paperino
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martedì 16 agosto 2011
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fra i più bei film sull'assurdità della guerra
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Non mi sarei aspettata tante emozioni da questo film.Ho amato da subito "Picnic at Hanging Rock" che ho poi rivisto parecchie volte sempre con la stessa tensione emotiva.
Solo Weir avrebbe potuto traformare in un film ottimo, sia esteticamente che nei contenuti, il tema sfruttatissimo ( senza, ahimè risultati) dell'assurdità della guerra dove non ci sono vincitori ma solo vinti.
Emozionante fin dalla prima scena con le frasi che lo zio vuole imprimere nella mente di Archibald e ancor più nell'ultima dove le stesse frasi vengono ripetute come una specie di mantra da un ragazzo che ormai è consapevole della sua prossima fine.
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Non mi sarei aspettata tante emozioni da questo film.Ho amato da subito "Picnic at Hanging Rock" che ho poi rivisto parecchie volte sempre con la stessa tensione emotiva.
Solo Weir avrebbe potuto traformare in un film ottimo, sia esteticamente che nei contenuti, il tema sfruttatissimo ( senza, ahimè risultati) dell'assurdità della guerra dove non ci sono vincitori ma solo vinti.
Emozionante fin dalla prima scena con le frasi che lo zio vuole imprimere nella mente di Archibald e ancor più nell'ultima dove le stesse frasi vengono ripetute come una specie di mantra da un ragazzo che ormai è consapevole della sua prossima fine.
I momenti di gioco e di divertimento dei tanti giovani ignari di esseri lì per essere sacrificati come carne da macello acuiscono il senso di impotenza nel dramma finale.
L''ultimo fotogramma è destinato a rimanere impresso nella memoria, come quello di " Niente di nuovo sul fronte occidentale" del resto. Ad esso fa da contrappunto il grido disperato dell'amico che si salverà con il rimorso di non aver potuto vincere la corsa più importante: quella per la vita.
La musica di Albinoni contribuisce al miracolo....Cosa si potrebbe desiderare di più ?
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fedeleto
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domenica 12 febbraio 2012
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le vite spezzate dalla guerra
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-Ho molle d'acciaio nelle gambe per correre in pista come un leopardo! Queste sono le parole suggerite dallo zio che si ripete Archie quando deve correre e fare i 100 metri sotto i 10 secondi.Il ragazzo e' un corridore eccellente e lo zio ne e' entusiasto.Partecipando alla gara di corsa nei 100 incontrera' Frank un ragazzo scapestrato con cui attraversera' il deserto per andare a Port ad arruolarsi.Successivamente anche Frank fara' altrettanto e si ritroveranno catapultati nell'inferno della guerra ,fino a quando Frank facendo il portaordini dovra' dare la notizia di sospendere l'attacco australiano completamente falciato dai turchi armati di mitragliatrici,ma non fara' in tempo a salvare l'amico oramai in una corsa disperata interrotta e spezzata come la sua vita dai proiettili delle mitragliatrici.
