“Venom: La furia di Carnage” riporta sul grande schermo uno dei supereroi più scanzonati e comicamente maldestri di tutto il panorama cinematografico.
Se sono da elogiare i comparti tecnici e grafici del film, accattivanti e davvero azzeccati soprattutto nel design rosso sangue del nuovo simbionte, al contrario sono da bocciare pesantemente trama, sceneggiatura, e caratterizzazione dei personaggi, ancora una volta votata al macchiettistico e al ridicolo, dove il leggero è fuori luogo e il comico non fa quasi mai ridere.
Posizionandosi agli antipodi rispetto alla sua controparte fumettistica, il Venom di Serkis si lascia troppo spesso andare alla facile gag o alla battutina che ammicca al pubblico giovanissimo, facendo eccezione solo in qualche sparuta scena splatter che però non funge in alcun modo da bilancia per quanto visto fino a quel momento.
[+]
“Venom: La furia di Carnage” riporta sul grande schermo uno dei supereroi più scanzonati e comicamente maldestri di tutto il panorama cinematografico.
Se sono da elogiare i comparti tecnici e grafici del film, accattivanti e davvero azzeccati soprattutto nel design rosso sangue del nuovo simbionte, al contrario sono da bocciare pesantemente trama, sceneggiatura, e caratterizzazione dei personaggi, ancora una volta votata al macchiettistico e al ridicolo, dove il leggero è fuori luogo e il comico non fa quasi mai ridere.
Posizionandosi agli antipodi rispetto alla sua controparte fumettistica, il Venom di Serkis si lascia troppo spesso andare alla facile gag o alla battutina che ammicca al pubblico giovanissimo, facendo eccezione solo in qualche sparuta scena splatter che però non funge in alcun modo da bilancia per quanto visto fino a quel momento. Toni scanzonati all’eccesso, battute imbarazzanti e una regia frettolosa che corre all’impazzata per cercare di raccontare quanto più possibile nel breve spazio concessole, sono solo alcuni dei gravi problemi strutturali che affliggono il lungometraggio, traducendosi di riflesso in dei personaggi vuoti e mal caratterizzati, definibili al più come manichini non valorizzati che, soprattutto nel caso dell’antagonista, potevano e dovevano essere sviscerati meglio.
Bocciato su tutta la linea, il secondo film dell’universo supereroico targato Sony paga pesantemente la scelta stilistica che sta alla base dell’intero progetto, accontentando tutti coloro che si aspettavano un nuovo personaggio colorato da poter comprare sotto forma di peluche o gadget, ma lasciando una grande amarezza in quelli che speravano in un passo un po’ più coraggioso.
[-]
|
|