Starbuck - 533 figli e non saperlo |
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Un film di Ken Scott (II).
Con Patrick Huard, Julie LeBreton, Antoine Bertrand, Dominic Philie, Marc Bélanger.
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Titolo originale Starbuck.
Commedia,
durata 109 min.
- Canada 2011.
- Bolero Film
uscita giovedì 29 agosto 2013.
MYMONETRO
Starbuck - 533 figli e non saperlo
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quando nostro malgrado ci si trova ad essere padridi FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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martedì 3 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film in cui si narra di un quarantenne, ancora molto infantile ed irresponsabile, che si trova nella condizione di dover crescere e maturare in fretta a causa di una sua passata e sconsiderata azione. Poichè circa 20 anni prima egli, sotto lo pseudonimo di "Starbuck", aveva donato per anni e ripetutamente il proprio sperma a pagamento ad una banca del seme di un ospedale, ora si trova da questo contattato al fine di soddisfare un' alquanto strana e singolare richiesta di conoscenza da parte di tutti coloro che sono nati in provetta grazie, appunto, alle sue donazioni. Ma il fatto singolare è che i bambini, ormai diventati dei ragazzi di circa 20/25 anni, sono in totale ben 533! A parte il primo ed ovvio stupore nonchè senso di smarrimento, il protagonista riuscirà piano piano ad affrontare degnamente la situazione venendo a contatto ed affezionandosi a tutti i propri "figli" biologici ed a cambiare così radicalmente il proprio stile di vita, finalmente maturando ed accettando persino la nuova e naturale gravidanza della propria compagna che deciderà anche di prendere come moglie. La trama di questa pellicola nel suo complesso è senza alcun dubbio pressoché irreale sotto molteplici punti di vista. Ogni ospedale o clinica mantiene innanzitutto la propria riservatezza e sopratutto l'identità segreta dei vari donatori di sperma od altro. Il numero, poi, così elevato di donazioni per opera di un solo contribuente, direi, è quasi illegale o, per lo meno, non consentito da alcun ente od esponente medico e pertanto qui, unito anche ad altri aspetti meno eclatanti nel film, vacilla ogni credibilità. Ma il fine che si propone il lavoro del regista Ken Scott non è tanto la più o meno veridicità della storia quanto quello di rappresentare una serie di tematiche oggigiorno quanto mai attuali negli individui e nella società contemporanea, e cioè: la crescita e la maturazione di una persona adulta, suo malgrado anche, l'importanza genitoriale e quanto appunto un genitore biologico conti rispetto a quello adottivo sempre presente ed infine, ma non come meno importante, il valore immenso degli affetti e delle relazioni. In aggiunta a tutto ciò è da rimarcare favorevolmente che questa commedia è ben diretta, intrisa di dialoghi brillanti ma mai volgari pur toccando argomenti un pò "particolari", girata con uno stile equilibrato e lieve che smorza i momenti più drammatici, all'insegna dell'ironia e dei buoni sentimenti ma senza tracollare in un finto buonismo. Da consigliare vivamente per un paio d'ore di svago intelligente ma senza pretese.
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