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-Ho molle d'acciaio nelle gambe per correre in pista come un leopardo! Queste sono le parole suggerite dallo zio che si ripete Archie quando deve correre e fare i 100 metri sotto i 10 secondi.Il ragazzo e' un corridore eccellente e lo zio ne e' entusiasto.Partecipando alla gara di corsa nei 100 incontrera' Frank un ragazzo scapestrato con cui attraversera' il deserto per andare a Port ad arruolarsi.Successivamente anche Frank fara' altrettanto e si ritroveranno catapultati nell'inferno della guerra ,fino a quando Frank facendo il portaordini dovra' dare la notizia di sospendere l'attacco australiano completamente falciato dai turchi armati di mitragliatrici,ma non fara' in tempo a salvare l'amico oramai in una corsa disperata interrotta e spezzata come la sua vita dai proiettili delle mitragliatrici.Peter Weir(picnic ad Hanging Rock,L'ultima onda),dopo il buon film tv di Plumber,si cimenta in una pellicola dalla grande produzione targata Paramount e forse dirige una delle pellicole piu' profonde della sua carriera.Archie e Frank sono due ragazzi diversi eppure accomunati dalla guerra.Il primo crede nell'ideale di patria e vuole combattere per essa,il secondo e' un approfittatore che prova ad entrare nella guerra poiche' come dice lui non vuole marcire a casa fino al resto dei suoi giorni.Dunque un idealista e un tenta strade.Entrambi pero' rispecchiano l'idea di individualita' che ha Weir ,ovvero la volonta' del singolo di crearsi e adoperarsi per cio' in cui crede,ma la tematica bellica andando avanti nel film porta ulteriori dubbi ovvero,perche' combattere una guerra dove i soldati sono solo carne da macello ? chi puo' dire se e' giusta una guerra?Archie con le sue gambe veloci corre verso la vittoria e forse nel celebre finale dove il fermo immagine immortala l'immagine di questo eroe vediamo che la sua corsa e' finita ma soprattutto ora la sua corsa e' pari a quella di Frank che corre per salvare la vita all'amico ormai a pochi attimi dalla fine ,ma entrambi correrranno inutilmente e nulla puo' fermare l'orrore della guerra.Weir oltre a dirigere magistralmente i due attori(dove di sicuro spicca molto Mel Gibson) ricorre a validi simbolismi degni delle sue pellicole precedenti(l'orologio segna il tempo e dunque il tempo rimanente della vita di Archie,Frank perdendo la sua prima gara vince in realta' l'ultima facendo il portaordini e dunque vince la vita,Archie invece vince la prima gara ma perdera' l'ultima ovvero la vita),pertanto il film e' circondato da un alone di ostracismo nei confronti degli inglesi(divertente la scena di Frank e dei suoi compagni che scimmiottano i due nobili inglesi),e anche da un 'atmosfera biblica nella sequenza sul deserto in cui i due si confrontano con le loro opinioni diverse sulla guerra.Ma e' d'obbligo dire che LA GUERRA HA SPEZZATO TROPPE VITE ,e quando lo spirito giovane crede in quialcosa non dovrebbe mai credere nella guerra.Ancora una volta grande Weir.
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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la guerra che uccide la gioventu' e la speranza
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“Gli anni spezzati (Gallipoli)” è un film del 1981 diretto da Peter Weir. Siamo in Australia nell’anno 1915 e un ragazzo di nome Archy Hamilton vive in una piccola fattoria assieme alla famiglia. Archy ha un talento innato per la corsa e si allena costantemente con l’aiuto dello zio, il quale in passato era stato un grande corridore. Il grande sogno di Archy è quello di arruolarsi nell’esercito australiano, impegnato nella prima guerra mondiale a fianco dell’Inghilterra per contrastare la Germania. In quel preciso momento storico l’esercito si sarebbe diretto verso Gallipoli per affrontare la resistenza turca. Archy sa che, sia per questioni di età che per l’opposizione dei genitori, non può coronare il suo sogno.
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“Gli anni spezzati (Gallipoli)” è un film del 1981 diretto da Peter Weir. Siamo in Australia nell’anno 1915 e un ragazzo di nome Archy Hamilton vive in una piccola fattoria assieme alla famiglia. Archy ha un talento innato per la corsa e si allena costantemente con l’aiuto dello zio, il quale in passato era stato un grande corridore. Il grande sogno di Archy è quello di arruolarsi nell’esercito australiano, impegnato nella prima guerra mondiale a fianco dell’Inghilterra per contrastare la Germania. In quel preciso momento storico l’esercito si sarebbe diretto verso Gallipoli per affrontare la resistenza turca. Archy sa che, sia per questioni di età che per l’opposizione dei genitori, non può coronare il suo sogno. Un giorno Archy deve recarsi con lo zio in una cittadina vicina per partecipare a una gara di corsa e incontrerà Frank Dunne, un ragazzo che vive in grandi difficoltà economiche e per guadagnare un po’ di denaro decide di partecipare alla corsa scommettendo sulla sua vittoria. La gara la vincerà Archy ma i due cominciano a conoscersi e ad instaurare una forte amicizia. Archy