gianmarco
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mercoledì 9 luglio 2008
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un film che fa ridere, commuovere e piangere
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Charlot raccoglie un neonato abbandonato da una madre snaturata, i due diventano subito amici e il monello aiuta il padre adottivo a fare soldi con mille stratagemmi, ma cinque anni dopo la madre, divenuta celebre cantante rivorebbe il figlioletto. 1° lungometraggio di Chaplin, dopo quasi 70 cortometraggi, è una bellissima storia commovente e strappalacrime con moltissima originalità che rispecchia molto la misera infanzia del regista e dei quartieri malfamati della Londra di fine '800 qui raccontati con garbo e allo stesso tempo rancore. E forse il film di Chaplin che graffia e incide di più sulla cattiveria, la prepotenza e le ingiustizie sociali e culturali, è anche un emblema della povertà e della misericordia senza consolazioni.
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Charlot raccoglie un neonato abbandonato da una madre snaturata, i due diventano subito amici e il monello aiuta il padre adottivo a fare soldi con mille stratagemmi, ma cinque anni dopo la madre, divenuta celebre cantante rivorebbe il figlioletto. 1° lungometraggio di Chaplin, dopo quasi 70 cortometraggi, è una bellissima storia commovente e strappalacrime con moltissima originalità che rispecchia molto la misera infanzia del regista e dei quartieri malfamati della Londra di fine '800 qui raccontati con garbo e allo stesso tempo rancore. E forse il film di Chaplin che graffia e incide di più sulla cattiveria, la prepotenza e le ingiustizie sociali e culturali, è anche un emblema della povertà e della misericordia senza consolazioni. Esordio al cinema di Jackie Coogan (1914-84) che in seguito a questo film ebbe una breve carriera di attore bambino non sempre con successo e finita male nel 1935 con il trafugamento dei suoi risparmi. Primo vero capolavoro del regista inglese, che riedito il film nel 1971 eliminando alcune brevi scene e aggiungendo una splendida colonna sonora, come di consueto, di sua composizione. Restaurato nel 2002 dalla Cineteca di Bologna con contributi digitali che hanno riportato in vita quest'immortale pietra miliare come tante altre del regista, pubblicato in DVD nel 2003
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reservoir dogs
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venerdì 10 dicembre 2010
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sensibilità e delicatezza da antologia
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Un vetraio trova per caso un piccolo in fasce abbandonato, decide di accudirlo e crescendo il bambino lo "aiuterà" nella sua professione: mentre l'uomo ripara i vetri rotti, il piccolo li rompe.
Ma il dottore che visita il piccolo ammalatosi di "poche cure e attenzioni" chiama l'orfanotrofio per affidarlo in mani "migliori", il padre adottivo farà di tutto perchè ciò non avvenga.
La madre che intanto è diventata una famosa cantante ricerca il figlio un tempo lasciato.
Il cinema di Chaplin è tutto una danza degli uomini e della cinepresa che si sposta con inquadrature velocissime, nel film è presente la sua vena "anarchica": il poliziotto e le altre autorità sono i cattivi che minano la felicità dei due.
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Un vetraio trova per caso un piccolo in fasce abbandonato, decide di accudirlo e crescendo il bambino lo "aiuterà" nella sua professione: mentre l'uomo ripara i vetri rotti, il piccolo li rompe.
Ma il dottore che visita il piccolo ammalatosi di "poche cure e attenzioni" chiama l'orfanotrofio per affidarlo in mani "migliori", il padre adottivo farà di tutto perchè ciò non avvenga.
La madre che intanto è diventata una famosa cantante ricerca il figlio un tempo lasciato.
Il cinema di Chaplin è tutto una danza degli uomini e della cinepresa che si sposta con inquadrature velocissime, nel film è presente la sua vena "anarchica": il poliziotto e le altre autorità sono i cattivi che minano la felicità dei due.
Mentre B.Keaton riteneva che i suoi personaggi dovessero combattere per perseguire la via della correttezza, Chaplin non si fa scrupoli ad "infrangere la legge" per il bene proprio ed altrui.
Da antologia la scena del sogno nonostante la povertà della scenografia che rende al meglio la sensazione favolistica.
