elgatoloco
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lunedì 11 novembre 2019
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sharon stone bravissima nel film di lumet
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"Gloria"(1998, Sydney Lumet)a parte le differenze di ambientazione rispetto al film di John Cassavetes di quasi vent'anni p'rima, è un'opera degnissima del grande regista ebreo-statunitense, di quel creatore straordinarie di storie che è stato Lumet. Il personaggio di Gloria, che non è una"stinco di santo", ma si dedica completamente al bambino di sette anni rimasto orfano in modo tragico e a sua volta minacciato da "ambienti pericolosi", quasi a riproporre una figura da"angello sacrificale", da"personaggio errante", dirmemmo. Minacciata dagli stessi ambienti di cui si diceva sopra, in quanto in possesso di un"dischetto"che contiene informazioni segrete su ambienti insospettabili coinvolti(non si sa neppure se poter dire"però"con la criminalità), deve fare di tutto per salvare prima il bambino di se stessa, tra l'altro, senza mai aver avuto particolare attenzione(anzi)per i bambini, non avendone mai voluti.
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"Gloria"(1998, Sydney Lumet)a parte le differenze di ambientazione rispetto al film di John Cassavetes di quasi vent'anni p'rima, è un'opera degnissima del grande regista ebreo-statunitense, di quel creatore straordinarie di storie che è stato Lumet. Il personaggio di Gloria, che non è una"stinco di santo", ma si dedica completamente al bambino di sette anni rimasto orfano in modo tragico e a sua volta minacciato da "ambienti pericolosi", quasi a riproporre una figura da"angello sacrificale", da"personaggio errante", dirmemmo. Minacciata dagli stessi ambienti di cui si diceva sopra, in quanto in possesso di un"dischetto"che contiene informazioni segrete su ambienti insospettabili coinvolti(non si sa neppure se poter dire"però"con la criminalità), deve fare di tutto per salvare prima il bambino di se stessa, tra l'altro, senza mai aver avuto particolare attenzione(anzi)per i bambini, non avendone mai voluti...Forse la"salvezza finale"che sembra (ma invero non è)uno happy end, degna di miglior causa(come si suol dire)arriva , forse invece no(la "sostensione"è forse arrivata, con la"benedizione"del vecchio gangster, magistralmente interpretato da George C.Scott, forse invece le cose(ma quii il film si chiude, si"arresta")capiterà altro... Sharon Stone, in questo ruolo apparentemente scanzonato-cinico, è indubbiamente in una dlele sue migliori interpretazioni, degne di tutta la sua carriera, di Scott si è detto, Jean-Luke Figueroa, allora aveva sette anni come il suo personaggio, in seguito pare non abbia più recitato ma era"credibilissimo", altri interpreti/altre interpreti sembrano essere assolutamente di livello. Le musiche di Howard Shore sono in qualche modo"perfette"per il film. El Gato
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onufrio
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giovedì 12 maggio 2016
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gloria contro tutti
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Commedia drammatica di Sidney Lumet che racconta la storia di Gloria, interpretata da una bellissima e perennemente scosciata Sharon Stone che dopo essersi fatta 3 anni di carcere per salvare la pelle al compagno mafioso Kevin si ritrova una volta uscita abbandonata dallo stesso, e allora per ripicca prende un bambino "ospite" nel suo appartamento e scappa via. Gloria non sa che dietro a questo bambino si cela una storia complicata fatta di sangue, ricatti e mafia, la donna si ritroverà in una situazione pericolosa che fortunatamente riuscirà a risolvere. Lumet non brilla particolarmente, rimane comunque la pregevole perfomance della Stone.
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enzo70
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domenica 18 ottobre 2015
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lumet ripropone un grande classico ma.....
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La storia è molto semplice, Gloria, la classica pupa del gangster, donna sola e cinica, si trova un bel pasticcio per le mani; una famiglia di portoricani condannati a morte dalla mafia gli affida il figlioletto di 7 anni poco prima di essere uccisa. La donna si trova, quindi, ad un bivio, consegnare ai suoi amici di sempre il bambino per farlo uccidere o mettere in pratica la sua esperienza per salvarlo, sceglie la seconda via in un susseguirsi di omicidi e fughe. Sidney Lumet lascia, quindi, le aule di tribunale, per ambientare un film per la strada, anzi per le strade di un America all’apparenza cinica ma in grado di dimostrare grande umanità. Un ramake di gloria una notte d'estate di Cassavetes.
