samanta
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domenica 20 ottobre 2019
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che cosa non si fa per una poltrona!
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Il film è del 1956 con la regia di Frtz Lang grande regista tedesco (Metropolis M- Il mostro di Dusseldorf) uno deipiù importantii della cinematografia prima del muto e poi del parlato. Quando la città dorme appartiene al periodo americano (1934-1958) in cui il regista si espresse in vari generi: film drammatici, western, gialli, noir, di costume (Fury, Rancho Notorious), Quando la città dorme è un film sul mondo del mass media che si intreccia con una vicenda gialla.
Amos Kyne è padrone di un Network di comunicazione , muore all'improvviso ed eredita il figlio Walter (Vincent Price) un mediocre che non si è mai curato dell'azienda, decide di creare il posto di Direttore Generale (insomma il Ceo) che diriga i vari settori, mette in competizione per il posto: Mark Loving (George Sanders) che dirige l'agenzia di infornazioni e il settore televiso, John Griffith (Thomas Mitchell) che dirige Il sentinel principale quotidiano del gruppo e Harry Kritzer (James Craig) che dirige i servizi fotografici ed è l'amante della moglie di Walter: Dorothy (Rhonda Fleming) che incontra nel pied a terre di lei.
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Il film è del 1956 con la regia di Frtz Lang grande regista tedesco (Metropolis M- Il mostro di Dusseldorf) uno deipiù importantii della cinematografia prima del muto e poi del parlato. Quando la città dorme appartiene al periodo americano (1934-1958) in cui il regista si espresse in vari generi: film drammatici, western, gialli, noir, di costume (Fury, Rancho Notorious), Quando la città dorme è un film sul mondo del mass media che si intreccia con una vicenda gialla.
Amos Kyne è padrone di un Network di comunicazione , muore all'improvviso ed eredita il figlio Walter (Vincent Price) un mediocre che non si è mai curato dell'azienda, decide di creare il posto di Direttore Generale (insomma il Ceo) che diriga i vari settori, mette in competizione per il posto: Mark Loving (George Sanders) che dirige l'agenzia di infornazioni e il settore televiso, John Griffith (Thomas Mitchell) che dirige Il sentinel principale quotidiano del gruppo e Harry Kritzer (James Craig) che dirige i servizi fotografici ed è l'amante della moglie di Walter: Dorothy (Rhonda Fleming) che incontra nel pied a terre di lei. Però il protagonista del film è un cronista: Edward Mobley (Dana Andrews) che conduce anche una rubrica televisiva di successo e che onestamente ha sempre detto la verità, anche se sgradita, ai suoi padroni. Si scatena la battaglia tra i 3 candidati senza esclusione di colpi, Loving e Mitchell cercano uno scoop, in particolare riuscire per primi a dare l'annuncio della cattura di un serial killer (John Barrymore) che in quei giorni uccide ferocemente giovani ragazze, Loving convince la giornalista Mildred sua amante a sedurre Mobley, dato che il suo più caro amico è il poliziotto che dirige la caccia al killer confidando che gli riveli notizie utili, parzialmente la seduzione riesce mettendo in crisi il prossimo matrimonio di Mobley con Nancy (Sally Forrest) impiegata nell'azienda, quanto a Kritzer confida nell'amante Dorothy che convinca il marito a nominarlo. Il finale a sorpresa mette a posto tutte le cose. il killer viene catturato nella casa di Nancy in cui si era rifugiata Dorothy che aveva il suo pied a terre clandestino vicino, Griffith che grazie a Mobley ha dato per primo la notizia è nominato Direttore Generale, Kritzer viene allontanato. Quanto a Mobley disgustato si dimette, sposa Nancy ma in viaggio di nozze gli vienne comunicata la nomina a Direttore del Sentinel.
Il film è una spietata accusa della mancanza di freni inibitori, per fare carriera (in ciò ricorda l'Asso nella Manica di Billy Wilder), la menzogna, il sotterfugio, l'inganno e l'utilizzo della donna come mezzo per sedurre anche se poi alla fine vince sempre lei, nel caso Mildred che riesce con il suo affascinante cinismo a sistemare la situazione mettendo i piedi in più staffe e a ottenere un posto di prestigio (segretaria personale di Walter). L'altro elemento è lo scoop inteso come mezzo e unico fine del lavoro giornalistico, senza un barlume di pietà per le vittime massacrate che hanno la sola utilità di far vendere più copie e accrescere la fama del giornalista. Certamente la situazione da allora è peggiorata con l'impervesare della televisione come brillantemente raccontato in Quinto potere di Sidney Lumet (senza contare l'influsso di Internet).
