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sabato 4 febbraio 2023
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mr.
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stefanocapasso
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domenica 16 settembre 2018
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una fiaba tragica
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Nella Roma del primissimo dopoguerra due adolescenti, Pasquale e Giuseppe, coltivano il sogno di comprare Bersagliere, il cavallo che periodicamente affittano coi guadagni del loro lavoro di lustrascarpe. L’occasione di un buon guadagno si presenta quando vengono coinvolti in una vendita di coperte rubate. Le cose vanno male, vengono arrestati e finiscono al riformatorio, dove li attendono prove molto dure.
Primo grande successo di Vittorio de Sica che sta lavorando con Zavattini alla trilogia dei bambini. Il tema del cavallo è l’emblema dei sogni giovanili che però devono fare i conti con un mondo adulto che ha regole ben diverse che mette alla prova anche la loro amicizia.
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Nella Roma del primissimo dopoguerra due adolescenti, Pasquale e Giuseppe, coltivano il sogno di comprare Bersagliere, il cavallo che periodicamente affittano coi guadagni del loro lavoro di lustrascarpe. L’occasione di un buon guadagno si presenta quando vengono coinvolti in una vendita di coperte rubate. Le cose vanno male, vengono arrestati e finiscono al riformatorio, dove li attendono prove molto dure.
Primo grande successo di Vittorio de Sica che sta lavorando con Zavattini alla trilogia dei bambini. Il tema del cavallo è l’emblema dei sogni giovanili che però devono fare i conti con un mondo adulto che ha regole ben diverse che mette alla prova anche la loro amicizia. Film fondante del neorealismo caratterizzato dall’occhio sobrio della macchina da presa di De Sica che mette in scena un dramma dai toni fiabeschi e che allo stesso tempo una denuncia sulle condizioni umane del tempo, caratterizzate da un grande egoismo, conseguenza delle privazioni patite negli anni.
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fedeleto
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sabato 2 aprile 2016
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sciuscia infanzia lacerata
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Due sciuscia'(lustrascarpe)vengono incriminati di un furto riguardo due coperte americane poiché con il bottino vogliono comprarci un cavallo.Verranno arrestati,e in riformatorio vivranno una triste e cruda realtà.Fino a quandola spesieratezza dell'adolescenza finisce con la tragedia.Vittorio De Sica (la porta del cielo,Teresa Venerdi)dirige un dramma umano ottimamente rappresentato.La storia si incentra sul tema della sofferenza umana di queste due vittime della società,bello il dualismo tra realtà sociale e sogno (il cavallo),poiché con i soldi loro vogliono realizzare un desiderio puro.Ma De Sica è ben attento anche nella contrapposizione tra adulto e ragazzo,i primi sono esseri pronti a comandare e condannare,insegnando con l'inganno e la violenza un soggettivo rispetto,che si spezza quando i ragazzi riescono a fuggire dal carcere trovando la tragedia.
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Due sciuscia'(lustrascarpe)vengono incriminati di un furto riguardo due coperte americane poiché con il bottino vogliono comprarci un cavallo.Verranno arrestati,e in riformatorio vivranno una triste e cruda realtà.Fino a quandola spesieratezza dell'adolescenza finisce con la tragedia.Vittorio De Sica (la porta del cielo,Teresa Venerdi)dirige un dramma umano ottimamente rappresentato.La storia si incentra sul tema della sofferenza umana di queste due vittime della società,bello il dualismo tra realtà sociale e sogno (il cavallo),poiché con i soldi loro vogliono realizzare un desiderio puro.Ma De Sica è ben attento anche nella contrapposizione tra adulto e ragazzo,i primi sono esseri pronti a comandare e condannare,insegnando con l'inganno e la violenza un soggettivo rispetto,che si spezza quando i ragazzi riescono a fuggire dal carcere trovando la tragedia.Un De Sica forse più cinico de I Bambini Ci Guardano,ma decisamente profondo e realista.Bellissima la scena finale dove il cavallo bianco si allontana (un chiaro esempio dell'innocenza-purezza che fugge via)metaforizzante e fiabesco.Non mancano riprese tecnicamente interessanti dove la mdp spia con la sua lentezza la storia.Ideato da Zavattini e Scritto dal medesimo con Amidei,Franci e Viola.Un piccolo capolavoro del cinema Neorealista.De Sica tocca un vertice descrivendo questa adolescenza uccisa dalla società.Da vedere.
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filippo catani
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martedì 5 marzo 2013
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l'infanzia rubata
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Due piccoli lustrascarpe napoletani cercano di mettere i soldi da parte per potersi comprare il cavallo dei loro sogni. Per arrivare più agevolmente al raggiungimento della cifra, i due ragazzi finiranno con l'accettare un "lavoretto" che li porterà a conoscere la terribile vita del carcere minorile.
