vanessa zarastro
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mercoledì 3 settembre 2014
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antischiavismo e convenzioni
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Ci si sente appagati uscendo da questo bel filmone, secondo lungometraggio della regista inglese di origine ghanese Ama Asante. C’è assolutamente tutto: splendide scene, bellissimi costumi, ottimi attori, impegno politico e passione nel Settecento londinese. C’è perfino l’happy end!!
Gugu Mbatha Raw è l’attrice inglese di una bellezza strepitosa che interpreta Dido Elisabeth Belle, figlia mulatta naturale (riconosciuta) di un Capitano della Marina di Sua Maestà Britannica che l’affida allo zio, Presidente della Corte Suprema interpretato da Tom Wilkinson, e a sua moglie, interpretata da Emily Watson.
Intelligente, sensibile e acculturata, crescendo Dido si appassiona al sociale e alla politica spinta dalle sue sofferenze in quanto donna - insultata, ad esempio, dal futuro cognato - e dalle privazioni in quanto mulatta - non le era consentito ad esempio mangiare alla stessa tavola con la sua stessa famiglia.
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Ci si sente appagati uscendo da questo bel filmone, secondo lungometraggio della regista inglese di origine ghanese Ama Asante. C’è assolutamente tutto: splendide scene, bellissimi costumi, ottimi attori, impegno politico e passione nel Settecento londinese. C’è perfino l’happy end!!
Gugu Mbatha Raw è l’attrice inglese di una bellezza strepitosa che interpreta Dido Elisabeth Belle, figlia mulatta naturale (riconosciuta) di un Capitano della Marina di Sua Maestà Britannica che l’affida allo zio, Presidente della Corte Suprema interpretato da Tom Wilkinson, e a sua moglie, interpretata da Emily Watson.
Intelligente, sensibile e acculturata, crescendo Dido si appassiona al sociale e alla politica spinta dalle sue sofferenze in quanto donna - insultata, ad esempio, dal futuro cognato - e dalle privazioni in quanto mulatta - non le era consentito ad esempio mangiare alla stessa tavola con la sua stessa famiglia. Viene inoltre stimolata dalla passione politica di un giovane avvocato - interpretato da Sam Reid - aspirante magistrato praticante presso lo zio Lord Mansfield.
Il fatto vero è il caso del massacro della nave Zong che Asante porta a conoscenza di un vasto pubblico. Tale caso è consistito nell’uccisione di 142 schiavi africani da parte dell'equipaggio della nave negriera nel 1781. Proprietario della nave era un gruppo di commercianti di schiavi di Liverpool che aveva stipulato un’assicurazione sulla loro vita. Dopo che l’equipaggio gettò in mare gli schiavi deboli e ammalati, i proprietari della Zong fecero istanza di rimborso per la perdita presso l'assicurazione e, quando gli assicuratori si rifiutarono di pagare, il dibattito giudiziario sostenne, in primo grado, che l'uccisione deliberata di schiavi, in alcune circostanze, era una pratica legale e che quindi gli assicuratori sarebbero stati tenuti a risarcire i commercianti. Le audizioni processuali portarono il caso all'attenzione del movimento contro la schiavitù degli attivisti (nel film l’agit-prop è proprio il figlio del parroco aspirante magistrato) che tentarono di far perseguire l'equipaggio della nave per omicidio. Nel film, il Presidente della Corte Suprema, memore dei suoi desideri giovanili di cambiare il mondo, ribalta in secondo grado la sentenza liberando l’Assicurazione dall’obbligo di risarcimento e auspicando che né animali né schiavi siano considerate merci.
I racconti del massacro stimolarono il nascente movimento abolizionista e divennero il simbolo degli orrori della tratta atlantica degli schiavi africani verso il Nuovo Mondo.
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mario nitti
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venerdì 5 settembre 2014
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bella ricostruzione, con qualche licenza romantica
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L’industria cinematografica degli ultimi anni ha proposto parecchi film che riflettono sullo schiavismo e sul suo lento superamento, dal pluri premiato “Lincoln”, al recente “12 anni schiavo”. La ragazza del dipinto approfondisce l’argomento portandoci un passo indietro, nell’Inghilterra di fine 700: tutto inizia quando un giovane nobiluomo consegna alla custodia degli attoniti genitori la figlia avuta da una relazione con una donna di colore, chiedendo che la bambina abbia il pieno riconoscimento del suo status di erede legittima.
