Il violinista del diavolo

Un'interessante riflessioni sulla  ingestibilità di un  talento spropositato nella cornice della quotidianità, il culto della celebrità, la differenza fra l'intrattenitore o l'artista
una riflessioni  sulla vita del leggendario violinista Niccolò Paganini chiamato un tempo "Il violinista del Diavolo"
Un Paganini della dimensione divistica,  inconoscibile dall'inizio alla fine e rivelato solo attraverso la sua musica.

Inizio '800, nessuno sembra capire ne apprezzare il  giovane musicista autodidatta, di grande talento, nato in una modesta famiglia, 
il giovane Paganini,  artista maledetto e dissoluto, in attesa della celebrità  dissipa le sue energie fra donne,  scandali e gioco d'azzardo
quando incontra Urbani, il manager Maligno che gli compra l'anima e lo cortringe a firmare un contratto maledetto.
Complice Urbani e l'impresario inglese John Watson nel 1830 sbarca a Londra, incanta i reali con la sua musica e  s'innamora di Charlotte

Quando muore Paganini, a causa delle voci sul suo conto circa un sospetto "patto con il diavolo e della sua cattiva reputazione il vescovo di Nizza nè vietò la sepoltura in terra consacrata.