alessandra verdino
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giovedì 23 ottobre 2008
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la marea che blocca il cuore
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"Il Principe delle Maree" di Barbra Streisand, tratto dall'omonimo e bellissimo romanzo, é uno dei film più emozionanti degli ultimi venti anni.
Qui, ogni corda del cuore, ogni memoria, ogni rimpianto, é toccato: l'infanzia, la crudeltà dell'esistenza, il dolore, gli affetti assumono un contorno grandioso, direi epico.
Questo film é magico.
Se si rivede anche per la decima volta, ogni sentimento rimane inalterato, anzi, amplificato.
La bellezza dell'ambientazione, dei dialoghi, la suprema verità della storia sono in grado di far piangere, commuovere, infrangono ogni barriera imposta dalla ragione.
Un film talmente emozionante da scuotere ogni coscienza, da far tremare anche il cuore più duro.
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"Il Principe delle Maree" di Barbra Streisand, tratto dall'omonimo e bellissimo romanzo, é uno dei film più emozionanti degli ultimi venti anni.
Qui, ogni corda del cuore, ogni memoria, ogni rimpianto, é toccato: l'infanzia, la crudeltà dell'esistenza, il dolore, gli affetti assumono un contorno grandioso, direi epico.
Questo film é magico.
Se si rivede anche per la decima volta, ogni sentimento rimane inalterato, anzi, amplificato.
La bellezza dell'ambientazione, dei dialoghi, la suprema verità della storia sono in grado di far piangere, commuovere, infrangono ogni barriera imposta dalla ragione.
Un film talmente emozionante da scuotere ogni coscienza, da far tremare anche il cuore più duro.
Si parla, apertamente, di psicanalisi.
Ma é una psicanalisi totalmente umana che, con la veridicità di questa scienza, parla apertamente dei problemi visti dal punto di vista del malato.
La malattia e la totale guarigione.
Che arriva dall'amore, dall'essersi messo in gioco, dal confrontarsi con gli altri e dal ricordo non più deformato dal dolore, ma pulito e in grado di dare, finalmente, il giusto valore e il giusto peso a tutte le cose.
Un film duro e bellissimo, reso straordinario, soprattutto, dalla veridicità, dall'estremo tatto e pudore dei dialoghi.
Per ultimo, l'amore.
Il vero amore guarisce, perché solo amando e sentendoci amati riusciamo a trovare la forza per andare avanti, per metterci in gioco, per riuscire a dare un perché a tutte le cose.
Ed ora, eccoci alla grandiosità di due attori: Barbra Streisand e Nick Nolte.
La Streisand rafforza la sua fama di donna estremamente intelligente, piena di tatto e di religioso pudore (é anche la regista e la produttrice) nel raccontare e nel rappresentare una storia totalmente umana.
Nick Nolte é la vera rivelazione.
Il ruolo più bello della sua carriera, seppure poliedrica.
Non deve essere certo facile sapere, con un'interpretazione, toccare così profondamente il cuore.
Lo vediamo ricordare, tentennare, negare ogni cosa e metterla, allo stesso tempo, nel suo giusto valore e, finalmente, dimostrare la sua grandezza scoprendo se stesso.
La scena finale é da brivido, il dialogo é potente e serrato.
"Ho imparato ad amare gli altri nella loro imperfetta umanità"- ecco, anche, l'incontro con la coscienza e con Dio.
E il sapere accettare ogni cosa, ricordando che, per essere amati, è necessario prima sapere amare. E avere la forza e il coraggio di perdonare.
Una lezione di vita e di umanità.
E, soprattutto, una grande lezione di stile, di eleganza e dell'arte del saper vivere.
Magico, grandioso, epico, esaltante, indimenticabile.
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[+] nessun oscar, ma il film è splendido!
(di casilde)
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camilletta85
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domenica 23 settembre 2012
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la grande rinuncia
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Il Principe delle maree è un film commovente e spiazzante. Racconta della rinascita di un uomo attraverso la terapia dell'amore, dell'ascolto e del pianto. Tom Wingo, cresciuto nella violenza e nel rancore, con una madre più attenta a posizionarsi nella scala sociale piuttosto che crescere i figli ed un padre maschilista e sadico, riesce a ritrovarsi, ad ottenere una seconda vita , grazie all'incontro con una psicanalista della Grande Mela.... Ma il film non è Pretty Woman e racconta anche di una grande rinuncia, forse la più dolorosa. Il telespettatore non può farci nulla: è semplicemente il "modo del Sud", quella maniera nostalgica ed autolesionista di guardare in faccia le avversità: è il senso del dovere, l'attaccamento alle radici ed alla tradizione che trionfa sulla rivoluzione dell'amore.
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Il Principe delle maree è un film commovente e spiazzante. Racconta della rinascita di un uomo attraverso la terapia dell'amore, dell'ascolto e del pianto. Tom Wingo, cresciuto nella violenza e nel rancore, con una madre più attenta a posizionarsi nella scala sociale piuttosto che crescere i figli ed un padre maschilista e sadico, riesce a ritrovarsi, ad ottenere una seconda vita , grazie all'incontro con una psicanalista della Grande Mela.... Ma il film non è Pretty Woman e racconta anche di una grande rinuncia, forse la più dolorosa. Il telespettatore non può farci nulla: è semplicemente il "modo del Sud", quella maniera nostalgica ed autolesionista di guardare in faccia le avversità: è il senso del dovere, l'attaccamento alle radici ed alla tradizione che trionfa sulla rivoluzione dell'amore. Storia molto intensa, con un finale che non mi sento umanamente di condividere, ma che rispetto, anche e soprattutto per la bellezza della sceneggiatura e la bravura del duo Nolte-Streisand, davvero in stato di grazia.