Al suo primo lungometraggio Chaplin tratta di ciò che più conosce; l'abbandono da piccoli e la paura dell'orfanotrofio e lo fa con una delicatezza e una sensibilità che lo contraddistinguerà per sempre nel cinema.
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il cinefilo
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domenica 12 settembre 2010
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il primo commovente lungometraggio di c.chaplin
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TRAMA:Una donna abbandona disperata il suo neonato che,per una catena di eventi,finisce per essere accudito dal vagabondo Charlot...COMMENTO:Charles Chaplin(regista,sceneggiatore,attore,produttore e ideatore del tema musicale)si trova alle prese,con questo film,con il suo primo lungometraggio(che si è rivelato un successo enorme ed è un mito ancora oggi).
Questo grande classico rivela l'incredibile dote che l'attore-regista farà emergere in tutti suoi capolavori futuri e cioè la capacità di far convivere,nella storia raccontata,il tragico con il comico anche se,in questo caso,il primo elemento prevale nettamente sul secondo rendendo quest'opera una delle più tristi e commoventi del suo cinema.
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TRAMA:Una donna abbandona disperata il suo neonato che,per una catena di eventi,finisce per essere accudito dal vagabondo Charlot...COMMENTO:Charles Chaplin(regista,sceneggiatore,attore,produttore e ideatore del tema musicale)si trova alle prese,con questo film,con il suo primo lungometraggio(che si è rivelato un successo enorme ed è un mito ancora oggi).
Questo grande classico rivela l'incredibile dote che l'attore-regista farà emergere in tutti suoi capolavori futuri e cioè la capacità di far convivere,nella storia raccontata,il tragico con il comico anche se,in questo caso,il primo elemento prevale nettamente sul secondo rendendo quest'opera una delle più tristi e commoventi del suo cinema.
C.Chaplin descrive un mondo in cui gli innocenti,per sopravvivere,sono costretti a trascorrere le loro esistenze nell'illegalità e tormentati dall'autorità(il poliziotto che insegue Charlot e il ragazzino)ed è questo l'aspetto terribile della vicenda che viene portata sullo schermo.
Il tema della sopravvivenza è uno degli argomenti principali del cinema di C.Chaplin e lo si può notare,con tonalità,tecnica,quadro storico e stile diversi tra loro anche nei futuri film del regista intitolati TEMPI MODERNI e MONSIEUR VERDOUX.
IL MONELLO è stato una rivelazione,all'epoca,anche per la presenza del giovane(e strepitoso)Jackie Coogan nei panni del ragazzino adottato da Charlot e la sequenza del pugilato tra bambini che si trasforma in uno scontro tra il leggendario vagabondo e il fratello di uno dei ragazzini è semplicemente indimenticabile.
L'attore-regista stava passando una pessima esperienza coniugale durante la lavorazione del film(forse anche a causa della morte del suo primo figlio)ed è difficile stabilire se questa vicenda abbia avuto una qualche forma di"peso"sulla drammatica storia che il regista portò sullo schermo.
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andrea levorato
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martedì 1 novembre 2011
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il primo lungometraggio del maestro chaplin
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Il monello *****
Produzione: USA 1921
Genere: Commedia, Drammatico
Attori principali: Charles Chaplin, Jackie Coogan
Regia: Charles Chaplin
Trama:
In preda al panico una donna abbandona il suo neonato (Coogan). Charlot (Chaplin), un vagabondo, lo prende con sé e lo cresce, ma dopo 5 anni la madre lo rivuole indietro.
Mini recensione:
È il primo lungometraggio di Chaplin. Lo stile di story telling è il suo inconfondibile: tra dramma e comico, Chaplin racconta un’infanzia difficile, segnata da un abbandono e descrive il complicato e strambo rapporto tra il bimbo e il vagabondo, dove c’è comunque amore.
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Il monello *****
Produzione: USA 1921
Genere: Commedia, Drammatico
Attori principali: Charles Chaplin, Jackie Coogan
Regia: Charles Chaplin
Trama:
In preda al panico una donna abbandona il suo neonato (Coogan). Charlot (Chaplin), un vagabondo, lo prende con sé e lo cresce, ma dopo 5 anni la madre lo rivuole indietro.
