paolo1967
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giovedì 11 maggio 2023
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uno dei film più divertenti della serie
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Dopo "Al servizio segreto di sua maestà" che impiegò anni a recuperare i soldi spesi per girarlo e la rinuncia di Lazenby ad interpretare altri Bond i produttori cercarono di riproporre gli elementi dei film di maggior successo della serie, dai quali il precedente si era discostato. Convinsero Connery a ritornare sulla decisone di non interpretare più 007 con una somma di denaro astronomica e con una sceneggiatura a lui molto gradita (grazie alla revisione del giovane Tom Mankiewicz sul testo originario di Richard Maibaum). Il film è più un colorato fumetto (fotografia mai così brillante) che l'avventura fedele al libro del precedente, e a differenza di quello non ha scrupoli spettacolaristici con i set fiammeggianti di Ken Adam.
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Dopo "Al servizio segreto di sua maestà" che impiegò anni a recuperare i soldi spesi per girarlo e la rinuncia di Lazenby ad interpretare altri Bond i produttori cercarono di riproporre gli elementi dei film di maggior successo della serie, dai quali il precedente si era discostato. Convinsero Connery a ritornare sulla decisone di non interpretare più 007 con una somma di denaro astronomica e con una sceneggiatura a lui molto gradita (grazie alla revisione del giovane Tom Mankiewicz sul testo originario di Richard Maibaum). Il film è più un colorato fumetto (fotografia mai così brillante) che l'avventura fedele al libro del precedente, e a differenza di quello non ha scrupoli spettacolaristici con i set fiammeggianti di Ken Adam. Come sempre pregevole la musica di John Barry, che introduce e sottolinea l'atmosfera seguendo perfettamente l'andamento del film. Sempre nel ritorno alla vecchia formula - anche se con gli aggiornamenti necessari - uno dei punti di forza è la canzone di apertura, cantata dalla stessa interprete di "Goldfinger". I cattivi Mr. Wint e Mr, Kidd (il bassista jazz Putter Smith) sono fantastici, crudeli ma molto divertenti. Connery, mai così ironico, ha molte battute centrate e alcune trovate sono particolarmente divertenti, parte di una ideale antologia delle scene migliori del Bond cinematografico. Lo spunto del film venne da un sogno di Albert Broccoli, che riguardava il suo amico Howard Hughes, miliardario eccentrico che viveva a Las Vegas. Grazie a lui e ad altre influenti amicizie e conoscenze Broccoli ottenne facilitazioni e permessi per girare scene nella città, come una notturna in cui bastarono per illuminazione le luci della città stessa.
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paoletto
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sabato 22 gennaio 2022
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vedere la musica e sentire le immagini:2 - diamonds are forever
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Thunderball e Diamonds are forever rappresentano rispettivamente rappresentano l'apice, il massimo delle due migliori regie di 007, quella elegante e sofisticata Terence Young e quella brillante e smaltata di Guy Hamilton. Entrambi i film sono un tripudio cromoatico, e la musica di John Barry non sovrasta, né fa da commento ma è l'esatto complemento auditivo delle immagini, come avviene nei grandi capolavori (come Nino Rota con i film di Fellini). I due film potrebbero essere considerati capolavori del cinema visionario tale l'aspetto figurativo dei film, dove ogni cosa, grazie alla fotografia cristallina, luminosa, densa nei colori di Ted Moore (la bellezza, il tono del colore del film del '71 è ancora migliore del lussureggiante tecnhicolor di Thunderball), è godibile in film che sono il trionfo della spettacolarità in ogni suo aspetto.