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cloud 79
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lunedì 29 settembre 2008
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recensione del film "il principe della maree"
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Quando uccidiamo i nostri più dolorosi ricordi affinchè loro non uccidano noi, riportarli a galla a volte fa più male di viverli al momento. Con grande maestria ed infinita bravura, questo ci dicono i due grandi attori di questo meraviglioso film che entra nel cuore di tutti. Un viaggio straziante, intelligente, poetico, colto, raffinato e avvincente, nella recondite profondità dell'animo, che affiora al suo termine, dopo una splendida recitazione e una sognante regia, in un finale giusto e convincente, libero, come al contrario i suoi pochi detrattori hanno pensato, da qualunque clichè o sentimentalismo gratuito. La Streisand ci porta per mano in un sogno ovattato di emozioni e il risultato è un film che a mio avviso ci insegna qualcosa: anche se fuggire dai ricordi è impossibile, c'e' sempre qualcuno, da qualche parte, che con il suo solo conoscerla, te li rende meno dolorosi.
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Quando uccidiamo i nostri più dolorosi ricordi affinchè loro non uccidano noi, riportarli a galla a volte fa più male di viverli al momento. Con grande maestria ed infinita bravura, questo ci dicono i due grandi attori di questo meraviglioso film che entra nel cuore di tutti. Un viaggio straziante, intelligente, poetico, colto, raffinato e avvincente, nella recondite profondità dell'animo, che affiora al suo termine, dopo una splendida recitazione e una sognante regia, in un finale giusto e convincente, libero, come al contrario i suoi pochi detrattori hanno pensato, da qualunque clichè o sentimentalismo gratuito. La Streisand ci porta per mano in un sogno ovattato di emozioni e il risultato è un film che a mio avviso ci insegna qualcosa: anche se fuggire dai ricordi è impossibile, c'e' sempre qualcuno, da qualche parte, che con il suo solo conoscerla, te li rende meno dolorosi. Meritevole di tutte le sue nomination, ma sfortunatissimo per l'anno di uscita (1991) in cui il dottor Lecter e la pungente Clarice, si portarono via le loro cinque meritatissime statuette.
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elgatoloco
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domenica 25 marzo 2018
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grande opera della streisand
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Regista e autrice cinematografica di vaglia, oltre che attrice e cantante di altissimo livello, Barbra Streisand, con questo"The Prince of Tides"(1991, da un romanzo omonimo di Pat Conroy, pubblicato un lustro prima), raggiunge probabilmente la vetta della sua opera registica, dopo"Yentl"(1983), da un racconto di Isaac Singer. Opera complessa ma tutt'altro che"incomprensibile", "The Prince of Tides"coinvolge psicoanalisi(quelle che all'inizio il protagonista chiama"bubbole freudiane"o con espressione simile)che nel film è poi la ricostruzione di una vita familiare, che attraversa l'infanzia, terribile per il protagonista, parallela quanto diversa da quella del personaggio della psicoanalista.
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Regista e autrice cinematografica di vaglia, oltre che attrice e cantante di altissimo livello, Barbra Streisand, con questo"The Prince of Tides"(1991, da un romanzo omonimo di Pat Conroy, pubblicato un lustro prima), raggiunge probabilmente la vetta della sua opera registica, dopo"Yentl"(1983), da un racconto di Isaac Singer. Opera complessa ma tutt'altro che"incomprensibile", "The Prince of Tides"coinvolge psicoanalisi(quelle che all'inizio il protagonista chiama"bubbole freudiane"o con espressione simile)che nel film è poi la ricostruzione di una vita familiare, che attraversa l'infanzia, terribile per il protagonista, parallela quanto diversa da quella del personaggio della psicoanalista. Un percorso di vita, che il film rende con uno stile mai faticoso, anzi estremamente aderente alle biografie dei due protagonisti, non totalmente dissimili, peraltro, dalle esprerienza di vita di molte altre persone, pur con l'irriducibilità riconducibile al"principium individuationis"che marca la specificità di ogni persona. Stile piano e immaginifico, dove la contraddizione è solo apparente, in quanto le immagini, persino le metafore fanno parte della"realtà", come la intendiamo anche correntemente e comunque la intendiamo e il cinema è"immaginifico"per sua intrinseca natura, né potrebbe essere diversamente. Altre due caratteristiche marcano il film dal punto di vista registico: la scrittura filmica al femminile e l'accentuazione dell'ebraismo del personaggio femminile, la protagonista-una caratteristica mai negata(per fortuna)dall'autrice-attrice che, come anche Jerry Lewis, di questa sua caratteristica cutlruale fondamentale non ha mai fatto mistero. Sui misteri dell'amore e della vita(endiadicamente uniti)Streisand e Nolte ci fanno veramente, come interpreti, "lezione"e anche Blythe Danner, la moglie del protagonista, tra le/gli altre/i interpreti, ci offre un'interpretazione eccelsa, El Gato
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