ashtray_bliss
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giovedì 14 febbraio 2013
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scappare e incontrarsi col proprio destino.
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Deadfall, che letteralmente significa trappola per animali, e' un thriller mediocre e di stampo puramente americano. Nonostante abbia il grande vantaggio che utilizzi location suggestive, tra le quali panorami innevati, gelidi quanto ostili; e altresi una fotografia molto buona e accurata, tuttavia il film man mano che si evolve davanti allo spettatore perde di credibilita' e viene sostenuto da un ritmo di narrazzione abbastanza lento.
La storia parte con due fratelli, Addison (Bana) e Liza (Wilde) i quali stanno scappando in auto verso il confine Canadese, quando avviene il primo colpo di scena: hanno un incidente stradale e l'auto cade in un dirupo. La polizia non tarda ad arrivare sul luogo ma Addison uccide uno dei due poliziotti e fa in modo che lui stesso e Lisa possano scappare col bottino.
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Deadfall, che letteralmente significa trappola per animali, e' un thriller mediocre e di stampo puramente americano. Nonostante abbia il grande vantaggio che utilizzi location suggestive, tra le quali panorami innevati, gelidi quanto ostili; e altresi una fotografia molto buona e accurata, tuttavia il film man mano che si evolve davanti allo spettatore perde di credibilita' e viene sostenuto da un ritmo di narrazzione abbastanza lento.
La storia parte con due fratelli, Addison (Bana) e Liza (Wilde) i quali stanno scappando in auto verso il confine Canadese, quando avviene il primo colpo di scena: hanno un incidente stradale e l'auto cade in un dirupo. La polizia non tarda ad arrivare sul luogo ma Addison uccide uno dei due poliziotti e fa in modo che lui stesso e Lisa possano scappare col bottino. Per motivi di sicurezza si dividono e qui la trama inizia a intrecciare le vite dei protagonisti principali: Liza si fa prestare un passaggio in auto da Jay, ex-pugile appena uscito dal carcere, il quale si sta dirigendo dai suoi genitori per festeggiare il Ringraziamento.
Ma le vite dei personaggi sono destinate a intrecciarsi e scontrarsi ulteriormente tra loro: Liza scopre che i genitori di Ray vivono proprio un bellissimo cottage al confine canadese e scaltramente, fingendosi attratta da Jay si fara' invitare per la festa e comunichera' l'indirizzo al fratello.
Durante tutto cio' Bana, attraversa le foreste innevate e affrontera' a piedi una terribile bufera di neve, uccidendo chiunque cerchi di ostacolarlo nel suo percorso.
Ma proprio da questa meta' in poi della pellicola la trama scade nel banale, perdendo vitalita' e non riuscendo a riscattare l'interesse dello spettatore. Gran parte dunque del film e' dedicata alla coppia Jay-Liza e di come tra di loro inizia a sbocciare una relazione sentimentale. Lei stessa si confida con Jay (e con gli spettatori) mettendo a nudo le sue debolezze e traumi del passato, lo shock che ha vissuto e di quanto il fratello fosse importante per lei, essendosene preso cura sin dalla piu' tenera' eta'.
Nel frattempo ai due ladri, da la caccia un'abile e intelligente polizziota (K.Mara) la quale pero' viene insistentemente criticata e messa da parte dal resto del team, costituito da uomini, e dallo stesso padre-sceriffo.
Il tutto si conclude, proprio il giorno del ringraziamento, a casa dei genitori di Jay, dove avviene il colpo di scena finale: Addison rivela la sua identita' e tiene in ostaggio l'intera famiglia compresa sua sorella Liza, la quale nel frattempo difende la famiglia di Jay e rivela a Addison che non ha piu intenzione di scappare e vivere come una fuorilegge.
Il finale e' moralmente coretto nel classico standard americano: il cattivo Addison viene fermato dalla polizia ma mentre tenta di scappare nuovamente sara' la sorella ad ucciderlo.
Happy end, dunque, celebrativo delle buone azioni e dell'importanza della famiglia (americana).
