laurence316
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domenica 19 marzo 2017
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la resurrezione del cinema di fantascienza
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Caposaldo e pietra miliare del genere (esattamente al pari del contemporaneo Guerre stellari), l’unico film del regista di cui sia responsabile sia del soggetto che della sceneggiatura, Incontri ravvicinati del terzo tipo lo è soprattutto per la sua rivoluzionaria rappresentazione degli alieni non più come mostri guerrafondai e assettati di sangue bensì come esseri pacifici alla ricerca di una forma di cooperazione con la razza umana: una visione del tutto innovativa e per nulla scontata nel panorama cinematografico del tempo. Ma lo è anche per diversi altri motivi, in particolar modo per la sua geniale intuizione visiva e narrativa di mostrare il tentativo di comunicazione con gli alieni per mezzo non di un linguaggio verbale, ma bensì musicale.
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Caposaldo e pietra miliare del genere (esattamente al pari del contemporaneo Guerre stellari), l’unico film del regista di cui sia responsabile sia del soggetto che della sceneggiatura, Incontri ravvicinati del terzo tipo lo è soprattutto per la sua rivoluzionaria rappresentazione degli alieni non più come mostri guerrafondai e assettati di sangue bensì come esseri pacifici alla ricerca di una forma di cooperazione con la razza umana: una visione del tutto innovativa e per nulla scontata nel panorama cinematografico del tempo. Ma lo è anche per diversi altri motivi, in particolar modo per la sua geniale intuizione visiva e narrativa di mostrare il tentativo di comunicazione con gli alieni per mezzo non di un linguaggio verbale, ma bensì musicale. E’ poi un film emblematico della poetica dello Spielberg favolista (che poi proseguirà innanzitutto con E.T. l’extra-terrestre) di esaltazione del mondo dell’infanzia che in questo film coincide con la “conseguente ‘infantilizzazione’ dei personaggi eletti a entrare in contatto con gli alieni – Dreyfuss ama Disney e gioca con il purè” (Mereghetti).
Al di là delle componenti ideologiche, è comunque innegabile che il fattore di maggior impatto e fascinazione del film sia dato dalla sua straordinaria forza visiva, merito tanto degli effetti speciali di Douglas Trumbull quanto dell’eccezionale fotografia di Vilmos Zsigmond (giustamente premiata con l’Oscar). Incontri ravvicinati del terzo tipo è infatti prima di tutto una grandiosa esperienza visiva ed uditiva con pochi precedenti nella fantascienza cinematografica (ed è in questo avvicinabile a 2001: Odissea nello spazio di Kubrick).
E’ un film coinvolgente e appassionante, adatto tanto ai bambini quanto agli adulti, un’opera di un “sognatore per sognatori” (Morandini).
Girato nel più grande set mai usato (l’interno di una vecchia, smisurata aviorimessa per dirigibili), costato 20 milioni di dollari, è un grandissimo successo di pubblico, secondo solo a Guerre stellari. Ne esistono tre versioni differenti: oltre a quella originale distribuita nelle sale, quella ritoccata per una criticata (e criticabile) “Edizione Speciale” ed, infine, una terza, leggermente diversa, la Director’s Cut. Tra la prima e la seconda, la differenza più sostanziale consiste nell’inserimento di scene (del tutto superflue) girate all’interno dell’astronave, che risulta comunque complessivamente più corta di 3’ per il taglio e il ritocco di diverse altre scene. La terza ed ultima, la Director’s Cut, che si è vista solo per il mercato dell’home-video, è invece una sorta di fusione delle prime due, con però il grande pregio di ripristinare il finale originario, eliminando pertanto le scene all’interno dell’astronave. Volendo stilare una classifica, si può tranquillamente affermare che sia quest’ultima quella più riuscita e degna di nota.
Piccola curiosità: com'è probabilmente noto, il titolo si riferisce ad una teoria, che ha poi contribuito a popolarizzare, dell’astrofisico e “ricercatore ufologico” J. Allen Hynek, che suddivide in tre grandi tipi i possibili incontri con un’ipotetica razza aliena: l’incontro ravvicinato del primo tipo, che corrisponde all’avvistamento di un UFO; l’incontro ravvicinato di secondo tipo, che consiste nella prova materiale dell’esistenza dello stesso; ed infine l’incontro ravvicinato di terzo tipo, ovvero il contatto vero e proprio.