Un film che definire maestoso è dire poco. Un'opera che in circa 80 minuti ci restituisce a pieno il dramma della povertà e di un'infanzia completamente rubata dalla fame, dalla miseria e dalla guerra. I due piccoli protagonisti hanno nel cuore il loro grande sogno quasi irrealizzabile (come spesso accade nella mente dei bambini e come del resto è giusto che accada vista la loro grande e sconfinata fantasia) e questo sogno è una sorta di uscita di sicurezza da un mondo fatto di solo dolore (uno dei due protagonisti addirittura dice di dormire in ascensore).
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Due piccoli lustrascarpe napoletani cercano di mettere i soldi da parte per potersi comprare il cavallo dei loro sogni. Per arrivare più agevolmente al raggiungimento della cifra, i due ragazzi finiranno con l'accettare un "lavoretto" che li porterà a conoscere la terribile vita del carcere minorile.
Un film che definire maestoso è dire poco. Un'opera che in circa 80 minuti ci restituisce a pieno il dramma della povertà e di un'infanzia completamente rubata dalla fame, dalla miseria e dalla guerra. I due piccoli protagonisti hanno nel cuore il loro grande sogno quasi irrealizzabile (come spesso accade nella mente dei bambini e come del resto è giusto che accada vista la loro grande e sconfinata fantasia) e questo sogno è una sorta di uscita di sicurezza da un mondo fatto di solo dolore (uno dei due protagonisti addirittura dice di dormire in ascensore). Un crimine generato dal mercato nero li porta a scoprire la durezza e i soprusi del carcere minorile. E oltre la figura dei due ragazzi è emblematica quella di uno dei responsabili del carcere che verso la fine getta la spugna e vuole cambiare lavoro perchè per fare quello in un carcere minorile ci vuole un altro carattere e un altro cuore. La struggente scena finale con il cavallo che si allontana nella notte resta a simboleggiare con tragica semplicità la notte della povertà e della guerra che tante vittime ha fatto tra i più giovani e indifesi. Un capolavoro assoluto del neorealismo e del maestro De Sica che ci regala un film popolare fatto di dialetti che si mischiano e si uniscono. Insomma uno struggente ritratto di una generazione che non ha potuto vivere e conoscere le gioie dell'essere bambino.
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luca scialò
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venerdì 22 aprile 2011
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la povertà che genera delinquenza
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Siamo agli sgoccioli della fine della Seconda Guerra Mondiale e in una Roma frustrata dal disagio sociale, due ragazzini si guadagnano da vivere facendo gli Sciuscià (lustra scarpe). Sognano di comprarsi un cavallo ma con i soldi che guadagnano non ce la farebbero mai. Il fratello di uno dei due gli propone un piccolo colpo che però va male, e i due finiscono nel carcere minorile. Autentico tappeto dove nascondere la polvere, l'istituto penitenziario è un complesso utile a sottrarre alla società piccoli delinquenti, dove vengono di fatti maltrattati e non hanno alcun diritto, specie se orfani. I due ragazzi così andranno incontro a varie vicissitudini e disgrazie.
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Siamo agli sgoccioli della fine della Seconda Guerra Mondiale e in una Roma frustrata dal disagio sociale, due ragazzini si guadagnano da vivere facendo gli Sciuscià (lustra scarpe). Sognano di comprarsi un cavallo ma con i soldi che guadagnano non ce la farebbero mai. Il fratello di uno dei due gli propone un piccolo colpo che però va male, e i due finiscono nel carcere minorile. Autentico tappeto dove nascondere la polvere, l'istituto penitenziario è un complesso utile a sottrarre alla società piccoli delinquenti, dove vengono di fatti maltrattati e non hanno alcun diritto, specie se orfani. I due ragazzi così andranno incontro a varie vicissitudini e disgrazie.
La coppia De Sica-Zavattini comincia a mettere la propria arte cinematografica a servizio della denuncia sociale, in modo duro e puro. Il Fascismo ormai è finito e si può osare di più; sebbene la censura democristiana sarà con loro solo leggermente più morbida e bacchettona. I personaggi dei loro film sono angeli disperati caduti in un Inferno ingiusto e senza speranza. Spesso i loro film sono stati attenti ai problemi dei minori, vittime delle assurdità degli adulti.
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chriss
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venerdì 10 settembre 2010
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lustrascarpe...
