"Doppio Amore" del regista Francois Ozon è un thriller psicologico in cui una giovane e bella donna è piuttosto tormentata senza saperne e capirne il motivo. Pertanto ella inizia un percorso di sedute presso uno psichiatra del quale, dopo breve tempo, si innamora, ricambiata. E' così che la coppia inizia a condividere la propria esistenza in un nuovo appartamento. Da questo momento per la protagonista inizia una serie di conturbanti avvenimenti di cui vuole ricercare la ragione e nel corso della sua indagine la donna arriverà a scoprire una sconcertante verità.
Essendo un thriller ovviamente non si può rivelare di più riguardo la trama che occorre seguire attentamente per comprendere appieno il finale rivelatore. Al di là di ciò si può senza alcun dubbio affermare che quest'opera di Ozon è molto ben congegnata, diretta ed interpretata dai suoi protagonisti (Marine Vacht e Jérémie Renier) e pertanto il tutto funziona. Ozon può scandalizzare il pubblico per le sue scene esplicite e dirette, ma solo se non lo si conosce e non lo si apprezza. Il regista francese, infatti, non scende mai nel volgare e non ricorre mai a riprese inutili e gratuite: il tutto fa parte di un insieme che ben si armonizza nell'intero contesto. Forse, in "Doppio Amore" la vicenda può apparire un poco ricercata e la tematica del 'doppio' è stata anche già abbondantemente affrontata in altre pellicole precedenti da svariati registi, ma Ozon è riuscito a presentarla in una forma nuova (seppure con moltissimi riferimenti a maestri quali Polanski, Cronenberg, ecc,...) e, dunque, originale e tutta sua.
Altro non vi è da aggiungere ed il film sicuramente è consigliabile.
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antoniomontefalcone
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lunedì 7 maggio 2018
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il cinema di ozon, tra visione, seduzione, inganno
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Adattamento di un romanzo breve di Joyce Carol Oates ("Lives of the Twins"), 'Doppio amore' è un viaggio femminile nelle nevrosi, uno studio mentale in cui la realtà e la protagonista si dissolvono davanti a due fratelli gemelli simili e differenti. Cinefilia e passaggi surreali, il doppio e le proiezioni di sé e degli altri, eccessi e ossessioni sono i principali elementi perturbanti che caratterizzano l'ultima pellicola di Ozon, che racconta segreti inconfessabili, spesso sconosciuti e una dolente verità, con un discreto senso del ritmo e della tensione e una vena stilistica piuttosto provocatoria. Ma se l'impianto visivo è patinato ma intrigante, non si può dire lo stesso per quello narrativo, che risulta poco efficace, per un film che vuol sondare intimità profonde e riflettere sulla frattura traumatica generata in un'identità sessuale e di genere.
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Adattamento di un romanzo breve di Joyce Carol Oates ("Lives of the Twins"), 'Doppio amore' è un viaggio femminile nelle nevrosi, uno studio mentale in cui la realtà e la protagonista si dissolvono davanti a due fratelli gemelli simili e differenti. Cinefilia e passaggi surreali, il doppio e le proiezioni di sé e degli altri, eccessi e ossessioni sono i principali elementi perturbanti che caratterizzano l'ultima pellicola di Ozon, che racconta segreti inconfessabili, spesso sconosciuti e una dolente verità, con un discreto senso del ritmo e della tensione e una vena stilistica piuttosto provocatoria. Ma se l'impianto visivo è patinato ma intrigante, non si può dire lo stesso per quello narrativo, che risulta poco efficace, per un film che vuol sondare intimità profonde e riflettere sulla frattura traumatica generata in un'identità sessuale e di genere. Un ipertesto psicanalitico sulla frantumazione del sé, derivante da una doppiezza irrisolta, che rende comunque interessante il film.
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