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marvelman
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sabato 10 luglio 2010
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eccolo il grande spielberg
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Secondo importante lavoro di successo per il grande Steven Spielberg che dà inizio alla sua parabola di successo dallo Squalo fino ad arrivare a Jurassic Park e passando per tutti i suoi, quali di più quali di meno, film. Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo è un immortale capolvoro con soprattutto una fotografia eccelsa con una composizione di cielo stellato ed elementi "terrestri" da fare accaponare la pelle a qualsiasi direttore della fotografia, le musiche dell'inarrivabile john williams sono il contorno perfetto per un ottimo film di fantascienza che raggiunge il suo culmine con la regia di Spielberg, grande regista, grande uomo e grande artista. Nelle sue opere non mi delude mai e ha sempre il suo stile perfetto e toccante da grande maestro del cinema.
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Secondo importante lavoro di successo per il grande Steven Spielberg che dà inizio alla sua parabola di successo dallo Squalo fino ad arrivare a Jurassic Park e passando per tutti i suoi, quali di più quali di meno, film. Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo è un immortale capolvoro con soprattutto una fotografia eccelsa con una composizione di cielo stellato ed elementi "terrestri" da fare accaponare la pelle a qualsiasi direttore della fotografia, le musiche dell'inarrivabile john williams sono il contorno perfetto per un ottimo film di fantascienza che raggiunge il suo culmine con la regia di Spielberg, grande regista, grande uomo e grande artista. Nelle sue opere non mi delude mai e ha sempre il suo stile perfetto e toccante da grande maestro del cinema.
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roy
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venerdì 29 dicembre 2006
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uno dei pochissimi veri capolavori cinematografici
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Quando Spielberg si occupa direttamente della sceneggiatura dei suoi film (o almeno quando se ne occupava), i risultati saltano subito all'occhio. Un film pensato e realizzato (titanicamente) nel 1977 che ancora oggi resiste senza un granello di polvere addosso. Decisamente un buon anno per la fantascienza: nello stesso periodo uscì anche un certo "Guerre Stellari" di un tal George Lucas, forse qualcuno se ne ricorderà. Da amante di questo film (lo ritengo senza alcun dubbio uno dei migliori lavori di Spielberg, anche migliore di alcuni titoli più blasonati e acclamati) posseggo l'edizione speciale in DVD, con alcuni minuti di film in più, scene tagliate ridoppiate e inserite nel film, le interviste a Spielberg, Dreyfuss, Balaban, Rambaldi, filmati di repertorio sulla realizzazione, materiale scartato, ecc.
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Quando Spielberg si occupa direttamente della sceneggiatura dei suoi film (o almeno quando se ne occupava), i risultati saltano subito all'occhio. Un film pensato e realizzato (titanicamente) nel 1977 che ancora oggi resiste senza un granello di polvere addosso. Decisamente un buon anno per la fantascienza: nello stesso periodo uscì anche un certo "Guerre Stellari" di un tal George Lucas, forse qualcuno se ne ricorderà. Da amante di questo film (lo ritengo senza alcun dubbio uno dei migliori lavori di Spielberg, anche migliore di alcuni titoli più blasonati e acclamati) posseggo l'edizione speciale in DVD, con alcuni minuti di film in più, scene tagliate ridoppiate e inserite nel film, le interviste a Spielberg, Dreyfuss, Balaban, Rambaldi, filmati di repertorio sulla realizzazione, materiale scartato, ecc... Ebbene, consiglio spassionatamente a tutti gli amanti di tale capolavoro la visione del DVD. La qualità restaurata è perfetta, e le scene inedite inserite direttamente nel film rendono alcuni passaggi più chiari e comprensibili. Unico neo, purtroppo le voci sono state ridoppiate.
Concludo consigliando a tutti di vedere questo capolavoro, girato in un periodo in cui tutti i film in America erano cupi e pessimisti, perchè risentivano della particolare situazione politica-economica che attanagliava l'America (e non solo).
Guerre Stellari, e sopratutto il messaggio di pace e speranza racchiuso nelle cinque note di benvenuto di I.R.D.T.T., hanno tirato fuori l'America dal tunnel di soffocante pessimismo in cui il cinema rischiava di avvitarsi. Un buon motivo per ripetere l'esperienza oggi, dato che le cose non sembrano essere cambiate poi molto, anzi sono ben peggiori di allora.
PS: E' possibile vedere R2-D2 di "Star Wars" sottosopra in parte della grande astronave che vola sopra la Devil's Mountain. Questo è visibile quando Jillian vede la nave-madre dal suo nascondiglio fra le rocce. :)
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renato corriero
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mercoledì 11 marzo 2009
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fantascienza con la "f" maiuscola!