La vita di Dido, la protagonista, si scontra con due muri di convenzioni: quello sulle donne e quello sulle persone di colore.
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L’industria cinematografica degli ultimi anni ha proposto parecchi film che riflettono sullo schiavismo e sul suo lento superamento, dal pluri premiato “Lincoln”, al recente “12 anni schiavo”. La ragazza del dipinto approfondisce l’argomento portandoci un passo indietro, nell’Inghilterra di fine 700: tutto inizia quando un giovane nobiluomo consegna alla custodia degli attoniti genitori la figlia avuta da una relazione con una donna di colore, chiedendo che la bambina abbia il pieno riconoscimento del suo status di erede legittima.
La vita di Dido, la protagonista, si scontra con due muri di convenzioni: quello sulle donne e quello sulle persone di colore. Nella storia si intrecciano un’importante (e storica) causa sulla tratta degli schiavi e il desiderio di due giovani di essere amate e riconosciute al di là del censo e del colore della pelle.
L’intreccio è complesso, i personaggi parecchi, ma la regista riesce a cavarsela piuttosto bene, dando un buon ritmo alla storia e ricostruendo con efficacia ambienti, costumi e situazioni. La rappresentazione dei sentimenti e le dichiarazioni d’amore invece paiono un po’ anacronistici, troppo moderni e qualche volta un po’ funzionali a soddisfare il pubblico in cerca di happy end.
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flyanto
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giovedì 4 settembre 2014
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quante furono le battaglie al fine di debellare i
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Film sulla biografia della cantante di colore Dido Elizabeth Bell, figlia illegittima di una schiava anch'ella di colore e di un ammiraglio della Marina inglese. Nel corso della vicenda della sua vita si assiste alle lotte che la protagonista ha dovuto sostenere affinchè fossero debellati i pregiudizi e le discriminazioni razziali nella seconda metà del XVIII secolo in Gran Bretagna e che lei stessa dovette subire, pur essendo riconosciuta come figlia legittima dall'Ammiraglio. Ne uscirà vincitrice aprendo così un nuovo capitolo nella storia dell' Inghilterra che si indirizzerà verso principi sociali più umani e di più larghe vedute.
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Film sulla biografia della cantante di colore Dido Elizabeth Bell, figlia illegittima di una schiava anch'ella di colore e di un ammiraglio della Marina inglese. Nel corso della vicenda della sua vita si assiste alle lotte che la protagonista ha dovuto sostenere affinchè fossero debellati i pregiudizi e le discriminazioni razziali nella seconda metà del XVIII secolo in Gran Bretagna e che lei stessa dovette subire, pur essendo riconosciuta come figlia legittima dall'Ammiraglio. Ne uscirà vincitrice aprendo così un nuovo capitolo nella storia dell' Inghilterra che si indirizzerà verso principi sociali più umani e di più larghe vedute.
Il film, ovviamente in costume, è molto ben diretto ed è molto preciso e ben curato per ciò che riguarda la ricostruzione dell'epoca storica ed i suoi costumi. insomma un film piuttosto patinato che però, essendo anche ben recitato da valenti attori ed essendo la vicenda bene e chiaramente rappresentata, diventa un documento storico interessante per lo spettatore, il più delel volte ignaro delle battaglie legali e sociali riguardanti la problematica razziale.
Insomma, una pellicola egregia che risulta piacevole a vedersi come proprio il dipinto, peraltro realmente esistente, a cui si riferisce il titolo. Per chi ama i films in costume e dal gusto retrò.
