Dopo aver ucciso il sicario che ne aveva fatto fuori il padre, Glenn Garwin, detto Django, riporta la salma del genitore in paese per riscuoterne la taglia. Ma scopre ben presto che il banchiere Kluster era socio in affari con suo padre, nonchè mandante del suo omicida. E, con l'aiuto del parassita Gordon e dell'enigmatico e taciturno Doc, riuscirà ad ottenere la sua vendetta. Uno dei figli degeneri dell'archetipico personaggio creato da S. Corbucci. Se la prima parte è piuttosto gradevole, la seconda rivela tutta la rigida macchinosità dell'intreccio, che sfocia spesso in ridondanze farsesche, come la lunga ed inutile scena della rissa nel saloon, e il finale decisamente umoristico.
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Dopo aver ucciso il sicario che ne aveva fatto fuori il padre, Glenn Garwin, detto Django, riporta la salma del genitore in paese per riscuoterne la taglia. Ma scopre ben presto che il banchiere Kluster era socio in affari con suo padre, nonchè mandante del suo omicida. E, con l'aiuto del parassita Gordon e dell'enigmatico e taciturno Doc, riuscirà ad ottenere la sua vendetta. Uno dei figli degeneri dell'archetipico personaggio creato da S. Corbucci. Se la prima parte è piuttosto gradevole, la seconda rivela tutta la rigida macchinosità dell'intreccio, che sfocia spesso in ridondanze farsesche, come la lunga ed inutile scena della rissa nel saloon, e il finale decisamente umoristico. Se quest'aspetto può essere deleterio nel giudizio complessivo, è tuttavia indicativo della strada che stava imboccando il genere e che ne fa da questo punto di vista un film di transizione. Lo stesso protagonista, svuotato della statura tragica di un Franco Nero, è un soggetto da commedia, semplice e privo di spessore, che spara meglio le battute che le pallottole, specie nei curiosi monologhi col defunto padre. Molto più interessante si rivela il personaggio di Doc, che se da un lato può apparire stereotipato e ricordare l'allora recente Douglas Mortimer dello strepitoso Per qualche dollaro in più, dall'altro acquista una sua decisiva importanza, anche grazie alla degna interpretazione di A. Lupo. Sarà per questo che i magnifici sei (tanti furono gli sceneggiatori del film!), dopo aver impasticciato alla bell'e meglio la seconda parte, avranno pensato bene di liquidare prima del finale quest'ingombrante e troppo riuscita spalla, che mette quasi a disagio lo scolorito protagonista. Perchè, se questo Django spara per primo, Doc è uno che conosce il mestiere. Ed anche piuttosto bene.
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