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Thunderball e Diamonds are forever rappresentano rispettivamente rappresentano l'apice, il massimo delle due migliori regie di 007, quella elegante e sofisticata Terence Young e quella brillante e smaltata di Guy Hamilton. Entrambi i film sono un tripudio cromoatico, e la musica di John Barry non sovrasta, né fa da commento ma è l'esatto complemento auditivo delle immagini, come avviene nei grandi capolavori (come Nino Rota con i film di Fellini). I due film potrebbero essere considerati capolavori del cinema visionario tale l'aspetto figurativo dei film, dove ogni cosa, grazie alla fotografia cristallina, luminosa, densa nei colori di Ted Moore (la bellezza, il tono del colore del film del '71 è ancora migliore del lussureggiante tecnhicolor di Thunderball), è godibile in film che sono il trionfo della spettacolarità in ogni suo aspetto. La volgarizzazione del soave Bond dei primi due film e di Goldfinger ottiene il meritato successo grazie al contributo di un cast tecnico e artistico che arriva al geniale - come lo scenografo Ken Adam (Stranamore, Barry Lyndon) -. Se Largo di Adolfo Celi è formidabile, la coppia Mr. Wint - Mr. Kidd è una trovata eccezionale. Ormai fuori dagli anni'60, prima della svolta nella farsa-exploitation degli episodi successivi, Diamonds are forever sublima nel fumetto (che già balenava in Goldfinger), colorato e divertente per tutti il talento dgli artisti succitati, mentre Thunderball portava (in anticipo) al psichedelico il suo (apparente) prendersi sul serio, cosa che non accadrà più fino al 1981 con il difficile da giudicare “Solo per i tuoi occhi” del conservatore John Glen (dove forse la migliore trovata, aggiornata ai tempi del successo tv delle olimpiadi invernali è la - vera - giovane pattinatrice artistica che alterna piste ghiacciate a letti caldi).
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pesciolino
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giovedì 14 ottobre 2021
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un bond non fresco come i primi ma altrettanto divertente
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Quando il divertimento (non la storia) viene preso sul serio: a dispetto di scrupoli realistici come la non dipendenza dai gadgets, il non notarsi che si tratta di set, la fedeltà ai libri di Fleming lo 007 cinematografico torna con questo film ad essere l'apoteosi del divertimento puro, quello che il pubblico vuole (e i produttori della serie). Il fondamento della produzione per ragazzi (di tutte le età) rispetto alle apparenti pretese dei film precedenti viene definitivamente fuori: lo spirito è quello di un fumetto, anche se di alta qualità e tirato a lucido come non mai: la gaudiosa musica di John Barry non è inferiore dell'altissimo livello raggiunto con Goldfinger o Thunderball e lo splendore della fotografia di Ted Moore è forse qui al massimo.
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Quando il divertimento (non la storia) viene preso sul serio: a dispetto di scrupoli realistici come la non dipendenza dai gadgets, il non notarsi che si tratta di set, la fedeltà ai libri di Fleming lo 007 cinematografico torna con questo film ad essere l'apoteosi del divertimento puro, quello che il pubblico vuole (e i produttori della serie). Il fondamento della produzione per ragazzi (di tutte le età) rispetto alle apparenti pretese dei film precedenti viene definitivamente fuori: lo spirito è quello di un fumetto, anche se di alta qualità e tirato a lucido come non mai: la gaudiosa musica di John Barry non è inferiore dell'altissimo livello raggiunto con Goldfinger o Thunderball e lo splendore della fotografia di Ted Moore è forse qui al massimo. La coppia Mr. Wint - Mr. Kidd è tanto perversa e crudele quanto divertente e Connery spesso in situazioni bizzarre compensa con la sua ironia quello che perde rispetto alla forma dei primi film. Le scenografie di Ken Adam sono geniali e fiammeggianti e le atmosfere del film sono in più di un caso elettrizzanti come nei migliori momenti dei film precedenti della serie, grazie alla sapienza spettacolare di tutti i collaboratori, a cominciare naturalmente dal regista Guy Hamilton, ottimo per 007 perchè capace di coniugare bene azione e umorismo. I film di James Bond da lui diretti possegono uno smalto e una lucentezza superiori agli altri titoli della serie.