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Negli anni '50 il cinema di fantascienza mostrava gli extraterrestri come invasori, scientificamente più eruditi, che volevano conquistare e poi dominare il nostro pianeta. In queto film gli extraterrestri sono più che mai pacifici e vengono in segno di amicizia! Buoni e simpatici "rapiscono" il bambino per farlo divertire facendolo volare e poi lo restituiscono alla madre. Le autorità invece, temendo di diffondere un panico da "guerra dei mondi" tengono tutto nascosto! Solo persone extrasensoriali come Dreyfuss e la madre del bambino capiscono che c'è qualche cosa; e Dreyfuss lo capisce in modo tale che quel "qualche cosa" diventa la cosa più importante della sua vita! Per il suo desiderio di conoscenza è disposto anche a perdere moglie (la bella protagonista di Frankenstein Junior!) ed i figli! Da quanto si vede al cinema si nota che la mentalità americana raramente mette la famiglia al primo posto ma la subordina alla realizzazione di se stessi e dei propri ideali.
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Negli anni '50 il cinema di fantascienza mostrava gli extraterrestri come invasori, scientificamente più eruditi, che volevano conquistare e poi dominare il nostro pianeta. In queto film gli extraterrestri sono più che mai pacifici e vengono in segno di amicizia! Buoni e simpatici "rapiscono" il bambino per farlo divertire facendolo volare e poi lo restituiscono alla madre. Le autorità invece, temendo di diffondere un panico da "guerra dei mondi" tengono tutto nascosto! Solo persone extrasensoriali come Dreyfuss e la madre del bambino capiscono che c'è qualche cosa; e Dreyfuss lo capisce in modo tale che quel "qualche cosa" diventa la cosa più importante della sua vita! Per il suo desiderio di conoscenza è disposto anche a perdere moglie (la bella protagonista di Frankenstein Junior!) ed i figli! Da quanto si vede al cinema si nota che la mentalità americana raramente mette la famiglia al primo posto ma la subordina alla realizzazione di se stessi e dei propri ideali. L'abbraccio ed il bacio di Dreyfuss con la madre del bambino dimostra chiaramente che anche gli affetti vanno nella direzione di interessi comuni! Mentalità un po' diversa da quella di noi latini!
Il finale del film dismostra chiaramente anche che Dreyfuss in questa storia fa uscire il "bambino" che c'è in lui! Molto più chiaro nella versione del 1980 in cui si vede che entra nell'astronave col volto di chi ha raggiunto la felicità assoluta mentre in sottofondo si ascoltano le note del Pinocchio di Walt Disney!
Un film che va più sul sentimento che sulla fantascienza e che Spielberg realizzarà al 100% in "E.T." Ottima l'idea di mettere in circolazione il DVD con le tre versioni!
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catullo
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sabato 29 gennaio 2011
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i lampadari volanti di spielberg
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Spielberg rivoluziona il concetto dei film di fantascienza inaugurato nel 1953 da Byron Haskin col suo capolavoro "La guerra dei mondi" secondo il quale dallo spazio non può che derivarne il male...concetto ripreso da John Carpenter col suo "La Cosa" riedizione de "La cosa da un'altro mondo" di Hawks del 51...per non parlare di Ridley Scott col suo "Alien" anche se il film si svolge nello spazio. Spielberg invece nel suo "Incontri" vede gli extraterrestri come esseri pacifici che nella loro superiorità tecnica e forse culturale ci vogliono dare una mano...concetto poi ripreso col suo "E.T" successivo. Il film ci mostra spettacolari effetti visivi praticamente inediti per l'anno in cui fu girato cioè il 77.
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Spielberg rivoluziona il concetto dei film di fantascienza inaugurato nel 1953 da Byron Haskin col suo capolavoro "La guerra dei mondi" secondo il quale dallo spazio non può che derivarne il male...concetto ripreso da John Carpenter col suo "La Cosa" riedizione de "La cosa da un'altro mondo" di Hawks del 51...per non parlare di Ridley Scott col suo "Alien" anche se il film si svolge nello spazio. Spielberg invece nel suo "Incontri" vede gli extraterrestri come esseri pacifici che nella loro superiorità tecnica e forse culturale ci vogliono dare una mano...concetto poi ripreso col suo "E.T" successivo. Il film ci mostra spettacolari effetti visivi praticamente inediti per l'anno in cui fu girato cioè il 77...periodo fra l'altro che coincise un pò in giro per il mondo con molte notizie di ondate di apparizioni di U.F.O. Il clima ricordo era quello e il film aderì in pieno nella suggestione dettatta da queste notizie....rimane da chiederci in che modo questi alieni disegnati dal nostro Rambaldi così esili e tremolanti fossero in grado di costruire astronavi così mastodontiche! Il film è certamente un capolavoro nel suo genere!
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andrea levorato
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domenica 2 ottobre 2011
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una corsa onirica verso dio, incarnato nel diverso
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Incontri ravvicinati del terzo tipo ****1/2
Produzione: USA 1977
Genere: Fantascienza
Attori principali: Richard Dreyfuss, Francois Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon
Regia: Steven Spielberg
Trama:
Le vite di persone si intrecciano nell’attesa dell’atterraggio di un UFO.