dopo la gara comunica la sua decisione di arruolarsi allo zio il quale, a malincuore, è costretto ad acconsentire. Il ragazzo vuole entrare nella cavalleria ma, essendo troppo giovane, gli viene impedito. Allora decide assieme a Frank di recarsi presso la città di Perth. Frank, al contrario di Archy, non nutre il desiderio di combattere per la sua patria, ritenendo che questa guerra sia inutile e che non appartenga al popolo. Entrambi i ragazzi, per differenti motivi, vogliono allontanarsi dai loro luoghi natii al fine di provare nuove esperienze e di dare una svolta alla loro esistenza. Frank però, a seguito delle continue insistenze di Archy, decide di arruolarsi anche lui all’interno della cavalleria. Archy, dopo essere riuscito a mascherare la sua vera età falsificando la sua identità, entra all’interno della cavalleria mentre Frank, poco abile nel cavalcare, è costretto a far parte del reggimento della fanteria. Le strade dei due amici si divideranno ma imprevedibilmente si rincontreranno al Cairo dove le truppe australiane svolgono un periodo di addestramento e Archy riuscirà a convincere il comandante del suo battaglione a far entrare Frank nella cavalleria. Dopo poco tempo le truppe imbarcano per raggiungere Gallipoli ed è solo in quel momento che Archy e Frank verranno a conoscenza del vero significato della guerra e di tutte le sue terribili conseguenze. La pellicola riesce a trattare svariate tematiche a partire da una riflessione sulle guerre le quali purtroppo hanno spesso caratterizzato e scandito la storia dell’umanità. La guerra tra nazioni è sempre stata frutto di interessi politici ed economici che hanno coinvolto le autorità dei singoli paesi. Al fine di riuscire a realizzare i rispettivi obiettivi l’unico modo è attivarsi al fine di coinvolgere il popolo e per farlo è necessario mettere in atto una campagna propagandistica, caratterizzata da false promesse e menzogne, che convinca e manipoli le persone al fine di alimentare un senso di responsabilità e di patriottismo privi di un vero fondamento. Arruolarsi a questo punto appare l’unico modo per essere parte integrante del proprio paese di origine e per acquistare rispetto. In molti casi costituisce l’unica speranza per riuscire a cambiare radicalmente la propria esistenza con l’illusione di riuscire a costruirsi un futuro migliore. Archy è l’emblema di questo sentimento umano e rispecchia il desiderio e l’intento di un giovane ragazzo, nel pieno del periodo adolescenziale, di essere protagonista e di rivelarsi utile per la causa del suo paese. Frank al contrario appare più razionale, maturo e obiettivo, in quanto comprende che la guerra è portatrice di sofferenza e morte e che non sia logico che debba essere il popolo a subire le conseguenze di un conflitto instaurato esclusivamente per perseguire gli interessi di coloro che occupano posizioni di potere e di supremazia. La guerra è la metafora della malvagità dell’uomo, il quale è un essere capace di uccidere un suo simile a sostegno di ideali e valori a lui sconosciuti o che non gli appartengono, arrivando addirittura a sacrificare la propria vita. L’assurdità è che l’essere umano può essere comandato e plasmato a piacimento senza che possa rendersi conto della crudeltà e dell’illogicità delle azioni compiute. La guerra è un disumano gioco al massacro reso ancor più irrazionale se si pensa che alcuni Stati, come appunto l’Australia, agiscono in rappresentanza e per conto di un’altra nazione colonizzante rappresentata nel caso specifico dall’Inghilterra. Anche Frank alla fine è costretto a cedere pur di mantenere vivi i rapporti con Archy. L’amicizia costituisce un valore prezioso e sempre più raro in quanto deve essere costantemente coltivata e deve basarsi specialmente sulla fiducia reciproca. Il legame tra Archy e Frank è talmente forte da riuscire a unirli in qualsiasi situazione, condividendo esperienze sia positive che negative. Il regista focalizza molto l’attenzione sulla giovinezza, costellata da bellezza e contraddizioni. I giovani sono sempre stati in prima linea in ogni conflitto bellico e la loro spensieratezza e ingenuità sono prevalsi sul raziocinio e sulla logica. Archy e Frank vivono ogni momento con una gioia e un entusiasmo tale da far loro credere che quello che stanno affrontando rappresenti solamente una delle tante avventure da poter raccontare in futuro. Quando si renderanno conto di cosa significhi davvero la guerra e di tutte le contraddizioni, le atrocità e le inquietudini ad essa legate sarà ormai troppo tardi. Gli anni spezzati sono proprio quelli della giovinezza che dovrebbe essere contraddistinta dalla felicità e dalla scoperta di ogni aspetto della vita e del mondo. Un bel film diretto magistralmente dal grande Peter Weir e che vede in Mark Lee, nei panni di Archy Hamilton, e in Mel Gibson, in quelli di Fran Dunne, due ottimi interpreti. Un film da vedere perché è capace di trasmettere forti emozioni e di far riflettere lo spettatore, il quale riesce ad immedesimarsi nei due protagonisti e nelle loro inquietudini interiori.
