta di tagliare corto. La sensazione predominante e' quella che la scena finale sia stata omessa durante un errore nella fase di montaggio e che nessuno se ne sia accorto. In realta' e' un effetto voluto, creato ad hoc, ma altamente fuori luogo in un pellicola come questa.
Ricapitolando, possiamo affermare con fermezza che di un film come questo non ce n'era bisogno. Non aggiunge nulla di nuovo al panorama cinematografico, pare piuttosto confuso e incerto nei suoi movimenti narrativi e stilistici (sconfinando dal dramma al thriller psicologico al mero revenge movie) e caratterizzato da una superficialita' impietosa nei confronti della protagonista, e di come quest'ultima affronta il trauma subito, e dei rapporti della stessa con i personaggi secondari che le gravitano intorno (il padre, le colleghe di lavoro). In risalto, dall'inizio alla fine, c'e' solo lei; Rosamund Pike che praticamente regge un algido soliloquo recitativo in maniera decisamente abile ma che alla fine risulta fin troppo impegnata e sprecata per un film di cosi poco spessore ed impegno.
Sarebbe perfetto come film per la tele, da guardare senza impegni e senza prestare troppa attenzione alle sue imperfezioni. Da vedere solo in mancanza di una valida alternativa o se siete die-hard fan della bella e brava Pike (oltretutto in ruolo-fotocopia di Gone Girl).
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samanta
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domenica 22 novembre 2020
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ritorno alla noia ...
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Il film uscito nel 2015 e trasmesso in TV appartiene al genere drammatico con venature thriller nonché al gran filone dei film che ha come soggetto la vendetta personale dopo gli affronti subiti. La regia è di Fouad Mikati un regista alla sua seconda ed ultima esperienza di direttore (prima nel 2010 "Rogues Gallery") la cui scarsa esperienza emegere in questa pellicola con tutta evidenza. La protagonista è Miranda Rosamind Pike, brava attrice USA: Il caso Thomas Crawford, L'uomo dal cuore di ferro, Un anno da leoni, coprotagonisti sono Nick Nolte che interpreta il padre e Shiloh Ferndez (attore USA con un modesto curriculum: Cappuccetto rosso sangue) che interpreta il giovane stupratore William Finn.
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Il film uscito nel 2015 e trasmesso in TV appartiene al genere drammatico con venature thriller nonché al gran filone dei film che ha come soggetto la vendetta personale dopo gli affronti subiti. La regia è di Fouad Mikati un regista alla sua seconda ed ultima esperienza di direttore (prima nel 2010 "Rogues Gallery") la cui scarsa esperienza emegere in questa pellicola con tutta evidenza. La protagonista è Miranda Rosamind Pike, brava attrice USA: Il caso Thomas Crawford, L'uomo dal cuore di ferro, Un anno da leoni, coprotagonisti sono Nick Nolte che interpreta il padre e Shiloh Ferndez (attore USA con un modesto curriculum: Cappuccetto rosso sangue) che interpreta il giovane stupratore William Finn.
Miranda è un'infermiera, brava e zelante nel lavoro, vive da sola, frequenta poche amiche, ogni tanto visita il padre e bada al suo cane. Una sua collega le combina un "incontro al buio" con un suo amico Kevin, mentre Miranda si sta preparando un uomo suona ala porta convinta che sia Kevin in anticipo lo fa entrare, in realtà è William che la stupra picchiandola brutalmente e lasciandola tramortita, il ragazzo è un aiuto cuoco che l'aveva notata al ristorante mentre aiutava un cliente che stava male. In ospedale la donna si ricorda del suo volto al ristorante, la polizia arresta William che viene condannato e va in carcere. Miranda riprende il lavoro dopo un pò di tempo , ma lo shock le ha provocato un tremore alle mani così non può essere promossa ad infermiera di sala operatoria, Miranda decide di scrivere a William in carcere chiedendo un incontro, ma la lettera e molte altre che seguono vengono respinte al mittente, infine il ragazzo decide di incontrarla. Tra i 2 gli incontri si moltiplicano finché il ragazzo le rivela che lo faranno uscire per buona condotta (in realtà vessava anche sessualmente i compagni) con la condizionale, Miranda gli dice di venirla a trovare. In seguito lui va a casa di lei pur rimanendo nel giardino e l'aiuta la riparare la veranda che il padre aveva iniziato a costruire, credendo di iniziare una relazione con lei. In realtà Miranda aveva un piano diabolico, con una bevanda drogata lo stordisce, lo lega in cantina ad un letto e lo sevizia con un bisturi. Al padre che aveva litigato con lei per la frequentazione con William dice che lui si non si farà più vedere.