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La storia è molto semplice, Gloria, la classica pupa del gangster, donna sola e cinica, si trova un bel pasticcio per le mani; una famiglia di portoricani condannati a morte dalla mafia gli affida il figlioletto di 7 anni poco prima di essere uccisa. La donna si trova, quindi, ad un bivio, consegnare ai suoi amici di sempre il bambino per farlo uccidere o mettere in pratica la sua esperienza per salvarlo, sceglie la seconda via in un susseguirsi di omicidi e fughe. Sidney Lumet lascia, quindi, le aule di tribunale, per ambientare un film per la strada, anzi per le strade di un America all’apparenza cinica ma in grado di dimostrare grande umanità. Un ramake di gloria una notte d'estate di Cassavetes. Ma sicuramente non il suo miglior film, nonostante una buona interpretazione della Stone.
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luigi chierico
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lunedì 24 febbraio 2014
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non si vive di solo gloria
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Si vedono tantissimi altri film talmente scadenti da non meritare neanche tre parole o tre minuti del tuo tempo, ragion per cui non mi sento di annoverare tra questi anche Gloria di Sidney Lumet e con Sharon Stone.
Il film è decoroso e va commentato senza metterlo a confronto con l’altro premio Leone d’oro a Venezia, non sono in gara.
Certo Lumet non è all’altezza di tanti altri suoi film, uno fra tutti ricordo “La parola ai giurati” già recensito, tuttavia è stato in grado di fornire un prodotto assolutamente non scadente.
L’intera vicenda ruota attorno a Sharon Stone, è chiamata a rispondere in prima persona essendone l’indomita unica vera protagonista. Recitazione perfetta per il ruolo nuovo che le viene affidato in un film in cui è la donna l’eroina, la grande spericolata alla guida dell’auto in fuga sulle solite strade d’America, abituate a vedere di peggio!!!
È lei che la situazione in pugno, e per la verità anche l’arma.
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Si vedono tantissimi altri film talmente scadenti da non meritare neanche tre parole o tre minuti del tuo tempo, ragion per cui non mi sento di annoverare tra questi anche Gloria di Sidney Lumet e con Sharon Stone.
Il film è decoroso e va commentato senza metterlo a confronto con l’altro premio Leone d’oro a Venezia, non sono in gara.
Certo Lumet non è all’altezza di tanti altri suoi film, uno fra tutti ricordo “La parola ai giurati” già recensito, tuttavia è stato in grado di fornire un prodotto assolutamente non scadente.
L’intera vicenda ruota attorno a Sharon Stone, è chiamata a rispondere in prima persona essendone l’indomita unica vera protagonista. Recitazione perfetta per il ruolo nuovo che le viene affidato in un film in cui è la donna l’eroina, la grande spericolata alla guida dell’auto in fuga sulle solite strade d’America, abituate a vedere di peggio!!!
È lei che la situazione in pugno, e per la verità anche l’arma.
Donna coraggiosa e generosa con chi non lo merita e con chi li merita, il piccolo Nicky,
in arte Jean-Luke Figueroa, un bambino che recita davvero bene, come negarlo?
Così generosa dall’andare in carcere per un altro, facendosi passare per colpevole, così generosa da mettere a repentaglio la sua vita e la sua libertà per prendersi cura, lei che “non è madre” di un bambino a lei sconosciuto e ricercato dalla mala locale.
Certo la storia è detta in tre parole: ridatemi il dischetto, punto e basta. Questa volta sono i cattivi a farla franca, il dischetto non è stato duplicato, la vita di Nicky vale ben altro che una denuncia contro la corruzione.
George C. Scott non è entrato nel personaggio, Lumet, poteva lasciarlo stare a riposo, il bravissimo “Generale Patton”.
Sharon Stone, in gamba , è come dire proprio in gambe, non mostra instinct..ivamente le sue grazie, comunque grazie a lei nel film c’è dominante una figura femminile, certo non è una Gloria Swanson sul “Viale del tramonto”, ma bisogna accontentarsi di quello che il cinema di oggi può offrirci, e poi è così tanto intrigante!Chigi
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viola96
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lunedì 26 settembre 2011
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povero lumet.
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Tra i tanti flop dell'illuminante carriera di Sidney Lumet,"Gloria" è quello che fa più male,senza dubbio.Remake del capolavoro "Gloria-Una notte d'estate" di John Cassavetes,il film di Lumet è orfano di un certo cinema classico americano,che cerca di risollevarsi,proprio nel momento in cui Hollywood tocca il suo fondo.Come? Riprendendo idee di gran bei vecchi film e trasportandoli nei giorni nostri e cercando di ampliarli.Non si capisce bene dove voglia andare a parare Lumet con "Gloria",nè se voglia fare satira e umorismo partendo dal noir efferato,passando per un cinema sociale che ricorda molto da vicino lo splendido "Un mondo perfetto" di Clint Eastwood.