Mini recensione:
È il primo lungometraggio di Chaplin. Lo stile di story telling è il suo inconfondibile: tra dramma e comico, Chaplin racconta un’infanzia difficile, segnata da un abbandono e descrive il complicato e strambo rapporto tra il bimbo e il vagabondo, dove c’è comunque amore. Il muto anche a decenni di distanza non si percepisce, grazie anche allo splendido tema musicale, ideato dal regista stesso. Perfette le prove di Chaplin (e quando mai non lo è stato?) e dell’adorabile Coogan.
Quando una pellicola del genere si dimostra sempre fresca, anche ad una tale distanza di anni (parliamo del 1921), trattando tematiche sempre così attuali c’è un solo modo per descriverla: capolavoro.
Interpretazioni:
Charles Chaplin *****
Jackie Coogan *****
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great steven
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mercoledì 24 settembre 2014
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un vagabondo e un discolo in giro per i quartieri.
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IL MONELLO (USA, 1921) diretto da CHARLES S. CHAPLIN. Interpretato da CHARLES S. CHAPLIN – JACKIE COOGAN – EDNA PURVIANCE – HENRY BERGMAN – TOM WILSON – LILLITA MACMURRAY – MAY WITHE – RAYMOND LEE – CHARLES RIESNER – JULES HANFT – JACK COOGAN SR. – FRANCK CAMPBEAU § Una giovane abbandonata, vittima di un perfido seduttore, affida il figlioletto alla pietà altrui. Lo raccoglie Charlot, povero vetraio e vagabondo dal gran cuore che, fra mille sacrifici e astuzie, riesce ad allevare il bambino sottraendolo all’orfanotrofio. Per aiutare il padre adottivo, il monello rompe i vetri. Intanto la madre del piccolo, che ha fatto carriera come cantante ed è diventata ricca, è alla ricerca del pargolo e promette un lauto premio a chi glielo riporterà.
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IL MONELLO (USA, 1921) diretto da CHARLES S. CHAPLIN. Interpretato da CHARLES S. CHAPLIN – JACKIE COOGAN – EDNA PURVIANCE – HENRY BERGMAN – TOM WILSON – LILLITA MACMURRAY – MAY WITHE – RAYMOND LEE – CHARLES RIESNER – JULES HANFT – JACK COOGAN SR. – FRANCK CAMPBEAU § Una giovane abbandonata, vittima di un perfido seduttore, affida il figlioletto alla pietà altrui. Lo raccoglie Charlot, povero vetraio e vagabondo dal gran cuore che, fra mille sacrifici e astuzie, riesce ad allevare il bambino sottraendolo all’orfanotrofio. Per aiutare il padre adottivo, il monello rompe i vetri. Intanto la madre del piccolo, che ha fatto carriera come cantante ed è diventata ricca, è alla ricerca del pargolo e promette un lauto premio a chi glielo riporterà. Il padrone dell’ospizio sottrae il bimbo a Charlot e va a riscuotere la ricompensa lasciando Charlot affranto. Ma il buon girovago riuscirà alla fine a ricongiungersi al piccolo e alla madre, che lo hanno fatto ricercare. Primo lungometraggio di Chaplin, estesamente autobiografico per quanto riguarda la sua infanzia povera nei quartieri popolari di Londra. Nella sua miscela di patetico e di comico (anche grottesco) quante generazioni di bambini ha fatto ridere e piangere? La sequenza del sogno è risolta da Chaplin, con rischio calcolato, in un incantevole stile naif dai trucchi artigianali. Tenero, umoristico, realistico, lirico. Straordinario esordio del piccolo, grande attore J. Coogan (1914-1984). Un successo che dura da novantatre anni. Non si riscontrano significative cadute di ritmo e i tempi comici sono assolutamente e pienamente rispettati, suddividendo il divertimento non in compartimenti stagni e isolati l’uno dall’altro ma in blocchi narrativi che seguono l’avvicendarsi scorrevole e fluido della storia che mantiene compatta la materia della sceneggiatura, composta dallo stesso Chaplin, che si occupò inoltre del montaggio, delle musiche, della produzione e del soggetto. Fotografia in superba filigrana di Roland Totheroh. Scenografia di Charles D. Hall, che ricostruisce i sobborghi britannici con autentica sincerità e puntiglio rigoroso, senza lasciare nulla all’immaginazione né errori da malgiudicare da parte dei critici troppo severi e meticolosi. Oltre all’interpretazione