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luigi chierico
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domenica 21 febbraio 2016
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una lotta di classe
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Poco tempo prima di assistere ad un bellissimo film,Woman in gold,che prende spunto da un famoso quadro di Gustav Klimt che ritrae Adele moglie di Ferdinand Bloch Bauer, anche la regista di colore Emma Asante è stata ispirata dal famoso ritratto del 1779 di Dido Elizabeth Belle accanto a sua cugina Lady Elizabeth Murray, attribuito a Johann Zoffany ed attualmente esposto a Scone Palace, in Scozia. Come Simon Curtis anche Anna Asante con questo “La ragazza dipinta “ ne ha fatto un ottimo film. La vicenda storica si svolge intorno al 1770 in Inghilterra nella dimora di William Murray, conte di Mansfield e sua moglie Elizabeth Murray,contessa di Mansfield a cui il nipote e Sir John Lindsay, un ufficiale navale britannico,affida la propria figlia di colore, di pochi anni.
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Poco tempo prima di assistere ad un bellissimo film,Woman in gold,che prende spunto da un famoso quadro di Gustav Klimt che ritrae Adele moglie di Ferdinand Bloch Bauer, anche la regista di colore Emma Asante è stata ispirata dal famoso ritratto del 1779 di Dido Elizabeth Belle accanto a sua cugina Lady Elizabeth Murray, attribuito a Johann Zoffany ed attualmente esposto a Scone Palace, in Scozia. Come Simon Curtis anche Anna Asante con questo “La ragazza dipinta “ ne ha fatto un ottimo film. La vicenda storica si svolge intorno al 1770 in Inghilterra nella dimora di William Murray, conte di Mansfield e sua moglie Elizabeth Murray,contessa di Mansfield a cui il nipote e Sir John Lindsay, un ufficiale navale britannico,affida la propria figlia di colore, di pochi anni. Nella ricca e lussuosa dimora,con grandi stanze e saloni,in cui sono esposti tanti quadri di coloro che hanno dato lustro alla nobile famiglia, immersa nel verde tra fiori ed eterna primavera la piccola Dido viene accolta, ma accettata con molte riserve dalla famiglia Mansfield. La Gran Bretagna che aveva colonie in tutto il mondo,che aveva fatto dei suoi coloni di colore sudditi schiavi, non può permettere alla più alta carica di magistrato di sottrarsi alle regole. Sebbene i rapporti con la cugina Elizabeth Murray siano ottimi e grande l’affetto portatele dall’intera famiglia, tuttavia Dido è una reietta, il colore della sua pelle, le sue origini non le consentono di frequentare le famiglie delle tante casate londinesi e di sedere a tavola con loro. Col passare degli anni due cugine crescono unite e separate, uguali ma diverse. La sorte ed un quadro, fatto dipingere per arricchire le pareti della grandissima casa, le dividerà sempre più sino a lasciarne oggi testimonianza a Scone Palace, in Scozia. La magnifica fotografia vi mostra quanto di più bello si possa sognare di avere d’antiquariato: magnifico arredo, cristallerie da arricchire tavole ben imbandite, grandi candelieri,poltrone e tappeti. La luce domina dappertutto anche sui volti delle due protagoniste sia da bambine che da grandi. Grandi enormi occhi neri, nerissimi su una pelle olivastra per Dido, capelli biondi su un pallido viso inglese. La parte di Dido Elizabeth Belle è affidata a Gugu Mbhata Raw,tanto bella quanto brava, quella di Elizabeth Murray a Sarah Gadon,una fanciulla smarrita a cui spettano gli onori della fanciulla inglese nel quadro a discapito di Dido che ricorda la schiavitù. Ed è proprio la schiavitù il vero tema dominante del film, esseri viventi,uomini e donne,grandi e piccoli sono da considerasi persone meritevoli di diritti o sono oggetti,cose da poter buttare a mare? L’economia e le assicurazioni,che un secolo dopo dette origine alla compagnia dei Lloyd’s, sono messe in discussione e a dirimere la delicata vicende è chiamato lo zio di Dido, Lord Mansfiel, ottimamente interpretato da Tom Wilkinson. Tutto il film non ha un solo momento di cedimento, un dialogo continuo e spesso conflittuale, solo sovrastato da una musica, di un’altra donna del film Rachel Portman, che sebbene sia bella tuttavia sovrasta le voci,una buona sceneggiatura accompagnata soprattutto da una grande scenografia e fotografia. Valida l’interpretazione anche degli altri protagonisti,in particolare quella di Sam Reid nella parte di John Davinier, importante e decisiva non solo nel film ma anche nella storia.L’amore non fa distinzione di colori,ma la bella Dido Elizabeth Belle morirà a 44 anni.chibar22@libero.it
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veritasxxx
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martedì 30 settembre 2014
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belle...e le bestie schiaviste
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Ci sono due tipologie di film inglesi che arrivano in Italia: la prima, rappresentata da Ken Loach ed altri autori similmente impegnati nel sociale, mostra le peripezie per la sopravvivenza di una certa working class inglese la cui maggiore aspirazione nella vita è ubriacarsi al pub sotto casa; la seconda, di cui fa parte "La ragazza del dipinto", presenta gli antichi fasti dell'impero britannico con costumi d'epoca e salotti meravigliosi e con protagonisti che danno sfoggio di una perfetta pronuncia aristocratica, ahimè spesso goffamente doppiata nella nostra lingua.
