marione
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giovedì 28 novembre 2019
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ben fatto, coraggioso e piacevole
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Un film ben fatto, che coinvolge lo spettatore per una regia e una sceneggiatura divertente e moderna, la brillante fotografia e l'ottima perfomance di tutti gli attori concorrono a dare una esperienza piacevole e accattivante. Il film descrive anche per metafora tutto il mondo che gira intorno alla costruzione di una produzione cinematografica con una buona dose di sarcastica ironia che spinge alla riflessione e alla consapevolezza anche chi non è addetto ai lavori. Ottimamente concepito il finale, che lascia piacevolmente sorpresi.
Un lavoro pregevole, originale e coraggioso, che spicca nell'attuale panorama cinematografico italiano.
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dandy
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giovedì 18 febbraio 2021
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la grande mielezza.
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Il co-regista di "Mine"(che co-sceneggia con Fausto Brizzi),esordisce in proprio adattando il romanzo "Dormiremo da vecchi" di Pino Corrias.Se all'inizio sembra la solita commedia grottesca che vuole sbertucciare(e sbeffeggiare) i modelli oltreoceano il discorso sul cinismo imperante nel mondo del cinema nostrano trova una sorprendente potenza e sgradevolezza nella svolta drammatica della seconda parte(senza però rinunciare ai toni beffardi e sopra le righe).Se certi sprazzi pulp e citazionismi sono superflui(il bagno nel miele della Gerini in nudo integrale,il combattimento con katana alla "Kill Bill",Jacaranda come un sosia di Lara Croft,la scena di sesso ripresa da "Fight Club" e la sorpresina nei titoli di coda che guarda al finale di "Il silenzio degli innocenti")c'è un'innegabile competenza tecnica e nell'amalgamare i cambi di tono.
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Il co-regista di "Mine"(che co-sceneggia con Fausto Brizzi),esordisce in proprio adattando il romanzo "Dormiremo da vecchi" di Pino Corrias.Se all'inizio sembra la solita commedia grottesca che vuole sbertucciare(e sbeffeggiare) i modelli oltreoceano il discorso sul cinismo imperante nel mondo del cinema nostrano trova una sorprendente potenza e sgradevolezza nella svolta drammatica della seconda parte(senza però rinunciare ai toni beffardi e sopra le righe).Se certi sprazzi pulp e citazionismi sono superflui(il bagno nel miele della Gerini in nudo integrale,il combattimento con katana alla "Kill Bill",Jacaranda come un sosia di Lara Croft,la scena di sesso ripresa da "Fight Club" e la sorpresina nei titoli di coda che guarda al finale di "Il silenzio degli innocenti")c'è un'innegabile competenza tecnica e nell'amalgamare i cambi di tono.E la storia è scritta in maniera esemplare,a partire dal colpo di scena sulla vera natura del protagonista e il finale con trionfo dei più biechi e della commercialità più nefasta.Insomma le frecciate vanno a segno,e il cast è ottimo.Barbareschi(che produce)è al top e Richelmy gli tiene testa.Bravissima anche la Gerini,sebbene più in disparte.La Bellè di viso ricorda molto Eva Green.La canzone "Roma brucia" è di Antonello Venditti.Una tantum,un prodotto nostrano fuori dagli schemi spavaldo ma non presuntuoso,meritevole e vitale.Naturalmente rifiutato dal pubblico atrofizzato alla paccottaglia stantia e sempre più incapace di squotere quel paio di neuroni marci che si ritrova... Il titolo allude alla marca di miele prodotta da Helga.
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achab50
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sabato 18 settembre 2021
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buon film con qualche smagliatura
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Uno scrittore dilettante, che lava i cadaveri nella morgue di qualche ospedale, approfittando delle confessioni di un mafioso chiacchierone (il miglior fornitore di cadaveri della morgue, si precisa) scrive un libro che piace ad un produttore che evidentemente passa da un insuccesso all'altro, che supera grazie alla straordinaria ricchezza della moglie, la quale è al corrente dei tradimenti e fino ad un certo punto li tollera.
Il mondo del cinema è descritto con una ferocia assoluta.
Ennesimo film che parla di cinema e del suo mondo iperbolico e sordido allo stesso tempo; ambientazione genialmente inventata da Fellini in 8 1/2, qui siamo in un altro livello, più fumettistico e, visti i precedenti, più pericoloso.
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Uno scrittore dilettante, che lava i cadaveri nella morgue di qualche ospedale, approfittando delle confessioni di un mafioso chiacchierone (il miglior fornitore di cadaveri della morgue, si precisa) scrive un libro che piace ad un produttore che evidentemente passa da un insuccesso all'altro, che supera grazie alla straordinaria ricchezza della moglie, la quale è al corrente dei tradimenti e fino ad un certo punto li tollera.
Il mondo del cinema è descritto con una ferocia assoluta.
Ennesimo film che parla di cinema e del suo mondo iperbolico e sordido allo stesso tempo; ambientazione genialmente inventata da Fellini in 8 1/2, qui siamo in un altro livello, più fumettistico e, visti i precedenti, più pericoloso. A tenere in piedi tutto un Barbareschi in piena forma, ed a volte un po' sopra le righe, ma anche questo è accettabile visto il linguaggio utilizzato. La Billè, di solito molto carina, qui è esteticamente sotto tono anche perchè nei tre quarti delle inquadrature piange, inoltre, come purtroppo altre giovani attrice, non parla ma bofonchia, al punto che risulta difficile comprendere quale sia l'oggetto del ricatto verso il produttore. Buona anche la prova dello scrittore esordiente.
Un discorso a parte merita la regìa che imprime nella prima parte un ritmo scoppiettante e vivacissimo, poi ha piccoli momenti di stanchezza ed alla fine cala decisamente di qualità, anche a causa della sceneggiatura.
Comunque è un buon film che in certa misura riscatta le mediocri prove del cinema italiano di questi ultimi decenni.
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