La Mafia non è più quella di una Volta

Un film di Franco Maresco. Con Letizia Battaglia, Ciccio Mira, Angelo Faraci, Matteo Mannino.
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Documentario, Ratings: Kids+13, durata 98 min. - Italia 2019. - Cinecittà Luce uscita giovedì 12 settembre 2019. MYMONETRO La Mafia non è più quella di una Volta * * * - - valutazione media: 3,48 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

SUPERCINICO DOC Valutazione 3 stelle su cinque

di MAURIDAL


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giovedì 19 settembre 2019

 LA MAFIA NON E’ PIU QUELLA DI UNA VOLTA

Di FRANCO MARESCO   GLI  acculturati e i sotto acculturati di Palermo 

 

 

Letizia Battaglia, Franco Maresco, e Ciccio Mira, sono i personaggi protagonisti di questo docufilm sceneggiato e musicato per un pubblico eterogeneo ma sicuramente un film voluto per provocare una reazione nella casta politica  italiana ma anche in qualche modo nell’anti casta , ovvero  coloro  che della politica tradizionale ,istituzionale  ne hanno fatto ultimamente oggetto di contestazione e aggressività in nome della alternativa . Reazione culturale , polemica socio politica , Franco Maresco regista autore , ne ha sempre provocato ma  anche subìto  con censure e insuccessi,  ma tutto il suo lavoro è improntato ad una feroce critica di sistemi di potere da quello religioso a quello politico economico che nelle istituzioni dello Stato repubblicano italiano hanno coinciso spesso con una vicinanza verso l’antistato  per eccellenza , ovvero la mafia siciliana di cosa nostra.  Dunque Maresco propone una sua tesi nei film che realizza da Belluscone  a questo ultimo, una tesi volta a riaffermare le complicità le collusioni e sopratutto la negazione , l’oblio della gente comune in gran parte sottoacculturata di Palermo e della Sicilia , nei confronti della mafia. Intanto nel film si crea con evidenza una netta separazione tra una èlites intellettuale e una massa ignorante o sottoacculturata di sottoproletariato  facile preda di speculazioni malavitose e poiché la chiave di lettura del film è il grottesco delle situazioni, il mostruoso surreale dei personaggi e di cosa loro  dicono,  il tutto finisce nella farsa ironica di una storia del tutto inventata da un personaggio terribilmente reale tale Ciccio  Mira impresario televisivo e di feste di piazza popolari ,il quale essendo in pieno un palermitano colluso e omertoso non ha difficoltà a negare la mafia davanti alla telecamera di Maresco anzi  negando anche la sua dichiarazione  contro la mafia  nella stessa manifestazione   da lui organizzata ovvero un concerto di neo melodici per commemorare Falcone e Borsellino, nel quartiere Zen di Palermo , noto per la presenza di malavita organizzata. Dunque un film difficile da cogliere appieno ,tante sono le sfumature che presenta dal bianco e nero del personaggio sotto acculturato Ciccio Mira ai colori della Letizia Battaglia nota intellettuale fotografa palermitana di livello internazionale. Anche Franco Maresco è un intellettuale Palermitano amico e sodale della Letizia nel film dove lei accetta di partecipare dal vivo solo in quanto “  bottana” che recita se stessa. Il film però da ironico grottesco satirico e via così , diventa terribilmente serio e tragico con le foto di morti ammazzati  con le immagini del degrado di vita allo Zen con il vero volto della mafia tra la gente comune che sopravvive contigua e complice. Cosa documenta Maresco , allora che già non si sappia . Intanto riesce ad essere esplicito mostrando una antimafia di facciata e di cerimonia di balli e canti di giovani studenti allegri e ignari , una inutile antimafia celebrativa .Infine dichiara che lo Stato e l’antistato  vanno a braccetto nei politici e nell’economia nella finanza e nei tanti poteri istituzionali. Il film  che per nulla divertente tranne qualche comicità involontaria dei personaggi Infine si rivela provocatorio e anarchico quando lancia accuse di omertà anche al capo dello Stato attuale,  palermitano e quindi antropologicamente siciliano.  Si tratta di una conclusione non degna dell’intellettuale Maresco che usa tutto il suo cinismo per affrontare anche temi come la follia  il disagio mentale e l’emarginazione di figure e personaggi dell’inferno palermitano. Dunque un ritratto della sua Palermo e della Sicilia senza speranza agli occhi dello spettatore che magari conferma delle convinzioni sui rapporti tra   mafia  e il potere politico . Rimane il dubbio su cosa ci sia di nuovo questa volta nella mafia e chi potrà sconfiggerla  secondo Maresco , ma forse nel suo perduto disperante pessimismo , ci risponde niente e soprattutto,  nessuno.  

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