del protagonista, impeccabile come in tutte le altre sue valorosissime opere per serenità, professionalità, metodo e abnegazione, anche gli altri attori brillano di luce propria nell’incarnare personaggi complessi ma pur sempre gradevoli: Coogan si adatta con disinvoltura nella parte del giovanissimo discolo che scampa a varie disavventure e trova nel vagabondo un genitore putativo che sa amarlo, rispettarlo e cullarlo a dovere; E. Purviance, una delle attrici feticcio di Chaplin (che fra l’altro tenne nel suo libro-paga per tutta la vita dopo che ella fallì nel tentativo di farsi una carriera da attrice drammatica), incanta con la sua femminilità procace ed elementare nel rappresentare una donna non del tutto sconfitta dalla vita e anzi capace di ergersi con forza e prendere risoluzioni vincenti di fronte alle avversità che le si parano innanzi; H. Bergman, altro grande ammiratore di Chaplin e suo inossidabile compagno di scena (di ben ventuno anni più vecchio di lui), è un ipocrita e fedifrago guardiano del dormitorio, che tenta di sottrarre al protagonista i soldi per il ritrovamento del fanciullo. Le scene da ricordare: Charlot che trova il neonato avvolto in fasce dopo che è stato lasciato in strada da due malviventi automobilisti; la cura del bambino quando è ammalato, con la presenza del dottore che gli prescrive la giusta terapia; la sfida contro il bulletto, che porta poi Charlot a malmenare il suo robusto fratello che gli aveva promesso di picchiarlo se il suo parente le avesse prese dal monello; la sequenza onirica in cui compaiono gli angeli, fra cui c’è anche L. MacMurray, seconda moglie dell’attore/regista; la colluttazione con i camionisti dopo la fuga sui tetti (in cui Chaplin si mette perentoriamente alla prova con le sue eccezionali doti acrobatiche) e il bacio in bocca col bambino, spezzacuori e strappalacrime insieme; il finale allegro e consolatorio in cui il trio principale si ricongiunge ed entra nel locale di lusso. Il monello venne prodotto dalla Charles Chaplin Production e fu girato a partire dal luglio 1919, in un periodo che non fu particolarmente felice per l’attore/regista, a causa dell’insistente e infedele moglie Mildred Harris e alla morte del figlio appena nato, scomparso dopo tre giorni di vita a causa di evidenti malformazioni fisiologiche e fisiche. L’opera rischiò di finire sotto sequestro unitamente ai beni di Chaplin nella causa di divorzio intentatagli dalla moglie: Charles, previdente, consegnò in custodia una copia dei negativi al fratello maggiore Sydney, terminò il montaggio della pellicola spostandosi in incognito (per quanto la sua popolarità lo consentisse) in diverse località, fra alberghi e studi tecnici. Seguendo ciò che il grande genio del cinema scrisse nella sua autobiografia, egli notò J. Coogan all’Orpheum Theatre di Los Angeles, un locale vaudeville dove stava recitando il padre di questi. Il giorno seguente, parlando con gli altri membri della sua troupe della performance di Coogan, gli venne in mente il soggetto di questa pellicola e scritturò Coogan. Quando la lavorazione del film cominciò, Jackie si rivelò perfetto: Chaplin trovò spontaneo, naturale e decisamente plasmabile alle sue indicazioni il bambino. Distribuito dalla First National Pictures, il film venne presentato a New York il 21 gennaio e successivamente il 6 febbraio 1921, venne esportato nei vari paesi del mondo. Costato 650mila dollari, ne incassò complessivamente 2 milioni e mezzo, classificandosi al secondo posto tra le pellicole di maggiore incasso del 1921, giusto dietro a I quattro cavalieri dell’Apocalisse. Nel 2011 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, tra i film ritenuti culturalmente, storicamente o esteticamente significativi. Tutti pregi e vanti di cui questo capolavoro può senza ombra di dubbio fregiarsi a pieno titolo. Fu rieditato nel 1971 dall’autore che eliminò alcune brevi scene e vi aggiunse una partitura musicale di sua composizione. Restaurato con tecniche fotochimiche e digitali dall’Immagine Ritrovata di Bologna e della Dyte.
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