Il film è ambientato nella seconda metà del '700, quando l'Inghilterra dettava legge nel commercio marittimo e sfruttava il mercato degli schiavi per i suoi interessi.
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Ci sono due tipologie di film inglesi che arrivano in Italia: la prima, rappresentata da Ken Loach ed altri autori similmente impegnati nel sociale, mostra le peripezie per la sopravvivenza di una certa working class inglese la cui maggiore aspirazione nella vita è ubriacarsi al pub sotto casa; la seconda, di cui fa parte "La ragazza del dipinto", presenta gli antichi fasti dell'impero britannico con costumi d'epoca e salotti meravigliosi e con protagonisti che danno sfoggio di una perfetta pronuncia aristocratica, ahimè spesso goffamente doppiata nella nostra lingua.
Il film è ambientato nella seconda metà del '700, quando l'Inghilterra dettava legge nel commercio marittimo e sfruttava il mercato degli schiavi per i suoi interessi. Il racconto, tratto da una storia vera, narra le vicende di una giovane eriditiera mulatta, figlia illeggittima di un capitano della Royal Navy e unica erede delle sue fortune, allevata come una perfetta gentildonna inglese dallo famiglia dello zio, influente personaggio dell'epoca e membro della corte di giustizia.
Il racconto mostra con fine maestria le regole della società del tempo e le contraddizioni di un mondo apparentemente civilizzato ma basato su rigidi principi di interesse: dopo un'educazione rigorosa e un'adolescenza vissuta nell'agiatezza, l'obiettivo principale di un'adolescente di buona famiglia dell'epoca consisteva nel trovare uno sposo del suo livello che avesse una fortuna sufficiente a poterne mantere il rango per il resto dei suoi giorni. Belle, interpretata da una assennata Gugu Mbatha-Raw, paradossalmente è estranea a questa corsa al buon partito in quanto unica figlia ed erede del patrimonio, ma a causa del colore della sua pelle non è ammessa a certi riti quotidiani (cenare con gli ospiti o mostrarsi in pubblico senza accompagnatore). Tra un ricevimento mondano e l'altro alla ricerca del "good match" e una causa intentata a una compagnia assicuratrice da parte di una flotta che aveva scaricato in mare il suo cargo di schiavi per quello che risulterà essere un tentativo di frode, la giovane protagonista troverà l'impegno sociale e l'amore inaspettato per il figlio di un ecclesiastico con il sacro fuoco per la giustizia, che lotta con tutta l'anima per sovvertire l'ordine legislativo dell'epoca sul trattamento degli schiavi, considerati fino ad allora come pura merce.
I paesaggi della campagna inglese e i lussuosi interni della residenza di campagna di Lord Mansfield non hanno bisogno di essere lodati tale è la loro bellezza e il film, anche nel suo prevedibile sviluppo, riesce a coinvolgere lo spettatore e ad incuriosire anche i più scaltri conoscitori delle usanze del tempo mostrando retroscena inediti mai presentati in pellicole di ambientazione simile. Eccellenti le prove di Tom Wilkinson ed Emily Watson, impeccabili nella parte degli zii aristocratici di Belle e attenti alle usanze del tempo ma non privi di buon senso nelle questioni più delicate, e semplicemente straordinaria Miranda Richardson nelle vesti della calcolatrice madre del promesso sposo di Belle, razzista nel profondo ma pronta ad accettare una nuora di colore per puro interesse finanziario.