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angelocorsi
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martedì 7 aprile 2020
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i pregi compensano i difetti: molto godibile
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La filosofia di vita di 007 da bon vivant che non si prende mai troppo sul serio pur facendo sempre sul serio viene ribadita, aggiornata e americanizzata (non a caso si svolge a Las Vegas, paese dei balocchi, città artificiale ma scintillante e abbagliante), dopo il nobile tentativo dell'eccelso montatore dei primi film Peter Hunt di fare un film veramente vicino allo spirito di Fleming come Al servizio segreto di sua maestà: qui siamo al divertimento puro, al cui il geniale Ken Adam apporta fiammeggianti scenografie, l'operatore Ted Moore una fotografia mai così splendente e smagliante nei toni e nei colori e la musica di John Barry che come sempre, senza sovrastare è consustanziale alle scene, il tutto raggiungendo in alcuni momenti, anche in film diseguale - Blofeld non è tra i migliori della serie, come la Bond girl Jill St.
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La filosofia di vita di 007 da bon vivant che non si prende mai troppo sul serio pur facendo sempre sul serio viene ribadita, aggiornata e americanizzata (non a caso si svolge a Las Vegas, paese dei balocchi, città artificiale ma scintillante e abbagliante), dopo il nobile tentativo dell'eccelso montatore dei primi film Peter Hunt di fare un film veramente vicino allo spirito di Fleming come Al servizio segreto di sua maestà: qui siamo al divertimento puro, al cui il geniale Ken Adam apporta fiammeggianti scenografie, l'operatore Ted Moore una fotografia mai così splendente e smagliante nei toni e nei colori e la musica di John Barry che come sempre, senza sovrastare è consustanziale alle scene, il tutto raggiungendo in alcuni momenti, anche in film diseguale - Blofeld non è tra i migliori della serie, come la Bond girl Jill St. John -, le vette dei migliori film, con una elettricità se non una freschezza come non era dai tempi di Operazione tuono. La coppia criminale Mr. Wint - Mr. Kidd è tanto abietta quanto divertente, i soli che nel film sembrano potere essere in grado di sconfiggere veramente Bond. Connery è stato criticato per non credere a quello che fa ma amava la sceneggiatura (piuttosto contorta, ma può contribuire al fascino del film), e saggiamente (come farà in Mai dire mai) fa da contrappunto ironico che ricorda le allusioni sorridenti di Cary Grant durante gli eventi persino esagerati di uno dei migliori film in assoluto del cinema che è Intrigo Internazionale di Hitchcock, forse la vera genesi cinematografica di tutto 007. Stupenda la canzone interpretata da Shirley Bassey con i titoli di testa di Maurice Binder che come sempre sono talmente belli da valere da soli la visione della pellicola.
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pacittipaolo
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lunedì 30 dicembre 2019
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il massimo divertimento ancora una volta con 007
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Il settimo film di James Bond possiede uno splendore cromatico (forse superiore a ogni altro della serie), musicale e di sceneggiatura che rinnova e se possibile per certi aspetti migliora quello di Goldfinger. Personaggi indovinati (come la coppia Mr. Wint - Mr. Kidd), una stupenda canzone dei titoli di testa, i set fiammeggianti di Ken Adam: il film non si preoccupa di mostrare la costruzione - come aveva fatto il precedente - ma punta al divertimento puro, e in alcuni momenti raggiunge, anche se diseguale, se non la freschezza, l'elettricità dei primi 4 film della serie. Evasione, abbandono, fusione in alcuni momenti magica tra suono, immagine, contesto: 007 quando vuole raggiunge l'apice - se non della cinematografia in assoluto - del cinema di spettacolo puro, che trae godimento e divertimento da ogni situazione.
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Il settimo film di James Bond possiede uno splendore cromatico (forse superiore a ogni altro della serie), musicale e di sceneggiatura che rinnova e se possibile per certi aspetti migliora quello di Goldfinger. Personaggi indovinati (come la coppia Mr. Wint - Mr. Kidd), una stupenda canzone dei titoli di testa, i set fiammeggianti di Ken Adam: il film non si preoccupa di mostrare la costruzione - come aveva fatto il precedente - ma punta al divertimento puro, e in alcuni momenti raggiunge, anche se diseguale, se non la freschezza, l'elettricità dei primi 4 film della serie. Evasione, abbandono, fusione in alcuni momenti magica tra suono, immagine, contesto: 007 quando vuole raggiunge l'apice - se non della cinematografia in assoluto - del cinema di spettacolo puro, che trae godimento e divertimento da ogni situazione. L'addio di Connery - che compensa con l'ironia la minore forma fisica dei suoi film precedenti della serie - è dignitosissimo. Alcuni ritengono questo film il migliore della serie, ma questo si può dire per non pochi film di James Bond: giudicate secondo il vostro gusto.