Mini recensione:
“Close encounters of the third kind” è il film più ambizioso di Spielberg, forse lo è anche troppo. È un sogno onirico e corale, una corsa che simboleggia la vita, una metafora sul diverso e un film sulla famiglia e Dio. Ma a diferenza di “E.
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Incontri ravvicinati del terzo tipo ****1/2
Produzione: USA 1977
Genere: Fantascienza
Attori principali: Richard Dreyfuss, Francois Truffaut, Teri Garr, Melinda Dillon
Regia: Steven Spielberg
Trama:
Le vite di persone si intrecciano nell’attesa dell’atterraggio di un UFO.
Mini recensione:
“Close encounters of the third kind” è il film più ambizioso di Spielberg, forse lo è anche troppo. È un sogno onirico e corale, una corsa che simboleggia la vita, una metafora sul diverso e un film sulla famiglia e Dio. Ma a diferenza di “E.T.” non è un film per famiglie. È molto complesso e a tratti risulta anche fin troppo farraginoso con pochi (pochissimi) dialoghi e scene lunghissime, ma memorabili e imprescindibili per la trama.
È molto (forse troppo) ambizioso, ma è sbagliato sottovalutarlo, perché ha reso la fantascienza un genere per tutti.
Richard Dreyfuss *****
Francois Truffaut ***
Teri Garr ***
Melinda Dillon ***
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monica rosati
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giovedì 18 aprile 2013
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la favola degli alieni secondo spielberg
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Era l'anno 1977 quando il grande Steven Spielberg, produttore e sceneggiatore, portò sul grande schermo il film "Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo". Stiamo parlando di tantissimi anni fa...ma di sicuro ne avrete sentito parlare spesso! Mi è capitato di vederlo per la prima volta proprio in questi giorni grazie al suggerimento di mio papà, che lo definisce "un grande capolavoro".
Si tratta di un film di fantascienza dove viene mostrato un possibile primo incontro fra gli umani e una razza aliena. Il film è stato anche vincitore di due premi oscar.
Tutto inizia quando nel deserto, lo scienziato francese Claude Lacombe e il suo interprete americano David Laughlin, insieme ad altri ricercatori, ritrovano alcuni aerei persi durante la Seconda Guerra Mondiale, rimasti intatti ma senza traccia dei piloti.
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Era l'anno 1977 quando il grande Steven Spielberg, produttore e sceneggiatore, portò sul grande schermo il film "Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo". Stiamo parlando di tantissimi anni fa...ma di sicuro ne avrete sentito parlare spesso! Mi è capitato di vederlo per la prima volta proprio in questi giorni grazie al suggerimento di mio papà, che lo definisce "un grande capolavoro".
Si tratta di un film di fantascienza dove viene mostrato un possibile primo incontro fra gli umani e una razza aliena. Il film è stato anche vincitore di due premi oscar.
Tutto inizia quando nel deserto, lo scienziato francese Claude Lacombe e il suo interprete americano David Laughlin, insieme ad altri ricercatori, ritrovano alcuni aerei persi durante la Seconda Guerra Mondiale, rimasti intatti ma senza traccia dei piloti. Altra scena iniziale, vede come protagonista un bambino che si sveglia improvvisamente nella notte quando i suoi giocattoli iniziano a muoversi da soli (scena personalmente parecchio terrificante). Inizia così a correre fuori casa, costringendo la madre, Jillian, ad inseguirlo. Nello stesso momento un uomo di nome Roy Neary, durante un intervento di manutenzione, assiste all'inseguimento della polizia di quattro ufo, vivendo così a bordo della sua auto un "incontro ravvicinato".
Tutti coloro che hanno assistito a questo "incrontro ravvicinato" si ritrovano la pelle del corpo scottata, ma soprattutto rimangono sconvolti e iniziano ad avere delle visioni. Tutti infatti sono perseguitati da immagini mentali raffiguranti una montagna e sembrano diventare pazzi.
Mentre il bambino Barry viene rapito dagli alieni, il professor Lacombe viene a conoscenza che durante gli incontri i testimoni raccontano di una particolare sequenza musicale emessa dagli Ufo. Le indagini proseguono e alcuni studiosi riescono a tradurre queste sequenze in coordinate che, secondo il professore possono portare al luogo in cui gli alieni vogliono incontrarsi con l'umanità.
Il famoso luogo è la Torre del Diavolo. Le autorità governative decidono quindi di isolare la zona, diffondendo la falsa notizia di una fuoriuscita di gas tossico da un treno in passaggio, in modo tale da tenere nascosto l'incontro.