Nonostante siano pochi gli elementi che inducono a pensare che questo possa essere uno dei migliori film dell'anno, il mio giudizio è sorprendentemente e piacevolmente positivo. Amma Asante, alla sua seconda prova registica dopo il premiato "A way of life", coglie nel segno e ci offre un bel quadretto storico che intrattiene e cattura molto più di tanti film in costume del passato con attori ben più blasonati di quelli, pur straordinari, di "Belle".
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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un amore ai tempi della schiavitù
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La piccola Dido Elizabe Belle (interpretata da Gugu Mbatha-Raw) è figlia di una schiava di colore e di Sir Jhon Lindsay (Matthew Goode), capitano della marina britannica di Sua Maestà. Alla morte dell’amata, il capitano legittima la bambina e l’affida alle cure di suo zio lord Mansfield (Tom Wilkinson), presidente della corte suprema e di sua moglie lady Mansfield (Emily Watson).
Dido cresce così in una famiglia aristocratica, lontana dalle sofferenze che affliggono “la sua gente”; ma siamo alla fine del ‘700 e la vita, in Inghilterra non è facile per una mulatta, anche se nobile. Col tempo, infatti, Dido vede sfumare davanti a sé la possibilità di sposarsi, e solo l’ingente dote lasciatale dal padre le permette di fidanzarsi con uno dei giovani più in vista dell’epoca.
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La piccola Dido Elizabe Belle (interpretata da Gugu Mbatha-Raw) è figlia di una schiava di colore e di Sir Jhon Lindsay (Matthew Goode), capitano della marina britannica di Sua Maestà. Alla morte dell’amata, il capitano legittima la bambina e l’affida alle cure di suo zio lord Mansfield (Tom Wilkinson), presidente della corte suprema e di sua moglie lady Mansfield (Emily Watson).
Dido cresce così in una famiglia aristocratica, lontana dalle sofferenze che affliggono “la sua gente”; ma siamo alla fine del ‘700 e la vita, in Inghilterra non è facile per una mulatta, anche se nobile. Col tempo, infatti, Dido vede sfumare davanti a sé la possibilità di sposarsi, e solo l’ingente dote lasciatale dal padre le permette di fidanzarsi con uno dei giovani più in vista dell’epoca.
Intanto in Inghilterra scoppia il caso Zong che rischia di minare le basi dell’economia nazionale, modificando per sempre le leggi sul trasporto e vendita degli schiavi.
Quello di Dido è un personaggio realmente esistito e il dipinto a cui si fa riferimento nel titolo del film è l’opera anonima chiamata “Belle and Bette, in cui la giovane e ritratta con sua cugina Elizabeth (Sarah Gordon nel film).
La regista Amma Asante punta i riflettori su un momento cruciale della vita della giovane, il momento in cui Dido prende coscienza di se e della realtà che la circonda e si trasforma <da ragazza che risponde sempre “come desidera, signore” in donna che asserisce “come desidero io”, battendosi per un mondo di uguaglianza>. Alla base di questo cambiamento c’è l’amore per un giovane avvocato dalle idee rivoluzionarie, un amore forte, passionale, decisamente poco consono alla realtà settecentesca e alla condizione sociale di lei.
Quello di Asante è un film che denuncia non soltanto la schiavitù dei neri, ma anche quella delle donne e lo fa in un modo delicato e incisivo al tempo stesso, utilizzando un linguaggio universale: quello dell’amore.
Probabilmente la regista tende a modernizzare troppo atteggiamenti e mentalità, ma allo stesso tempo riesce a raccontare le inquietudini di un’epoca e di un’età, quella giovanile, condannando l’idea di razzismo che, purtroppo, è ancora radicata nella nostra società.