Direi che la critica a questo film non ha approfondito la personalità di Miranda, ci troviamo in presenza di 2 persone disturbate: William che esprime le pulsioni sessuali solo con la violenza, Miranda che è una paranoica maniacale con relativi tic: ad esempio l'uso solo di una penna che fa venire da Amazon, il disinfettare le cornette dei telefoni che utilizza. Miranda nella sua vita a 12 anni aveva lasciato morire la madre, con cui era in disaccordo, colpita da un attacco d'asma senza chiamare subito i soccorsi, così aveva ucciso il cane del padre che aveva danneggiato un suo vestito. Il padre durante un litigio esclamava alla figlia "Io non ti conosco!". Il film però rivela un'insufficiente direzione, la sceneggiatura e i dialoghi sono mediocri e svogliati, la storia è senza vivacità o tensione, la morale non si comprende quale sia se è comprensibile (non giustificabile) la vendetta, in questo caso è il frutto di una mente disturbata. ma il punto non è approfondito. Buona la recitazione della Pike, Nick Nolte, senza esagerare, fa il suo dovere, Shiloh Fernandez non sa recitare. Un film decisamente inutile.
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elgatoloco
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giovedì 14 luglio 2016
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non travolgente, ma neppure banale
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Stilisticamente non è un film particolarmente interessante né innovativo, anzi, almeno in parte, si può avere l'impressione che il film sia"scontato"o quasi un telefilm(con tutto il rispetto per il genere, ma si intende un telefilm di"routine"), ma in realtà non bisogna fermarsi alle apparenze: non si tratta solo della"solita"onesta documentazione sul (tentato, in questo caso)femminicidio o la violenza di genere, operazione invero nobilissima ma"altra", in primis perché"Return to sender"non ha nulla del para-documentario o della para-documentazione, in secundis perché, dietro l'apparenza del"consueto"a un certo punto nel film si ha un'impennata che ha a che vedere con la rivalsa-diciamo così, non"vendetta", lemma anche abusato.
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Stilisticamente non è un film particolarmente interessante né innovativo, anzi, almeno in parte, si può avere l'impressione che il film sia"scontato"o quasi un telefilm(con tutto il rispetto per il genere, ma si intende un telefilm di"routine"), ma in realtà non bisogna fermarsi alle apparenze: non si tratta solo della"solita"onesta documentazione sul (tentato, in questo caso)femminicidio o la violenza di genere, operazione invero nobilissima ma"altra", in primis perché"Return to sender"non ha nulla del para-documentario o della para-documentazione, in secundis perché, dietro l'apparenza del"consueto"a un certo punto nel film si ha un'impennata che ha a che vedere con la rivalsa-diciamo così, non"vendetta", lemma anche abusato...Certo, si tratta di un"punto di svolta"non marcato narratologicamente e appunto stilisticamente, che entra un po'in souplesse, che ha un rilievo limitato, non forte, non deciso, che stilisticamente"non irrompe", ma si insinua lentamente, non per questo, però, senza efficacia....Ci vorrebbe o meglio ci sarebbe voluta, probabilmente, una diegesi più marcata, ma il regista Fouad Mikate o non vi era particolarmente interessato oppure la produzione, forse, aveva intenzioni diverse, più mirate alla distribuzione facile che a un film"di qualità"(e sul termine si aprirebbe una discussione, qui assolutamente inopportuna...), ma in complesso il tutto risulta tutt'altro che banale. La Pike come anche Fernandez sono abbastanza"insinuanti"o meglio capaci di dare di sé(del proprio personaggio, diremmo meglio)un'immagine diversa da quella che poi si rivela "vera", Nick Nolte è comunque interprete sempre sensibile ed efficace, come padre dell'infermiera minacciata. Senza voler anticipare la conclusione(sarebbe scorrettissimo da parte di chi in qualche modo si esprime su un film)dirò semplicemente che, eventuale"sorpresa"(relativa, invero)a parte, il film è capace di far"riflettere"anche chi non sia di per sé troppo interessato a problematiche di questo tipo. El Gato
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wolvie
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lunedì 5 aprile 2021
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rispedire al mittente anche il film, grazie !
