raffaele bracale
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sabato 12 febbraio 2005
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porta pia=buffonata
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Ennesima grande prova di Luigi Magni, che rifà le pulci al Risorgimento e si prova a toglierne le scorie romantiche della storiografia di regime. Che questo film sia la prova generale di una dissacratoria pellicola sul 1860 e sulla guerra di conquista operata da - come dice il protagonista don Prospeo/Tognazzi - quel tanghero di Giuseppe Garibaldi?
Sceneggiatura fedele e puntuale, dialoghi accativanti e plausibili; ottime le prove di Tognazzi, Mezzogiorno,Colli, Pippo Franco finalmente non costretto nella "macchietta"; piacevolissima la giovane Grifeo e superba Giovanna Ralli; un po' troppo accademico Enrico Papa
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hathi
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martedì 23 ottobre 2012
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arrivarono, e purtroppo si fermarono
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Immonda goliardata, questo film, nel quale le scene sono alternatamente dominate dal monsignore pauroso, mangione e infine omosessuale non avendo trovato nulla di meglio in giro, dalla moglie del principe, infedele, futura immobiliarista (unica nota probabile, solo che a rovinare Roma contribuì tutta la massoneria d'Italia, non tanto i patrizi romani), il nobile partenopeo dissipatore, il bersagliere allocco, naturalmente di Desenzano del Garda, la ragazzina insolente e ingenuamente confidente nelle 'magnifiche sorti e progressive' dell'Italia futura, ed un padrone di casa sciocco, fanfarone e in perenne ritardo sui tempi. L'unico carattere che si salva è effettivamente quello della servente, magnifica Giovanna Ralli, che dell'Italia futura giustamente diffida e nello spettatore fa nascere il rimpianto di un'Italia saggiamente divisa in tre macroregioni, come diremmo oggi.
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Immonda goliardata, questo film, nel quale le scene sono alternatamente dominate dal monsignore pauroso, mangione e infine omosessuale non avendo trovato nulla di meglio in giro, dalla moglie del principe, infedele, futura immobiliarista (unica nota probabile, solo che a rovinare Roma contribuì tutta la massoneria d'Italia, non tanto i patrizi romani), il nobile partenopeo dissipatore, il bersagliere allocco, naturalmente di Desenzano del Garda, la ragazzina insolente e ingenuamente confidente nelle 'magnifiche sorti e progressive' dell'Italia futura, ed un padrone di casa sciocco, fanfarone e in perenne ritardo sui tempi. L'unico carattere che si salva è effettivamente quello della servente, magnifica Giovanna Ralli, che dell'Italia futura giustamente diffida e nello spettatore fa nascere il rimpianto di un'Italia saggiamente divisa in tre macroregioni, come diremmo oggi. Comunque, film da evitare accuratamente. Alberto.
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