Durante il telegiornale che riporta tale notizia, Roy Neary scopre che la Torre del Diavolo ha la stessa struttura dell'immagine che lo ossessiona e intuisce di dover assolutamente recarsi in tale luogo. Recandosi sul luogo, incontra anche Jillian, che ha avuto la sua stessa sensazione. Così insieme riescono a sfuggire alle autorità e a raggiungere la Torre del Diavolo.
Durante la notte improvvisamente appaiono decine di Ufo. Gli scienziati provano a comunicare attraverso luci colorate e suoni, ai quali gli alieni sembrano rispondere allo stesso modo. Questa scena è molto intensa e lascia nel cuore la speranza che in un futuro si possa davvero collaborare con entità extraterrestri.
Poco dopo, dalla gigantesca astronave vengono liberate le persone rapite nel corso degli anni, che appaiono felici e non invecchiate. Come per esempio i piloti degli aerei ritrovati all'inizio del film. Tra queste persone c'è anche il piccolo Barry che riabbraccia la propria madre Jillian.
Finalmente, dopo ore di attesa, dalla navicella escono anche diversi alieni che incuriositi si fermano davanti al gruppo di umani presenti sul luogo.
La fine del film è quasi toccante, perchè nonostante il Governo abbia selezionato un gruppo di persone per farle interagire con gli extraterrestri, questi ultimi scelgono solamente Roy, che non ne faceva parte. La navicella così si chiude e sparisce nel cielo.
Questo film può risultare per molti aspetti, un film molto semplice. Ma è lo stesso Spielberg che spiega: «Volevo che Incontri ravvicinati del terzo tipo fosse una storia molto semplice, vissuta da una persona qualunque, che doveva essere testimone di un evento straordinario, un'esperienza sconvolgente e ossessionante, di quelle che cambiano completamente la vita».
Inoltre è uno dei pochi film in cui gli alieni non sono venuti sulla Terra per conquistarla o distruggerla, ma semplicemente per conoscere l'umanità. Caratteristico è infatti proprio il lieto fine di questa storia.
Beh, se lasciate da parte gli effetti speciali che ormai fanno spuntare un sorriso sui nostri volti, vi consiglio di guardarlo. E' proprio un bel film. E chissà...magari gli alieni sono davvero così socievoli!
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great steven
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martedì 26 luglio 2016
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il primo mirabolante giocattolone sf di spielberg.
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INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO (USA, 1977) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da RICHARD DREYFUSS, MELINDA DILLON, FRANCOIS TRUFFAUT, TERI GARR, BOB BALABAN, CARY GUFFEY, SHAWN BISHOP, WARREN J. KEMMERLING, ROBERTS BLOSSOM, PHILIP DODDS, LANCE HENRIKSEN
Eventi bizzarri turbano la vita di una cittadina del Wyoming, soprattutto black-out improvvisi e terremoti spaventosi. Grazie all'impiego di sofisticati sistemi tecnologici, le stazioni scientifiche di osservazione e ricerca ipotizzano un atterraggio di UFO nei paragi. Nessuno degli abitanti sembra però dar corda a questa supposizione, esclusi un eccentrico giornalista e padre di famiglia, una premurosa donna il cui bambinn viene rapito da un'entità misteriosa e un estroverso scienziato francese.
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INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO (USA, 1977) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da RICHARD DREYFUSS, MELINDA DILLON, FRANCOIS TRUFFAUT, TERI GARR, BOB BALABAN, CARY GUFFEY, SHAWN BISHOP, WARREN J. KEMMERLING, ROBERTS BLOSSOM, PHILIP DODDS, LANCE HENRIKSEN
Eventi bizzarri turbano la vita di una cittadina del Wyoming, soprattutto black-out improvvisi e terremoti spaventosi. Grazie all'impiego di sofisticati sistemi tecnologici, le stazioni scientifiche di osservazione e ricerca ipotizzano un atterraggio di UFO nei paragi. Nessuno degli abitanti sembra però dar corda a questa supposizione, esclusi un eccentrico giornalista e padre di famiglia, una premurosa donna il cui bambinn viene rapito da un'entità misteriosa e un estroverso scienziato francese. Si ritrovano tutti e tre presso una pista di atterraio aerospaziale, e attendono. L'astronave degli esseri intelligenti provenienti dallo spazio arriva. Il giornalista andrà con loro. Di straordinario pregio figurativo, detiene anche innegabili meriti dal punto di vista della preparazione tecnica: una fotografia (Vilmos