gaia pulliero
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domenica 15 agosto 2021
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«e il naufragar m''è dolce in questo mare»
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Maria (Micaela Ramazzotti) è una giovane madre con due figli piccoli e un marito tanto dolce quanto sconfortato dalla sua (di Maria) inadeguatezza alla genitorialità e, in un certo senso, alla vita.
Maria ama profondamente la sua famiglia, ma non è in grado di prenderne parte come adulto responsabile: getta nella spazzatura delle bollette che non sa come pagare, porta i figli in pedalò invece che a scuola, è una ritardataria cronica e non ha un lavoro che la tenga occupata durante il giorno.
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Maria (Micaela Ramazzotti) è una giovane madre con due figli piccoli e un marito tanto dolce quanto sconfortato dalla sua (di Maria) inadeguatezza alla genitorialità e, in un certo senso, alla vita.
Maria ama profondamente la sua famiglia, ma non è in grado di prenderne parte come adulto responsabile: getta nella spazzatura delle bollette che non sa come pagare, porta i figli in pedalò invece che a scuola, è una ritardataria cronica e non ha un lavoro che la tenga occupata durante il giorno. Il suo stesso camminare è dettato da un andamento altalenante e insicuro, come se la normale successione di un passo dopo l'altro fosse troppo complessa da affrontare. Così facendo, il suo continuo girare su se stessa e saltellare in attesa che le cose accadano ripropone in chiave gestuale le sue burrasche interiori. Burrasche tanto forti da provocare un violento "naufragio" nella seconda metà del film: la storia si spoglia allora del dinamismo che fino a quel momento l'aveva caratterizzata per sfociare violentemente nel quasi totale silenzio musicale e nella reiterazione di rumori sempre uguali a se stessi. Ad aprire il sipario su questa seconda metà è proprio il suono dell'acqua che scorre in un rubinetto di una stanza d'albergo legittimandosi così come nuovo perno narrativo della pellicola alla quale Maria sembra inesorabilmente soccombere. È però proprio dall'acqua, in questo caso del mare, che sul finale Maria sceglie di voler riemergere rinunciando alla sua inettitudine. Resa martire da un vissuto che le ha tolto tutto, attraverso questo nuovo battesimo Maria è finalmente pronta a fare proprio anche il più piccolo barlume di speranza in nome di una vita che, comunque sia, merita di essere vissuta.
Nessuno potrà mai sapere se Maria si rivelerà all’altezza o meno di questa rinascita, ma ognuno di noi può certamente provare a scrivere il finale della sua storia perché il senso di inadeguatezza di Maria, in fondo, è quello che accomuna tutti noi.
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lizzy
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mercoledì 4 agosto 2021
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storie di ordinaria quotidianita''
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Ci risiamo.
Si vede che la "grande" Micaela ha la passione per le sfigate complicate.
Rieccola nella veste di un personaggio stile "Tutta la vita davanti": la Maria del film infatti non ha nulla da invidiare alla Sonia dell'altro lavoro.
Donne perse nei loro pensieri, senza una fissa dimora psicologica, donne che credono che la vita sia facile, tranne poi trovarsi a sbatterci violentemente contro il suo "muro".
Film ovviamente tutto incentrato sulle figure femminili: il marito conta poco o nulla, di altri maschi, a parte fugaci apparizioni (l'avvocato, il camionista), e il figlio stesso (che conta come il due di coppe con briscola a bastoni), direi nisba,
Un film sul poco amore per se stessi, sul voler a tutti i costi tentare di svangarla, sull'inadeguatezza di certe coppie nell'allevare dei figli.
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Ci risiamo.
Si vede che la "grande" Micaela ha la passione per le sfigate complicate.
Rieccola nella veste di un personaggio stile "Tutta la vita davanti": la Maria del film infatti non ha nulla da invidiare alla Sonia dell'altro lavoro.
Donne perse nei loro pensieri, senza una fissa dimora psicologica, donne che credono che la vita sia facile, tranne poi trovarsi a sbatterci violentemente contro il suo "muro".
Film ovviamente tutto incentrato sulle figure femminili: il marito conta poco o nulla, di altri maschi, a parte fugaci apparizioni (l'avvocato, il camionista), e il figlio stesso (che conta come il due di coppe con briscola a bastoni), direi nisba,
Un film sul poco amore per se stessi, sul voler a tutti i costi tentare di svangarla, sull'inadeguatezza di certe coppie nell'allevare dei figli.
E poi?
Cosa vediamo che non abbiam visto bene anche altrove?
In cosa, ad esempio, differisce Maria dalla Donatella di "La pazza gioia"?
E anche la comprimaria finale... della quale si capisce ben poco... a parte provenienza e intenzioni...
Come se non esistesse.
Anzi... non esiste nessuno.
Basterebbe solo Micaela a fare il film: gli altri sono inutili ombre.
E forse non servirebbe manco un copione: basterebbe far recitare la Ramazzotti...a braccio.
Un po' di un film...un po' di un altro...
Ed ecco confezionato un perfetto lavoro...su misura della Ramazzotti.
Peccato: io considero Micalea una grandissima artista, ma questo calcificarsi sul ruolo della "stramba inadeguata" la stanno man mano relegando ad una nicchia che, a lungo andare, annoia.
Come annoia questo film dove non succede mai niente.
E lo dico intenzionalmente.
Qua non succede nulla.
Solita, monotona, routine di tutti i giorni...(se conoscete come va il mondo e cosa abbiamo nella società che ci attornia...).
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