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Pasquale e Giuseppe, due discoli uniti da una profonda e sincera amicizia, hanno un sogno (che poi si realizzerà solo in parte): acquistare Bersagliere, un cavallo bianco che costa cinquanta mila lire e tanti altri sacrifici per mantenerlo. I difficili anni della guerra ed il contatto, 'corrotto con gli adulti', ha fatto si che crescessero troppo in fretta. Mancando proprio poco per arrivare a quella somma, decidono di darsi da fare per raggiungerla. I due ragazzi, che fanno i lustrascarpe per strada, nel tentativo di vendere due coperte americane per ricavarne 500 lire, rimangono invischiati in un affare più grande di loro (ci sono di mezzo gli adulti, tra cui il fratello di Giuseppe).
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Pasquale e Giuseppe, due discoli uniti da una profonda e sincera amicizia, hanno un sogno (che poi si realizzerà solo in parte): acquistare Bersagliere, un cavallo bianco che costa cinquanta mila lire e tanti altri sacrifici per mantenerlo. I difficili anni della guerra ed il contatto, 'corrotto con gli adulti', ha fatto si che crescessero troppo in fretta. Mancando proprio poco per arrivare a quella somma, decidono di darsi da fare per raggiungerla. I due ragazzi, che fanno i lustrascarpe per strada, nel tentativo di vendere due coperte americane per ricavarne 500 lire, rimangono invischiati in un affare più grande di loro (ci sono di mezzo gli adulti, tra cui il fratello di Giuseppe). Interrogati da un severo ispettore di polizia, che non abbocca alla vicenda, vengono spediti in riformatorio (e' emblematica la scena in cui Pasquale posa le sue piccole dita nell' inchiostro). Pasquale e Giuseppe vengono inizialmente messi insieme e poi separati e schiaffati in cella. Nel carcere minorile fanno la conoscenza di altri ragazzi che hanno commesso reati quali rapine, furti e borseggi e così via. Negli anni della guerra, inevitabilmente, in mancanza di cibo, acqua, generi primari ed altro, i reati non potevano che aumentare. Gli eventi precipitano quando Pasquale rivela al commissario che il fratello di Giuseppe è implicato nell' affare sporco della chiromante: i due ragazzi finiranno con l' odiarsi. Il contrasto amicizia/odio si avvertirà nel finale sul ponte, drammatico e toccante. Sciuscià, di Vittorio de Sica, è un capolavoro immortale del Neorealismo italiano. Tale cinema, sviluppatosi durante la seconda guerra mondiale, era caratterizzato da riprese all' aperto (in esterna) ed impiegando attori sconosciuti o non professionisti. Il neorealismo, molto caro a tanti registi italiani e stranieri, trattava per lo più di storie di povera gente che stava appena risollevando la testa dagli orrori della guerra. Il film, che rispecchia quell' epoca di miseria e povertà, tocca un tasto dolente e drammatico, quasi quanto la guerra stessa: i bambini, l' infanzia e l' adolescenza negate. Il messaggio di allora fu molto forte e disperato. Gli americani lo apprezzarono a tal punto da omaggiarlo con un Oscar onorario, mentre in Italia non fu degnamente considerato. Non esagero se affermo che forse sia uno dei più bei film in assoluto nella storia del cinema italiano e straniero. Il sonoro lascia un pochino a desiderare, ma io credo che, in certi contesti, contino più le sensazioni che altro. Se dovessi indicare un personaggio adulto che mi colpito, direi che l' assistente carceriere ("Ho paura che questo non sia il mio posto"), che il giorno dopo vorrebbe dare le dimissioni a causa della morte di un bambino calpestato dagli altri, rappresenti una bontà d' animo perduta in quel carcere punitivo e non riabilitante. I bambini, che recitano come se fossero nel loro ambiente naturale, danno perfettamente l' idea del salto (strada/carcere) che fanno: le sofferenze, i disagi ed i soprusi degli altri sono segni evidenti nei loro giovanissimi volti. Il film va assolutamente visto, almeno una volta nella vita. Basta pure un pomeriggio libero con meno di due ore a disposizione. Bersagliere, il cavallo bianco sul ponte, in quel frangente rappresenta il simbolo del sogno spezzato, che fugge via per sempre. Non a caso è bianco: tale colore rappresenta l' innocenza e la purezza; come quella dei bambini. Immortale. Christian...
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il cinefilo
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lunedì 23 agosto 2010
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un film magnifico sotto ogni punto di vista
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TRAMA:Nell'Italia del dopoguerra due ragazzi,Pasquale e Giuseppe,si ritrovano a dover affrontare la brutalità del riformatorio a causa di una rapina in cui sono rimasti involontariamente complici...COMMENTO:Vittorio De Sica(il quale si rivolterebbe nella tomba se sapesse dei film sfornati attualmente dal figlio)firma un altro capolavoro della cinematografia neorealista nonchè il più famoso all'estero insieme a ladri di biciclette(di Vittorio De Sica)e Roma città aperta(di Roberto Rossellini).