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lorenzomeloni
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venerdì 7 ottobre 2016
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gallipoli - i piedi dell'angelo
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GALLIPOLI - I Piedi dell'Angelo
Prima di Cook e della colonizzazione l'Australia aveva conosciuto solo gli Aborigeni; prima del loro arrivo qualche decina di migliaia di anni fa, solo rocce e serpenti. Ancora oggi i (relativamente) pochi abitanti sono concentrati sulle coste e ai margini dei deserti, territorio faticosamente conteso a una natura ostile; gli spazi sconfinati, la fauna unica al mondo (con una percentuale di specie endemiche intorno al 70%), la lunare imperturbabilità del paesaggio: tutto parla di un luogo in cui il tempo ha deviato il suo corso e perfino la grande Storia ha rallentato il passo.
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GALLIPOLI - I Piedi dell'Angelo
Prima di Cook e della colonizzazione l'Australia aveva conosciuto solo gli Aborigeni; prima del loro arrivo qualche decina di migliaia di anni fa, solo rocce e serpenti. Ancora oggi i (relativamente) pochi abitanti sono concentrati sulle coste e ai margini dei deserti, territorio faticosamente conteso a una natura ostile; gli spazi sconfinati, la fauna unica al mondo (con una percentuale di specie endemiche intorno al 70%), la lunare imperturbabilità del paesaggio: tutto parla di un luogo in cui il tempo ha deviato il suo corso e perfino la grande Storia ha rallentato il passo. Ma una guerra non si guadagna l'appellativo "mondiale" per nulla: nel 1915 l'Australia onorò la sua appartenenza al Commonwealth con il sacrificio di ottomila soldati, carne da cannone durante un'azione diversiva contro i Turchi nella baia di Gallipoli; come una bambina che si scopre donna alla vista del sangue, la nazione potè mettersi definitivamente sulla mappa solo al prezzo della sua antica innocenza.
Si potrebbe spiegare tutto questo con un sermone infinito; a un narratore intelligente come Peter Weir bastano due personaggi. Archy Hamilton (Mark Lee) è un ragazzo di campagna, vero e proprio cowboy del deserto e promessa dei 100 metri piani sotto la guida esperta di suo zio Jack (Bill Kerr). Sconfigge in gara il corridore Frank Dunne (Mel Gibson), cittadino di Perth e spiantato giramondo, pur essendosi distrutto i piedi sulla roccia appena il giorno prima; ci riesce - come spiega all'avversario - perche Frank non inizia mai le gare da terra. Anzi, il personaggio ci viene presentato proprio così: Frank Dunne, di Perth. Quello che parte in piedi. Ma un vero corridore deve iniziare su quattro zampe, come un animale o un bambino piccolo, se vuole andare più forte degli altri e vincere. Deve crescere, deve evolvere; diventare uomo in pochi secondi. E diventare uomo significa scoprire il dolore. Lo sa bene il vecchio zio, a sua volta ex campione di corsa, reduce di guerra dai connotati hemingwaiani. Sa che la guerra tornerà per suo nipote e che niente potrà trattenerlo. A un certo punto legge ad alta voce un passo del Libro della Giungla di Kipling.
