Trasposizione cinematografica del 1957, con la regia dell’esordiente Martin Ritt e la sceneggiatura di Robert Alan Aurthur, di un dramma teatrale scritto dallo stesso Aurthur per la serie televisiva The Philco Television Playhouse e trasmesso dalla NBC nel 1955.
Il film ricorda Uno sguardo dal ponte sia per l’ambientazione tra gli scaricatori di porto di New York che abitavano nell’immediato dopoguerra nelle squallide periferie della metropoli, sia per il tragico epilogo in cui peraltro l’assassino usa la stessa arma impropria ossia un gancio da facchino. Ma Aurthur per la sua opera ha come modello più che la drammaturgia di Miller lo schema favolistico di Propp che combacia esattamente con il plot.
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Trasposizione cinematografica del 1957, con la regia dell’esordiente Martin Ritt e la sceneggiatura di Robert Alan Aurthur, di un dramma teatrale scritto dallo stesso Aurthur per la serie televisiva The Philco Television Playhouse e trasmesso dalla NBC nel 1955.
Il film ricorda Uno sguardo dal ponte sia per l’ambientazione tra gli scaricatori di porto di New York che abitavano nell’immediato dopoguerra nelle squallide periferie della metropoli, sia per il tragico epilogo in cui peraltro l’assassino usa la stessa arma impropria ossia un gancio da facchino. Ma Aurthur per la sua opera ha come modello più che la drammaturgia di Miller lo schema favolistico di Propp che combacia esattamente con il plot. L’Eroe, John Cassavetes, tormentato dal proprio passato arriva dopo diverse peripezie e sotto mentite spoglie in una città lontana da casa e qui viene aiutato dal Mago, Sidney Poitier, a riconquistare la fiducia in sé stesso e a ristabilire sia il proprio equilibrio emotivo sia l’armonia con gli anziani genitori. Anche il finale è da fiaba con la lotta tra l’Eroe e l’Antagonista, impersonato dall’attore di origini italo tedesche Jack Warden, perfetto nel ruolo del malvagio razzista avido e prepotente, e la sconfitta di quest’ultimo. Non manca il premio per l’Eroe ossia la conquista della Principessa, ovvero l’amica della moglie di Poitier, con future nozze in vista. Didascalico lo scopo del soggetto che attraverso l’amicizia dei due protagonisti intendeva mostrare al grande pubblico televisivo la possibilità di superare la mentalità segregazionista, invece, largamente diffusa nella società americana dell’epoca.
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