Mea Maxima Culpa - Silenzio nella casa di Dio |
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Un film di Alex Gibney.
Con Jamey Sheridan, John Slattery, Chris Cooper, Aaron Ballard, Brady Bryson.
continua»
Titolo originale Mea Maxima Culpa: Silence in the House of God.
Documentario,
durata 106 min.
- USA 2012.
- Feltrinelli Real Cinema
uscita mercoledì 20 marzo 2013.
MYMONETRO
Mea Maxima Culpa - Silenzio nella casa di Dio
valutazione media:
3,44
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La colpa di chi?di renato volponeFeedback: 38280 | altri commenti e recensioni di renato volpone |
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domenica 24 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mea maxima culpa è un film documentario girato da Alex Gibney che racconta i casi di pedofilia da parte di preti e vescovi cattolici ai danni di bambini e ragazzi negli Stati Uniti e in Irlanda. La colpa che emerge è quella dell'omertà dei cattolici e in particolare delle alte gerarchie del Vaticano. Non serve sottolineare l'assenza totale delle famiglie e delle comunita del luogo. Prendendo spunto dai casi di pedofilia che si sono verificati nella St. John's School di Milwaukee nel Wisconsin, un istituto per sordi, il discorso si allarga ad altre situazioni altrettanto allarmanti. Il documento appare non tanto come uno studio attento e approfondito dei casi, delle cause e delle conseguenze, ma piuttosto come un manifesto di propaganda il cui fine non è così palese. Alla realtà dei fatti, a numeri precisi e fatti circostanziati si preferiscono interventi diretti dei "sordi" coinvolti, ormai uomini maturi, brevi filmati con attori che riproducono le situazioni in cui si sono verificati i denunciati approcci, slogan e frasi calati nel contesto per rendere il messaggio più efficace. Il tutto è più definibile come film che come documentario. Inoltre il doppiaggio di un film del genere è decisamente fuori luogo, anche perché scorrono comunque i sottotitoli. Dove vogliono arrivare gli sceneggiatori, il regista e i produttori non è chiaro, la qualità del film è pessima, quasi da videocamere per rendere più verosimile il racconto, ma le interpretazioni dei fatti sono, a mio avviso, distorte e troppo ingenuamente demagogiche: si conosce bene la drammatica realtà di questi avvenimenti, ma ciò di cui il pubblico ora necessita è la verità e la chiarezza, non l'ennesimo gioco giornalistico destinato allo spettatore bulimico di televisione.
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