Si riscontrano anche in questo film, oltre che i classici elementi del thriller (colpi di scena, personaggi le cui vite si intrecciano fatalmente, qualche scena di suspence -ad esempio l'inseguimento di Addison sulla motoslitta-) i soliti stereotipi celebrativi della morale americana: la famiglia che viene messa al primo posto, l'ex fuggitiva Liza che grazie all'incontro con Jay decide di mettere ordine nella sua vita, il cattivo che ancora una volta viene messo k.o., l'equilibrio tra il resto dei personaggi si ristabilisce.
Ottime le location e la fotografia naturale, cast d'eccezione per una pellicola decisamente mediocre e una trama banale dal finale scontato.
In definitiva "Deadfall" offre un intrattenimento semplice, risultando un prodotto commerciale godibile o anche piacevole a tratti da seguire (grazie appunto alle location e la fotografia) ma che replica in pieno tutti gli standard del filone e dalla morale buonista.
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elgatoloco
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lunedì 17 ottobre 2016
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carne, sangue, neve
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"Carne, sangue, neve": credo che questi 3 lemmi associati rendano bene lo spirito del film:"Carne"per la sessualità, ma anche per la brama di possesso, di materialità, che conduce alcuni protagonisti anche alla rapina, ma vale anche per il coprotagonista pugile con vari problemi, resosi anche omicida involontariamente(diremmo"omicidio colposo", vista comunque la volontà di ferire, almeno), il sangue per la sessualità, ma anche la violenza che, con improvvise esplosioni ma anche in forma continua(come un"basso continuo", diremmo)pervade il film, la neve perché essa caratterizza costantemente il paesaggio, l'ambiente del film.
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"Carne, sangue, neve": credo che questi 3 lemmi associati rendano bene lo spirito del film:"Carne"per la sessualità, ma anche per la brama di possesso, di materialità, che conduce alcuni protagonisti anche alla rapina, ma vale anche per il coprotagonista pugile con vari problemi, resosi anche omicida involontariamente(diremmo"omicidio colposo", vista comunque la volontà di ferire, almeno), il sangue per la sessualità, ma anche la violenza che, con improvvise esplosioni ma anche in forma continua(come un"basso continuo", diremmo)pervade il film, la neve perché essa caratterizza costantemente il paesaggio, l'ambiente del film. "Deadfall"("caso di morte", letteralmente, molto meglio di"Legami di sangue", titolo anche abusato, che però rende anch'esso parte dello spirito del film)è un film angoscioso, nel senso positivo-fenomenologico del termine, perché pervaso dall'angoscia, che rende benissimo con pause, sospensioni della suspense che poi ritorna sempre rafforzata dalla"pausa", dalla sospensione, come in un normale percorso fisico(uno qualunque, sarebbe meglio aggiungere) di azione-reazione, dunque anche di una necessaria(iper-provvisoria)pausa dopo uno shock forte, duro, coinvolgente. Pause e sospensioni in genere non realizzate, qui, attraverso le dissolvenze(talora sì, ma non sempre)ma attraverso efficaci alternanze di scena. Film duro, antiretorico, sostanzialmente incapace di scene-"zeppe", dove tutto(anche l'"incomunicabilità"o semplicemente l'incomprensione-scarsa conoscenza reciproca anche all'interno della stessa famiglia)gioca un ruolo"essenziale", dal punto di vista strettamente filmico, del"fantasma filmico", come si ama dire, talora efficacemente. Il finale, inoltre, è un vero e proprio crudelissimo"dead's play", "jeu de mort", quasi capovolgendo il finale à la Agatha Christie(convocazione in un luogo chiuso di tutti i(le)possibili imputati/e da parte di Hercule Poirot o Miss Marple, con svelamento del/la colpevole); qui, invece, si ha un redde rationem , sfida finale, solo che"non all'OK Corral", ovviamente... Di notevole impatto, anche con la riscoperta di personaggi del mondo filmico quasi"scomparse"come l'attore-compositore-cantante Kris Kristofferson e Sissi Spacek, ben contestualizzati nel film. Non un"novum"assoluto, nessun"capolavoro", ma un'opera interessante. El Gato
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