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rmarci05
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sabato 10 febbraio 2018
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fatto per risollevare gli incassi
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Questo film è stato fatto per risollevare gli incassi perchè hanno richiamato sean connery, Bond molto amato, in modo che le sale fossero di nuovo piene. Ma sean connery è ormai stanco, e si vede. La bond girl è ridicola e la colonna sonora è lenta e brutta. Il film spesso fa annoiare e ci sono alcune scene veramente ridicole: per esempio ernst stavro blofeld vestito da donna è veramente ridicolo! La nota positiva è che la storia è originale. Peggior film di 007 con sean connery.
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fedeleto
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lunedì 19 giugno 2017
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il ritorno di connery bond
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James Bond ha il compito di scoprire che cosa si nasconde dietro un traffico illecito di diamanti.Scoprirà che il perfido Blofeld ha bisogno di quei diamanti per creare un laser che potrebbe far scoppiare intere città.Fermarlo non sarà facile, ma per Bond nulla è impossibile.Dopo l'ottimo Bond di Al servizio segreto di sua maestà, dopo Lazemby ritorna l'eterno Bond Sean Connery.La regia stavolta è di Guy Hamilton (che diresse l'ottimo capitolo di Goldfinger) alla sua seconda regia nella serie.Tratto dal romanzo di Fleming, e sceneggiato da Maibaum e Mankiewicz, la storia non brilla certo di originalità, ma sicuramente conferma quell'avventura dal marchio "bondiano" cui il pubblico si è abituato.
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James Bond ha il compito di scoprire che cosa si nasconde dietro un traffico illecito di diamanti.Scoprirà che il perfido Blofeld ha bisogno di quei diamanti per creare un laser che potrebbe far scoppiare intere città.Fermarlo non sarà facile, ma per Bond nulla è impossibile.Dopo l'ottimo Bond di Al servizio segreto di sua maestà, dopo Lazemby ritorna l'eterno Bond Sean Connery.La regia stavolta è di Guy Hamilton (che diresse l'ottimo capitolo di Goldfinger) alla sua seconda regia nella serie.Tratto dal romanzo di Fleming, e sceneggiato da Maibaum e Mankiewicz, la storia non brilla certo di originalità, ma sicuramente conferma quell'avventura dal marchio "bondiano" cui il pubblico si è abituato. Le scene buone non mancano (la lotta dentro l'ascensore, la scena della pseudo cremazione, ) ma nonostante tutto sembra sempre tutto già visto e Connery anche se ha segnato la serie si vede che si è stancato.Un capitolo che sicuramente non rimane tra i più indelebili come i suoi predecessori, e anche la colonna sonora appena finito di vedere il film già viene scordata.Gli anni settanta sono entrati e Bond ha bisogno di qualche rinnovo, che in questo capitolo forse manca, consigliato solo agli appassionati della serie.
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paolino77
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mercoledì 17 agosto 2016
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divertimento assicurato per tutti
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Non esiste una serie longeva al cinema come quella di Bond. I motivi sono molti, molti buoni, altri meno, ma in generale si può affermare che 007 è la celebrazione al cinema della civilità occidentale con le sue pluralità fino alla contraddizione, le sue radici eterogenee specialmente se ci riferisce all'America, come fa per la prima volta in maniera assoluta questo episodio della serie, che rimette Bond al vertice degli incassi dopo aver convinto con una offerta di soldi astronomica Connery al ritorno e contando su un cast artistico e tecnico ancora al livello (spesso gli stessi) degli insuperabili film dei primi anni Sessanta. Antitesi del Bond "realista" (si tratta semrpe di un personaggio della mente) del precedente episodio, il film che segna il ritorno alla regia dell'eccellente Guy Hamilton (già regista di "Goldfinger") punta molto sulla spettacolarità coerente con l'ambientazione a una delle città più artificiali del mondo, Las Vegas, cui l'amicizia di Broccoli con l'eccentrico potente miliardario Howard Hughes, che allora viveva recluso in un piano di uno degli alberghi della città, rese possibile fare il film come si voleva farlo, almeno per le riprese nella città.