Zsigmond, premiato con l'Oscar) abilissima sia nel ritrarre i paesaggi notturni del Wyoming che nel descrivere con meraviglioso fascino decorativo i luoghi centrali (i deserti, le case comuni, la foresta, le strade) in cui si verificano i contatti tentati fra gli alieni e gli umani; un superbo montaggio (Michael Kahn) che segue senza perdere un colpo l'evoluzione di una storia eccezionalmente originale anche per come viene consegnata a livello grafico agli spettatori; effetti visivi di un realismo impressionante, alla cui esecuzione provvide Douglas Trumbull, premio Oscar per lo stesso lavoro nel kubrickiano 2001: Odissea nello spazio, abbinati agli irripetibili (o quasi, considerando anche E.T.) pupazzi elettronici di Carlo Rambaldi, entrambi egualmente funzinali nel fornire al film un carisma plastico che stupisce per la varietà dei colori, l'intensità dei suoni e la bizzarria a briglia sciolta delle forme. Interpretazioni tutte di prima qualità, fra cui fanno macchia il capofaniglia squinternato ma deciso di Dreyfuss, l'affettuosa e coragiosa mamma di M. Dillon, il testardo uomo di scienza francofono di Truffaut (finalmente valorizzato anche come attore, e ciò non lede alla sua dignità di cineasta), la moglie irascibile e incredula di T. Garr (uno dei suoi ruoli più felici) e l'attrezzista interprete di B. Balaban. Sceneggiatura ridotta all'osso e tesa ad imprimere il segno sui dialoghi ad effetto, ma è comprensibile: per il primo capolavoro di fantascienza del regista di Cincinnati, qualche sacrificio si doveva pur fare, e le cose da non sacrificare hanno invece ricevuto, com'era opportuno, l'attenzione doviziosa e maniacale che meritavano. Anche soggettista e scenegiatore del suo secondo strepitoso successo di pubblico (dopo Lo squalo, 1975), Spielberg dimostrò una volta di più di dipendere eccessivamente dal sistema cinematografico dei generi, eppure questa sua inclinazione è perdonabile considerando che realizza prodotti ai quali si può giustamente rimproverare solo una tendenza global atta a compiacere la più ampia fetta di pubblico possibile. Il che non va assolutamente a scapito della qualità della pellicola: Close Encounters, osannato già all'uscita nelle sale e incluso molti anni dopo dall'American Film Institute al 64° posto nella lista dei migliori 100 film USA, sa farsi apprezzare per il sapiente miscuglio di suspense, pathos, autoironia e resilienza come per il professionale abbinamento fra contributi artistici e competenze tecniche, affermando la sua preponderanza nell'ambito di quei "blockbluster ante litteram" che, proprio in quel periodo e grazie soprattutto a Spielberg e a colleghi quali Pollack, Polanski, Coppola e il mai invecchiato Kubrick, determinarono incassi inimmaginabili al box office e fecero compiere un dietrofront ai critici di tutto il mondo. Musiche (John Williams), di soffice delicatezza alternativamente scambiata ad un incredibile ardore, che fanno sognare. Da lodare anche la geniale costruzione narrativa di un certo gusto poetico, perché basata sulla doppia metafora del motivo musicale e della montagna di terriccio. è anche un racconto di formazione imperniato sul rapporto che si attua rispettivamente fra coniugi, bambini e colleghi, oltre che una porta aperta verso il desiderio di mettersi alla prova e la sperimentazione verso l'ignoto, lo sconosciuto. Esiste anche in una versione di 152 minuti, oltre a quella canonica, diffusa in DVD e VHS, di 135.
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makejrs
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venerdì 8 agosto 2014
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uno dei più grandi film di fantascienza
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Basterebbe dire che ha rivoluzionato il genere di fantascienza cambiando le regole della relazione uomo-alieno, ma Incontri ravvicinati del terzo tipo è molto di più. E' innovativo sotto l'aspetto tecnico: costato 20 milioni mantiene la sua efficacia e il suo fascino di fronte a molti colossal odierni. E' un opera che gestisce la tensione in maniera superba, alimentandola nel proseguo della storia e mantenendola alta per l'intera sequenza del contatto tra le due razze. Soprattutto, è un film umano. Per 1 ora e mezza di alieno vediamo soltanto qualche U.F.O. con giochi di luce e oggetti che si spostano controllati telepaticamente, perchè l'attenzione si concentra sulla reazione dell'uomo di fronte alla scoperta.