Lang ha raccontato con stile limpido una storia torbida, senza fronzoli, analizzando senza pietà i caratteri negativi, ma anche, senza alcun buonismo, mettendo in luce le personoe oneste che esistono (anche se sono sempre più rare), particolarmente efficaci le scene in cui il serial killer aggredisce le donne. Ottima la fotografia in bianco e nero (non poteva essere altrimenti) ed ottima la direzione degli attori. bravissimi Dana Andrews, Thomas Mitchell, George Sanders, ma anche brava Ida Lupino singolare personaggio del cinema americano che oltre ad essere una brava attrice, fu anche regista alla fine degli anni '40 tra le prime donne che fecero quel mestiere e che fondò anche una casa produttrice.
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luca scial�
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martedì 13 novembre 2012
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critica al cinismo e all'arrivismo
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A New York un serial killer uccide giovani donne nelle loro case. Un giornale locale, il New York sentinel, si mette sulle sue tracce. Ma tra i colleghi della redazione si è innescato un certo arrivismo, causato dal figlio del proprietario che ne ha preso le redini dopo la sua dipartita. Il quale non conosce nulla di giornalismo, ma ha a cuore solo gli affari.
In questo suo penultimo film americano, Fritz Lang critica, aspramente il cinismo e l'arrivismo, molto evidente tra i protagonisti. In questa occasione il sistema giudiziario viene risparmiato, e tutta l'attenzione registica è puntata sul giornalismo capace di creare mostri piu' grandi di quelli di cui scrive.
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A New York un serial killer uccide giovani donne nelle loro case. Un giornale locale, il New York sentinel, si mette sulle sue tracce. Ma tra i colleghi della redazione si è innescato un certo arrivismo, causato dal figlio del proprietario che ne ha preso le redini dopo la sua dipartita. Il quale non conosce nulla di giornalismo, ma ha a cuore solo gli affari.
In questo suo penultimo film americano, Fritz Lang critica, aspramente il cinismo e l'arrivismo, molto evidente tra i protagonisti. In questa occasione il sistema giudiziario viene risparmiato, e tutta l'attenzione registica è puntata sul giornalismo capace di creare mostri piu' grandi di quelli di cui scrive. Ottimo cast di attori.
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il cinefilo
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venerdì 18 febbraio 2011
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una storia di rapacità giornalistica a 24 carati
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L'indiscutibile punto di forza del film si trova,inevitabilmente,nell'interessante schiera di personaggi maschili e femminili che affollano lo schermo e che possiede,ciascuno,una sua precisa e importante connotazione all'interno della vicenda.
Fritz Lang,partendo dalla sceneggiatura di Casey Robinson,racconta una storia di"avidità giornalistica"nelle cadenze inquietanti di una sfida per un innalzamento del posto di lavoro e in cui,comunque,non è ben chiaro il messaggio ideologico che si vorrebbe far trasparire(o forse è proprio il contrario)in quanto non si capisce(non che questo sia necessariamente un difetto)se lo sguardo critico di regista e sceneggiatore sia rivolto all'universo del giornalismo nel suo complesso oppure solamente ad una ristretta casta di"squali"disposti a tutto pur di ottenere una"poltrona"importante.
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L'indiscutibile punto di forza del film si trova,inevitabilmente,nell'interessante schiera di personaggi maschili e femminili che affollano lo schermo e che possiede,ciascuno,una sua precisa e importante connotazione all'interno della vicenda.
Fritz Lang,partendo dalla sceneggiatura di Casey Robinson,racconta una storia di"avidità giornalistica"nelle cadenze inquietanti di una sfida per un innalzamento del posto di lavoro e in cui,comunque,non è ben chiaro il messaggio ideologico che si vorrebbe far trasparire(o forse è proprio il contrario)in quanto non si capisce(non che questo sia necessariamente un difetto)se lo sguardo critico di regista e sceneggiatore sia rivolto all'universo del giornalismo nel suo complesso oppure solamente ad una ristretta casta di"squali"disposti a tutto pur di ottenere una"poltrona"importante...in definitiva:un buon poliziesco con almeno una sequenza da ricordare e cioè quella dell'omicidio iniziale subito prima dei titoli di testa.
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enrico truffi
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martedì 17 giugno 2008
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quando la città dorme
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Dopo la morte del primo direttore di un quotidiano, viene messo in palio il posto a chi riuscirà a scoprire l'identità dell' "assassino del rossetto". In questo film, che è probabilmente il miglior lang del periodo americano, il regista sfodera una cattiveria inaspettata contro il quarto potere con questo pamphlet camuffato da poliziesco ed è un maestro nel descrivere come tutti i giornalisti si arrampicano per avere la promozione. Anche il più onesto fra loro sfrutta la fidanzata per il posto. E per questo il " lieto fine " è relativo.
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