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elgatoloco
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martedì 28 luglio 2015
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costruzione tradizionale quanto intelligente
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Film dalla costruzione tradizionale quanto intelligente, capace di far germogliare la consapevolezza storico-etica(più che"politica")anche nelle persone più refrattarie, "La ragazza del dipinto"è , appunto, film dalla costruzione elegante, consona al suo tempo, dove la "long way to liberation"per le persone di colore è ai suoi inizi, ma realizza un primo passo con la vicenda di questa ladt mulatta che sa impegnarsi(contro gli stereotipi che volevano la donna sottomessa e aliena da questioni civili e lato sensu"politiche")in un tema come quello dei diritti civili, in specifico per un carico di schiavi lasciati morire in una barca in difficoltà.
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Film dalla costruzione tradizionale quanto intelligente, capace di far germogliare la consapevolezza storico-etica(più che"politica")anche nelle persone più refrattarie, "La ragazza del dipinto"è , appunto, film dalla costruzione elegante, consona al suo tempo, dove la "long way to liberation"per le persone di colore è ai suoi inizi, ma realizza un primo passo con la vicenda di questa ladt mulatta che sa impegnarsi(contro gli stereotipi che volevano la donna sottomessa e aliena da questioni civili e lato sensu"politiche")in un tema come quello dei diritti civili, in specifico per un carico di schiavi lasciati morire in una barca in difficoltà. Consapevolezza che non è solo del personaggio specifico, ma anche del tutore(giudice oltremodo combattutto tra ideali"liberali"della gioventù e scelte di bieco realismo della maturità e incipiente vecchiaia), in una triangolazione(lei, il tutore, il di lei fidanzato e aspirante avvocato)che viene resa efficacemente, senza mai forzare i tempi o intervenire massicciamente con scelte tecniche"innovative"anche in modo improprio.Tutto considerato, il film non ce lo potremmo immaginare se non come viene effettivamente proposto, senza voli pindarici o accessori impropri. El Gato
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onufrio
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mercoledì 30 settembre 2015
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ritratto di una donna
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L'ennesimo film sulla schiavitù? no, tutt'altro; Amma Asante prende spunto da una storia realmente accaduta sul finire del 1700 in Inghilterra che ha come protagonista Dido Elizabeth Belle, ragazza mulatta, ma appartenente ad una ricca e potente famiglia; nonostante ciò, agli occhi dell'aristocratica società la giovane e bella ragazza non è vista di certo con piacere. Belle le musiche, dialoghi ben strutturati e montaggio impeccabile che rende il giusto merito ad una storia davvero molto interessante.
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rampante
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martedì 15 dicembre 2015
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cugine
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La regista londinese Amma Asante di origine ghanese ci racconta la storia vera di Dido Elisabeth Belle. Una storia che ci parla di politica, discriminazioni razziali ma anche di un romantico amore. Il capitano sir John Lindsay della Marina di Sua Maestà Britannica decide alla morte della madre di portare con sé in Inghilterra la figlia mulatta e di affidarla allo zio Presidente della Corte Suprema.
Dido Elizabeth Belle entrerà così a far parte di una famiglia nobile.
Dido dà negra, non può pranzare con i familiari ma, quando erediterà la fortuna del padre, diventerà oggetto di attenzioni maschili mentre a nessuno interesserà la cugina senza dote. Con questo film in costume, ambientato nel '700 la regista porta a conoscenza la vita delle donne di buona famiglia di quei tempi condizionata dall'attesa di un maschio spesso interessato più alla dote che a loro e la vicenda del massacro sulla nave Zong dove numerosi schiavi ammalati vennero gettati a mare cercando così di lucrare con le assicurazioni.
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La regista londinese Amma Asante di origine ghanese ci racconta la storia vera di Dido Elisabeth Belle. Una storia che ci parla di politica, discriminazioni razziali ma anche di un romantico amore. Il capitano sir John Lindsay della Marina di Sua Maestà Britannica decide alla morte della madre di portare con sé in Inghilterra la figlia mulatta e di affidarla allo zio Presidente della Corte Suprema.
Dido Elizabeth Belle entrerà così a far parte di una famiglia nobile.
