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domenica 3 gennaio 2021
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forte delusione
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Pienamente d’accordo con questa critica; aggiungo, con rammarico, film deludente, apparentemente intrigante che si rivela vuoto, quasi tecnico nell’eccesso di colpi di scena, non trasmette emozioni, trama da telenovela con pretese enigmatiche e chic...commento musicale sprecato...mah, peccato..non sono un’esperta, solo una spettatrice, ma Auteuil (che adoro anche solo per gli sguardi) e Greta Scacchi, non si capisce come siano finiti in questo film
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filippotognoli
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mercoledì 10 giugno 2020
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sotto falsa anima
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Ando' scrive e dirige un buon noir introspettivo, scavando nell'anima di un sempre impeccabile Daniel Auteuil. Il film sembra fatto su misura per un attore del suo calibro, e lui lo calza a pennello. La regia e' un po' manieristica ma di grande effetto, fotografia e location da cartolina. Nel cast spiccano una bellissima e convincente Anna Mouglalis, e una grande attrice qual'e' Greta Scacchi. La trama svela piano piano, il passato del protagonista, che nasconde piu' di un segreto. Ma i segreti svelati non appartengono solo a lui, bensi' anche alla sua affascinante amante...Il regista e sceneggiatore e' bravo nel non rivelare verita' assolute, ma preferisce invece lasciare la libera interpretazione su alcune tematiche quali omicidio o suicidio, passione o amore vero, ricatto e seduzione.
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Ando' scrive e dirige un buon noir introspettivo, scavando nell'anima di un sempre impeccabile Daniel Auteuil. Il film sembra fatto su misura per un attore del suo calibro, e lui lo calza a pennello. La regia e' un po' manieristica ma di grande effetto, fotografia e location da cartolina. Nel cast spiccano una bellissima e convincente Anna Mouglalis, e una grande attrice qual'e' Greta Scacchi. La trama svela piano piano, il passato del protagonista, che nasconde piu' di un segreto. Ma i segreti svelati non appartengono solo a lui, bensi' anche alla sua affascinante amante...Il regista e sceneggiatore e' bravo nel non rivelare verita' assolute, ma preferisce invece lasciare la libera interpretazione su alcune tematiche quali omicidio o suicidio, passione o amore vero, ricatto e seduzione. Lo spettatore potra' cosi' immedesimarsi o prendere le distanze dalle vicende narrate, a seconda della sua personalissima inclinazione e gusto. Musiche di Einaudi ben adatte alle tematiche e ai sensi d'animo dei personaggi. Film comunque di nicchia e non adatto al grande pubblico. Il finale fa riflettere e pensare, cosa mai di moda e che i piu' non apprezzeranno. Provare per credere
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(di progressive)
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luigi chierico
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martedì 26 luglio 2016
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tutto da scoprire
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Andò non è Camilleri. Il giallo, se giallo si può definire questa storia,non ha soluzioni, solo morti. Nel tentativo di essere diverso, di nascondere l’ identità del suo personaggio il regista crea solo personaggi dai falsi nomi. Non starò a raccontare la storia per non privare lo spettatore di dare ogni sua interpretazione, una logica o fantasiosa spiegazione. Tutto va taciuto su quella che è la trama del film, o meglio di quello che viene tramato ai danni del personaggio egregiamente interpretato da Daniel Auteuil. Egli è uno scrittore divenuto molto noto, è padre, patrigno, compagno, suocero,amante, amico, egli ha plagiato, ha pagato,ha nascosto la verità, ha peccato di mistificazione e di rispetto nei confronti di tutti.
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Andò non è Camilleri. Il giallo, se giallo si può definire questa storia,non ha soluzioni, solo morti. Nel tentativo di essere diverso, di nascondere l’ identità del suo personaggio il regista crea solo personaggi dai falsi nomi. Non starò a raccontare la storia per non privare lo spettatore di dare ogni sua interpretazione, una logica o fantasiosa spiegazione. Tutto va taciuto su quella che è la trama del film, o meglio di quello che viene tramato ai danni del personaggio egregiamente interpretato da Daniel Auteuil. Egli è uno scrittore divenuto molto noto, è padre, patrigno, compagno, suocero,amante, amico, egli ha plagiato, ha pagato,ha nascosto la verità, ha peccato di mistificazione e di rispetto nei confronti di tutti. Il suo ambiguo personaggio come dico è qualcuno e nessuno. Gli sentiremo dire: "Da bambino mi piaceva sostare sotto gli alberi. Mi piaceva sparire e riapparire nei varchi di luce lasciati dalla nebbia. A tredici anni sotto un di quegli alberi inventai e disegnai una storia poi la dimenticai. Quando è riaffiorata, dopo qualche tempo, pensai di scriverla. Credo sia cominciato così il mio gioco a nascondere, il gioco di un bambino che non sa cosa teme o cosa desidera di più. Se restare nascosto o venire scoperto." La vicenda avrebbe incontrato il consenso del pubblico se non fosse stato un composto machiavellico privo di soluzioni ben definite, se il dialogo, importantissimo tra le parti per capire qualcosa non fosse stato continuamente coperto da un frastuono di rumori, altro che musica, un verfo in utile e fastidioso baccano. A questa penosa disattenzione si aggiunge che non tutti gli attori si lascino capire come Daniel , molti bisbigliano, non sono abituati ad aprir bocca per parlare ma per far altro. La buona fotografia e le belle riprese consentono di dire che Anna Mauglasis, questa volta, è più espressiva e fotogenica col suo fondo schiena che non con il volto, al viso aperto Mila preferisce apparire diversamente. L’aspetto ”immorale” del film, aggiunto ad altri di cui taccio, inducono a dare un parere negativo. Lo faccio a malincuore perché la storia intrigante, in ambienti di lusso e noti avrebbe potuto prendere il volo e raggiungere la platea che invece resta smarrita, ricordando solo tanta pioggia(belle le riprese). Tanto bella quanto brava Greta Scacchi nella parte di Nicoletta,unica figura pulita di un film imbarazzante. Andò, pazienza,è andata così, ma c’è chi ne è entusiasta perché non ha capito nulla ed ancora chiede ai camilleri che lo hanno visto di dare una risposta, una spiegazione a quella che oggettivamente resta una difficile conclusione. chibar22@libero.it
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giorpost
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venerdì 8 luglio 2016
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un raffinato auteuil per un morboso snob-thriller
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Daniel è uno scrittore di successo amante della riservatezza, autore di svariati best seller firmati con lo pseudonimo Serge Novak. Figlio di un sarto polacco, vive nel lusso e viaggia molto, mancando spesso da casa ove ad attenderlo c'è la docile e paziente moglie Nicoletta, che ama molto nonostante sia un libertino conclamato; lo stesso non si può dire di Fabrizio, unico figlio al quale non ha mai riservato molto del suo tempo. La sua passione per le giovani donne, che si evince all'inizio della storia, lo spinge sovente a non lesinare avventure di una notte.
