Woody Allen che negli ultimi tempi sembrava regredito ha ritrovato in questo film quella libertà espressiva e quel realismo psicologico e sociologico che negli ultimi film mancava. E il realismo lo trova proprio in questo contrasto avvertito dolorosamente tra il nostro presente consumistico e un passato sognato in cui si incontrano le grandi menti, le grandi inteligenze che hanno dato dignità all'essere umano. Lo scrittore, il protagonista, è un uomo che non si integra perfettamente con la realtà, è un nostalgico, forse anche comunista come dice il suocero, sicuramente è uno che considera la mentalità repubblicana conformista e neonazista.
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Woody Allen che negli ultimi tempi sembrava regredito ha ritrovato in questo film quella libertà espressiva e quel realismo psicologico e sociologico che negli ultimi film mancava. E il realismo lo trova proprio in questo contrasto avvertito dolorosamente tra il nostro presente consumistico e un passato sognato in cui si incontrano le grandi menti, le grandi inteligenze che hanno dato dignità all'essere umano. Lo scrittore, il protagonista, è un uomo che non si integra perfettamente con la realtà, è un nostalgico, forse anche comunista come dice il suocero, sicuramente è uno che considera la mentalità repubblicana conformista e neonazista. La sua finezza emotiva non è intercettata dal microcosmo familiare in cui è inserito, molto probabilmente lo considerano un fallito, uno che invece di cercare l'arte dovrebbe cercare di vendere i suoi prodotti. Ed è a Parigi, proprio in quella magia che quest'uomo ritrova la cultura, la cultura che gli appare in forma di persone del passato, persone che lui stima, che ammira ,che ha studiato. E da questo viaggio nella fantasia tornerà al suo presente arricchito ma incompatibile con quella realtà mediocre. Nella sua decisione di rimanere a Parigi, c'è una conquista della sua identità e sarà lì, nello spazio dei suoi veri bisogni che ricomincerà ad incontrare finalmente un essere umano.
Francesca Romana Cerri
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