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Non esiste una serie longeva al cinema come quella di Bond. I motivi sono molti, molti buoni, altri meno, ma in generale si può affermare che 007 è la celebrazione al cinema della civilità occidentale con le sue pluralità fino alla contraddizione, le sue radici eterogenee specialmente se ci riferisce all'America, come fa per la prima volta in maniera assoluta questo episodio della serie, che rimette Bond al vertice degli incassi dopo aver convinto con una offerta di soldi astronomica Connery al ritorno e contando su un cast artistico e tecnico ancora al livello (spesso gli stessi) degli insuperabili film dei primi anni Sessanta. Antitesi del Bond "realista" (si tratta semrpe di un personaggio della mente) del precedente episodio, il film che segna il ritorno alla regia dell'eccellente Guy Hamilton (già regista di "Goldfinger") punta molto sulla spettacolarità coerente con l'ambientazione a una delle città più artificiali del mondo, Las Vegas, cui l'amicizia di Broccoli con l'eccentrico potente miliardario Howard Hughes, che allora viveva recluso in un piano di uno degli alberghi della città, rese possibile fare il film come si voleva farlo, almeno per le riprese nella città. Per soddisfare il bisogno di aggiornamento, venne chiamato il giovane talentuoso Tom Mankievicz , filgio del regista Joseph, che riscrisse molto quella originaria di Richard Maibaum, mentre Ted Moore alla fotografia raggiunge l'apice della sua immagine cristallina, chiara e limpida e insieme gravida di colore, di uno splendore che non sarà più eguagliato nella serie. Il geniale Ken Adam sperimenta e inventa creando dei capolavori assoluti di stilizzazione, come l'ascensore di Blofeld. Dicevamo dell'irrealismo: Tiffany Case è un personaggio di fantasia (come lo erano già alcuni fin dal primo film della serie) reso credibile dalla bellissima intepretazione di Jill St. John. Connery non ha la forma fisica dei primi film, ma compensa con una buona dose di ironia, un'altra delle armi vincenti del film. Eccezionale la coppia Mr. Wint - Mr. Kidd, a suo modo divertentissima nonostante (o forse bisognerebbe dire a causa de) la loro perversa cattiveria. Tutte le loro sequenze sono una delle magie di questo film straordinario. La colonna sonora di John Barry (a comnciare dalla stupenda canzone dei meravigliosi titoli di testa di Maurice Binder) è al suo solito livello, vale a dire altissimo, con una rara capacità di esaltare ogni sequenza. Si tratta di un Bond cinico sul modello di "Goldfinger", ma più temperato dall'ironia, prima che si sbilanci anche troppo sul versante della farsa e del baracconesco.
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urbano78
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lunedì 11 luglio 2016
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this fun is forever
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Uno dei film più divertenti della serie, nonostante alcuni errori nel montaggio e una sceneggiatura un po' farraginosa, ma diretto dal regista forse tecnicamente migliore dei primi 20 film di 007, che non ha scrupoli realistici e dirige un grande spettacolo in grado di soddisfare, se non tutti, certo molti. Connery fu convinto a tornare (ma "Never again" prima di interpretare Bond di nuovo in concorrenza con la serie di Broccoli con il quale aveva avuto da lamentarsi per questioni di denaro) da un'enorme cifra offerta dai produttori e, anche se un po' appesantito, si dimostra più che mai puntuale nel mettersi in sintonia con il Bond come doveva essere, non più da "vecchia Inghilterra", dei primi anni '70.