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Basterebbe dire che ha rivoluzionato il genere di fantascienza cambiando le regole della relazione uomo-alieno, ma Incontri ravvicinati del terzo tipo è molto di più. E' innovativo sotto l'aspetto tecnico: costato 20 milioni mantiene la sua efficacia e il suo fascino di fronte a molti colossal odierni. E' un opera che gestisce la tensione in maniera superba, alimentandola nel proseguo della storia e mantenendola alta per l'intera sequenza del contatto tra le due razze. Soprattutto, è un film umano. Per 1 ora e mezza di alieno vediamo soltanto qualche U.F.O. con giochi di luce e oggetti che si spostano controllati telepaticamente, perchè l'attenzione si concentra sulla reazione dell'uomo di fronte alla scoperta. C'è chi nutre la speranza e il desiderio di incontrare gli alieni; chi è scettico e rifiuta ogni ipotesi; chi, come il governo, nega ogni prova per mantenere l'ordine generale. La trama segue il classico padre di famiglia americano, che di fronte al mistero è disposto ad abbandonare ogni cosa, anche i suoi cari, per cercare una risposta. Spielberg è abilissimo nel mostrare il conflitto familiare tra il padre, proiettato verso l'ignoto, e la madre, ancorata alle sue convinzioni, e i figli, che impotenti assistono al distacco dei genitori. Ma ciò per cui questo film è un diamante raro è la sequenza finale. Dura la bellezza di 30 minuti, ma coinvolge come poche altre nel cinema. Straordinariamente realistica (Spielberg si è anche avvalso dell'ausilio di un ufologo), accompagnata quasi per intero dalla sola musica, che qui diventa il linguaggio universale della natura, lascia spazio alle emozioni e ai sentimenti, celati negli sguardi di incredulità e meraviglia.
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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il pregiudizio nei confronti del "diverso"
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“Incontri ravvicinati del terzo tipo” è un film del 1977 diretto da Steven Spielberg. Un gruppo di scienziati comandati da Claude Lacombe si reca presso il deserto messicano in quanto sono stati misteriosamente ritrovati degli aeroplani del 1945, considerati dispersi, incredibilmente ancora attivi e funzionanti. Sul posto inoltre trovano un contadino, dall’aria molto confusa e con un evidente rossore sul volto, il quale dice di aver visto quella notte una luce potentissima paragonabile addirittura a quella del sole. Nel centro di gestione del traffico aereo di Indianapolis invece alcuni piloti comunicano di essere stati sorvolati da alcuni oggetti luminosi di non precisa identificazione.
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“Incontri ravvicinati del terzo tipo” è un film del 1977 diretto da Steven Spielberg. Un gruppo di scienziati comandati da Claude Lacombe si reca presso il deserto messicano in quanto sono stati misteriosamente ritrovati degli aeroplani del 1945, considerati dispersi, incredibilmente ancora attivi e funzionanti. Sul posto inoltre trovano un contadino, dall’aria molto confusa e con un evidente rossore sul volto, il quale dice di aver visto quella notte una luce potentissima paragonabile addirittura a quella del sole. Nel centro di gestione del traffico aereo di Indianapolis invece alcuni piloti comunicano di essere stati sorvolati da alcuni oggetti luminosi di non precisa identificazione. Nel frattempo nello Stato dell’Indiana, all’interno di una abitazione in mezzo alla campagna, una notte inspiegabilmente gli oggetti cominciano a spostarsi autonomamente e il piccolo Barry Guiler, come se avesse subito una sorta di ipnosi, esce dalla casa per recarsi verso il centro abitato. La madre, Jillian Guiler, accortasi di quanto accaduto insegue disperatamente il figlio. Sempre nell’Indiana nella stessa notte Roy Neary, sposato, con tre figli e addetto alla manutenzione della corrente elettrica sulle strade, viene chiamato a intervenire a causa di un inspiegabile calo di tensione avvenuto sulla linea autostradale. Mentre si dirige con la sua macchina sul posto improvvisamente l’autovettura comincia a perdere il controllo e tutti i comandi elettrici al suo interno si attivano e si disattivano casualmente, senza una logica precisa. All’improvviso un oggetto volante, rassomigliante ad un Ufo, si apposta sopra la vettura di Roy, il quale rimane quasi accecato dalla potentissima luce emanata che gli provoca un arrossamento nella parte sinistra del viso. Roy insegue il misterioso oggetto e ad un certo punto incontra il piccolo Barry in mezzo alla strada, rischiando di investirlo prima del provvidenziale intervento della madre. Roy si ferma per accertarsi delle condizioni del bambino e nota che la madre, la quale si è imbattuta anch’essa nel misterioso oggetto, presenta lo stesso arrossamento sulla faccia. Roy è rimasto sconvolto dall’esperienza vissuta e assume comportamenti folli e bizzarri che preoccupano l’intera famiglia, specialmente la moglie Ronnie. Roy, cosi come Jillian, ha impressa nella mente la figura di una montagna rocciosa dalla forma particolare e, pur non sapendo di che cosa si tratti, nutre il desiderio di raffigurarla e riprodurla