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Tra i tanti flop dell'illuminante carriera di Sidney Lumet,"Gloria" è quello che fa più male,senza dubbio.Remake del capolavoro "Gloria-Una notte d'estate" di John Cassavetes,il film di Lumet è orfano di un certo cinema classico americano,che cerca di risollevarsi,proprio nel momento in cui Hollywood tocca il suo fondo.Come? Riprendendo idee di gran bei vecchi film e trasportandoli nei giorni nostri e cercando di ampliarli.Non si capisce bene dove voglia andare a parare Lumet con "Gloria",nè se voglia fare satira e umorismo partendo dal noir efferato,passando per un cinema sociale che ricorda molto da vicino lo splendido "Un mondo perfetto" di Clint Eastwood.Ridesegnando le regole fisse per un nero americano che si rispetti(una banda di gangstar senza pretese,una biondona agilmente elevata a donna soggetto,un luogo e un movente esagerato),"Gloria" si pone alla base del suo stesso problema.La non curanza che è significativa nel caso di Lumet,della demagogia cinematografica è notevole,ma come il grande autore sostiene da tempo immemore,la bellezza del cinema sta in chi lo guarda,prima che nel film stesso.Ma Lumet calca comunque troppo la mano sugli aspetti regolatori della vicenda,attento più a confezionare un prodotto potabile alla maggior parte degli spettatori,e non a costruire un cinema d'impegno e di idee.Sono proprio le idee che latitano in "Gloria":Pur essendo un remake,la mano del regista dovrebbe farsi sentire,per non confezionare un allegro pasticciaccio,di una lentezza e tremendezza unica.Lumet produce noia,ovvero non il suo prodotto solito.Partiamo dalla considerazione che Lumet non è certo il primo arrivato e che il suo cinema,a prescindere,va visto e capito.Ora prendiamo in considerazione "Gloria".Il film racconta di una donna forte che finisce in carcere per salvare il suo fidanzato gangster,che altrimenti dovrebbe finire i suoi giorni in gattabuia.Quando esce,capisce che il suo fidanzato non la considera più di tanto e cerca di eliminarla.Decide di fuggire insieme a un ragazzino portoricano di sette anni,che è in possesso di un elemento che potrebbe ricondurre ai traffici tra mafia e politica.Lo specchio della vicenda,politicamente in realtà correttissima,è di una tristezza che oserei definire eterna.Un grande regista come Lumet,inclinato da una crisi notevole di idee,produce uno dei suoi maggiori flop e fallisce nel tentativo di salvare Hollywood dallo sfracellamento a cui è indirizzata.Sharon Stone non funziona quando non fa la femme fatale in stile "Basic Instinct",e la sua figura da donna forte e coraggiosa è sminuita da una figura non proprio sobria e da un'interpretazione faziosa e terribilmente sopra le righe.Lontano dal tribunale,luogo dei suoi migliori film,Lumet s'incupidisce e trasporta lentamente la sua salma,con oltre dieci anni d'anticipo.La salma di un regista che sembra non avere più nulla da dire e che si sta accasciando miseramente,salvo poi,realizzarsi con un colpo di coda,nel suo finale di partita,con un capolavoro come "Onora il Padre e la Madre".Ma questo film,ancora non è nemmeno stato pensato.Intanto "Gloria" si allontana notevolmente dalla caratura dell'originale e diventa il peggior film di uno dei migliori autori americani contemporanei.E qui si,che mi sale la tristezza.
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(di alessandro vanin)
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ultimoboyscout
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domenica 23 gennaio 2011
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così così.
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Una discreta Sharon Stone è la principale attrazione di un film, remake di un precedente da cui non si discosta troppo. Da Lumet sarebbe lecito aspettarsi un pò di più del classico compitino, che è fatto benino ad essere onesti ma non offre nulla di nuovo. Mafia e politica soprattuto se collegate tra loro, comunque attirano sempre.
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paride86
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giovedì 11 novembre 2010
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mediocre
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Sidney Lumet firma il remake di "Gloria", un classico di Cassavetes che vinse il Leonde D'Oro a Venezia.
Se Sharon Stone è brava nella sua parte, disegnando una Gloria diversa da quella di Gena Rowlands, ma ugualmente credibile, tutto il resto, invece, non funziona proprio. Sembra di guardare un prodotto televisivo di serie B.
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