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Uno dei film più divertenti della serie, nonostante alcuni errori nel montaggio e una sceneggiatura un po' farraginosa, ma diretto dal regista forse tecnicamente migliore dei primi 20 film di 007, che non ha scrupoli realistici e dirige un grande spettacolo in grado di soddisfare, se non tutti, certo molti. Connery fu convinto a tornare (ma "Never again" prima di interpretare Bond di nuovo in concorrenza con la serie di Broccoli con il quale aveva avuto da lamentarsi per questioni di denaro) da un'enorme cifra offerta dai produttori e, anche se un po' appesantito, si dimostra più che mai puntuale nel mettersi in sintonia con il Bond come doveva essere, non più da "vecchia Inghilterra", dei primi anni '70. Il film evita la mera celebrazione nostalgica e trova la giusta chiave affidandosi molto all'ironia e alle trovate (007 è sempre stato molto democratico nell'accogliere le idee da chiunque provenissero tra tutti i collaboratori, questo è uno dei suoi segreti), in un film che è spettacolo puro, intrigante e molto gratificante. L'introduzione, che presenta di nuovo Connery, è una rapida sintesi delle precedenti e dei film precedenti, e la sequenza dei titoli di testa che ne segue è uno dei capolavori di Maurice Binder con la stupenda canzone "Diamonds are forever" cantata da Shirley Bassey. Ancora una volta John Barry inventa dei temi musicali meravigliosi, perfettamente aderenti alle immagini. Tiffany Case è uno di quei personaggi che esistono solo nella fantasia, nel desiderio (e quindi perfetti per il cinema). Molto sexy il cameo della prosperosa Lana Wood, sorella di Natalie. I set di Ken Adam - il cui contributo ai film di 007 è inestimabile - non sono solo fiammeggianti e sontuosi; sono lussuriosi. Del resto a Las Vegas, non poteva essere altrimenti. La coppia dei cattivi interpretata dal jazzista Putter Smith (che ha dichiarato di essere solo stato se stesso, omicidi a parte s'intende) e da Maurice Glover è una delizia, se si può usare questo termine per due sadici assassini. Un film poco fedele allo spirito di Fleming, ma son pronto a scommettere che farà sempre una audience migliore di quelli che invece hanno cercato di tenersi strettamente fedeli a esso come il precedente o i film con Timothy Dalton. L'ambientazione a Las Vegas, che è una città artificiale, si addiceva proprio alla costruzione di questo Bond "dolcevitaiolo", dove l'artificio e l'eccesso (regola di sempre per il Bond di successo), e diciamo pure il cinismo, giocano un ruolo importante per il divertimento di questa smagliante pellicola. Molti i momenti magici nel film come l'introduzione, la fuga di Bond in Moonbuggy, le scene nell'hotel "The Whyte House", tutte le scene con Mr. Wint & Mr. Kidd, e anche quelle con Jill St. John. Se desiderate una completa e totale evasione, questo film fa molto per voi. Se invece volete profondità di sentimento, compassione generale, comprensione delle ragioni anche dei personaggi più infami, autocritica dei "buoni" e rifiuto della superficialità (anche se, come diceva Oscar Wilde, superficialità è un'accusa da superficiali) e della stupidità, e non vi piace la violenza come intrattenimento, guardate un altro film meno pupazzesco, infantile e reazionario di questo e di (quasi) tutti gli altri della serie.
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angelino67
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martedì 10 maggio 2016
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alle vette della evasione cinematografica
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Per molti versi questo film rappresenta l'antitesi del precedente "Al servizio segreto di Sua Maestà", che doveva finire col matrimonio di Bond e non con la morte di Tracy, che avrebbe dovuto invece aprire questo film. Il regista avrebbe dovuto continuare ad essere, probabilmente per una serie di episodi tutti con Lazenby, Peter Hunt. Ma tutto andò a monte per il rifiuto di George Lazenby di continuare a interpretare il ruolo. I produttori allora cercarono di ricreare le condizioni dei film di maggior successo della serie: indisponibile Terence Young, scritturarono Guy Hamilton, entusiasta di dirigere sette anni dopo "Goldfinger" un nuovo 007; convinsero Connery a tornare offrendogli una somma astronomica (che l'attore diede in beneficenza nella sua amata Scozia, anche uno schiaffo all'avarizia da lui considerata dei produttori Saltzman e Broccoli, che ripeterà, solidale con Kevin MCClory, interpretando "Mai dire mai" in concorrenza alla serie ufficiale); affidarono la stupenda canzone "Diamonds are forever" a Shirley Bassey che aveva cantato "Goldfinger", grande classico.