in qualsiasi momento e nelle più svariate forme. Un giorno gli oggetti volanti si ripresentano nei pressi dell’abitazione di Jillian e il figlio Barry, attratto da essi, nonostante il terrore e le forti opposizioni della madre, esce dalla dimora vanendo rapito dagli alieni. Nel frattempo in India Claude Lacombe, grazie a delle particolari tonalità emesse da una tribù indiana, riesce a comunicare con quelli che presumibilmente potrebbero essere degli alieni che viaggiano all’interno di particolari navicelle spaziali. Dall’Universo, in risposta a questi canti tribali, sopraggiungono altri segnali che indicano delle precise coordinate geografiche che corrispondono allo Stato del Wyoming negli Stati Uniti d’America. L’equipe di esperti allora capisce che quel luogo potrebbe costituire il punto di incontro con gli alieni e, fingendo che a causa di un disastro ferroviario sia fuoriuscita una grande quantità di gas nervino, riescono ad evacuare l’intera zona per svolgere tranquillamente i loro esperimenti. Roy, ormai abbandonato dalla moglie e dai figli, nota nel servizio televisivo relativo al finto deragliamento del treno che nella zona in questione è situata la montagna rocciosa che continua a invadere i suoi pensieri. Anche Jillian lo nota e allora i due decidono di recarsi nel Wyoming per scoprire il mistero legato a questa loro visione e per cercare di ritrovare Barry. La pellicola a mio avviso effettua un’analisi sulla curiosità dell’essere umano. In particolare l’uomo è sempre stato attratto da tutto quello che è ignoto o misterioso, con particolare riferimento all’eventuale esistenza all’interno dell’Universo di altre forme di vita differenti dalla nostra. Tutti noi ci siamo sempre posti quesiti relativi alla presenza di figure aliene e alla possibilità che queste ultime possano invadere il pianeta Terra. La curiosità è insita nella natura umana e a mio parere rappresenta l’emblema e la base dell’intelligenza, in quanto è solo grazie alla volontà di scoprire quello che non si conosce che l’uomo riesce ad evolversi e a migliorarsi. Un mondo disinteressato da tutto ciò che ci circonda sarebbe statico e privo di qualsiasi tipo di cambiamento. Basti pensare semplicemente alle evoluzioni tecnologiche avvenute in questi ultimi anni che hanno portato al raggiungimento di risultati fino a poco tempo fa considerati impensabili e utopici. A prescindere da quello che uno possa credere o meno è normale che ognuno di noi sia inevitabilmente attratto da avvenimenti misteriosi ed enigmatici, che pongono dubbi e mettono in discussione certezze che sembravano incontestabili e incontrastabili. E’ sempre importante valutare ed analizzare ogni cosa in maniera oggettiva effettuando una disamina da più punti di vista differenti, che non si accontenti di un unico parere o di una sola opinione. Inoltre il film, attraverso la metafora degli alieni, mette in risalto la reazione dell’uomo nei confronti di ciò che è atipico e diverso. L’essere umano tende purtroppo a creare una sorta di barriera formata dalla diffidenza e dall’emarginazione in rapporto a tutto quello che non rientra in quella che viene considerata la normalità e la quotidianità. Questo tipo di comportamento è controproducente perché porta gradualmente ad una chiusura mentale e ad un’incapacità di confrontarsi con differenti realtà che potrebbero fornirci degli importanti spunti di riflessione al fine di migliorare noi stessi e il mondo circostante. Di conseguenza nell’animo dell’uomo è insita la volontà di autodifendersi e di confliggere contro coloro che potrebbero costituire una minaccia, pur se tale timore risulta privo di fondamento. Molto spesso emerge il binomio diversità-sfiducia che genera sensazioni di inquietudine, timore e tormento. Il regista effettua anche una critica nei confronti dei Governi e dei mass media, i quali molto spesso celano la realtà al fine di poter dedicarsi ai propri interessi senza alcun tipo di opposizione. Per fare questo spesso si ricorre al cosiddetto “terrorismo mediatico”, basato sulla divulgazione di notizie che possano allarmare la popolazione sviando cosi l’attenzione da operazioni delicate che devono essere tenute all’oscuro di tutto e tutti. Spielberg con maestria è riuscito a mettere in scena sul grande schermo una storia che costituisce uno dei più grandi misteri dell’uomo, e lo fa utilizzando una narrazione coinvolgente, ricca di tensione e mai banale, in quanto sino all’ultima sequenza lo spettatore vive nell’oscurità e nell’enigmaticità assoluta. Sono da segnalare anche gli ottimi effetti speciali che sicuramente, considerando l’anno di produzione del film, risultano all’avanguardia e molto efficaci. Un bel film che riesce a mescolare la fantascienza ad una riflessione sulla psicologia dell’uomo e sulla società in generale. Su tutte spiccano le buone interpretazioni di Richard Dreyfuss, nei panni di Roy Neary, di Melinda Dillon, in quelli di Jillian Guiler, e di Francois Truffaut, il quale è uno dei più grandi registi della cinematografia francese, nella parte di Claude Lacombe. Un film da vedere perchè riuscirà ad attrarvi e a stupirvi.
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