Dido dà negra, non può pranzare con i familiari ma, quando erediterà la fortuna del padre, diventerà oggetto di attenzioni maschili mentre a nessuno interesserà la cugina senza dote. Con questo film in costume, ambientato nel '700 la regista porta a conoscenza la vita delle donne di buona famiglia di quei tempi condizionata dall'attesa di un maschio spesso interessato più alla dote che a loro e la vicenda del massacro sulla nave Zong dove numerosi schiavi ammalati vennero gettati a mare cercando così di lucrare con le assicurazioni.
Il caso costituì un punto di non ritorno per lo schiavismo in Gran Bretagna.
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elgatoloco
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mercoledì 1 aprile 2020
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film di grande capacità emotiva quanto razionale
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Questo film di Amma Asante, "Belle"(2013), oltre a ricostruire una storia effettivamente accaduta, almeno in forma analago a quelle narrata nel film, è un esempio di film storico, sentimentale-drammatico-politico, dunque una sintesi, non un'accoazzaglia-fusione indistinta di generi; ma non parlerei, in alcun modo, di un"mélo", non fosse che per il fatto che non ha nessuna caratteristicia del mélo classico anni 1950-'60. Una ragazza mulatta, di"nobili"origini da parte di padre, nel 1779(dunque 10 anni prima della"presa della Bastiglia", per contestualizzare storicamente), viene ammessa alla "corte" di un noto aristocratico, suo nonno, divenendo un'eredtiera in quanto riconosciuta dal padre, poi scomparso e vivendo con la cugina(ma si considerano sorelle)e Ma , quando diviene, "ragazza da marito", sceglie, contro la volontà del nonno -giudice di sposare l'umile figlio di un pastore, giovane avvocato di idee"rivoluzionarie".
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Questo film di Amma Asante, "Belle"(2013), oltre a ricostruire una storia effettivamente accaduta, almeno in forma analago a quelle narrata nel film, è un esempio di film storico, sentimentale-drammatico-politico, dunque una sintesi, non un'accoazzaglia-fusione indistinta di generi; ma non parlerei, in alcun modo, di un"mélo", non fosse che per il fatto che non ha nessuna caratteristicia del mélo classico anni 1950-'60. Una ragazza mulatta, di"nobili"origini da parte di padre, nel 1779(dunque 10 anni prima della"presa della Bastiglia", per contestualizzare storicamente), viene ammessa alla "corte" di un noto aristocratico, suo nonno, divenendo un'eredtiera in quanto riconosciuta dal padre, poi scomparso e vivendo con la cugina(ma si considerano sorelle)e Ma , quando diviene, "ragazza da marito", sceglie, contro la volontà del nonno -giudice di sposare l'umile figlio di un pastore, giovane avvocato di idee"rivoluzionarie". Ma riesce a convicnere lo stesso giudice-padre a optare per intepretazioni"rivoluzionarie"della querelle sugli schiavi, morti durante una lunga traversata in mare, perché gettati appunto in mare come"merce inutile"(sic!). I soldi rishciesti alssicurazione dagli armatori e... Grande affresco di un'epoca, straordinariamente ben curata in ogni suo dettaglio, dalla sceneggiatura alla scenografia, dai costumi alla musica(anche con inserti suonati e cantati)"Belle"rimane anche un documento fondamentale per l'abolizionismo(anzi ci si domanda perché un film di questo genere sia stato realizzatto appena nel 2013, non prima...)in unìepoca nella quale le idee illuministiche(che comunque sul tema non erano univoamente così anti-razziste come generalmente si crede) non avevano ancora grande presa in Inghilterra, a differenze della Francia, comunque anch'essa in peiodo pre-rivoluzuonario. Non c'è molto da aggiungere, salvo . grandi interpretazioni da parte della protagonista, Gugu Mbatha Raw, di Tom Wilkinson, il giudice-"padre", di Sam Reid, il giovane giurista abolzionista, di Emily Watson, la moglie del giudice, di tutti/e gli/le altri/e. Un film, sicuramente, da vedere e rivedere, da studiare(si spera che nelle facoltà di cinema e spettacolo, ma non solo, si studi e approfondisca l'opera stessa e il suo contesto, che si dediichino uletriori tesi e studi al tema), che anche proprio storicamente il contesto storico venga ulteiormente approfondito, in una"que"te inachevéè", appunto.... El Gato
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