poi prese fiato e sospirò, e le lacrime gli corsero giù per il viso. "che cos'è? Che cos'è?" disse. "Non voglio lasciare la Giungla, e non so cos'è questo. Sto morendo, Bagheera?" "No fratellino, sono solo lacrime, come capita agli uomini. Ora so che tu sei un uomo e non più il cucciolo dell'uomo. Lasciale cadere, Mowgli. Sono solo lacrime" Così Mowgli si sedette e pianse come se il suo cuore dovesse spezzarsi e lui non avesse mai pianto prima in vita sua. "Ora" disse "andrò dagli uomini"
(Peter Weir) mi volle per Gallipoli perchè non ero il tipico Australiano. Aveva già Mark Lee, angelico, l'ideale di ragazzo australiano, e cercava una sensibilità più moderna. Pensava che il pubblico avesse bisogno di qualcuno che facesse da tramite col suo tempo. Le parole di Mel Gibson, qui in un ruolo che vale una carriera, dimostrano una comprensione profonda dei personaggi; si, serve il viso pulito di Mark Lee per dare corpo al "vecchio West" dell'Australia rurale, pura perchè ignara del mondo degli uomini, bambina e quadrupede. La maschera sorniona di Gibson sta invece per l'Australia disincantata delle città, quella che sa (o crede di sapere) come va il mondo e parte in piedi, già adulta. Sono le due protagoniste assolute dei primi film di Weir: in Picnic a Hanging Rock e L'Ultima Onda il fascino sinistro della prima strappa la seconda alla sua culla di civiltà per restituirla a una dimensione spirituale dimenticata. In Gallipoli l'incontro tra un mondo incorrotto e la modernità nella forma della guerra è fatale, un po' come la vista dell'automobile per il Cable Hogue di Peckinpah. Quando alla fine quel mondo si alza e corre, l'"Altra" Australia può solo guardarlo andare al massacro, conscia che partire in piedi - se salva la vita - significa anche non diventare mai davvero uomini.C'è tutta una parte di Gallipoli ambientata al Cairo in cui - tra le altre cose - la silhouette inconfondibile delle Piramidi viene accostata alla forma triangolare delle tende dell'accampamento australiano, bianche come il marmo. Tombe per uomini ancora vivi, presagi di morte e insieme monumenti. Ma qualcos'altro monopolizza la scena: la grande Sfinge della piana di Giza richiama alla mente l'indovinello che la sua omonima poneva a Edipo: "Quale animale cammina su quattro zampe al mattino, su due a mezzodì e su tre alla sera?". Forse Archy risponderebbe come Edipo: l'uomo. Che prima va a gattoni, poi si alza in piedi. Infine cammina appoggiandosi a un fucile. In Greco il nome "Edipo" significa "dai piedi tumefatti".
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enigmista12
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sabato 21 novembre 2015
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gallipoli
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Il regista australiano Peter Weir (L'attimo fuggente, The Truman Show) abbandona i banchi scolastici americani e i set cinematografici, per dirigersi a Gallipoli negli anni 1915-16, durante una delle più feroci battaglie della Storia, concentrandosi sulla storia di Archy Hamilton, un diciottenne bravvissimo corridore che abbandona tutto per fare cavalleria con l'amico Frank che viene invece ammesso in fanteria; desideroso di combattere per il suo Paese verrà invece usato come animale da macello per i fucili dei turchi, non prima che abbia compiuto la sua ultima, disperata corsa. Un film delicato, struggente, mischiato a un pizzico di ironia, che svela come la Guerra spezza gli anni e sogni delle persone , ma anche una storia di un coraggio senza limiti, che mostra quanto uno può andare avanti se lo desidera veramene.
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Il regista australiano Peter Weir (L'attimo fuggente, The Truman Show) abbandona i banchi scolastici americani e i set cinematografici, per dirigersi a Gallipoli negli anni 1915-16, durante una delle più feroci battaglie della Storia, concentrandosi sulla storia di Archy Hamilton, un diciottenne bravvissimo corridore che abbandona tutto per fare cavalleria con l'amico Frank che viene invece ammesso in fanteria; desideroso di combattere per il suo Paese verrà invece usato come animale da macello per i fucili dei turchi, non prima che abbia compiuto la sua ultima, disperata corsa. Un film delicato, struggente, mischiato a un pizzico di ironia, che svela come la Guerra spezza gli anni e sogni delle persone , ma anche una storia di un coraggio senza limiti, che mostra quanto uno può andare avanti se lo desidera veramene. E lo capiranno tutti nel vedere Archy che scatta in avanti al fischio di partenza nella scena iniziale e finale, nell'ultimo caso prima di essere abbattuto.
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