frank75
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martedì 23 marzo 2010
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un ritratto originale, autoironico e raffinato.
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Mentre è in corso con la moglie la causa per l'affidamento della loro bambina, Jean-Claude Van Damme (che interpreta se stesso) torna nella sua città natale, Bruxelles, forse per ritrovare un po’ di tranquillità visto che nulla sembra ormai andargli nel verso giusto: Hollywood sembra essersi dimenticato di lui (gli viene sempre preferito il rivale Steven Seagal), i debiti con le tasse non gli danno tregua, la moglie lo accusa di far film inutili, violenti e diseducativi, nonché la figlia si vergogna per le magre figure che fa in tv. Come se non bastasse, quando si reca presso un ufficio postale ad incassare un bonifico finisce coinvolto in una rapina. Conosciuti i suoi problemi economici e familiari, basta un attimo alla polizia per attribuirgliene la responsabilità.
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Mentre è in corso con la moglie la causa per l'affidamento della loro bambina, Jean-Claude Van Damme (che interpreta se stesso) torna nella sua città natale, Bruxelles, forse per ritrovare un po’ di tranquillità visto che nulla sembra ormai andargli nel verso giusto: Hollywood sembra essersi dimenticato di lui (gli viene sempre preferito il rivale Steven Seagal), i debiti con le tasse non gli danno tregua, la moglie lo accusa di far film inutili, violenti e diseducativi, nonché la figlia si vergogna per le magre figure che fa in tv. Come se non bastasse, quando si reca presso un ufficio postale ad incassare un bonifico finisce coinvolto in una rapina. Conosciuti i suoi problemi economici e familiari, basta un attimo alla polizia per attribuirgliene la responsabilità. Ma i veri rapinatori, assai più furbi dei poliziotti, finiscono per cavalcare quel equivoco a loro vantaggio. Alla fine tutto si chiarirà come è facile intuire. Giusto? Neanche per idea, quando le cose iniziano ad andare male non c’è limite al peggio.
Film assolutamente atipico, che seppur mancando un po’ di ritmo, è di una raffinatezza sopraffina. Le tecniche cinematografiche utilizzare sono alternative ma più che appropriate per donare quel tocco aggiuntivo di originalità ad un già ispirato copione. Apprezzabilissima la capacità autoironica del protagonista che intenzionato a rilanciare la propria immagine in un momento di stagnazione della propria carriera accetta di fare una profonda autocritica e anche a prendersi notevolmente in giro. Un film da non perdere non solo e non tanto per i fan più accaniti dell’imprese cinematografiche del famoso campione di karate, che potrebbero anche rimanere delusi, ma per tutti i veri amanti del cinema e di pellicole alternative che escono dai soliti clichè ormai collaudati.
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