ralphscott
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martedì 22 marzo 2011
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piacevole,non male
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Così come gli umani nel deserto,le vespe nell'aria e le termiti sul suolo,anche i pirana pagano il loro tributo agli esperimenti militari,éscamotage abusato negli anni '70 per dare origine a creature border line,aggressive e pericolose. L'opera di Dante é interessante nel suo complesso,non certo per i modestissimi effetti speciali. Una sceneggiatura convincente che si avvale di una regia ispirata,mai banale. Alcune riprese panoramiche,anzi, sono notevoli. Buon cast,con il valore aggiunto della presenza della mitica Barbara Steele,già musa ispiratrice di Mario Bava,nonchè regina dell'horror anni 50' / '60.
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satanson
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mercoledì 6 luglio 2011
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al piranha! al piranha!
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Ho dovuto vincere lo scetticismo per guardare questo film e, per fortuna ci sono riuscito! Piccoli pregiudizi sull'effettistica banale dei film di questo genere degli anni 70/80 che compromettono l'illusione di realtà basilare per godersi un film, mi hanno dato qualche grattacapo. Qualche effetto primitivo nella fase iniziale del film è stato un brutto biglietto da visita per i miei occhi. Fortunatamente, però, Joe Dante usa quelle "tecniche" solo all'inizio per poi lasciare spazio a inquadrature (dei piranha, ovviamente) flash che non compromettono l'effetto illusorio. Ottime scelte registiche, quindi, fanno si che ci si possa godere a fondo questa trasposizione acquatica dell'aneddoto "al lupo! al lupo!".
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Ho dovuto vincere lo scetticismo per guardare questo film e, per fortuna ci sono riuscito! Piccoli pregiudizi sull'effettistica banale dei film di questo genere degli anni 70/80 che compromettono l'illusione di realtà basilare per godersi un film, mi hanno dato qualche grattacapo. Qualche effetto primitivo nella fase iniziale del film è stato un brutto biglietto da visita per i miei occhi. Fortunatamente, però, Joe Dante usa quelle "tecniche" solo all'inizio per poi lasciare spazio a inquadrature (dei piranha, ovviamente) flash che non compromettono l'effetto illusorio. Ottime scelte registiche, quindi, fanno si che ci si possa godere a fondo questa trasposizione acquatica dell'aneddoto "al lupo! al lupo!". Il protagonista, un uomo di mezza età divorziato e ormai dedito al bere, gode di poca credibilità nel posto in cui vive e, quando è lui l'unico a poter fermare l'allarmante situazione dei piranha che si moltiplicano come mosche nel fiume, si trova a combattere contro lo scetticismo della gente nei suoi confronti. Dovranno esserci u bel po' di vittime prima che il protagonista venga preso sul serio...
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michele martelossi
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giovedì 22 novembre 2007
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pesci mutanti alla deriva
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Joe Dante è persona straordinaria, dalla verve ironica e fumettistica. L'ho incontrato, una settimana fa, e non potevo che regalargli un piranha imbalsamato per suscitarne le risate. Di tale carattere, "Piranha" (1978) porta indubbiamente traccia. E' un dramma fluviale e un po' nichilista, una corsa ininterrotta da cima a valle in cui tutto, a mano a mano, si dissolve come in una lenta immersione subacquea. Non c'è zattera o salvagente che possa salvare le ambizioni turistiche e le folli aspettative della scienza; né diga che possa arginare lo sciame di pesci inferociti e salvare vite. Ma il racconto, per quanto tragico e fomentato dall'inquieta musica del bravissimo Pino Donaggio, è quasi timido e cauto nell'accennare al risvolto apocalittico e anti vietnamita, confezionandolo in carta giocattolo : i dialoghi sono brillanti, la comicità mai banale, la fotografia luccicante come i bagliori a pelo d'acqua, le citazioni di un film nel film a matrioska - tipiche di Dante - sempre adeguate, il sangue si stempera nell'acqua, in vedo-non vedo e tra silenti grovigli di gambe.
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Joe Dante è persona straordinaria, dalla verve ironica e fumettistica. L'ho incontrato, una settimana fa, e non potevo che regalargli un piranha imbalsamato per suscitarne le risate. Di tale carattere, "Piranha" (1978) porta indubbiamente traccia. E' un dramma fluviale e un po' nichilista, una corsa ininterrotta da cima a valle in cui tutto, a mano a mano, si dissolve come in una lenta immersione subacquea. Non c'è zattera o salvagente che possa salvare le ambizioni turistiche e le folli aspettative della scienza; né diga che possa arginare lo sciame di pesci inferociti e salvare vite. Ma il racconto, per quanto tragico e fomentato dall'inquieta musica del bravissimo Pino Donaggio, è quasi timido e cauto nell'accennare al risvolto apocalittico e anti vietnamita, confezionandolo in carta giocattolo : i dialoghi sono brillanti, la comicità mai banale, la fotografia luccicante come i bagliori a pelo d'acqua, le citazioni di un film nel film a matrioska - tipiche di Dante - sempre adeguate, il sangue si stempera nell'acqua, in vedo-non vedo e tra silenti grovigli di gambe. Complessivamente, non si conoscono battute di stanchezza . "Acquarena resort" (Texas) é una minuscola Disneyland affollata di bagnanti: confluvio e capolinea di tutte le paure alimentate nelle tappe precedenti. Paul - impaurito per l'inermità della figlioletta - e Maggie - tormentata dai sensi di colpa per aver involontariamente liberato i carnivori dalla vasca - compiono un viaggio in quella direzione, con una specie di progressiva discesa agli inferi i cui gironi son popolati da stolte e involute gerarchie militari, scienzati idealisti e disumani e albergatori ancor più mefistofelici; è in pasto ad essi, più che ai pesci, che finiscono le richieste d'aiuto e la vulnerabilità degli ignari, passando attraverso i buchi di una rete di protezione invisibile che non risparmia nemmeno i più piccoli come nelle favole del lupo. L’evanescente topografia dei luoghi - dal laboratorio semi nascosto alle rive poco conosciute - e la sordità all’allarme lanciato caricano il tutto di una dimensione quasi onirica. Bradford Dillman - già noto per altri approcci poco sereni con l'ecologia in "Swarm" e "Bug - insetto di fuoco" - interpreta un personaggio bidimensionale: inizialmente passivo e dedito all'alcool, subisce un'inspiegabile muta pari a quella ittica, come se l'ancestrale paura dell'uomo per il pericolo che lo circonda accelleri le sue primarie pulsioni, trasfigurandolo. E' vero: lo "Squalo" di Spielberg dixit, ma se di copia dobbiam parlare, personalmente trovo molto più intrigante questa riproduzione, in chiave alternativa - operazione, del resto, tutt'altro che facile. Belinda Balanski, Dick Miller e Kevin McCarthy torneranno a far squadra con Dante nelle produzioni anni '80. Nel cast, anche una giovanissima Melody Thomas Scott, come maestra di nuoto ed Eric Braden, quale controfigura di McCarthy.
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