Il regista,attraverso la sceneggiatura di Cesare Zavattini,riflette sui drammi della gioventù italiana dell'dopoguerra attraverso,anche,la bellissima storia di amicizia tra i due giovani protagonisti(ancora una volta Vittorio De Sica dimostra l'importanza di utilizzare un cast di attori non professionisti come già in LADRI DI BICICLETTE e UMBERTO D)e le loro esperienze con i giovani del riformatorio i quali sono tutti vittime di un epoca spietata e che non lascia scampo ai più deboli.
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TRAMA:Nell'Italia del dopoguerra due ragazzi,Pasquale e Giuseppe,si ritrovano a dover affrontare la brutalità del riformatorio a causa di una rapina in cui sono rimasti involontariamente complici...COMMENTO:Vittorio De Sica(il quale si rivolterebbe nella tomba se sapesse dei film sfornati attualmente dal figlio)firma un altro capolavoro della cinematografia neorealista nonchè il più famoso all'estero insieme a ladri di biciclette(di Vittorio De Sica)e Roma città aperta(di Roberto Rossellini).
Il regista,attraverso la sceneggiatura di Cesare Zavattini,riflette sui drammi della gioventù italiana dell'dopoguerra attraverso,anche,la bellissima storia di amicizia tra i due giovani protagonisti(ancora una volta Vittorio De Sica dimostra l'importanza di utilizzare un cast di attori non professionisti come già in LADRI DI BICICLETTE e UMBERTO D)e le loro esperienze con i giovani del riformatorio i quali sono tutti vittime di un epoca spietata e che non lascia scampo ai più deboli.
Questo film si merita il voto massimo principalmente per tre motivi che è doveroso elencare,primo:la capacità del regista di inquadrare,con una sensibilità assolutamente unica,le tragedie che circondano la vita della gioventù e in cui è praticamente impossibile non rimanere stupefatti per il suo realismo assoluto,secondo:l'importanza che il film riveste a livello internazionale dimostrando a tutti come dovrebbe essere il vero cinema italiano e infatti vinse un oscar come miglior film straniero,terzo:non si può non citare la spaventosa sequenza finale che,molto probabilmente,merita di essere classificata tra le più commoventi e strazianti della storia del cinema.
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g. romagna
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mercoledì 30 dicembre 2009
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sciuscià
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Sciuscià è un capolavoro senza tempo, un film crudo e rivoluzionario per il messaggio che intendeva diffondere.
Il senso di vicinanza che riesce a trasmettere verso questi poveri bambini, vittime oramai considerate irrecuperabili da una società terribilmente miope e perbenista, è di una forza insuperabile, la stessa che sarà poi ripresa tanto da Truffaut nel cinema con "I 400 colpi" -altra pietra miliare- quanto da Pasolini nella letteratura con "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", romanzi pressochè analoghi al film per quanto concerne lo stile, l'ambientazione e i protagonisti. Tanto coraggiosa quanto vincente si rivela poi la scommessa di girare una pellicola avente come protagonisti quasi esclusivamente dei bambini, i quali, con la forza espressiva dei loro volti e dei loro dialetti, ci regalano tutti, senza distinguo, delle interpretazioni magiche e struggenti.
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Sciuscià è un capolavoro senza tempo, un film crudo e rivoluzionario per il messaggio che intendeva diffondere.
Il senso di vicinanza che riesce a trasmettere verso questi poveri bambini, vittime oramai considerate irrecuperabili da una società terribilmente miope e perbenista, è di una forza insuperabile, la stessa che sarà poi ripresa tanto da Truffaut nel cinema con "I 400 colpi" -altra pietra miliare- quanto da Pasolini nella letteratura con "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", romanzi pressochè analoghi al film per quanto concerne lo stile, l'ambientazione e i protagonisti. Tanto coraggiosa quanto vincente si rivela poi la scommessa di girare una pellicola avente come protagonisti quasi esclusivamente dei bambini, i quali, con la forza espressiva dei loro volti e dei loro dialetti, ci regalano tutti, senza distinguo, delle interpretazioni magiche e struggenti.
Se non lo avete ancora fatto, correte a guardarlo, non potrete mai pentirvene: per conto mio è un titolo imprescindibile, non solo per la storia della corrente neorealista ma per quella del cinema tout-court.
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tony71
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mercoledì 14 ottobre 2009
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sciuscià
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Ancora oggi, a distanza di tanti anni, commuove, soprattutto il finale. Storia di un'amicizia, delle condizioni estreme del dopoguerra, degli orrori del riformatorio... Grande Vittorio De Sica
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io
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venerdì 6 febbraio 2009
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5
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