pedro
|
mercoledì 29 luglio 2020
|
storia risibile
|
|
|
|
Un film è, appunto, un film. Può far sorridere che un tipo, che non parla nemmeno la lingua del posto, faccia il borseggiatore e piccolo truffatore nella patria dei borseggiatori e truffatori, nella mecca della creatività dedicata (anche) alla piccola criminalità.
Un po’ come un nordamericano del minnesota, senza parlare non dico il napoletano, ma nemmeno l’italiano, andasse nei quartieri spagnoli a truffare i napoletani. Grottesco direte. Non arriverebbe nemmeno alla fine della prima strada. In colombia si fermerebbe ancora prima.
Ma un film è un film. Hanno pensato bene di non ripetere i soliti luoghi comuni messicani e sono andati in Colombia. E già un progresso. Bella boyaca e villa de Leyva. Bella e brava l'attrice collombiana Henriquez e il solto bravo Guzman, portoricano..Meno bella una storia risibile, con poche invenzioni.
Per il resto il nulla. Qualche maldestro intento di mediocri messaggi “politicamente corretti” e un finale nordamericano. Ma il film si fa per fare casetta: inevitabile.
No...la Colombia “non è il Texas” (Guzman al pistolero Nolte)... è stata recentemente molto peggio...ma senza i texani e già qualcosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pedro »
[ - ] lascia un commento a pedro »
|
|
d'accordo? |
|
wolvie
|
domenica 21 aprile 2019
|
troppi padri
|
|
|
|
Ci sono troppi padri in questo film di J. Sobol, tanti da disperdere il flusso narrativo del racconto in rivoli di genere che non aiutano lo spettatore nella visione.
Il padre e' T. Roth, truffatore squattrinato, travestito da prete, che sbarca il lunario in un Sud America da road movie picaresco. Si trascina, affogando nell' alcool un passato tragico da padre vero, narrato tramite un flash back troppo tirato via.
L' incontro con L' orfana " clandestina" 16enne che lo incarica di divenire suo padre putativo, trasforma il racconto in un Buddy movie, per via del piano criminale ai danni dei preti dell' orfanotrofio, in cui lei e la sorella vivevano, subendo , ancora una volta, un tradimento dei padri religiosi ,che diedero la sorella minore in affidamento ad una famiglia del Minnesota.
[+]
Ci sono troppi padri in questo film di J. Sobol, tanti da disperdere il flusso narrativo del racconto in rivoli di genere che non aiutano lo spettatore nella visione.
Il padre e' T. Roth, truffatore squattrinato, travestito da prete, che sbarca il lunario in un Sud America da road movie picaresco. Si trascina, affogando nell' alcool un passato tragico da padre vero, narrato tramite un flash back troppo tirato via.
L' incontro con L' orfana " clandestina" 16enne che lo incarica di divenire suo padre putativo, trasforma il racconto in un Buddy movie, per via del piano criminale ai danni dei preti dell' orfanotrofio, in cui lei e la sorella vivevano, subendo , ancora una volta, un tradimento dei padri religiosi ,che diedero la sorella minore in affidamento ad una famiglia del Minnesota. Subentra la virata tragica quando entra in scena il padre vendicatore N. Nolte, titanico nel suo razzismo yankee, ironico all' ' inizio che però si tramuta in una voglia di sangue ad ogni costo. In più aggiungiamo L' Ennesimo ruolo per L. Guzman ,da Sud americano in cerca di utopica pace, anch' esso padre di due figlie.
Il film non scorre come dovrebbe, nonostante Sobol tratteggi un racconto mixato da derive western, noir e comedy con un sottotesto politico non so quanto voluto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a wolvie »
[ - ] lascia un commento a wolvie »
|
|
d'accordo? |
|
|