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La piattaforma Prime Video spesso ci propina diversi film che sostanzialmente sono "operine" minori, nel senso che, anche se hanno nomi di richiamo (qui la Pike e Nolte), il più delle volte sono filmetti banali, realizzati alla belle e meglio, e che risultano piuttosto deludenti. In questo caso assistiamo ad una sorta di remake di "Oltre ogni limite" 1986 di Roger M. Young con Farah Fawcett e il grande James Russo.
Infermiera iper professionale e perfezionista nel lavoro come nella vita privata, accetta "stranamente" un blind-date, ma per un errore a dire il vero troppo grossolano, per lei, scambia il partner, facendo entrare in casa sua, uno stupratore, che chiaramente la violenta ( e purtroppo la memoria va a performance carrellante di altre attrici che si sono esibite in siffatte vesti, tra le altre: Sophia Loren, l' insuperata Monica Bellucci, la strana Isabelle Huppert e l' inaspettata Maria Bello).
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La piattaforma Prime Video spesso ci propina diversi film che sostanzialmente sono "operine" minori, nel senso che, anche se hanno nomi di richiamo (qui la Pike e Nolte), il più delle volte sono filmetti banali, realizzati alla belle e meglio, e che risultano piuttosto deludenti. In questo caso assistiamo ad una sorta di remake di "Oltre ogni limite" 1986 di Roger M. Young con Farah Fawcett e il grande James Russo.
Infermiera iper professionale e perfezionista nel lavoro come nella vita privata, accetta "stranamente" un blind-date, ma per un errore a dire il vero troppo grossolano, per lei, scambia il partner, facendo entrare in casa sua, uno stupratore, che chiaramente la violenta ( e purtroppo la memoria va a performance carrellante di altre attrici che si sono esibite in siffatte vesti, tra le altre: Sophia Loren, l' insuperata Monica Bellucci, la strana Isabelle Huppert e l' inaspettata Maria Bello).
Riesce a far imprigionare il violentatore, ma la sua carriera professionale si arresta, a causa del trauma psico-fisico subito. Decide di " mettere in piedi" la sua vendetta (abbastanza lambiccata), che sfocera' nella parte più interessante del film, che viene però gettata subito alle ortiche !!!
Un valido motivo per vederlo ?
L' outfit del grande Nick Nolte, padre dell' infermiera, che sfoggia barba, camicie e coppole dal look sopraffino.
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luca scialo
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venerdì 19 novembre 2021
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la vendetta di una infermiera
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Miranda è una giovane infermiera, molto brava e scrupolosa, con la fobia per i microbi. Vive da sola e ha un buon rapporto col padre ormai anziano e rimasto vedovo quando lei era una bambina. Mentre attende l'arrivo di un uomo per un incontro al buio, riceve la consegna di un pacco da Ryan. Il quale la stupra. La donna, così, architetta una spietata vendetta. Thriller freddo, spesso carente nella sceneggiatura. Qualche buona intuizione, ma a spiccare è la conturbante bravura di Rosamund Pike, nei panni della protagonista.
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