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Per molti versi questo film rappresenta l'antitesi del precedente "Al servizio segreto di Sua Maestà", che doveva finire col matrimonio di Bond e non con la morte di Tracy, che avrebbe dovuto invece aprire questo film. Il regista avrebbe dovuto continuare ad essere, probabilmente per una serie di episodi tutti con Lazenby, Peter Hunt. Ma tutto andò a monte per il rifiuto di George Lazenby di continuare a interpretare il ruolo. I produttori allora cercarono di ricreare le condizioni dei film di maggior successo della serie: indisponibile Terence Young, scritturarono Guy Hamilton, entusiasta di dirigere sette anni dopo "Goldfinger" un nuovo 007; convinsero Connery a tornare offrendogli una somma astronomica (che l'attore diede in beneficenza nella sua amata Scozia, anche uno schiaffo all'avarizia da lui considerata dei produttori Saltzman e Broccoli, che ripeterà, solidale con Kevin MCClory, interpretando "Mai dire mai" in concorrenza alla serie ufficiale); affidarono la stupenda canzone "Diamonds are forever" a Shirley Bassey che aveva cantato "Goldfinger", grande classico. Ken Adam alle scenografie crea capolavori di stilizzazione in set geniali, a volte solo lievemente esagerando posti realmente esistenti a Las Vegas. La sceneggiatura del giovane americano Tom Mankiewicz rielabora quella di Richard Maibaum (che prevedeva all'origine il gemello di Goldfinger), rifiutata da Connery (per il ruolo era era stato contattato John Gavin, che fu comunque pagato); una volta riscritta, la giudicò la migliore che avesse mai interpretato di Bond. La coppia di cattivi Mr. Wint e Mr. Kidd (il contrabbassista jazz Putter Smith, che Guy Hamilton, fan di jazz, vide una sera con Thelonious Monk) é molto divertente nonostante la loro crudeltà. Entrambi sono superlativi nella parte. Estremamente sexy i costumi di Jill St John, nei panni della contrabbandiera di gioielli, deliziosamente (poco) vestita nella scena in cui incontra Bond e in altre ancora. Il film, che ha molte idee e trovate geniali, punta molto sul divertimento puro più di ogni altro film precedente della serie. Piccola parte per la prosperosa Lana (sorella di Natalie) Wood, anch'essa deliziosamente (s)vestita, grazie alla raccomandazione dello sceneggiatore. Bei panorami del deserto del Nevada. Molto divertente l'inseguimento in cui Bond fugge a bordo del moon buggy inseguito dalle dune buggy. L'illuminazione di Las Vegas fu sufficiente per girare senza riflettori l'inseguimento nel centro della città. Chi non vorrebbe una suite come quella dello Whyte House? Splendido il fondale creato da Peter e Michael Lamont che riproduce Las Vegas notturna mentre Bond penzola all'esterno del 25° piano dell'albergo. Prima che si sbilanciasse più verso la farsa coi due episodi successivi diretti da Hamilton, questo é un Bond ironico ma ancora credibile. Willard White era ispirato al miliardario Howard Hughes, che viveva in eremitaggio e che fu l'ispirazione, in un sogno di Broccoli, del film. Grazie a lui si poterono girare le scene a Las Vegas. Nella parte Jimmy Dean, star del country americano poi divenuto "il re delle salsicce", che lavorava al "Desert Inn", di proprietà di Hughes, che viveva nell'attico. Stupenda la casa (vera) di Palm Spring dove Bond lotta con Bambi e Tamburino (due atlete vere). Alle sequenze del satellite lavorò Wally Veevers, che aveva collaborato agli effetti speciali di "2001: Odissea nello spazio". Primo Bond realizzato a Hollywood, ebbe una nomination all'Oscar per il suono.
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