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Daniel è uno scrittore di successo amante della riservatezza, autore di svariati best seller firmati con lo pseudonimo Serge Novak. Figlio di un sarto polacco, vive nel lusso e viaggia molto, mancando spesso da casa ove ad attenderlo c'è la docile e paziente moglie Nicoletta, che ama molto nonostante sia un libertino conclamato; lo stesso non si può dire di Fabrizio, unico figlio al quale non ha mai riservato molto del suo tempo. La sua passione per le giovani donne, che si evince all'inizio della storia, lo spinge sovente a non lesinare avventure di una notte. Proprio un incontro con la conturbante Mila, nella suggestiva cornice del Golfo di Napoli il giorno prima del matrimonio di suo figlio, sconvolgerà per sempre la sua vita, in un continuo susseguirsi di cataclismi attraverso i quali scopriamo, anzitutto, che il titolo della pellicola non si riferisce all'alter ego artistico del protagonista, fino ad un epilogo che chiude un cerchio iniziato 25 anni prima, allorquando il suo migliore amico, anch'egli di origine polacca e morto suicida, scrisse un manoscritto...
Roberto Andò dirige Sotto falso nome (Ita, Fra, 2004) con un piglio quasi da veterano, pur essendo ancora cinematograficamente giovane; la storia è cucita addosso a Daniel Auteuil, interprete sempre calzante per questa tipologia di personaggi. L'attore francese non avrà, forse, la verve vista in altre occasioni, ma lo sguardo incerto e l'andatura barcollante di chi si vede il mondo crollargli attorno mi è sembrata sufficientemente realistica. La storia morbosa che fa da traino ha un non so che di già visto, ma va detto che al Cinema non possono esserci milioni di storie diverse, prima o poi è inevitabile una riproposizione, per quanto involontaria. La bella Anna Mouglalis (alias Mila, o per meglio dire Ewa, ma non voglio addentrarmi troppo nelle strette maglie di una trama piuttosto ardita) è certamente propedeutica all'opera ed anche, visto che trattasi di modella, molto ben vestita; stesso discorso per il rampollo di famiglia, per il quale è stato giustamente scelto un attore di second'ordine che lascia un ricordo molto labile. Il film è ragionato e raffinato e nonostante i tanti colpi ad effetto, riesce a mantenere un andamento godibilmente soft.
Potrà non esaltare, ma dal mio punto di vista questo thriller dai risvolti erotici, metà nostrano e metà francese (con sprazzi di Europa qua e là), è degno di nota, se non altro per le belle location e per chi, come tanti, apprezzano Auteuil, un attore che da sempre offre quella sua faccia da uomo vissuto che spiazza col sorriso sbarazzino e fulmina con quello sguardo da colto introverso.
Voto: 7
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hatecraft
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mercoledì 8 giugno 2011
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un noir diurno edonistico voyeurista laccato, calligrafico fino al midollo. la narrazione a tinte borghesi è una zavorra, e il clima sempre sottotono, insieme ad un ritmo insostenibilmente lento, ne fanno un film mal riuscito. la trama inoltre è piena di cavilli e traverse che non aiutano lo spettatore. musiche incessanti e onnipresenti che fanno il resto.
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thanos
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lunedì 30 giugno 2008
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logorante
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pretenzioso fino alla nausea.lacera i nervi nel dilemma continuo se seguitare a guardarlo.Auteil abusa della nostra considerazione La musica di Einaudi finisce per affossarlo del tutto
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roberto t.
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mercoledì 10 ottobre 2007
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film elegante, a tratti gelido ma molto interessan
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Uno dei film italiani più interessanti degli ultimi.
Ovviamente, ignorato in Italia da critica e pubblico.
Ma questo era scontato.
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briciola
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mercoledì 1 settembre 2004
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vedetelo
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1 film che tiene col fiato sospeso e che fa vivere emozioni discordanti.A volte scene senza senso ma che alla fine fanno anche riflettere le ambiguità della vita.
Guardatelo anche solo per curiosità..poi direte la vostra!
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peabody
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mercoledì 7 aprile 2004
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un "noir" atipico
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Interessante il tentativo di rappresentare un certo tipo di determinismo nelle vicende della vita ordinaria.
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costa
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lunedì 15 marzo 2004
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suicida
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credo che lui si sia ucciso perche' credeva che la ragazza fosse sua figlia
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